TARSIA (CS) – Domenica in scena “Ultimo strip” con Rossella Pugliese

Domenica 6 novembre, a Tarsia, alle 20, al Piccolo Teatro Popolare, è in programma lo spettacolo Ultimo strip con Rossella Pugliese.

Lo spettacolo è il secondo appuntamento della rassegna Borgo in Festival, voluta e promossa dall’Associazione culturale “Luci nelle Grotte” presieduta da Ernesto Iusi, realizzato con la direzione artistica di Flavio Casella, la collaborazione dell’amministrazione comunale e il contributo della Regione Calabria.

Un’occasione di aggregazione e crescita culturale attraverso il linguaggio universale del teatro che incontra i favori della cittadinanza e del territorio.

Un secondo appuntamento che vede protagonista un’attrice originaria di Mandatoriccio ma romana di adozione: Rossella Pugliese – diploma in danza classica, moderna e contemporanea, presso l’A.I.D. Associazione Italiana Danzatori di Roma – si avvicina allo studio della recitazione ottenendo rapidamente le prime scritture in molti spettacoli e diverse fiction, fra le quali “Il commissario Rex”, “Rossella”, “I bastardi di Pizzofalcone2”. Numerosi i ruoli che ha interpretato nei teatri e sui set cinematografici. Dal 2019 è presidente dell’associazione culturale Deneb, con cui produce lo spettacolo “Ultimo Strip”  da lei scritto, diretto e interpretato, che si avvale della direzione tecnica e del disegno luci di Errico Quagliozzi e l’aiuto regia di Beatrice Gattai.

Un testo forte, un monologo intenso in cui la catarsi dell’attrice passa attraverso gli incontri autodistruttivi che la protagonista cerca al fine di immunizzarsi dal dolore, per riscattarsi da una società guidata dal denaro, buono solo a comprare ciò che ha un prezzo, inservibile per l’acquisto di dignità perduta, amore sciupato, verginità troppo facilmente regalata. (rcs)

TARSIA (CS) – Il 29 ottobre al via la rassegna “Borgo in Festival”

Prende il via il 29 ottobre, al Piccolo Teatro Popolare di Tarsia, la rassegna Tarsia Borgo in Festival, l’evento improntato su spettacoli d’autore voluto e promosso dall’associazione Luci nelle Grotte presieduta da Enrico Iusi e organizzato con la direzione artistica di Flavio Casella in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Una kermesse che riunisce compagnie professionali calabresi conosciute a livello territoriale e nazionale: «La scelta di coinvolgere solo compagnie professionali – ha spiegato Flavio Casella – deriva dal desiderio di promuovere un teatro contemporaneo, che affronti tematiche attuali, portato in scena da attori professionisti. Non avendo sempre la possibilità di raggiungere i teatri di Cosenza o Castrovillari, abbiamo deciso di portare noi il teatro a Tarsia. E in passato la comunità ha risposto bene, ogni spettacolo registrava il sold out. Ora, dopo una pausa forzata, riproponiamo una nuova stagione con titoli di spessore, augurandoci di far ritrovare al pubblico che ci segue il piacere di incontrarsi a teatro».

Il programma

Si comincia il 29 ottobre con Dammi un attimo, piéce prodotta dalla Compagnia Teatro Rossosimona, scritta e interpretata da Mariasilvia Greco e Francesco Aiello, in scena con Elvira Scorza, per poi proseguire il 6 novembre con Ultimo strip di e con Rossella Pugliese, della compagnia Deneb ETS.

Il 19 novembre sarà la volta di Teatro della Maruca e di Angelo Gallo con il laboratorio teatrale La fabbrica dei pupazzi, mentre il 4 dicembre toccherà a Teatro del Carro con Spartacu strit viu, testo di Luca Michienzi e interpretazione di Francesco Gallelli. Chiude la rassegna il 17 dicembre Re Pipuzzu fattu a manu, di e con Dario De Luca, in scena con il musicista Gianfranco De Franco. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 20. (rcs)

Parte da Tarsi un nuovo modello di sviluppo identitario

Si è conclusa, con successo, a Tarsia, Borgo in Festival, una kermesse «all’insegna della condivisione di saperi, esperienze e buone pratiche», ha spiegato il direttore artistico, Flavio Casella, aggiungendo che «da qui ripartiamo per costruire insieme modelli di vita sostenibili».

Sì è partiti dalla valorizzazione del patrimonio identitario e sentimentale con la deposizione di una targa commemorativa al monumento dei caduti che ha visto la partecipazione di Cosimo La Torre, membro dell’esecutivo Comites di Zurigo, del sindaco e la presenza dei familiari delle vittime che hanno voluto rivolgere ai loro cari un ricordo commosso.
Il presidente dell’associazione Luci nelle grotte, Ernesto Iusi, ha sottolineato come «tali momenti siano fondamentali per l’esercizio della memoria collettiva e per ricordare alla comunità quanti sacrifici tanti uomini e donne hanno dovuto affrontare per raggiungere l’agognata stabilità economica che qui a Tarsia non trovarono. Dobbiamo far sì che si creino le condizioni necessarie affinché si possa investire sui nostri territori e non per forza emigrare».
All’interno del Piccolo Teatro Popolare con l’incontro  sul tema Emigrazione di Ritorno: possibilità o utopia? Gianpiero Capecchi, documentarista Rai e la sociologa Silvia Sivini hanno dialogato sulle possibili strategie, sottolineando come fare rete tra enti e realtà territoriali e ripensare a modelli di vita sostenibili siano elementi fondamentali in vista di una ricrescita economica, culturale e sociale. A margine del dibattito, moderato dalla giornalista Simona De Maria, è stato proiettato il documentario “Il fermento della Val Varaita”.
Dopo il dibattito, sì è entrati nel vivo con la Festa musicale itinerante per le vie del paese con Michele Roscica, l’uomo orchestra. Domenica 31 luglio dalla piazza antistante il Piccolo Teatro Popolare, è partita la colorata parata musicale a cura del Maestro Paolo Napoli che è arrivata in piazza Castello.
«La straordinaria ricchezza culturale, il capitale umano di Tarsia è patrimonio da salvaguardare attraverso nuovi modelli di governance attenti alla memoria storica dei luoghi. Abbiamo, provato a narrare un nuovo modello di sviluppo sociale, produttivo e culturale che sia condiviso e quindi più fruibile. Siamo certi che da qui potremo guardare al nostro paese con motivazioni ed entusiasmo rinnovati per costruire il nostro futuro», ha concluso il direttore artistico Flavio Casella. (rcs)

TARSIA (CS) – Al via il Borgo in Festival

Prende il via sabato 30 luglio, a Tarsia, il Borgo in Festival, la kermesse sui racconti di migrazioni e ritorni, promossa dall’Associazione Luci nelle grotte con il supporto dell’Amministrazione comunale e la direzione artistica di Flavio Casella.

La kermesse, infatti, si interroga sulle migrazioni come opportunità di crescita collettiva e condivisione di saperi e culture differenti.

Sabato 30 luglio dalle 19, alla presenza del sindaco Roberto Ameruso, sarà deposta una targa commemorativa al monumento dei caduti con la partecipazione di Cosimo La Torre, membro dell’esecutivo Comites di Zurigo.
Si prosegue alle 20 all’interno del Piccolo Teatro Popolare con l’incontro  sul tema Emigrazione di
Ritorno: possibilità o utopia?. Saranno presenti Gianpiero Capecchi, documentarista Rai e la sociologa Silvia Sivini. A margine del dibattito, moderato dalla giornalista Simona De Maria, sarà proiettato il documentario Il fermento della Val Varaita.
Dopo il dibattito, spazio alla Festa musicale itinerante per le vie del paese con Michele Roscica, l’uomo orchestra.
Domenica 31 luglio alle 21, dalla piazza antistante il Piccolo Teatro Popolare, partirà la parata musicale a cura del Maestro Paolo Napoli che arriverà in piazza Castello.
«Un altro importante tassello si aggiunge al percorso di valorizzazione del nostro borgo, di uno stile di vita più lento, coesivo. La straordinaria ricchezza culturale di Tarsia è patrimonio da salvaguardare attraverso nuovi modelli di governance attenti alla memoria storica dei luoghi. Cercheremo, dunque, di racontare e proporre un nuovo modello di sviluppo sociale, produttivo e culturale che sia condiviso e quindi più fruibile», ha dichiarato il direttore artistico.
«Daremo voce – ha concluso Casella – a quel pluralismo che non distingue per cultura, età, genere, lingua, religione, ma è aperto e vede nelle differenze la vera ricchezza».
«Saranno le comunità sostenibili e responsabili al centro del dibattito – ha evidenziato Ernesto Iusi, presidente di Luci nelle grotte –. Cercheremo di riflettere sulle strategie di sviluppo economico e sociale partendo dal capitale territoriale e umano: quello naturale, culturale, artistico e immateriale che caratterizza il nostro borgo e il suo valore identitario». (rcs)

TARSIA (CS) – Il 30 luglio torna Borgo in Festival

Il 30 e 31 luglio, a Tarsia, è in programma Borgo in Festival, iniziativa promossa da Luci nelle Grotte con il supporto del Comune.

La kermesse, dopo lo stop della pandemia, riparte dalla narrazione delle rotte al contrario e dei ritorni come possibilità di crescita comunitaria.

Partendo dal borgo quale crocevia di progetti e aspirazioni di chi transita o ha transitato a queste latitudini, si incroceranno le storie di docenti, musicisti, ambulanti, cuochi, poeti e artisti di strada in un dibattito a più voci sulle migrazioni come opportunità di crescita collettiva e condivisione di saperi e culture differenti.
Sabato 30 luglio dalle 19,00, alla presenza del sindaco Roberto Ameruso, sarà deposta una targa commemorativa al monumento dei caduti con la partecipazione di Cosimo La Torre, membro dell’esecutivo Comites di Zurigo.
Si prosegue alle 20,00 all’interno del Piccolo Teatro Popolare con l’incontro  sul tema Emigrazione di
Ritorno: possibilità o utopia?. Saranno presenti Gianpiero Capecchi, documentarista Rai e la sociologa Silvia Sivini. A margine del dibattito, moderato dalla giornalista Simona De Maria, sarà proiettato il documentario “Il fermento della Val Varaita”.
«Daremo voce a quel pluralismo che non distingue per cultura, età, genere, lingua, religione, ma è aperto e vede nelle differenze la vera ricchezza», ha affermato Flavio Casella, direttore artistico del Festival.
«Saranno le comunità sostenibili e responsabili al centro del dibattito. Cercheremo di riflettere sulle strategie di sviluppo economico e sociale partendo dal capitale territoriale e umano: quello naturale, culturale, artistico e immateriale che caratterizza il nostro borgo e il suo valore identitario», ha proseguito Ernesto Iusi, presidente dell’associazione Luci nelle grotte.
Dopo il dibattito, spazio alla Festa musicale itinerante per le vie del paese con Michele Roscica, l’uomo orchestra.
Domenica 31 luglio alle 21,00, dalla piazza antistante il Piccolo Teatro Popolare, partirà la parata musicale a cura del Maestro Paolo Napoli che arriverà in piazza Castello.
«Un altro importante tassello si aggiunge al percorso di valorizzazione del nostro borgo, di uno stile di vita più lento, coesivo. La straordinaria ricchezza culturale di Tarsia è patrimonio da salvaguardare attraverso nuovi modelli di governance attenti alla memoria storica dei luoghi. Cercheremo, dunque, di racontare e proporre un nuovo modello di sviluppo sociale, produttivo e culturale che sia condiviso e quindi più fruibile», ha concluso il direttore artistico Casella. (rcs)

TARSIA (CS) – Domenica si chiude il TaranTarsia

Domenica 12 dicembre, a Tarsia, è in programma l’ultimo appuntamento di TaranTarsia – Tradizioni e Suoni, dedicato alla tradizione, alla musica, al sociale e all’enogastronomia.

Si parte, alle 17, nella Biblioteca Civica, con La musica popolare oggi in Calabria, conoscenza e prospettive. Incontro con l’autore Francesco Stumpo. Gli interventi musicali sono a cura del Maestro Roberto Scornaienchi. Coordina Roberto Cannizzaro.

Al Museo Civico della Civiltà Contadina, alle 18, Racconti e storie di civiltà contadina a cura di Emilia SannutoAngelo Paldino. La Donazione ed esposizione degli strumenti musicali della nostra tradizione popolare è a cura dell’Associazione Culturale Musikart, Francesco Stumpo e Carmelo Astuni.

Alle 19, aperitivo sociale Tarantasia Social&Green, con degustazione delle eccellenze enogastronomiche regionale e raccolta fondi per attività benefiche e socio-culturali.

Alle 20, al Salone Polifunzionale, E decembri era na sira… melologo ispirato al poemetto La Notte di Natale di Vincenzo Padula. Musiche e adattamento di Francesca Loria (voce) e Francesco Stumpo (chitarra battente) con Roberto Scornaienchi (chitarra classica) e Andrea Scarola (voce recitante). (rcs)

Due laureandi tedeschi di Architettura scelgono il Cimitero dei Migranti di Tarsia per la loro tesi

«Dalla Germania due studenti universitari, laureandi in Architettura, hanno scelto di dedicare le loro tesi al costruendo Cimitero internazionale dei Migranti e stanno già programmando di venire a realizzare direttamente sul posto, a Tarsia, al cantiere della grande opera umanitaria, anche una importante mostra utilizzando le acque del Lago per una rappresentazione anche visiva della tragedia dei migranti». Lo ha reso noto Franco Corbelli, leader di Diritti Civili e promotore del Cimitero internazionale dei Migranti, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da 8 anni, dalla tragedia di Lampedusa, del 3 ottobre 2013.

I due laureandi, AyhamNatalie, stavano lavorando alle loro tesi di laurea, il cui argomento è il processo migratorio attraverso il mare, quando hanno scoperto la grande opera di Tarsia e ne sono rimasti affascinati, ritenendo la città calabrese il «luogo più adatto in cui dare forma alla nostra idea».

«Abbiamo scelto il luogo Tarsia – hanno scritto i due laureandi – per la storia della città e per il progetto del cimitero, che, come la nostra mostra, vuole portare rispetto alle persone. La nostra idea è quella di progettare lo spazio partendo dall’acqua del Lago di Tarsia, perché nella realtà le tragedie avvengono anche nell’acqua. Vorremmo creare un collegamento tra il nostro spazio espositivo e il cimitero, per attirare l’attenzione sulle conseguenze della fuga anche visivamente».

«Questa nuova, importante, significativa testimonianza internazionale, che arriva dalla Germania – ha detto Corbelli – conferma il valore universale della nostra grande opera umanitaria, conosciuta e apprezzata dal Vaticano e in tutto il mondo e che dobbiamo, anche per questo, adesso, al più presto ultimare. In questi anni a Tarsia sono infatti arrivati molti inviati della stampa internazionale, scrittori, studiosi, ricercatori italiani e stranieri, studenti europei Erasmus, giunti da molti Paesi lontani del mondo (come, ad esempio, dal Brasile, con l’inviata di O Globo, primo giornale del Sudamerica,  ai Paesi arabi, con l’inviata della storica Tv Al Jazeera) per realizzare una serie di servizi e reportage, un libro e un report per il Parlamento Europeo».

«Finanche – ha aggiunto – un deputato francese, Christian Paul, lo ha, su Facebook, pubblicamente elogiato il Cimitero dei Migranti. Eppure, non basta questo interesse planetario per poter far riprendere e ultimare i lavori, fermi, da due anni, a causa del Covid, della burocrazia e della politica che ha bloccato il secondo finanziamento regionale già previsto di 500mila euro. Per questo, per sbloccare la situazione e completare la grande opera sabato 26 giugno a Tarsia insieme al sindaco Roberto Ameruso abbiamo, nel corso di una conferenza stampa, promosso una raccolta fondi in Italia e nel mondo. Ho aperto io, personalmente, il conto con un mio contributo».

«Ci aspettiamo, adesso – ha proseguito Corbelli – che arrivino gli aiuti da parte delle Istituzioni, italiane ed europee e della Chiesa, perché la grande opera di civiltà di Tarsia non appartiene certo ad una piccola comunità o a una regione ma è un patrimonio dell’intera umanità».

Il Cimitero dei Migranti, che sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurd, sorge su un’area di quasi 30mila mq, immersa tra gli ulivi secolari (lasciati intatti), proprio di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, in un luogo fortemente simbolico, a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, che fu, durante la seconda guerra mondiale, luogo di prigionia, ma anche di grande umanità dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza. Per questo è stato scelto per realizzarvi questa opera monumentale. (rcs)

TARSIA (CS) – Presentato il libro “Sangue del mio sangue”

Un incontro, quello organizzato dall’Associazione Le Vanesse dell’Ortica a Tarsia, che ha raccolto plausi e commozione, con la presentazione del libro Sangue del mio sangue, il libro sulla più grande strage familiare d’Italia: la “Strage di Buonvicino”, piccolo borgo pedemontano della provincia di Cosenza.

L’evento, organizzato in occasione della Festa della mamma, si è svolto a Piazza San Francesco, per ricordare quelle mamme che non ci sono più a causa della violenza dei loro uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle ed invece hanno deciso diversamente del loro destino.

L’infanzia che non vorremmo è stato infatti il titolo scelto dall’Associazione e che ha voluto donare alla comunità un’opera in ferro battuto, realizzata da un artigiano locale, che rappresentata una bambina in ricordo di tutti quegli orfani speciali che restano. Accanto, anche, una panchina rossa omaggiata dal Briko Center Bike di Tarsia.

Il libro Sangue del mio sangue, scritto a quattro mani, fornisce due chiavi di lettura: quella dello psicanalista, criminologo Sergio Caruso e della testimone diretta e giornalista Fabrizia Arcuri. Nel primo caso, il testo ha l’intento di analizzare attraverso concetti scientifici ed etici la casistica di un fenomeno sempre più crescente definito “Family Mass Murderer” e rappresenta anche un chiaro invito alla prevenzione. Nel secondo caso, vi è una sorta di autobiografia del dolore e dell’aspetto introspettivo delle cosiddette vittime secondarie, di cui nessuno parla o si ricorda. Il libro rappresenta anche una battaglia aperta nei confronti delle Istituzioni e dello Stato su quest’ultimo aspetto; i due superstiti non hanno ricevuto nessun tipo di risarcimento.

Dopo 25 anni, è la prima volta che si parla della strage e a farlo anche uno dei due superstiti con una testimonianza diretta, Marco Benvenuto, che allora aveva 3 anni. Un racconto che ha lasciato nei partecipanti molta commozione, soprattutto al pensiero della piccola vittima e dei superstiti dimenticati dallo Stato. Il libro rappresenta, anche, una battaglia aperta nei confronti delle Istituzioni su quest’ultimo aspetto; i due superstiti non hanno ricevuto nessun tipo di risarcimento né economico, né morale o di assistenza post trauma.

La manifestazione è stata fortemente voluta dall’Associazione e patrocinata dall’amministrazione comunale, presenti il sindaco Roberto Ameruso, il quale ha dichiarato: «Una cittadina che sta offrendo molte occasioni d’incontro, dove l’associazionismo è un elemento caratterizzante e attraverso momenti come questi, riconoscendo i meriti a chi ha organizzato la giornata, diventano veicoli di messaggi importanti in nome della socialità e in questo caso della prevenzione», e il vicesindaco Cristian Barone che così si è espresso: «Ho sempre creduto nel valore profondo che abita il cuore del volontariato. La forza dell’associazionismo può determinare un cambiamento nelle abitudini sociali e comportamentali di ognuno di noi. Oggi, devo dire che è stata una giornata carica di significati che hanno lasciato un segno indelebile nella profondità del mio animo ma come credo in tutti. Nell’ascoltare il triste e straziante racconto di Buonvicino grazie alla testimonianza dei due autori ho ripercorso il dolore che colpisce e subisce chi perde una Mamma».

Grande soddisfazione è stata espressa dalla presidente Daniela Signoretti: «È stata una giornata carica di emozioni il racconto di questa tragica storia e l’analisi tecnico scientifico del dott. Caruso hanno offerto molti spunti di riflessione e smosso le coscienze, il nostro obiettivo era proprio questo. Sono ancora troppe le donne vittime di violenza, per questo è necessario non smettere di parlarne e accendere i riflettori sulle tante vittime dei reati violenti. Dobbiamo iniziare quel percorso che porta ad una vera e propria rivoluzione culturale perché storie così non accadano più». (rcs)

Il Parco Letterario di Tarsia è il primo in Calabria a essere candidato al Marchio del Patrimonio Europeo

Il Parco Letterario “Ernst Bernhard – Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia è tra i candidati – e il primo in Calabria – al Marchio del Patrimonio Europeo.

Il Marchio del Patrimonio Europeo è un riconoscimento promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Turismo conferito ai siti che contribuiscono a «promuovere il senso di appartenenza all’Unione europea tramite la ricchezza della diversità e l’importanza del dialogo interculturale».

Insieme al Parco Letterario di Tarsia, hanno passato le preselezioni il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli (Roma), l’Area archeologica di Paestum (Capaccio Paestum, Salerno), il sito urbano della Città di Sarzana-centro storico (Spezia), il luogo della Memoria di Ventotene (LT) e il sito tematico nazionale Terre d’acqua, terre nell’acqua. Delta del Po e Venezia, coordinato dal Parco Regionale Veneto del Delta del Po.

Obiettivo del Marchio del Patrimonio Europeo, quello di valorizzare il patrimonio culturale comune e a migliorare la conoscenza reciproca fra i cittadini europei, contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza all’Unione e a promuovere il dialogo interculturale. L’iniziativa, inoltre, mira a favorire un più ampio accesso al patrimonio culturale e valorizzarne la dimensione europea.

Il Campo di Ferramonti rappresenta, storicamente, non solo il più grande campo di internamento italiano, ma anche l’unico campo appositamente costruito dal Fascismo a seguito delle Leggi Razziali: «a partire dal giugno 1940 – ha scritto Simona Celiberti sul sito I Parchi Letterari – vi transitarono circa 3000 internati. Il Campo si estendeva su un’area di 16 ettari ed era composto da 92 baracche di varia dimensione, molte delle quali con la classica forma ad “U” e forniti di cucina, latrine e lavabi comuni».

Inoltre, Ferramonti fu l’unico campo a essere liberato durante la II Guerra Mondiale e, dopo la liberazione, rimase aperto come campo a conduzione ebraica, e fu chiuso dopo la fine della guerra.

«Per la peculiarità della sua organizzazione sociale e per il trattamento umano ricevuto dagli internati – si legge ancora – il Jerusalem Post lo definì “un paradiso inaspettato” e lo storico ebraico Steinberg lo ha definito “the largest kibbutz on the European continent”».

Inoltre, vicino al campo, è in programma la realizzazione del Cimitero internazionale dei Migranti, di cui è promotore Franco Corbelli, leader del movimento Diritti Civili(rcs)

In copertina, foto di Maria Grazia Grispino

 

TARSIA (CS) – Al via il “Tarsia Borgo in Festival”

Al via a Tarsia, è in programma il Tarsia Borgo Festival, la manifestazione diretta da Flavio Casella organizzata dall’Associazione Culturale Luci nelle Grotte con il patrocinio del Comune di Tarsia.

La rassegna, dunque, vedrà riuniti, nel Piazza S. Francesco,  poeti, scrittori, giornalisti, docenti, teatranti, per un evento all’insegna della memoria, della riflessione e dello spettacolo.

Il Festival si svolgerà nel rispetto rigoroso delle normative anti-Covid in materia di distanziamento sociale e prevenzione, è pertanto necessario prenotare la propria partecipazione alle attività in programma ai numeri 347 3747902 – 349 7424964. Gli incontri e il Reading sono ad ingresso gratuito, mentre per gli spettacoli il ticket è di 5 euro.

Si parte, dunque, venerdì 31 luglio, alle 19.00, con i saluti del sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, a cui seguirà l’incontro con Pino Aprile, autore del libro Il male del Nord (Pienogiorno). Alle 21.30, lo spettacolo Terroni di Pino Aprile con Roberto D’Alessandro.

Sabato 1° agosto, alle 19.00, passeggiata poetica nel Borgo con il paesologo Franco Arminio. A seguire, incontro e presentazione del libro La cura dello sguardo (ed. Bompiani). Alle 21.30, il reading a cura di Franco Arminio.

Domenica 2 agosto, alle 19.00 incontro con la scrittrice Katia Colica e presentazione del romanzo Non questa volta (Castelvecchi). A seguire, lo spettacolo Rusina di e con Rossella Pugliese.

Lunedì 3 agosto, incontro con il docente dell’Università della Calabria, Domenico Cersosimo e presentazione del Manifesto per riabilitare l’Italia (Donzelli). Alle 21.30, lo spettacolo Italianesi di e con Saverio La Ruina(rcs)