Bando Grandi Eventi, Pegna: Sentenza Tar conferma tutte le anomalie denunciate

Il promoter e socio-fondatore di Assomusica, Ruggero Pegna, ha dichiarato che «La sentenza del Tar di Catanzaro di ieri, che di fatto ha annullato con sospensione dell’efficacia la graduatoria del Bando Grandi Eventi 2020 della Regione Calabria, ufficializzata con Decreto del Segretariato Generale della Regione solo lo scorso fine maggio (con un anno di ritardo), conferma tutte le anomalie denunciate coraggiosamente in questi mesi».

«Non c’erano dubbi – ha aggiunto – che riconoscere il finanziamento solo a chi avesse realizzato gli eventi entro il 31 dicembre 2020 fosse un’aberrazione logica e giuridica, visto che la prima graduatoria provvisoria è arrivata solo lo scorso 1 aprile 2021. Se su questo punto il Tar ha rimesso in ordine un concetto talmente elementare da lasciare sbalorditi, ora mi auguro che la Procura dia seguito alle denunce da me inoltrate, che lasciano intravedere autentici reati penali. La sentenza del Tar conferma, altresì, quanto pressappochismo, mancanza di semplice ragionamento e di ascolto ci sia stato nei vertici regionali, completamenti indifferenti e silenti ad ogni contestazione mossa direttamente e a mezzo stampa».

«Questo – ha proseguito – è il primo schiaffo in faccia a quell’agglomerato politico-amministrativo incompetente e arrogante che non ha voluto ascoltare mesi di appelli e richieste di dialogo, pensando di umiliare storie di passione e professionalità. Mi auguro che, prima di prenderne altri, anche più duri, comprendano che la politica culturale e di promozione dell’ultimo anno è stata solo un totale fallimento e diano soluzioni ai danni prodotti. La storia di questo bando è tutta una farsa tragicomica partita con l’annullamento della prima graduatoria pervenuta alla Presidenza in tempo record, cioè a metà agosto 2020, entro i 30 giorni previsti dallo stesso Avviso, come riportato in un verbale della stessa Commissione di Disciplina della Regione Calabria. Indipendentemente dall’elenco dei progetti ammessi, il rispetto della tempistica avrebbe consentito l’espletamento di ogni fase, ricorsi compresi, entro le scadenze naturali».

«L’annullamento – ha detto ancora Pegna – per ragioni incomprensibili e mai spiegate, invece ha prodotto un danno enorme ai principali professionisti del settore, tant’è che si è persa completamente un’annualità, peraltro la più difficile a causa degli ulteriori danni prodotti al settore dal Covid. È, peraltro, inspiegabile come sia stata formata una nuova commissione solo ad inizio 2021 e tutta composta da figure di dipartimenti estranei alla Cultura e allo Spettacolo, cioè esperti in lavori pubblici, dissesti idrogeologici, problemi ambientali e rifiuti».

«Il risultato – ha detto Pegna – verso il quale attraverso il mio avvocato Tiziano Lio ho proposto ricusazione della Commissione e rifacimento di tutte le valutazioni, è stato una graduatoria che ha completamente falsato i valori reali e storici dei Festival e dei relativi operatori, peraltro riconosciuti in ogni altra annualità dalla stessa regione. Da quella provvisoria venivano esclusi dei festival riconosciuti “Internazionali Storicizzati di prima fascia” da tutti i precedenti bandi, paradossalmente non comprendendo finanche l’evidente e documentata  sussistenza di tutti i requisiti, tanto da doverli riammettere come nel mio caso. Ma non solo, agli occhi di qualsiasi esperto del settore, la graduatoria è risultata immediatamente falsata da punteggi attribuiti senza alcuna cognizione di causa o, forse, con precisa premeditazione. Tant’è che, per fare un semplice esempio, alla stessa voce relativa al voto da attribuire alla “direzione artistica in base al curriculum vitae”, al Comune di Reggio Calabria e alla mia Show Net venivano dati due punteggi completamenti diversi (2,67 e 8), nonostante il direttore artistico fosse lo stesso, cioè il sottoscritto».

«Come ho dettagliatamente contestato alla Segreteria Generale – ha spiegato ancora Pegna – punto per punto, l’evidenza di punteggi assegnati in modo errato, falsando la graduatoria, è indiscutibile e dimostrabile scientificamente. Quanto accaduto è inaccettabile ed è frutto, innanzitutto, della miopia politica che ha destinato a questo Avviso un importo molto inferiore ad analoghi bandi e inadeguato a sostenere, almeno, i 12 festival di prima fascia già dichiarati storicizzati dalla Regione negli anni, autentica industria dello spettacolo e della Cultura con ricadute positive di ogni tipo. Lo stesso importo, in pratica, destinato senza alcun Avviso Pubblico a 5 minuti di uno spot talmente mal riuscito da doverlo rifare! Da ciò ne è derivata una sequenza di azioni fraudolente, emerse oramai in modo inequivocabile!».

«Concludo ripetendo volutamente una domanda – ha concluso – a cui nessuno fino ad oggi ha risposto, quella che riassume la politica culturale di questa Amministrazione, completamente esterofila e priva di rispetto per i calabresi che sono rimasti a produrre qui, per la Calabria, combattendo contro ostacoli e difficoltà di ogni tipo: “Perché distruggere la più grande Impresa calabrese, capace di produrre i beni più necessari a questa regione: cultura, occupazione, divertimento, immagine e turismo, offendendo innanzitutto i professionisti che, in oltre trent’anni, hanno costruito la storia dello Spettacolo dal Vivo e dei Grandi Eventi culturali in Calabria?”». (rcz)

Finisce al Tar e in Tribunale il bando Grandi Eventi della Regione Calabria

Il mondo dello spettacolo calabrese è indignato e non resterà a guardare le iniziative della Regione che puntano a demolire anni di lavoro sul campo con grandi risultati e ampia soddisfazione del pubblico. Il riferimento è per il Bando Grandi Eventi della Regione che finirà al Tar e in Tribunale tra ricorsi e denunce querele da parte di tre dei maggiori organizzatori e direttori artistici della stagioni musicali calabresi.

La Regione Calabria è accusata di gravi irregolarità nel Bando Marchio Grandi Eventi 2020:, secondo quanto hanno annunciato in una conferenza stampa tre protagonisti storici del mondo culturale e dello spettacolo dal vivo calabrese: Francesco Pollice, Ruggero Pegna e Sergio Gimigliano, rispettivamente organizzatori e direttori artistici di Ama Calabria, Fatti di Musica e Peperoncino Jazz Festival, oltre a numerosi altri eventi firmati nella loro attività ultratrentennale. Impossibilitata a partecipare Tonia Santacroce, direttrice artistica del Festival d’Autunno, già promotrice di un proprio ricorso al Tar.

Numerose le denunce dei tre operatori, a cominciare da un’accusa alla politica di questa amministrazione regionale, a loro dire «capace di danneggiare gravemente un’autentica industria dello spettacolo dal vivo, costruita con grandi sacrifici, che in Calabria  ha garantito i grandi eventi, numerosi festival e, al contempo, ricadute di ogni tipo, da quella occupazionale a quelle strettamente legate alla promozione del territorio, dell’immagine e di molto altro».

«Incredibile  che – hanno sottolineato – invece di sostenere i 12 festival già vincitori di vari bandi, ultimo dei quali il triennale per Grandi Festival Internazionali Storicizzati del 2017, come sarebbe stato logico in un‘ottica di ulteriore potenziamento e storicizzazione, abbiano escluso quelli che rappresentano proprio la storia stessa dello spettacolo musicale dal vivo in Calabria nei vari generi, dal pop, alla musica d’autore, dal jazz alla musica classica».

«In pratica – hanno affermato – per sostenere tutti i grandi festival calabresi hanno stanziato appena 2milioni di euro, cioè lo stesso importo di quattro minuti di uno spot talmente deludente da doverlo rifare e che, per la sua messa in onda, richiederà altri svariati milioni di euro, peraltro, contrariamente a tutti noi, senza alcun avviso pubblico o manifestazione d’interesse!».

Francesco Pollice ha dettagliatamente illustrato tutto il viatico di questi mesi: «Benché l’Avviso Pubblico, al punto 16,  prevedesse l’approvazione della graduatoria provvisoria entro 30 giorni dal termine per la presentazione delle domande (ovvero le 12,30 del 28 luglio 2020), tale graduatoria è stata pubblicata soltanto con D.D. n 3470 dell’1 aprile 2021. Più precisamente il punto 16 dell’Avviso diceva testualmente: ‘La durata del processo di esame delle domande non si protrarrà oltre i 30 giorni dalla scadenza dell’Avviso, e comunque in tempo ragionevole rispetto al numero di domande pervenute’. In realtà, con Decreto Dirigenziale n. 9591 del 21/09/2020, la graduatoria che era stata predisposta nei tempi previsti, entro metà settembre, è stata clamorosamente “annullata” ed è stata finanche rimossa l’intera Commissione che aveva in gestione il procedimento, insieme al Rup e poi, addirittura, alla Direttrice del Dipartimento».

Tale susseguirsi di gravissimi episodi, mai chiariti, rimarcano Pollice, Pegna e Gimigliano, hanno gettato sin da subito gravi ombre sull’operato regionale. «Successivamente, solo dopo diversi mesi – ha proseguito Pollice –  è stata nominata una nuova Commissione, formata da figure professionali prive di specifiche competenze in materia, esperte in  dissesti idrogeolici e sismici, problemi ambientali ed ecologici, che ha provveduto a redigere una nuova graduatoria provvisoria pubblicata con D.D. n 3470 dell’1 aprile 2021, peraltro confermando di non conoscere affatto la materia oggetto di Avviso».

A Francesco Pollice è seguito l’intervento di Ruggero Pegna: «Senza voler sottolineare i macroscopici errori valutativi da parte della Commissione, che saranno oggetto di autonoma censura innanzi al competente TAR – ha sottolineato Pegna, richiamando la denuncia querela predisposta dal suo legale Tiziano Lio – mi preme richiamare l’attenzione sull’abuso del potere discrezionale e della totale incompetenza da parte della Commissione, che non solo ha inizialmente escluso il mio festival Fatti di Musica, omettendo di riconoscere il valore, il pregio artistico e la storicizzazione di un progetto realizzato in Calabria da ben 35 edizioni, e che può fregiarsi del riconoscimento di Evento Culturale Storicizzato regolarmente attribuito dalla stessa Regione Calabria in ogni sua edizione, ma che, una volta riconosciuta l’ammissibilità della domanda, ha arbitrariamente e deliberatamente attribuito un punteggio minimo, disponendone comunque l’esclusione di fatto, stante l’infinanziabilità dello stesso, approvando incomprensibilmente una graduatoria definitiva riportante un’attribuzione di punteggio totalmente errata e forzatamente sbilanciata. Stessa cosa incredibilemnte avvenuta anche per il festival del Comune di Reggio, del quale sono il direttore artistico, al quale non è stata neppure riconosciuto il valore/punteggio storico del Castello Aragonese».

Altro elemento sottolineato da Pollice e Gimigliano, posto da Pegna all’attenzione della Procura «l’evidente abuso commesso nell’escludere anche i progetti che, sebbene ritenuti ammissibili e finanziabili, non fossero stati realizzati entro il 31 dicembre 2020. Paradossalmente – concordano tutti – la Regione ha inteso finanziare progetti da centinaia di migliaia di euro solo se già realizzati, ignorando che proprio la conoscenza dell’ammissibilità dei progetti fosse condizione imprescindibile per la realizzazione degli stessi. Il grave ritardo di circa un anno con cui la Regione ha approvato la graduatoria – secondo tutti gli esclusi – imponeva uno slittamento di tutti i termini mentre, al contrario, la Regione ha voluto porre tale assurdo ed incomprensibile vincolo con l’evidente fine di escludere anche i progetti ammissibili e finanziabili».

Sulla base di quanto esposto, infine, ritenendo che siano stati commessi gravi abusi e irregolarità nella gestione dell’Avviso, per tutti i reati ravvisabili, Ruggero Pegna ha confermato di aver proposto formale atto di denuncia/querela alla Procura della Repubblica di Catanzaro, dichiarandosi disponibile ad essere ascoltato sui fatti esposti ed a fornire ogni elemento e/o documento utile alle indagini. (rs)

Bando Grandi Eventi e Festival, Pegna chiede a Spirlì di convocare urgentemente tavolo con associazioni

Il promoter e amministratore e direttore artistico della Show Net, Ruggero Pegna, in merito al bando per Grandi Eventi della Regione Calabria, ha inviato una lettera aperta al presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, chiedendo di «convocare, urgentemente, un tavolo con i rappresentanti regionali delle principali Associazioni Nazionali di categoria, per discutere dei fatti specifici e delle linee politiche generali rivolte al settore».

Il bando, infatti, è stato pubblicato lo scorso 1° aprile, ma con sette mesi di ritardo.

«La gestione del Bando per Grandi Eventi – ha scritto Pegna – che avrebbe dovuto essere un’opportunità, innanzitutto per gli operatori professionali del comparto dello Spettacolo dal vivo, peraltro nell’anno della pandemia, si è rivelata disastrosa per una serie di ragioni, a cominciare dalla stessa visione complessiva di un settore che rappresenta un’autentica Industria Culturale e di Promozione Turistica, con migliaia di occupati e ricadute positive di ogni tipo».

«Si è registrata, infatti – ha aggiunto – un’inimmaginabile e incomprensibile involuzione, che ha demolito molto di quanto costruito in lunghi e  faticosi anni. In sintesi e dettagliatamente: la riduzione del budget complessivo, dagli oltre 10milioni di euro investiti nell’ultimo bando triennale per Grandi Festival Storicizzati dalla precedente Giunta regionale, ai 2milioni del bando in oggetto, cioè con una riduzione di oltre l’80%, ha drasticamente tagliato una quantità di Festival ed eventi sparsi in tutta la Calabria che già avevano ottenuto la Storicizzazione e, semmai, avrebbero dovuto ottenere potenziamenti per la loro crescita. In pratica, per sostenere un settore vitale per la Calabria, fatto di decine di Festival divenuti patrimonio regionale e migliaia di occupati, è stato destinato quanto il costo dei 5 minuti dello spot di Muccino, pure rimasto inutilizzato in quanto, per farlo trasmettere dalle tv, bisognerebbe investire altri svariati milioni di euro. Il suddetto importo di 2milioni di euro, inoltre, è stato stanziato in un unico bando per Grandi Eventi da 300mila euro a progetto, cioè un massimo di 7 progetti finanziabili per intero, senza tenere conto che nelle annualità precedenti era stata sempre promossa anche una linea da 110mila euro, con la quale si erano potuti realizzati decine di festival, rimasti oggi senza il fondamentale sostegno per la loro effettuazione e con la perdita di un’annualità. Né tantomeno la linea da 50mila euro per eventi nei borghi può ritenersi sostitutiva per evidenti ragioni».

«Nel merito specifico del Bando per Grandi Eventi – ha illustrato Pegna –abbiamo registrato una serie di fatti inquietanti che, oltre a gettare ombre sull’operato di chi lo ha gestito, ha denotato indiscutibilmente incompetenza e incapacità degli Uffici preposti e, in particolare, della Commissione che ha valutato i progetti: non è stato rispettato il termine per la pubblicazione della graduatoria, previsto per fine agosto e slittato all’1 aprile; la prima graduatoria stilata a inizio settembre è stata annullata e secretata, con sostituzione di Commissione, responsabile del procedimento e finanche della dirigente dell’Assessorato; la Commissione definitiva si è insediata con mesi di ritardo, per continue rinunce; dalla stessa graduatoria si evince chiaramente e clamorosamente la mancata conoscenza del settore da valutare da parte della Commissione che, evidentemente, ignorava completamente anche la storia stessa dei bandi degli Eventi Storicizzati della Regione Calabria, mettendo in discussione progetti ultratrentennali o, comunque, con il rispetto di tutti i requisiti di storicità già certificati fino all’anno precedente dalla stessa Regione Calabria».

«Quanto contenuto, poi – ha proseguito il promoter – nel Decreto che accompagna la graduatoria provvisoria, merita un punto a parte. Per essere pagati, ai vincitori del Bando viene richiesto, infatti, un attestato di effettuazione  dell’evento entro lo scorso 31 dicembre; scadenza prevista, sì, dall’Avviso, ma dallo stesso Avviso che prevedeva la graduatoria entro fine agosto e il pagamento del 90% del contributo in due acconti necessari per la realizzazione dello stesso evento. Come ci si poteva accollare circa 500mila euro di costi senza conoscere l’esito della graduatoria? Come si poteva, quindi, effettuare l’evento entro il 31 dicembre, peraltro con chiusura per Covid da ottobre in poi, se la graduatoria è uscita giorno 1 aprile ed è stata preceduta da totale incertezza perfino sulla validazione del bando? È evidente che solo venendo a conoscenza dell’esito, con sottoscrizione della convenzione, si potevano affrontare e anticipare i costi, trattandosi di importi altrimenti insostenibili per qualsiasi operatore, giacché la modalità stessa del bando prevedeva che il contributo potesse coprire addirittura fino all’80% dei costi».

«Alla luce di queste riflessioni – ha continuato Pegna – elencate nel minimo di sintesi possibile, e vista la gravità della situazione denunciata, in attesa dell’esito delle varie procedure di ricorso attivate dal mio legale avvocato Tiziano Lio e da molti altri organizzatori di festival, chiedo al presidente Spirlì di convocare urgentemente un tavolo con i rappresentanti regionali delle principali Associazioni Nazionali di categoria, per discutere dei fatti specifici e delle linee politiche generali rivolte al settore».

«Non è possibile – ha evidenziato – assistere alla demolizione del lavoro di anni, addirittura in un momento in cui c’era bisogno di maggiori sostegni, per una visione miope del comparto, la superficialità e l’incompetenza di Uffici e Commissioni, l’incapacità nel gestire dinamiche che negli anni avevano sviluppato un’autentica Industria della Cultura e della Promozione, oggi umiliata da decisioni e atteggiamenti del tutto imprevedibili».

«Comprendendo la molteplicità di problemi connessi al Covid – ha concluso – che la presidenza ha dovuto affrontare, ritengo comunque impossibile soprassedere sulle molteplici criticità evidenziate nell’ultimo anno dall’apparato burocratico nella gestione di questo settore». (rrm)