A Corigliano Rossano successo per il Clementina Festival

È con una grande festa aperta al pubblico che si è chiusa, al Castello Ducale di Corigliano Rossano, il Clementina Festival, levento dedicato alla valorizzazione della Clementina di Calabria e del suo territorio.

Il progetto Clementina Festival” è stato realizzato grazie alla sinergia tra gli Assessorati allAgricoltura e al Turismo del Comune di Corigliano-Rossano, le Organizzazioni dei Produttori del territorio, il Consorzio della Clementina di Calabria IGP e con il supporto dellagenzia specializzata Omnibus per le relazioni nazionali ed estere. Liniziativa ha beneficiato del contributo della Regione Calabria attraverso lArsac, oltre al sostegno del Consorzio della Clementina di Calabria IGP e dellazienda di tecnologie Sorma Group.

Nella serata finale, il pubblico ha potuto vivere unesperienza immersiva tra assaggi di specialità gastronomiche e bevande, intrattenimento musicale e danze tradizionali, oltre a scoprire creazioni inedite ideate per loccasione. Tra queste, i panettoni con olive salate e con olive candite proposto dalla pasticceria Le Millevoglie, affiancato dal tradizionale panettone alle clementine, ha rappresentato una delle sorprese più apprezzate, grazie anche alla scenografica confezione pensata da Easy Stirolo appositamente per la serata.

Protagonista della Festa è stato anche il packaging esclusivo realizzato per promuovere il territorio: cassette in cartone in edizione limitata recanti il marchio e le immagini della Clementina di Calabria e del Castello Ducale di Corigliano-Rossano.      
Le confezioni, ideate e prodotte da G.T. General Trading Srl del Gruppo Caratozzolo, sono disponibili in tre formati dedicati alle clementine: 30x20x10,2 cm, con capacità di circa 2,2 kg; 40x30x12,5 cm, per 5-6 kg; 40x30x17 cm, per 7-8 kg.

Un dettaglio distintivo del progetto è linnovativo trattamento del cartone in copertina, che lo rende resistente allumidità e consente di conservare le clementine anche in celle frigorifere. Il packaging è stato presentato durante la Cena di Gala, tenutasi lo scorso 24 ottobre, da Giuseppe Junior Caratozzolo, ed è già in uso per la campagna in corso.

Per tre giorni, il Clementina Festival ha messo in dialogo il mondo produttivo, i buyer internazionali provenienti da Polonia, Lituania ed Estonia, e la stampa nazionale, attraverso incontri B2B, visite aziendali e momenti di networking dedicati alla promozione di una delle eccellenze agrumicole simbolo della Piana di Sibari. (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – Istituzioni e imprese a confronto sulla tutela della prevenzione

La cultura organizzativa delle aziende al servizio della prevenzione” è il titolo del corso di formazione in programma per DOMANI, nella Sala Convegni del Distretto Sanitario di Rossano e promosso dall’Asp di Cosenza.

L’evento conclude il Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025. Liniziativa, organizzata dallo Spisal dellAzienda Sanitaria Provinciale di Cosenza in collaborazione con le Commissioni di Albo dei Tecnici della Prevenzione nellAmbiente e nei Luoghi di Lavoro delle province di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, rientra nel percorso formativo nazionale del progetto “Giro dItalia della Salute e Sicurezza sul Lavoro”. Un progetto che attraversa le regioni italiane per promuovere una riflessione condivisa tra istituzioni, professionisti e imprese sui temi della prevenzione, della responsabilità organizzativa e della tutela dei lavoratori.

Levento, accreditato come corso di formazione, si propone di tracciare un bilancio sulle attività realizzate nellambito del Piano Regionale di Prevenzione (PRP) e dei relativi Piani Mirati di Prevenzione (PMP), con particolare attenzione ai settori delledilizia e dellagricoltura. Sarà anche loccasione per condividere buone pratiche e discutere le prospettive future di una strategia aziendale orientata alla cultura della sicurezza partecipata. Il convegno si aprirà alle ore 8 con la presentazione del corso a cura del dott. Leonardo Lione, seguita dai saluti istituzionali del Direttore Generale dellASP di Cosenza, dott. Antonio Graziano, e dagli interventi introduttivi del dott. Martino Rizzo, Direttore Sanitario, del dott. Achille Straticò, Direttore del Dipartimento di Prevenzione, e della dott.ssa Maria Teresa Marrapodi, Direttore SPISAL.

La giornata si articolerà in tre sessioni di lavoro. Prima sessione – Il sistema di prevenzione: ruoli e prospettive. Saranno approfonditi i compiti delle professioni sanitarie nella promozione della sicurezza, il ruolo dei tecnici della prevenzione e le responsabilità crescenti delle strutture pubbliche e private nel garantire ambienti di lavoro sicuri. Tra gli interventi: dott. Salvatore Liserre, Presidente dellOrdine delle Professioni Sanitarie di Cosenza, e dott. Enzo Orlando, Presidente dellAlbo dei Tecnici della Prevenzione di Cosenza. Seconda sessione – Le prospettive di consolidamento della cultura della prevenzione. Si discuterà del valore della cultura aziendale e della formazione come strumenti di crescita per la sicurezza, con contributi del dott. Vincenzo Di Nucci (Presidente dellAlbo Nazionale dei Tecnici della Prevenzione), della prof.ssa Aida Bianco (Università Magna Graecia di Catanzaro) e delling. Luigi Gallo (Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza). Terza sessione – Il PRP 2020-2025: livelli di attuazione e scelte prospettiche. I lavori riprenderanno nel pomeriggio con un focus sui modelli di monitoraggio e sui risultati raggiunti nel quinquennio, grazie agli interventi di rappresentanti dellINAIL, della Regione Calabria e dei referenti ASP di Cosenza.

In particolare, verranno presentate le esperienze del modello Pre.Vi.S (per la rilevazione dei fattori di rischio) e dei Piani Mirati di Prevenzione nei settori agricolo, edile e dei rischi lavorativi. Il confronto conclusivo vedrà la partecipazione del dott. Francesco Lucia, dirigente del Dipartimento Salute della Regione Calabria, insieme alla dott.ssa Marrapodi, al dott. Massimiliano Mura (Ispettorato Territoriale del Lavoro) e ad altri esperti del settore, per un dialogo aperto sulle nuove sfide della sicurezza nei luoghi di lavoro. Liniziativa si inserisce nel più ampio contesto del “Giro dItalia della Sicurezza sul Lavoro”, promosso a livello nazionale dallAlbo dei Tecnici della Prevenzione. Lobiettivo è riportare il tema della sicurezza al centro del dibattito pubblico, liberandolo da semplificazioni e luoghi comuni, e favorire la collaborazione tra enti, professionisti e istituzioni. (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – Con il modello di Riace si chiude Patir

È con il modello di Riace, ormai riconosciuto in tutto il mondo e con la consegna del Premio Patìr Giorgio Leone a Mimmo Lucano, quattro volte sindaco della cittadina in provincia di Reggio Calabria e oggi euro-parlamentare, che è stata archiviata la quarta edizione 2025 di Patìr Open Lab ispirata al tema percorsi per la pace e luoghi dello spirito.

E quella di Lucano è una delle tante e diverse declinazioni di pace che l’evento ha dato modo di sperimentare attraverso il trinomio patrimonio, comunità e visioni.

Intervistato dal giornalista de la Repubblica e scrittore Giuseppe Smorto, Lucano ha ricevuto il Premio dal sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi e da Rita Leone, sorella del compianto Giorgio Leone, unitamente ai Consiglieri di Rossano Purpurea.

«Il Premio Patìr Giorgio Leone – ha sottolineato Rita Leone, sorella del compianto storico dell’arte, dicendosi onorata di consegnare il riconoscimento a Mimmo Lucano per il suo esempio concreto di accoglienza e per aver restituito dignità a chi non ne aveva più – nasce per celebrare i pilastri imprescindibili della cultura e della pace, anime gemelle che non possono fare a meno l’una dell’altra».

«Non può esserci pace senza cultura e viceversa. Con questo premio – ha aggiunto – vogliamo mantenere viva la memoria e l’eredità di un uomo che ha saputo costruire ponti di sapere, seminare rispetto e accendere menti. Giorgio Leone continua a camminare accanto a noi attraverso le azioni che ha trasmesso, nei gesti di chi si impegna per un nuovo umanesimo fondato sull’educazione alla bellezza della conoscenza, al pensiero critico e alla solidarietà».

Il sindaco Stasi ha espresso, con forza, l’importanza di valorizzare luoghi come il Patire e di ricordare la figura di Giorgio Leone per il suo impegno nella cultura e nella ricerca, riconosciuto ben oltre i confini nazionali. Ha poi definito la scelta di assegnare il premio a Mimmo Lucano non solo opportuna, ma necessaria».

«La guerra – ha detto il primo cittadino – deriva dall’insicurezza dei popoli; dalla precarietà esistenziale. Mimmo Lucano rappresenta un esempio di lotta a questa precarietà attraverso l’integrazione».

Il Premio Patir Giorgio Leone, edizione 2025, è stato conferito in memoria, anche ad Amedeo Ricucci, inviato di guerra scomparso nel 2023; uomo capace di rischiare la vita per raccontare la verità e di restituire il dolore al pubblico con lo sguardo fermo e sensibile di chi non si è mai voltato dall’altra parte.

Ad anticipare l’intervista a Mimmo Lucano c’erano stati la liturgia della parola e un Coro di Pace a cura di Don Mosè Cariati e la Parrocchia di Piragineti; le escursioni sui sentieri del bosco a cura dell’Associazione Pathirion e la consegna degli attestati da parte di Ranieri Filippelli e Vincenzo Monaco, consiglieri e cofondatori del sodalizio, ai numerosi partecipanti alla Passeggiata ciclistica verso il Patire, partita qualche ora prima dal Quadrato Compagna, cuore del borgo storico marinaro di Schiavonea.

Un evento che si ripete negli anni per tessere, attraverso le pedalate e l’energia dei ciclisti, un filo di collegamento ideale che unisce il Patire alle due anime cittadine di Rossano e Corigliano. Vi hanno partecipato le associazioni MTB Valle del Trionto, Motoclub Rossano, ASD Santa Tecla – Calopezzati-Mirto, Leoni Bizantini Rossano, l’ASD Corigliano Bike, Memorial Arturo Graziano, Rossano Threeface Cycling, Cicli Sapia. La mattinata si è conclusa nel refettorio con un buffet offerto dalla parrocchia di Piragineti San Pio X che ha curato l’accoglienza e dagli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa.

Da Mariella Arcuri ad Alfonso Caniglia, da Annalisa De Marco a Giuseppina Irene Groccia, da Anna Lauria ad Eliana Noto, da Mirella Renne a Chettina Straface, passando da Pino Savoia a Luisa Zicarelli. Sono, questi, i nomi degli artisti, tutti del territorio, protagonisti della rassegna Arte en plein air che, con la direzione artistica di Antonio Cimino, hanno fatto incontrare arte e natura, intrecciando, in un modo inimitabile e sorprendente, la loro creatività con la memoria spirituale del luogo, le pietre e gli spazi del complesso monastico, suggerendo nuove forme di ascolto, relazione e consapevolezza.

Posizionate nel chiostro e davanti le tre absidi semicircolari metaforicamente rivolte ad oriente, ad accogliere lo spettatore c’erano le Rocce arenarie danzanti, modellate dal tempo e dalla natura, di Pino Savoia, e le opere scultoree dall’evocazione primordiale e spirituale, realizzate con il legno e la pietra dall’artista Alfonso Caniglia(rcs)

A Corigliano Rossano al via Patìr

Fino a domenica 25 maggio, a Corigliano Rossano si terrà Patìr 2025 – Patrimonio Comunità Visioni, il contenitore di eventi culturali di Rossano Purpurea.

«L’obiettivo – hanno sottolineato Mariella Arcuri e Ranieri Filippelli, tra i soci fondatori di Rossano Purpurea – resta quello di valorizzare il nostro patrimonio identitario, perché forse, siamo così abituati a godere del patrimonio naturalistico, culturale ed artistico del nostro territorio da non averne consapevolezza e non riuscire, quindi, a trasmettere all’esterno il suo valore. Serve, quindi, far conoscere ed apprezzare questo patrimonio prima di tutto alle comunità locali. Ed è questa la sfida che iniziative come Patìr Open Lab vogliono raccogliere per promuovere momenti di crescita e consapevolezza».

Questa mattina, al COmplesso Monastico S. Maria del Patire, si terrà il focus “Percorsi di pace e luoghi dello spirito”, a cui seguirà la performance musicale Fos Ilaròn, a cura dell’Ensemble di Melurgia Bizantina. Curato da Nino De Gaudio nel corso di questo momento saranno portati in scena canti liturgici della tradizione arbëreshe di origine bizantina; canti religiosi, senza accompagnamento musicale, portati in Calabria dagli Arbereshe, mantenuti vivi ancora oggi, a testimonianza del legame ancestrale fra la Calabria e il mondo greco. Sono canti non scritti ma tramandati esclusivamente per via orale. Queste melodie sono antecedenti al XV secolo, quando la melurgia bizantina, una delle liturgie ancora oggi più seguite dai cristiani di fede ortodossa, venne riformata in quella attuale.

A Palazzo Maria De Rosis ospiterà, dalle 17, la tavola rotonda internazionale Focolai di pace e il concerto della formazione artistica Stranìa, composta da Fabiana Dota e Tiziana Grezzi (voce), Piero Gallina (Violino), Alberto La Neve (saxofono), Checco Pallone (chitarra e tamburo a cornice) che suoneranno musiche dal mondo: da quella tradizionale calabrese e napoletana, passando per quella sudamericana e mediorientale. La musica può essere strumento per superare confini e barriere e costruire la pace. È, questo, il messaggio al quale si darà fiato, energia e ritmo, anche attraverso strumenti della tradizione calabrese come la lira e il tamburo a cornice.

Per la Passeggiata ciclistica verso il PATIRE, si partirà alle ore 9 dal Quadrato Compagna, cuore del borgo storico marinaro. A cura delle associazioni MTB Valle del Trionto, Motoclub Rossano, ASD Santa Tecla – Calopezzati-Mirto, Leoni Bizantini Rossano, ASD Corigliano Bike, Cicli Sapia, la passeggiata che si rinnova dalla prima edizione e che ha già raccolto più di 100 adesioni, dopo l’intervento ed i saluti dell’assessore al turismo Costantino Argentino, partirà da Schiavonea e proseguirà per Fabrizio, Corigliano Scalo, Piragineti ed il Patire.

Al loro arrivo i partecipanti potranno partecipare anche alle Escursioni sui sentieri del bosco, a cura dell’Associazione Pathirion e visitare la mostra Arte en plein air, con la direzione artistica dell’architetto Antonio Cimino e le esposizioni degli artisti Mariella Arcuri, Alfonso Caniglia Annalisa De Marco, Giuseppina Irene Groccia, Anna Lauria, Eliana Noto, Mirella Renne, Chettina Straface, Pino Savoia, Luisa Zicarelli. (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – In scena “Amaru cu si marita”

In scena domani sera, a Corigliano Rossano, alle 18, al Teatro Paolella, “Amaru cu si marita”, della compagnia teatrale Le maschere.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della Stagione Teatrale di Corigliano-Rossano “Il Teatro si fa in tre”.

Testo e regia dello spettacolo sono di Salvo Di Mauro, con Mariangela Scirpo, Ludovica Cartelli, Giusy Emmanuele, Seby Cascone e Enzo Lentini.

Una pièce in cui la comicità si sviluppa nel tentativo di raccontare una situazione drammatica, “Amaru cu si marita” è una commedia dei giorni nostri, dove l’argomento principale è la separazione di due coppie dopo anni di matrimonio.

Due uomini di mezza età, separati, si ritrovano a vivere in una casa insieme condividendo la convivenza nell’appartamento di una proprietaria eccentrica ed invadente.

Giulio e Nicola nel tentativo di regalarsi una serata trasgressiva si ritrovano a gestire una serata inaspettata con le proprie ex.

Una commedia dai ritmi sobri e divertenti da far passare una piacevole serata di teatro. (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – La quarta edizione del progetto “Perduname”

Sabato sera, a Corigliano Rossano, alle 20.30, alla Parrocchia Maria Madre della Chiesa, si terrà la quarta edizione del progetto “Perduname”.

L’evento è organizzato da Ama Calabria Ets in collaborazione con l’Orchestra di Fiati e l’Associazione Eufonia e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Corigliano – Rossano e con il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Generale dello Spettacolo e della Regione Calabria Assessorato alla Cultura.

Protagonisti dell’evento, condotto da Adele Riganello, l’Orchestra di Fiati Franco Rizzo di Crosia, i Cori della Diocesi Riuniti rispettivamente diretti da Salvatore Mazzei, Giuseppe Blefari e Giuseppe Fusaro direttore coordinatore dei cori. 

Perduname il grande appuntamento di musica sacra del promosso dalla Diocesi di Rossano Crati vede impegnata l’Orchestra di fiati Città di Crosia, intitolata all’ Ing. Franco Rizzo, appassionato e cultore dell’arte musicale nonché faro di cultura e bellezza della città di Crosia e dell’alto jonio cosentino e nata per l’impegno del Maestro Salvatore Mazzei. Vincitrice di numerosi concorsi l’orchestra si è esibita per prestigiose istituzioni nazionali distinguendosi per la qualità delle esecuzioni. Al progetto partecipano i cori riuniti della diocesi preparati dal Maestro Giuseppe Fusaro riconosciuto come uno dei più preparati musicisti del territorio. (rcs)

LE “IGNAVIE” POLITICHE CHE CONDANNANO
L’ARCO JONICO ALL’OBLIO: SERVE SINERGIA

di DOMENICO MAZZA – Da qualche anno, con non poche difficoltà, si è fatta forte la volontà di immaginare un contesto allargato che partendo dall’attuale Provincia di Crotone spaziasse lungo l’area della Sibaritide fino a lambire la Lucania.

Un nuovo perimetro d’area vasta, ma a saldo zero per lo Stato, per accomunare i territori omogenei del Crotoniate e della Sibaritide sotto un unico contenitore amministrativo coordinato da due Capoluoghi di riferimento: Crotone a sud, Corigliano-Rossano a nord.

Una biogeocenosi territoriale che dalle comuni radici storiche basasse la propria azione amministrativa sui diversi punti di contatto tra gli ambiti componenti la vasta area, per creare la sintesi perfetta in un distretto policentrico e plurale. Un processo geo-politico, quindi, al fine di riequilibrare su principi di pari dignità, territoriale e demografica, gli ambiti dei Capoluoghi storici calabresi con la nascente geolocalizzazione dell’Arco Jonico sibarita e crotoniate.

 

Sibaritide-Pollino: idea ammuffita dalla storia e rispolverata da una Classe Politica che arranca a stare al passo con i tempi

Tuttavia, un tessuto sociale e un ambiente istituzionale poco predisposti al cambiamento, tendono a sfavorire processi di amalgama territoriale. Si prediligono, invero, visioni decadenti o menefreghismi politici verso progettualità di ampio respiro. A tal riguardo, negli ultimi mesi, lungo la Sibaritide, è tornato in auge il sentimento autonomista che circa 30 anni fa aveva visto uno sterile dibattito politico, poi finito nel nulla, di istituire la sesta Provincia calabrese (Sibaritide-Pollino).

Senza considerazione alcuna della ormai risicata demografia regionale, illuminati da salotto, nell’area che un tempo appartenne alla nobile Sybaris, rimuginano sulla creazione di ulteriori ambienti amministrativi. Di contro, nel Crotonese, con apatia e inerzia, si preferisce soprassedere rispetto a quelle tematiche che potrebbero rappresentare innovativi processi di emancipazione territoriale e di crescita sociale e sostenibile. Si predilige, piuttosto, delegare le forme di protesta a sterili dibattiti social, invece di incalzare le Classi Dirigenti, trincerate nei palazzi e allineate ai diktat del potere centralista consolidato.

Una spocchiosa retorica da bassifondi che divide i territori invece di unirli 

Contrariamente a ogni logica, nella Sibaritide si avverte da tempo un atteggiamento di superiorità nei confronti delle popolazioni del Crotonese. Una spocchia che si manifesta nel sottintendere differenze tra le due realtà, senza però mai esplicitarle chiaramente. Si cercano di narrare fantasiose ricostruzioni che dovrebbero palesare diversità tra i due contesti. Tuttavia, quando si chiedono chiarimenti a riguardo, si piomba in imbarazzanti silenzi.

Verrebbe da pensare, ma non è vero, che storia ed economia potrebbero essere rivendicazioni alla base di presunte superiorità di un ambito sull’altro. Tuttavia, entrando nel merito, si scorgono argomenti che, più che convincere, generano sogghigni: alta densità criminale e ritardo culturale che vedrebbero il Crotonese soccombente rispetto la Sibaritide.

Tali astruse teorie, tuttavia, vorrebbero narrare una concezione che nella realtà dei fatti, però, è diametralmente diversa. Come se i contesti di quella che un tempo fu la ex Calabria Citra fossero illibati o esenti dalle medesime dinamiche che affliggono il Crotonese. O come se il nord-est calabrese fosse custode di chissà quale levatura culturale da sentirsi superiore a un ambito che racchiude quasi tre millenni di storia.

Questa retorica da ghetto ha prodotto un risultato evidente: una separazione netta tra i due ambiti e un non-dialogo che ha reso impossibile qualsiasi forma di collaborazione reale. E, ahinoi, le conseguenze dell’illustrato ghetto culturale sono sotto gli occhi di tutti. Gli assi infrastrutturali terrestri, che avrebbero dovuto unire alto e basso Jonio cosentino e crotonese, sono ancora fermi a un livello inaccettabile.

Una condizione, quella della mobilità negata, che offende la dignità dei Cittadini residenti nell’estremo lembo di levante calabrese. Ormai, diventa sempre più calzante il termine “Altra Calabria” per inquadrare geograficamente la Sibaritide e il Crotonese. Un’area, l’Arco Jonico calabrese, figliastra non solo rispetto al resto del Paese, ma relativamente la stessa Calabria.

Il mancato collante infrastrutturale alla base del ritardo storico dei due territori 

Si pensi a quale narrazione ci sarebbe stata se il Crotonese e la Sibaritide avessero avuto una connessione carrabile a quattro corsie o un asse ferroviario moderno a doppio binario. Sarebbe bastato un intervallo di tempo compreso tra i 30 e i 50 minuti per raggiungere l’aeroporto Pitagora anche dai lembi più periferici dell’estremo nord-est calabrese. Il maggior bacino d’utenza avrebbe consentito allo scalo picchi di crescita notevoli, rendendolo punto di riferimento per la mobilità dell’intera area jonica.

E invece, l’Establishment delle due aree costiere continua a guardare altrove. Si contempla, come se affetti da una degenerata Sindrome di Stoccolma, alle aree vallive dell’Istmo e della val di Crati, anziché cercare alleanze strategiche tra territori omogenei che condividono problemi e potenzialità. I contesti vasti (Area centrale e Area nord Calabria) in cui gli ambiti jonici sono incastonati restano in perenne crisi e sembrano essere ormai un vincolo più che un’opportunità. La provincia Crotonese, troppo piccola e impalpabile, mai realmente svezzata da Catanzaro, arranca a trovare una dimensione.

La Sibaritide, un grande riferimento geografico, ma dalla risicata demografia, resta inquadrata in un contesto provinciale elefantiaco e con cui non condivide alcun tipo di processo economico. Vieppiù, le dinamiche centraliste, tipiche dei Capoluoghi storici di Provincia, avvolgono i territori jonici in una stretta mortale da cui non riescono a divincolarsi. Forse sarebbe il momento di ridiscutere una nuova organizzazione territoriale che tenga conto di realtà più affini, per renderle più produttive e competitive.

Avviare iniziative congiunte tra Corigliano-Rossano e Crotone per sensibilizzare le popolazioni sui problemi comuni 

Negli ultimi tempi, strutture politiche e organizzazioni datoriali, spesso e volentieri, stanno organizzando iniziative congiunte tra Corigliano-Rossano e Castrovillari per discutere di questioni dirimenti per il territorio. Tra gli argomenti oggetto dei dibattiti figurano: alta velocità ferroviaria, difficoltà di accesso alle aree interne, trasversali stradali pensate e mai realizzate e molto altro.

Nessuno, tuttavia, ha pensato ad analoghe iniziative che coinvolgano Corigliano-Rossano e Crotone. Le due Città, non solo rappresentano i principali centri urbani dell’Arco Jonico, ma fanno da confine a una delle più grandi aree interne d’Italia e già inclusa nella Snai (Strategia Nazionale Aree Interne): il Cirotano-Sila Graeca.

Sembra non esserci alcun interesse ad affrontare il disastro infrastrutturale che nell’asse Corigliano-Rossano/Crotone trova la sua più alta espressione. L’inquinamento industriale imposto dallo Stato, tanto a Crotone quanto nella Sibaritide, diventano vessilli da utilizzare solo a ridosso di vuote campagne elettorali. Latitano, invero, pianificazioni sistemiche per tutto il comparto enoico, agroalimentare e per il settore turistico.

Tematiche, quelle citate, che dovrebbero invogliare a trovare soluzioni comuni per unire i lembi jonici, piuttosto che dividerli. Solidarietà, sussidiarietà dovrebbero essere le linee guida di un partenariato pubblico/privato in cui l’agire politico, fedele ai dettami raccomandati dall’Europa, potrebbe favorire processi di coesione sociale ed economica. Forse, più che parlare di differenze tra la Sibaritide e il Crotonese, bisognerebbe concentrarsi su affini interessi e soluzioni condivise. Tuttavia, quanto detto, richiederebbe coraggio, visione e prospettiva; parametri su cui, al momento, le Classi Dirigenti dei due contesti sembrano arrancare.

Fin quando non ci sarà la consapevolezza che la vertenza jonica potrà essere risolta se inizierà un lavoro di sinergie politiche tra Crotone e Corigliano-Rossano, probabilmente la narrazione del territorio continuerà a essere quella di landa desolata e depressa descritta negli ultimi decenni. Contrariamente, l’avvio di azioni cooperative, in virtù della rappresentanza demografica inverata dal territorio unitario di riferimento, potrebbe essere la chiave di svolta per uscire dal ricatto centralista e avviarsi al riscatto sociale.

La sintesi dell’area omogenea composta dalla Sibaritide e dal Crotoniate andrebbe a rompere cristallizzate geometrie che vogliono i due ambiti proni ai desiderata dei rispettivi centralismi storici.

Per Corigliano-Rossano e Crotone dovrebbe essere imperativo pianificare insieme il futuro. Non già e non solo per i rispettivi ambiti urbani, ma per tutto il vasto perimetro che dal Lacinio, passando per la Sila, lambisce la Lucania e che alle due Città joniche guarda come naturali riferimenti. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

CORIGLIANO ROSSANO – Si presenta il progetto Destinazione Sybaris

Domani mattina, a Corigliano Rossano, alle 11, all’Auditorium Alessandro Amarelli, sarà presentato il progetto d’impresa Sibari Turismo dal titolo Destinazione Sybaris, ideato da Michele Abastante, che ne è anche responsabile.

Coordinati dal comunicatore strategico Lenin Montesanto, intervengono l’amministratore delegato di Amarelli e Presidente dell’Unione Imprese Centenarie Italiane, Fortunato Amarelli; l’imprenditore turistico e patron dell’esperienza ‘A Cantina di Cariati, Giovanni Filareti; il dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore Majorana (Istituto Professionale Alberghiero, Istituto Tecnico Agrario, Istituto Tecnico Industriale) di Corigliano – Rossano, Saverio Madera; il maestro pizzaiolo di Campana 12, Tre Rotelle Gambero Rosso Daniele Campana; il Sindaco di Pietrapaola Manuela Labonia; il destination manager Daniele Donnici, l’Amministratore Unico di Terme Sibarite Spa Gianpaolo Iacobini, il Presidente del Gal Sibaritide e Primo Cittadino di Vaccarizzo Albanese Antonio Pomillo, Vincenzo Bossio della Fabbrica Tessile Bossio di Calopezzati ed il Sindaco di Corigliano – Rossano Flavio Stasi.

Proposto, come assoluta novità, da un’impresa turistica e pensato come strumento per rafforzare la capacità organizzativa dei territori nell’offerta plurale dei servizi al viaggiatore sempre più esperienziale, il progetto destinato a fare squadra e rete con altre analoghe proposte che stanno animando il territorio, proprio a partire dalla tappa zero di Corigliano-Rossano prevede un percorso itinerante di incontro e di ascolto di tutti gli attori e animatori istituzionali, sociali, economici, culturali e turistici della Sibaritide e dei territori ad essa limitrofa: dal Crotonese alla Valle dell’Esaro e fino al Pollino.

Tanto per i singoli operatori o imprenditori del settore quanto per le comunità locali ed i territori non è e non sarà più possibile anche solo parlare di turismo senza confrontarsi con l’esigenza di costruire destinazioni coerenti, attrattive e competitive per i viaggiatori contemporanei sempre più esperienziali. E non può esserci destinazione turistica vendibile sui mercati se essa non diventa la risultante e la confezione trainante di contenuti identitari e distintivi, di capacità organizzativa e di comunicazione strategica e ovviamente di patrimoni e servizi fruibili e di qualità. Siamo di fronte ad una visione e ad un orizzonte nuovi e di crescita ai quali non possono certamente sottrarsi il pubblico ed il privato nella millenaria terra dell’impero sibarita, tra i Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria Straordinaria.

È a partire da questa urgenza che nasce l’idea di costruire una DMC, una Destination Management Company, un’organizzazione che si occupa di gestire, promuovere e coordinare in modo unitario ed inclusivo, le attività turistiche coinvolgendo tutti, dalle istituzioni locali ai partner privati, dagli operatori dell’ospitalità e della ristorazione alle scuole, dai comuni alle proloco, passando dai tour operator.

CORIGLIANO ROSSANO – Lo spettacolo “Aladin – Il Musical”

Domani sera, a Corigliano Rossano, alle 20.30, al Teatro Metropol, in scena Aladin –Il Musical.

Con diciotto musiche originali dei Pooh, la direzione musicale di Enrico Galimberti, le coreografie di Ilenia De Rosa, la regia e direzione artistica di Luca Cattaneo, torna in scena un’edizione completamente rinnovata del musical tutto italiano nato da un’idea di Stefano D’Orazio, con le musiche di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian. Nel cast, la partecipazione straordinaria di Max Laudadio, conosciuto al grande pubblico come inviato di “Striscia la Notizia”, nel ruolo del Genio della lampada.

Un altro appuntamento da non perdere con la Stagione “Il Teatro si fa in tre” della città di Corigliano-Rossano che, tra i tanti eventi, include anche la “Rassegna L’Altro Teatro – On Stage Metropol”, curata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno, in collaborazione con Isabella Cicero, titolare del Cinema Teatro Metropol. La Rassegna è realizzata grazie al contributo dell’amministrazione comunale di Corigliano Rossano, ed è co-finanziata con “risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Programmi di Distribuzione Teatrale” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

«Ho deciso di inebriare lo spettacolo di grande magia – racconta il regista Luca Cattaneo –, per questo ringrazio Antonio Casanova per i suoi preziosi effetti speciali ed illusioni, che conferiscono così al Genio grandi poteri, ma anche grandi responsabilità. Un Genio volante, un tappeto volante, un light design avanzato immergono in questo décor un validissimo cast di alta caratura artistica, fortemente ricercato dal sottoscritto».

«Certo, la firma di Stefano D’Orazio all’opera teatrale e dei Pooh nelle musiche – ha aggiunto – aiuta terribilmente la mia regia. Per questo ho scelto di mantenere vivi alcuni colori e connotazioni di quello che fu lo spettacolo di dodici anni fa, non rinunciando però a raccontare il mio Aladin. Se anche solo un bambino uscirà da teatro chiedendo di tornarci, allora Aladin avrà colto nel segno: è sognando che insegniamo a sognare».

Gli spettatori si immergeranno nel mondo fantastico delle notti d’Oriente, grazie anche ad effetti speciali affidati alla professionalità del Mago Casanova. Tra i palazzi e i vicoli dell’antica Bagdad, le vite di due persone molto diverse tra loro sono destinate a intrecciarsi. Da una parte l’unica erede al trono, la giovane e ribelle principessa Jasmine – interpretata da Angela Ranica – costretta a maritarsi senza amore per dare continuità al Sultanato; dall’altra il giovane Aladin (Eugenio Grandi), astuto ladruncolo dal cuore d’oro e “dall’anima pura”, perennemente braccato dalla legge. Una storia di amore e di amicizia, di ribellione e di giustizia, in una cornice fiabesca arricchita da un pizzico di magia, dove i sogni più profondi possono diventare realtà. (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – Riaperta S. Maria delle Grazie dopo il restauro

È stata riaperta la Chiesa di Santa Maria delle Grazie dopo il restauro dell’altare. Per l’occasione, nella IV domenica di Quaresina, è stata celebrata la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Rossano-Cariati, Mons. Maurizio Aloise.

Alla celebrazione hanno partecipato i sacerdoti della parrocchia, il Vicario Generale della Diocesi, numerosi religiose e religiosi e in particolare le Suore dell’Immacolata  (Pime) che abitano il convento adiacente, e una folta rappresentanza di fedeli.

L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha sottolineato il significato profondo di questa giornata, che coincide con la Domenica Laetare, la Domenica della Gioia, che invita la comunità cristiana a gioire nel cammino verso la Pasqua. Il gesto della consacrazione dell’altare e della benedizione della chiesa è stato visto come un segno tangibile di rinnovamento fisico e spirituale.

«Oggi consacriamo l’altare e benediciamo questa chiesa, simboli del nostro incontro con il Signore. Ogni volta che ci accostiamo all’altare, entriamo in un atto di profonda riconciliazione e di comunione con Dio», ha affermato Mons. Aloise.

Il Vangelo della giornata, con la parabola del Figlio Prodigo, è stato il punto di partenza per riflettere sull’immenso amore e misericordia di Dio, che accoglie sempre con gioia chiunque torni a Lui, simboleggiato dal rinnovato altare che oggi diventa il luogo privilegiato di incontro con il Signore. I

l Padre Arcivescovo ha ricordato la storicità e il valore di Santa Maria delle Grazie, un tempo sede dei Frati Francescani e luogo di preghiera per il popolo rossanese: «Santa Maria delle Grazie è stata un’oasi di pace per la città e per le campagne circostanti, testimoniando la carità cristiana attraverso il servizio ai malati e l’accoglienza dei pellegrini», ha aggiunto, citando la ricca tradizione della chiesa e il suo legame con la comunità religiosa.

Il culto è stato rilanciato, in seguito, anche attraverso la presenza di una fraternità di ispirazione monastica (che prendeva il nome della Chiesa) che ha abitato il luogo tra gli anni 1975-2010. La storia di Santa Maria delle Grazie è stata fatta conoscere non solo al territorio nazionale, ma un po’ in tutta Europa, in quanto si sono creati legami intensi che, nonostante il succedersi degli eventi, permangono vivi ancora oggi.

Le Suore dell’Immacolata, che dal 2019 hanno assunto la custodia del convento e della chiesa, hanno proseguito l’opera di rinnovamento spirituale e pastorale, portando avanti la missione di accoglienza e di evangelizzazione.

L’Arcivescovo ha infine invitato tutti i presenti a vivere il cammino quaresimale come un’opportunità di conversione e rinnovamento, attraverso il perdono e la riconciliazione con Dio, per prepararsi a vivere con gioia il mistero della Pasqua.

Prima della Celebrazione Eucaristica l’Arch. Antonio Aprelino , progettista e direttore dei lavori, ha illustrato a grandi linee gli interventi di restauro che si sono realizzati grazie al contributo della Cei, tramite i fondi dell’8X1000 che ha finanziato il 70% dei lavori. Il restauro ha visto coinvolti, oltre al Padre Arcivescovo, che né ha seguito con passione il loro sviluppo, il direttore dell’Ufficio Beni Culturali, don Nando Ciliberti, il rup della Diocesi arch. Giuseppe Astorino e la Soprintendenza Sabap di Cosenza con l’arch. Nicola Ruggieri che, con la sua alta sorveglianza, ha fornito utili indicazioni sui lavori che hanno potuto contare della preziosa collaborazione del restauratore, dott. Giovanni Piccirillo. Restituite alla chiesa anche due dipinti su tela ed il Crocifisso ligneo. La piccola tela ottocentesca della Madonna delle Grazie è stata restaurata dalla dott.sa Roberta Gori. 

A suggello della giornata nell’altare è stata posta la reliquia di Santa Aurelia, laica e martire della chiesa per aver rifiutato di rinnegare la sua fede cristiana.

La giornata si è conclusa con un rinnovato impegno della comunità nel custodire e promuovere il messaggio di speranza e di misericordia che la Pasqua porta con sé.

Con questa celebrazione, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie entra in una nuova fase della sua storia, diventando sempre più un punto di riferimento per la comunità, un luogo di preghiera e di speranza, accoglienza e fraternità. (rcs)