Il Gruppo Consiliare di minoranza di Corigliano Rossano, tramite una delibera, ha chiesto al sindaco, Flavio Stasi, di impegnarlo «all’immediato formale ritiro del ricorso da notificare alle altre parti, con il contestuale invito amichevole alla Nuova Pignone a venire in Città ed in questo Consiglio Comunale per concordare ogni iniziativa volta a recuperare i tempi ed a creare le condizioni più favorevoli per accrescere ogni possibile ricaduta sul piano economico ed occupazionale, per quantità e qualità, per il territorio».
Una richiesta tuttavia rifiutata dalla maggioranza e dal primo cittadino, nel corso dell’ultima assise monotematica svoltasi il 24 ottobre.
«Non ci sono – hanno spiegato nei loro interventi i consiglieri di opposizione – indagini da fare o interpretazioni da fornire, perché la Baker Hughes, attraverso il suo Presidente Noccioni, ha comunicato nella massima trasparenza, a differenza del Sindaco di Corigliano-Rossano, il ritiro accompagnandolo con parole chiare ed inequivoche, riportate su tutti i media nazionali, lo scorso 8 ottobre».
L’incertezza legata ai tempi di sviluppo, rallentati da un ricorso dell’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano e, quindi, il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un’unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina sono– ha scandito la Baker Hughes – alla base di questa difficile ma purtroppo inevitabile decisione. Il riferimento è senza mezze parole soltanto al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica promosso dal Sindaco Flavio Stasi nel giugno scorso.
«La lettura data a quel ricorso – ha insistito l’opposizione – è stata quella di un atto di ostilità da parte della comunità e del territorio. E deve essere apparsa irridente e beffarda soprattutto l’affermata mancata richiesta della sospensiva, come a voler dire: potete andare avanti se volete. Non accade – hanno proseguito i consiglieri – nemmeno nella Repubblica delle Banane che il Governante chieda ad una multinazionale di investire decine e decine di milioni di euro, aggiungendo al rischio d’impresa la spada di Damocle di un ricorso di cui non si conosce l’esito! Assurdo. Paradossale. Tragicomico. Solo Stasi poteva arrivare a tanto!».
«D’altra parte – ha sottolineato la minoranza – non si può non rilevare come la Baker Hughes sia solo vittima del contenzioso. Su iniziativa di Stasi, infatti, il Comune di Corigliano-Rossano ha fatto ricorso contro altri organi dello Stato, ovvero l’Autorità Portuale ed il Ministero delle Infrastrutture, accusandoli di aver posto in essere atti illegittimi e creando così un corto circuito istituzionale, e minando il principio di leale collaborazione. Era proprio necessario? Ne valeva la pena?».
«Perché tutti i contenziosi in via amministrativa – hanno proseguito – al di là del facile slogan sul rispetto della legalità che è propagandistico e fuorviante per i cittadini, per loro natura riguardano profili di mera legittimità degli atti che si impugnano, di presunte irregolarità procedimentali e formali, in cui le ragioni sono controverse, ancor più nel nostro caso in cui la contrapposizione è tra pubbliche amministrazioni, che esercitano la facoltà di interpretare le norme nella loro applicazione».
«A fronte della tesi del Comune e del suo legale – hanno detto – c’è, infatti, quella dell’Autorità procedente nella Conferenza dei servizi con il conforto dell’Avvocatura dello Stato. E d’altra parte nessun altro soggetto istituzionale che vi ha partecipato ha sollevato obiezioni, per esempio sulla natura della Conferenza che riguarda tutti: possibile che nessuno degli altri 10 partecipanti si sia accorto di queste asserite gravi irregolarità? A parte la considerazione che il provvedimento impugnato esce fuori da una Conferenza dei servizi e che il Comune – anche con l’esternazione in ricorso – ha manifestato il proprio dissenso: e tanto basta a soddisfare l’esigenza di dichiarare il rispetto delle regole».
«D’altronde, quanto alla più volte invocata (da Stasi) esigenza di una nuova conferenza dei servizi da convocare espressamente ai fini dell’autorizzazione Zes unica, già concessa su originaria domanda di concessione demaniale ma allo scopo di realizzare un complesso industriale – hanno sottolineato i rappresentanti dell’opposizione – è lecito chiedersi: gli attori di questa seconda, eventuale conferenza dei servizi sono gli stessi della prima già svoltasi? Se la risposta è affermativa a cosa essa dovrebbe servire? A parte la duplicazione inutile di un procedimento? E tutto questo non è in contrasto con le esigenze di semplificazione e speditezza previste per le Zes?».
«Ecco perché – hanno confermato i consiglieri di opposizione – il punto di osservazione si deve necessariamente spostare sulla divaricazione e sula sproporzione tra il contenzioso promosso ed il dichiarato unanime favore all’investimento; unanime perché in tal senso si sono pronunciati i sindacati, le associazioni imprenditoriali, tutti i partiti politici di entrambi gli schieramenti, Regione Calabria, il Mise e naturalmente l’Autorità di sistema portuale e persino lo stesso Sindaco che ha voluto che questo si premettesse nel ricorso».
«È per questo motivo che – ha concluso il Gruppo Consiliare di Opposizione – ogni riapertura di un minimo spiraglio di confronto con la Baker Hughes, sulla prosecuzione dell’investimento originario avviato e con tutte le garanzie legittimamente richieste, dipende, senza se e senza ma, dal ritiro del ricorso presentato al Presidente della Repubblica e dalla contestuale amichevole convocazione della multinazionale per esprimere la disponibilità della Città ad accoglierla, utilizzando ogni possibilità affinché si creino le condizioni più favorevoli per accrescere ogni possibile ricaduta sul piano economico e delle risorse umane». (rcs)