I medici dell’Umg e i parlamentari calabresi al ministro Schillaci: Regolamentare professione medicina estetica

È stata presentata, alla Camera dei Deputati, la mozione Medicina Estetica, che punta a regolamentare la professione di medico estetico.

La mozione promossa dalla Deputata di Forza Italia, Annarita Patriarca, prima firmataria della mozione, sottoscritta anche da esponenti dei Gruppi Parlamentari di Fratelli d’Italia e Lega, è stata preparata con la guida dei professori Steven Nisticò e Giovanni Pellacani dell’Università “La sapienza” di Roma ed è stata condivisa con Carlo Ghirlanda, Presidente Nazionale Andi, Antonio Guida, Presidente Nazionale Simeo, Giuseppe Di Silverio, Segretario Nazionale di Anaao-Assomed e Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri e con i rappresentati dell’ordine dei medici e i collegi delle scuole di specializzazione di area medica.

All’evento, oltre alla deputata azzurra, sono intervenuti anche Ugo Cappellacci, Deputato di Forza Italia e Presidente della Commissione Affari Sociali di Montecitorio, Marta Schifone, Deputata e responsabile del Dipartimento professioni di Fratelli d’Italia, Simona Loizzo, Deputata della Lega, Giuseppe Mangialavori, Presidente della Commissione Bilancio e Deputato di Forza Italia.

La mozione vuole creare ordine in un settore dove spesso esistono abusi nella professione di Medico Estetico.

Si chiede un impegno al Ministro della Salute, Orazio Schillaci al fine di limitare l’accesso alla professione medico-estetica ai laureati in Medicina e Chirurgia che abbiano conseguito specializzazione Universitaria in Dermatologia, Chirurgia Plastica e Master di secondo livello attinenti alla formazione medico estetica.

Oggi purtroppo la professione di medicina estetica è svolta in maniera abusiva da personale non laureato, portando altissimi rischi per la salute di pazienti che spesso sono indotti a eseguire trattamenti dai social e da false ed ingannevoli pubblicità.

La presentazione è stata moderata ed organizzata dalla dott.ssa Maria Rosaria Boccia.

L’auspicio è che si possa mettere ordine in una professione delicata con competenze certificate da enti qualificati quali le Università al fine di poter garantire del benessere degli utenti finali ovvero dei pazienti.

La mozione

premesso che: La medicina e la chirurgia estetica sono discipline medico-chirurgiche finalizzate alla cura della propria immagine mediante interventi di natura asportativa o additiva di varia entità o motivate dalla mancata, ragionevole, accettazione di una parte del proprio corpo a causa di difetti menomanti che possono riverberarsi anche sul piano psicofisico e delle relazioni sociali; la medicina estetica, in particolare, è una branca di intervento relativamente recente e che si afferma ogni giorno di più, alla quale ci si riferisce sempre più spesso sino a confondere le rispettive tipologie di intervento, generando in tal modo confusione in merito alla corretta identificazione delle figure professionali preposte e dei canoni di preparazione e competenze che esse, ad oggi, richiedono; si assiste spesso, infatti, all’utilizzo dei termini di medicina estetica e di chirurgia estetica come se non ci fosse distinzione tra competenze, settori, presupposti e metodologie correlati alle due tipologie di intervento.

Pur ponendosi come obiettivo comune quello di intervenire sugli inestetismi al fine di correggerli e modificarli, in realtà le due branche utilizzano strumenti e metodologie completamente diversi oltre a richiedere percorsi formativi del tutto differenti; se per operare come chirurgo estetico è necessaria la laurea magistrale in medicina e chirurgia e la successiva specializzazione in chirurgia plastica e ricostruttiva, non esiste ad oggi un percorso universitario formalmente riconosciuto per l’esercizio della medicina estetica che invece richiede una conoscenza specifica ed approfondita della anatomia dei territori trattati, della struttura e delle caratteristiche dell’organo cute, della capacità di riconoscimento specifico diagnostico differenziale dell’elemento da trattare, dei rischi connessi all’impiego di tali procedure e pratiche; una preparazione medica, anche specialistica, ma non specifica, non garantisce l’adeguata conoscenza e competenza volta ad assicurare prestazioni in linea con i canoni di sicurezza necessari e con i risultati migliori ottenibili;

Pur esistendo appositi corsi di formazione teorico-pratica successivi alla laurea, peraltro riconosciuti dal Ministero della salute, la loro frequentazione non è obbligatoria ai fini dell’erogazione della prestazione medica, il che rappresenta un grave vulnus nel sistema della formazione universitaria in chiave medico-chirurgica considerando, a maggior ragione, che sia la medicina che la chirurgia estetica richiedono tecniche complesse, in continua evoluzione, che producono conseguenze direttamente sulla vita e sul benessere psicofisico del paziente, soprattutto per quanto riguarda la trattazione dei problemi cutanei che richiedono l’adozione di tecniche che prevedono un’adeguata capacità di specializzazione soprattutto sul fronte diagnostico; in assenza di normative in materia, alcuni Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri, al fine di assicurare ai cittadini garanzia di massima informazione e trasparenza, hanno previsto la predisposizione di appositi albi o elenchi dei medici operanti nel campo degli interventi e delle attività diagnostico – terapeutiche con finalità estetiche richiedendo, a tal fine, anche una specifica formazione in medicina estetica sia teorica che pratica; l’articolo 76 bis del Codice di deontologia medica recita che Il medico, nell’esercizio di attività diagnostico-terapeutiche con finalità estetiche, garantisce il possesso di idonee competenze e, nell’informazione preliminare al consenso scritto, non suscita né alimenta aspettative illusorie, individua le possibili soluzioni alternative di pari efficacia e opera al fine di garantire la massima sicurezza delle prestazioni erogate;

Il vuoto legislativo non può essere colmato dalla iniziativa dei singoli Ordini professionali provinciali e la mancata previsione di uno specifico diploma di specializzazione comporta che questa disciplina possa essere praticata anche da persone prive delle necessarie e adeguate competenze con possibili conseguenze a volte devastanti per i pazienti; il benessere psicofisico della persona è strettamente connesso anche ad uno stato di armonia e di salute interiore che può derivare da un maggiore senso di sicurezza che l’accettazione di sé porta e che la medicina estetica è in grado di favorire; vista la crescente richiesta di interventi di medicina e chirurgia estetica nel Paese appare necessario garantire ai pazienti la definizione di standard qualitativi e professionali adeguati;

Impegna il Governo: 1) a prevedere, in accordo con le Università, e con gli Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri e le Società scientifiche accreditate presso il Ministero della Salute, l’individuazione di percorsi di formazione e di corsi di aggiornamento specialistici post laurea per i laureati in Medicina e Chirurgia e/o in Odontoiatria e Protesi Dentaria, per gli ambiti di rispettiva competenza, che possono svolgersi nell’ambito delle scuole di specializzazione in Chirurgia plastica e Dermatologia o mediante la frequenza di master universitario di II livello in Medicina estetica, nonché di corsi di aggiornamento nell’ambito di programmi di formazione continua in medicina (ECM) organizzati dagli Ordini professionali o dalle Società Scientifiche accreditate, affinché la pratica della medicina estetica sia riservata a soggetti in possesso di specifiche competenze e di titoli di studio certificati; 2) a prevedere l’istituzione di Registri territoriali dei Medici estetici e degli Odontoiatri estetici, associati ai rispettivi Albi professionali tenuti presso gli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, e di un correlato Registro Unico nazionale che ne raccoglie i dati, tenuto presso la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Ai fini della permanenza nel Registro deve essere prodotta attestazione della partecipazione, con cadenza almeno triennale, a corsi di aggiornamento su diagnostica, clinica e terapia in medicina estetica, organizzati e certificati dall’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri o dalle Società scientifiche accreditate. (rrm)

Capellupo: che fine hanno fatto i corsi di lingua a Catanzaro previsti con l’Unical?

Vincenzo Capellupo, consigliere comunale del Comune di Catanzaro chiede di sapere che fine ha fatto il corso di lingue che doveva essere realizzato dall’Università Magna Graecia con l’Unica. «Nel mese di febbraio del 2021 – ha scritto in una nota –, all’indomani della sottoscrizione dell’accordo che avrebbe dato avvio al corso di laurea interateneo in medicina e tecnologie digitali all’Unical, veniva annunciata dall’amministrazione comunale dell’epoca, l’apertura a Catanzaro di un corso di laurea in lingue in sinergia con l’ateneo cosentino. In particolare, si sosteneva che il nuovo corso di laurea avrebbe trovato la propria sede nel centro storico del Capoluogo e sarebbe stato incentrato sullo studio del cinese e dell’arabo, lingue oramai di fondamentale importanza per gli scambi economici e culturali. Nel successivo mese di ottobre del 2021 il rettore Giovambattista De Sarro assicurava che a novembre dello stesso anno sarebbe stato concluso il procedimento amministrativo che avrebbe consentito l’avvio immediato del corso in lingue a Catanzaro in collaborazione con Unical».
Capelluto fa notare che «A distanza di un anno e mezzo, però, dalle rassicurazioni del rettore non si hanno notizie circa l’inizio di questi corsi nella nostra città, sulla sede e sul reclutamento dei docenti. Sulla questione è sceso un assoluto silenzio che purtroppo non lascia presagire, considerando il recente passato, un esito positivo.
Al contrario, nella vicina Cosenza, in questo anno e mezzo, oltre al corso interateneo in medicina e tecnologie digitali promosso in collaborazione con l’ateneo “Magna Grecia”, è stato annunciato l’avvio, a partire dal prossimo anno accademico, di un corso autonomo in medicina e chirurgia e la stessa università. Dunque, alla fine ad Arcavacata coesisteranno ben due corsi di medicina, che indubbiamente porteranno ad un depotenziamento della storica facoltà di Medicina di Catanzaro con l’università Magna Grecia che al contempo non è riuscita ad avviare nemmeno l’annunciato corso in lingue. A questo punto – conclude Capellupo- chiedo al rettore De Sarro, dopo gli annunci che hanno creato aspettative, notizie sul procedimento amministrativo per l’avvio del nuovo corso di laurea nella nostra città. E vorrei esortarlo ad una maggiore incisività e determinazione nella tutela di quella che dovrebbe essere anche la sua Università». (rcz)

 

All’Università Magna Graecia si è parlato di medicina rigenerativa

Per la prima volta all’Università Magna Graecia di Catanzaro si è parlato di medicina rigenerativa. E se ne è parlato con i massimi esperti a livello nazionale ed internazionale, come il professor Giovanni Pellacani della Sapienza di Roma ed i professori Diego Gigliotti e Stefano Ceccarelli e Rocco Crimi.

l convegno è coordinato dal professor Steven Nisticò, direttore della scuola di Dermatologia dell’Università Magna Grecia e coordinatore del master di medicina estetica. Venerdì 21 aprile l’umg ospita una giornata formativa con gli esperti al fine di aprire un servizio dedicato alla medicina rigenerativa. In tale contesto verranno formati oltre 50 medici del territorio calabrese e delle regioni limitrofe nella pratica di questa novità rivoluzionaria in ambito clinico.

La medicina rigenerativa si occupa di riparare, rigenerare o sostituire tessuti o organi danneggiati da malattie, traumi o a causa di difetti presenti alla nascita (congeniti) o di invecchiamento tramite fattori di crescita e sostanze bioattive come ad esempio gli estratti piastrinici (PRP).

Nell’ambito della dermatologia e medicina estetica, la medicina rigenerativa viene utilizzata per il ringiovanimento di vari distretti corporei, come il volto, le mani ed i capelli in maniera naturale, armonica. (rcz)

Protocollo tra Regione e Umg per le scuole di specializzazione di area sanitaria

Protocollo d’intesa tra la Regione Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro, per le Scuole di specializzazione di area sanitaria.

A firmare l’accordo, dalla durata decennale e rinnovabile, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e il Rettore dell’Umg, Giovambattista De Sarro.

Con questo protocollo, viene stipulata la Rete Formativa, che comprende tutte le strutture accreditate in cui si svolge la formazione specialistica. «Per strutture di rete – si legge – si intendono le strutture fisiche, universitarie, ospedaliere e territoriali, nelle loro diverse articolazioni, inserite nella rete formativa ove si effettuano le attività e le prestazioni necessarie per assicurare la formazione specialistica. Le reti formative vengono strutturate in modo che sia garantita la completezza del percorso formativo all’interno di una rete di più strutture in collaborazione tra loro».

Le strutture di rete si distinguono – si legge – in strutture di sede, a direzione universitaria, «idonee e attrezzate per l’organizzazione e la realizzazione di attività di formazione professionale specialistica nell’area medica di pertinenza della Scuola, nonché per la gestione organizzativa, amministrativa, didattica e tecnica sanitaria delle relative attività e per il coordinamento e/o la direzione delle stesse»; strutture collegate, «di supporto alla/e struttura/e di sede della Scuola che concorrono al completamento della rete formativa e sono della stessa specialità della struttura di sede. Tali strutture sono convenzionate con la Scuola di specializzazione al fine di raggiungere i volumi operativi e completare la tipologia delle attività assistenziali richieste per la formazione dei medici specializzandi. Le strutture collegate possono essere sia a direzione universitaria sia ospedaliere». Questi due tipi di struttura devono essere accreditata, su proposta dell’Osservatorio nazionale per la formazione medico specialistica, con Decreto del Ministero della Salute di concerto con il Mur.

E, ancora, strutture complementari, che sono «strutture di supporto pubbliche o private, di specialità diversa da quella della struttura di sede, con le quali devono essere stipulate specifiche convenzioni nell’ipotesi in cui la Scuola di specializzazione debba 4 utilizzare servizi, attività, laboratori o altro che possano non essere presenti nella struttura di sede o nelle strutture collegate».

«Ogni struttura appartenente alla rete formativa ha l’obbligo di mettere a disposizione delle attività specificamente svolte dagli specializzandi il 100% dell’attività annualmente svolta», si legge nel protocollo, in cui viene spiegato che la formazione si può svolgere anche in strutture extra rete formativa, «sia italiane che estere, per un periodo di frequenza complessivo non superiore a 18 mesi».

Inoltre, «ai sensi del Decreto Interministeriale n. 402 del 13 giugno 2017 le scuole di specializzazione possono ampliare la rete formativa mediante la stipula di convenzioni con aziende/enti esterni alle proprie strutture di sede, sia a direzione universitaria che ospedaliera, al fine di raggiungere o completare l’attività richiesta per la formazione degli specializzandi. Le strutture sanitarie devono essere obbligatoriamente accreditate e contrattualizzate con il Servizio Sanitario Nazionale. La richiesta di costituzione e ampliamento della rete formativa può essere proposta dal consiglio di Scuola di specializzazione, dalla Scuola di Medicina e Chirurgia e dal Senato Accademico».

La Regione Calabria collabora ai fini della formazione medico specialistica sia attraverso le Aziende Ospedaliere Universitarie, sia attraverso le strutture che possiedano gli standard richiesti delle ASP, delle Aziende Ospedaliere e degli IRCCS.

L’individuazione delle strutture del Servizio sanitario regionale deriva dalla rete formativa; le modalità di utilizzazione di tali strutture che entrano a far parte della rete formativa di ciascuna Scuola sono definite attraverso convenzioni tra l’Università e le singole Aziende. Sempre la Regione può, inoltre, «finanziare con contratti aggiuntivi a quelli statali per le specializzazioni mediche, in relazione al fabbisogno formativo definito dalla Regione d’intesa con l’Università. Tale fabbisogno è stabilito, con cadenza triennale, per ciascuno anno accademico, e per singola Scuola di Specializzazione, tenuto conto delle esigenze di programmazione regionale con riferimento alle attività del Servizio Sanitario Regionale».

Viene evidenziato, poi, come «i Consigli delle Scuole di Specializzazione definiscono per ogni medico in formazione i tempi e le modalità di svolgimento delle attività teoriche e pratiche, ivi compresa la rotazione tra le strutture inserite nella rete formativa, nonché il numero minimo e la tipologia degli interventi pratici che devono aver personalmente eseguito per essere ammessi a sostenere la prova finale annuale. La formazione specialistica è disciplinata dagli ordinamenti didattici ed è impartita sulla base dello specifico progetto formativo 7 elaborato dal Consiglio della Scuola di Specializzazione. Almeno l’80% delle attività formative dello specializzando è riservato allo svolgimento di attività professionalizzanti pratiche e di tirocinio».

La formazione degli specializzandi implica la partecipazione guidata alla totalità delle attività mediche della Struttura in cui è assegnato dal Consiglio della Scuola di Specializzazione. Inoltre, i medici in formazione saranno guidati da tutor nel rapporto massimo di 3 a 1 tra discenti e tutor, designati annualmente dal Consiglio della Scuola di Specializzazione sulla base di requisiti di elevata qualificazione scientifica, di adeguato curriculum professionale e di documentata capacità didattico-formativa. I tutor, inoltre, possono essere universitari (interni) ed esterni. L’attività didattica nelle Scuole di Specializzazione è svolta da professori e ricercatori universitari, professori a contratto nonché da personale dipendente del SSN o da altri enti convenzionati appartenenti alla rete formativa della Scuola.

Gli specializzandi, poi, per accertare l’idoneità a svolgere l’attività clinica, dovrà svolgere gli stessi esami previsti dalle norme di legge per il personale dipendente del S.S.N. «Agli specializzandi – è evidenziato – è garantita da parte dell’Università la copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi connessa con l’attività formativa e didattica specifica».

Il protocollo, poi, prevede la nomina di un Osservatorio Regionale, da parte della Regione, presieduto dal Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e composto dai tre direttori delle Scuole di Specializzazione, individuati dal Senato Accademico, dai tre direttori di UOC a direzione ospedaliera che fanno parte di reti formative delle Scuole di Specializzazione individuati dalla Regione Calabria e di tre rappresentanti degli iscritti alle Scuole di Specializzazione, individuati dai medici specializzandi.

Il suo compito, oltre a fornire elementi di valutazione all’Osservatorio nazionale, ha il compito di definire i criteri di rotazione degli specializzandi tra le strutture inserite nella rete formativa e verificare lo standard di attività assistenziale dei medici in formazione nel rispetto dell’ordinamento didattico della scuola di specializzazione, del piano formativo individuale dello specializzando e dell’organizzazione delle aziende in strutture sanitarie nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 del presente protocollo.

L’osservatorio verifica, inoltre, che i Consigli di Scuola di Specializzazione si siano dotati di un proprio regolamento. (rcz)

All’Università Magna Graecia l’incontro “La transizione ecologica in materia di rifiuti: i cantieri calabresi”

Giovedì 23 marzo, alle 9.30, all’Università Magna Graecia di Catanzaro, è in programma l’incontro sul tema La transizione ecologica in materia di rifiuti: i cantieri calabresi, organizzato da Legambiente Calabria con il supporto del Conai.

L’iniziativa ha l’obiettivo di individuare, attraverso iniziative di supporto ai cittadini, alle aziende e alle istituzioni, proposte, indicazioni e soluzioni normative e tecnologiche che consentano l’incremento di una raccolta differenziata di qualità ed il miglioramento della gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria.

Per farlo è necessario attivare circuiti virtuosi di economia circolare con un focus particolare sulle iniziative in atto per la transizione ecologica in materia di rifiuti. Da qui la necessità di Legambiente e Conai di offrire questa occasione attraverso tavoli di confronto fra tutti gli stakeholder, le Amministrazioni ed il mondo universitario.

All’incontro, che si terrà nell’aula P del Dipartimento di Scienze della Salute (corpo H, livello 0), prenderanno parte il magnifico Rettore dell’Umg, Giovambattista De Sarro; Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria; Andrea Dominijanni, presidente circolo Legambiente Catanzaro; Fabio Costarella, responsabile Progetti territoriali speciali Conai; Stefania Bulotta, Presidente del Corso di Studio in Scienze Biologiche per l’Ambiente dell’Umg; Egidio Bencivenni, direttore tecnico di Calabra Maceri; Pasquale Lepore, Officine sostenibili società benefit s.r.l. Nel corso della tavola rotonda, interverranno anche Bruno Gualtieri, commissario Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria; Laura Moschella, sindaco di Gimigliano (“Comune Rifiuti Free” con la percentuale più alta in tutta la Calabria); Antonio Dominianni, dirigente settore ambiente del Comune di Catanzaro; Maria Colurcio, docente dell’Umg, delegato della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS). Le conclusioni sono affidate ad Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente. (rcz)

Il sindaco Fiorita: Aumentare numero di accessi a Medicina all’Umg

«Il numero degli accessi alla Facoltà di medicina dell’Università Magna Graecia di Catanzaro può e deve essere aumentato». È quanto ha dichiarato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, sottolineando come questa sia «la risposta più giusta ed efficace per contrastare la carenza di medici nei nostri ospedali».

«L’apertura data ieri dal ministro della salute Orazio Schillaci, che ha ipotizzato una rimodulazione del decreto del 10 febbraio scorso in cui erano fissati i numeri di accessi a medicina – ha spiegato – deve essere colta con rapidità sia dall’Ateneo sia dai nostri parlamentari.
L’UMG, anche in vista dell’ormai prossima nascita dell’Azienda universitario-ospedaliera “Renato Dulbecco”, ha le spalle larghe per accogliere un numero di immatricolazioni più consistente, dando così la possibilità di formarsi a tanti giovani calabresi e non calabresi che ambiscono a diventare medici».
«È questa la strada per rendere ancora più competitiva la nostra Facoltà di medicina – ha concluso – che ha dalla sua un’esperienza pluridecennale, un corpo docente all’avanguardia, ricercatori di assoluto valore e, ovviamente, a disposizione un Policlinico che sarà ulteriormente potenziato con la nascita della “Dulbecco”». (rcz)

CATANZARO – Il 30 gennaio il seminario su “Vaccini e Varianti”

Il 30 gennaio, a Catanzaro, nella Sala Consiliare del Palazzo della Provincia, è in programma il seminario sul tema Vaccini e Varianti del prof. Massimo Ciccozzi, dell’Università “Campus Biomedico” di Roma.

L’evento rientra nell’ambito delle attività formative del dottorato in Scienze della Vita dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, dal titolo Life science PhD Hot Topics. La rassegna “Life Science PhD Hot Topics”, promossa dal Coordinatore del dottorato Prof. Stefano Alcaro durante la pandemia per sopperire con lezioni in Didattica a distanza alle difficoltà di formazione dottorale, arriva alla sua quarta edizione proprio con questo seminario.

Dopo i saluti istituzionali, che comprendono quelli del Magnifico Rettore Prof. Giovambattista De Sarro e dei principali rappresentanti degli Enti locali (dott. Filippo Mancuso per la Regione Calabria, il dott. Amedeo Mormile per la Provincia di Catanzaro e il prof. Nicola Fiorita, per il Comune di Catanzaro), l’introduzione sarà curata dal dott. Giuseppe Trombetta, psichiatra dell’ASP Reggio Calabria che ha ispirato il seminario. La moderazione verrà condotta dal prof. Carlo Torti, ordinario infettivologo del Policlinico Universitario di Catanzaro e coordinatore del progetto NoCOVID@UMG attualmente in corso presso l’Ateneo catanzarese.

La relazione del Prof. Massimo Ciccozzi darà spunti per un dibattito che, oltre a coinvolgere i dottorandi dell’UMG ai quali è rivolto principalmente il seminario, sarà aperto alla discussione pubblica, gestita attraverso interventi programmati mediati dal Prof. Enrico Maria Trecarichi, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive di UMG.

All’evento sono inoltre invitati a partecipare nell’UMG il personale tecnico-amministrativo, gli specializzandi in Farmacia Ospedaliera, gli assegnisti di ricerca, i ricercatori e professori interessati ad aggiornamenti sulla tematica proposta. Essendo l’argomento di particolare impatto, molto gradita sarà la partecipazione di professionisti afferenti ad enti ed ordini professionali che operano a Catanzaro in campo sanitario, invitati a contribuire alla discussione scientifica. La conclusione del seminario sarà curata dal Prof. Stefano Alcaro, ordinario di Chimica Farmaceutica ed organizzatore dell’incontro che vale l’erogazione di crediti formativi per i dottorandi UMG.

Il Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, presieduto da Luigi Stanizzi, coglie l’occasione per rimarcare, ancora una volta, l’importanza dell’apertura dell’Università Magna Grecia di Catanzaro verso un territorio che, proprio da un’Istituzione così prestigiosa e autorevole, riceve così incentivi determinanti mirati allo sviluppo  economico, sociale e culturale. Il  dottorato di ricerca in Scienze della Vita, da dieci anni forma presso l’UMG esperti dedicati alla ricerca appunto nei settori di farmaceutica e biomedica, alcuni dei quali sono già diventati ricercatori universitari e industriali. (rcz)

La Regione dà parere favorevole alla laurea magistrale in Medicina Veterinaria

La Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha dato parere favorevole all’istituzione del Corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, l’ha definita «un’eccellente notizia. Una volta realizzato, sarà un efficace sostegno per uno dei settori cruciali del tessuto produttivo calabrese e consentirà ai nostri giovani, oggi costretti a frequentare le Università di altre regioni, di formarsi in Calabria».

«Un’ottima notizia – ha ribadito – coerente con quanto stabilito qualche mese addietro, quando, a conclusione di un incontro tra il sottoscritto, l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, il rettore dell’UMG  Giovambattista De Sarro, il sub commissario per la Sanità Esposito e i professori Britti e Pugliese, ognuno si è assunto l’impegno di fare la propria parte per l’attivazione del  Corso di laurea, si spera fin dal prossimo Anno accademico».

«L’impegno – ha aggiunto –  prevede che ogni Istituzione coinvolta  contribuisca alla realizzazione dell’Ospedale veterinario, che costituisce   la condizione indispensabile, secondo le direttive dell’ ‘Agenzia per la valutazione del sistema Universitario e della ricerca’ (Anvur), per ottenere l’accreditamento ministeriale del Corso di laurea».

«Abbiamo con convinzione – ha continuato – aderito alla richiesta dell’Università, condivisa  dagli Ordini dei Medici Veterinari di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo, assicurando il nostro fattivo intervento e la relativa disponibilità finanziaria, perché la Calabria ha moltissimi giovani appassionati di zootecnia e produzioni tipiche ed è carente di veterinari, una figura professionale necessaria per la valorizzazione dell’importante patrimonio agro-silvo-pastorale di cui disponiamo. Ma anche perché riteniamo che il nuovo Corso di laurea potrà essere un significativo valore aggiunto per l’Università Magna Graecia, rendendo più attrattiva la sua offerta formativa e incidendo positivamente sull’ indotto economico per Catanzaro e l’area centrale della Calabria».

«La Calabria ha bisogno, per superare gli attuali divari di sviluppo col resto del Paese – ha concluso – delle politiche attive di cui la Regione sta dando ampia dimostrazione. Politiche attive che puntano a irrobustire il suo tessuto produttivo con provvedimenti in asse con le accelerate trasformazioni tecnologiche in corso. In questa direzione, l’investimento per migliorare le nostre infrastrutture immateriali è decisivo, se non vogliamo restare fermi mentre il mondo corre». (rcz)   

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Da Occhiuto un atteggiamento tutt’altro che superpartes per Medicina

di NICOLA FIORITA – Non ci siamo. Sta emergendo in queste ore un atteggiamento tutt’altro che superpartes e distaccato del presidente Occhiuto rispetto alla questione della seconda Facoltà di medicina a Cosenza.

Se dobbiamo dare un significato alle date, in soli otto giorni – quelli che intercorrono tra la discutibile decisione del Coruc e l’emanazione del protocollo d’intesa tra Regione-Unical e Azienda ospedaliera “Annunziata” – è stato compiuto il miracolo di trasformare un ospedale in piena crisi gestionale e logistica in un nuovo Policlinico universitario.

Se a questo aggiungiamo la non convincente giustificazione del Governatore sulla mancata firma del protocollo d’intesa per l’Azienda unica universitaria-ospedaliera “Dulbecco” a Catanzaro, avremo il quadro di una manovra che a questo punto non è solo di stampo accademico, ma decisamente di timbro politico.

Tradotto in sintesi, non è bastato nemmeno un anno per il protocollo Regione-Umg, mentre in appena otto giorni è stato firmato il protocollo per il Policlinico fantasma di Cosenza. Ovviamente quest’ultimo documento è stato preparato da molto più tempo dall’ufficio del commissario alla sanità e negli ultimi giorni è stato solo aggiunto il riferimento al documento del Coruc del 22 dicembre scorso.

Non ci siamo. Non ci convince la giustificazione del Governatore sulla necessità di un Dpcm per istituire l’Azienda Dulbecco a Catanzaro, non c’è traccia della presunta richiesta del Ministero della Salute di un pronunciamento del Governo. La verità è che nessuno a questo punto è in grado di sapere come e quando sarà firmato – se mai sarà firmato- il protocollo Dulbecco.

Noi ci siamo posti in maniera decisa, ma garbata nei confronti del presidente Occhiuto, facendo affidamento sul ruolo neutrale che gli è stato assegnato dagli elettori di tutta la Calabria. Confidiamo ancora che il Presidente Occhiuto voglia riappropriarsi di questo ruolo e perciò chiediamo un incontro immediato che in maniera risoluta ponga rimedio alla situazione che si è venuta a creare.

Se così non fosse, d’altra parte, vorrebbe dire che è arrivato il momento di passare dalla protesta alle azioni concrete. Ci confronteremo, in questo senso, nei prossimi giorni con esperti in materie giuridiche e in organizzazione sanitaria per un’analisi degli atti prodotti e per individuare le iniziative più opportune a tutela della Città di Catanzaro e della sua Università. (nf)

L’OPINIONE / Valerio Donato: È urgente difendere la dignità di Catanzaro

di VALERIO DONATO – Dopo numerosi tentativi, svolti nel corso degli ultimi decenni, l’Università di Cosenza è riuscita, con il protagonismo del Presidente della Regione e con una furbizia davvero disdicevole, ad ottenere la istituzione di un nuovo corso di studi in Medicina.

Un inutile doppione di un corso già attivato. Un errore gravissimo della politica e dell’accademia, regionali. Uno schiaffo al sistema universitario calabrese. Una frattura della comunità regionale. E, ancor più, una lesione grave all’economia calabrese e catanzarese.
Si è così consumata una delle più brutte pagine per la Città di Catanzaro e per l’intera Regione Calabria, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo culturale e sociale, sia sotto il profilo politico.

Le esigue risorse finanziarie messe a disposizione delle Università calabresi e del sistema sanitario regionale [almeno così declamava il Presidente Occhiuto pochi giorni fa] indurranno inevitabilmente [in una Regione con circa 1.900.000 abitanti] un impoverimento dell’Università di Catanzaro, a causa dell’inevitabile frazionamento delle risorse finanziarie.

Ma soprattutto determineranno un ostacolo grave alla realizzazione dell’integrazione delle strutture sanitarie catanzaresi [Azienda Pugliese Ciaccio e Azienda Mater Domini], come disegnata; e per la quale è stata prevista l’istituzione di 850 posti letto, difficilmente preservabili alla luce delle ultime novità. Non sembra casuale forse che ancora non sia stato ancora sottoscritto dal Commissario, on. Roberto Occhiuto, il Protocollo d’intesa tra UMG e Regione.

Certamente la promessa di costituire a Catanzaro un Polo sanitario di Eccellenza sembra svanito. Tutto ciò senza produrre – come dichiarato dal Rettore Nicola Leone – i vantaggi sperati per il “sistema” calabrese. Quanto potrebbe produrre il nuovo corso di studi per la formazione di giovani professionisti e per il sistema sanitario è esattamente eguale a quanto può produrre Umg!

Urge dunque una difesa della città di Catanzaro contro un ennesimo assalto alle Sue capacità; contro un attacco feroce ai suoi cittadini ed alle opportunità di sviluppo del territorio dinanzi alla pre-potente invasione, questa sì campanilistica. E chi non ama le battaglie di campanile ben avrebbe fatto a lavorare per evitare questo scempio!

Si tratta, al contempo, di una brutta pagina, anche sotto il profilo culturale. Le istituzioni culturali dovrebbero essere protese a prevenire o superare i conflitti, non già a porre elementi di divisione sociale e delle Comunità, mediante l’esercizio prepotente dei governi. Un progetto di sviluppo del sistema universitario calabrese avrebbe dovuto imporre soluzioni condivise. Non già conclusioni imposte da una maggioranza all’interno degli organi di coordinamento delle Università calabresi, che oltre al protagonismo del Presidente della Giunta regionale [per vero sempre più cosentino e sempre meno calabrese; basta ancora oggi porre attenzione sul finanziamento di 100.000 euro per i festeggiamenti di S. Silvestro solo per Cosenza e non anche per gli altri capoluoghi di provincia] ha potuto affermarsi in virtù di patti di convenienza, quanto scellerati, tra l’Università di Reggio e quella di Cosenza.

Ed infine si tratta di una brutta pagina sotto il profilo politico. La funzione dei poteri pubblici e della politica di porre in adeguato equilibrio le esigenze della collettività tutta [sic sistema sanitario e universitario calabresi, sviluppo equilibrato dei territori, preservazione delle comunità tutte e del loro progresso]; e di mediazione degli interessi contrapposti hanno ceduto a favore della politica dei più forti, i quali dismettendo ogni ispirazione persino etica della politica hanno preferito seguire i canti delle sirene dei propri territori di elezione o le “convenienze” personali.

Non posso interpretare diversamente i silenzi ingombranti di tanti consiglieri regionali; di taluni parlamentari, dei rappresentanti delle più alte istituzioni regionali che hanno chiesto e ricevuto il consenso elettorale alla nostra comunità. Ma, hanno dimenticato di doverla difendere e rappresentare proprio in questo momento di drammatica difficoltà.

È necessario allora che la Politica cittadina si riappropri del proprio ruolo. Che i colleghi universitari [soprattutto di Scienze della Salute] facciano sentire forte il dissenso; e, se necessario, che tutti i cittadini si riapproprino del ruolo della politica. È sterile continuare a lamentarsi della mancanza di economia della città ma al contempo rimanere in silenzio dinanzi all’ennesimo scippo subito dal Capoluogo di Regione. È scellerato elevare censure rimanendo inerti rispetto al pericolo che la nostra comunità sia sopraffatta. Per troppo tempo il ruolo di capoluogo è rimasto “vuoto”.

È più che mai indispensabile che ognuno svolga la propria parte. Mi sembra necessario che Umg impugni i deliberati che hanno ed avranno ad oggetto la istituzione dei corsi di studi che si stanno per attivare. E comunque di promuovere la istituzione di corsi di Ingegneria, di Informatica, Lingue straniere, Scienze della Comunicazione.

È indispensabile che il sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale non si limitino a scrivere il dissenso ma manifestino con forza ed autorevolezza la loro netta protesta. È urgente che la comunità cittadina tutta si mobiliti, civilmente e pacificamente, per manifestare contro i soprusi di un’azione politica “deviata”, che rompe l’unità della Comunità regionale e penalizza l’economia territoriale.

È urgente difendere la dignità di Catanzaro. Altrimenti – ed in modo provocatorio – si proponga una modifica dello Statuto regionale per chiedere che Catanzaro non sia più il capoluogo di Regione. I pennacchi sono ormai desueti. (vd)

[Valerio Donato è consigliere comunale di Catanzaro]