QUELLE SCELTE SBAGLIATE PER LA SANITÀ
CALABRESE CHE DANNEGGIANO I CITTADINI

Di DOMENICO MAZZA – Navigando in rete mi è apparso un vecchio articolo in cui si riproduce un’intervista al già assessore alla sanità calabrese e futuro candidato sindaco della città di Lamezia, Doris Lo Moro. Vi chiederete perché un’intervista di quasi un lustro fa abbia destato in me particolare interesse.

Le motivazioni potrebbero essere molteplici. Tuttavia, ciò che mi ha attratto, invogliando la mia curiosità verso l’articolo in questione, sono state le recenti richieste del Presidente della Regione Calabria, di dichiarare lo stato di emergenza del settore ospedaliero calabrese.

Ritornando all’articolo richiamato in premessa, mi hanno lasciato basito le dichiarazioni della Lo Moro che, a un certo punto dell’intervista, parla di una riforma che avrebbe dovuto prevedere 8 e non già 5 Aziende sanitarie.

Giusto per richiamare alla memoria, prima che l’allora Giunta regionale decretasse la nascita delle attuali 5 Asp, in Calabria operavano ben 11 Asl. La caratteristica di quest’ultime era appunto la base locale e non già provinciale del distretto di competenza.

I più attenti ricorderanno che già alla fine degli anni ‘90 le allora nuove Asl avevano accorpato le ex USSL (unità socio-sanitarie locali). Tali strutture, nelle linee essenziali, si caratterizzavano per l’autonomia gestionale di ogni ospedale al tempo operante in Regione.

Il sostanziale aziendalismo, poi, operato a livello centrale dai vari Governi della Seconda Repubblica, invitò le Amministrazioni periferiche dello Stato a una riorganizzazione su basi territoriali e demografiche dei vari settori. Anche la Sanità fu costretta ad adeguarsi e, per quanto lo Stato non avesse ordinato alcuna revisione su base provinciale, ma solo su criteri territoriali, la nostra Regione optò per un riforma che ricalcasse lo scriteriato disegno degli Enti intermedi calabresi.

Ebbene, stabilire nottetempo la chiusura, sic et simpliciter, di ben 6 ex Asl (Palmi, Locri, Lamezia, Paola, Castrovillari e Rossano), senza porsi minimamente il problema della orogenesi territoriale calabrese, fu un errore di non poco conto. Vieppiù, quando nell’intervista si sostiene che la nuova geografia sanitaria avrebbe dovuto prevedere 8 e non 5 aziende, la trama si infittisce e dimostra plasticamante quanto la materia sanitaria sia stata mercificata sull’altare del volere centralista a danno esclusivo della popolazione calabrese: soprattutto quella residente nelle lande più periferiche e dimenticate.

D’altronde, se la Locride, il Lametino e la Sibaritide fossero rimaste in essere, magari utilizzando l’acronimo di AST (aziende sanitarie territoriali) piuttosto che Asp (aziende sanitarie provinciali), probabilmente, in un clima di spendig review, sarebbe stato complicato giustificare la nascita delle AO. Tali Enti, infatti, hanno elevato gli ospedali dei Capoluoghi storici a presidi Hub, estromettendoli dalla gestione delle Asp e consegnandoli ai nuovi organismi appositamente creati e nominati Aziende Ospedaliere.

Ecco, conclamare a quasi un ventennio dalla dissennata riforma sanitaria, la necessità di maggiori poteri per la velocizzazione del percorso che dovrà portare alla nascita dei nuovi ospedali (Sibaritide, Vibo e Piana di Gioia) ai quali, nel frattempo, si è aggiunto anche il nuovo ospedale di Cosenza, comprova quanto una riorganizzazione di un deviato regionalismo amministrativo sia necessaria. E non solo in capo al settore sanitario. Invero, diversi servizi (giustizia, sicurezza, conservatoria, ecc.) dovrebbero rispettare i principi di omogeneità territoriale nella perimetrazione delle circoscrizioni di competenza locale.

Pertanto, inviterei qualche novello sognatore della Sibaritide e del Comune di Corigliano-Rossano che immagina la creazione di nuovi orti dove potrebbero sorgere praterie, a ritornare con i piedi per terra, riflettendo sulla bontà e concretezza delle idee promosse.

Così come mi auguro che un distratto establishment pitagorico, inizi a pensare in grande abbandonando la condizione di limbo amministrativo del Crotonese per aprirsi a una visione accurata e puntuale di tutto l’Arco Jonico calabrese. Non fosse altro che per avviarsi a nuove prospettive territoriali, rispettose di quei numeri necessari a trasformare le idee in progetti politici e non già nei soliti carrozzoni che la Calabria conosce fin troppo bene. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

Il consigliere Lo Schiavo: «Certificato il fallimento della gestione commissariale»

Per il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, «la decisione con la quale il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo Stato d’emergenza per il sistema ospedaliero calabrese certifica, oltre ogni ragionevole dubbio, il fallimento netto ed incontrovertibile della gestione commissariale della sanità in Calabria, anche e soprattutto nella sua fase più recente, in cui questa coincide con la gestione politica della Regione».

«E, ancor di più, smonta mesi di retorica e di proclami sui presunti miglioramenti del settore sanitario e tutte quelle rassicurazioni rispetto ai tempi di realizzazione delle nuove strutture sanitarie, dai grandi ospedali alle case di comunità», ha aggiunto il consigliere del gruppo Misto, ricordando come «per mesi abbiamo denunciato ritardi e inefficienze, segnalando a suon di interrogazioni consiliari, interventi a mezzo stampa e appelli, le condizioni drammatiche del sistema sanitario così come il rischio di dover restituire ingenti finanziamenti dell’Europa».

«E, per mesi – ha proseguito – abbiamo ricevuto altrettante rassicurazioni (a questo punto basate esclusivamente su mere speranze) da parte del presidente/commissario Occhiuto. Ora anche lo stesso Occhiuto ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti, prendendo finalmente coscienza della realtà e chiedendo soccorso al Governo amico, accorso in aiuto con un intervento straordinario che consentirà l’adozione di misure eccezionali per rispettare i tempi e gli obiettivi del Pnrr».

«Arriveremo, dunque – ha continuato – al paradosso di avere un commissario alla sanità (Occhiuto) a sua volta commissariato dalla Protezione civile, sperando che questo serva almeno a vedere le opere complete e operative. Ma resta, ed è grave, l’onta di un fallimento che per mesi è stato edulcorato e allontanato a colpi di annunci social e che ora arriva a presentare puntuale il conto».

«Adesso, per Occhiuto –ha concluso Lo Schiavo – sarebbe forse il caso di fare un passo indietro ed ammettere che il dramma della sanità in Calabria non può essere gestito solo con le buone intenzioni». (rrc)

REGGIO – Emergenza contagi, Commissione sanità e Asp a confronto

La quinta commissione consiliare “Politiche sociali e della salute, sanità, politiche abitative del Comune di Reggio, presieduta da Carmelo Romeo, ha ascoltato Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento dell’Asp di Reggio Calabria, per fare un punto operativo dipartimento di prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, Sandro Giuffrida, per fare un punto operativo circa l’andamento della crisi sanitaria causata dal Covid 19 nel territorio cittadino.

Dal confronto è emerso un quadro preoccupante della situazione, in ragione del progressivo aumento dei contagi che, ancora negli ultimi giorni, fanno registrare un continuo crescendo. Una tendenza negativa che è in corso già dalla fine di luglio, ma che si è innescata in modo sostanziale in seguito ai cattivi comportamenti messi in atto da una parte della popolazione nel periodo immediatamente successivo al passaggio alla zona bianca. Circa il 95% dei contagi è stato inoltre evidenziato, sulla scorta dei dati forniti dall’autorità sanitaria locale all’organismo consiliare di Palazzo San Giorgio, è causato dalla variante Delta che ad oggi provoca circa 140 contagi giornalieri in tutto il territorio metropolitano.

Tale trend appare in costante peggioramento e, dal confronto svolto in Commissione, è emersa una forte preoccupazione in vista di quello che sarà l’avvio del nuovo anno scolastico previsto per il prossimo 20 settembre. In questo contesto, sono stati anche esposti i dati riguardanti la percentuale di vaccinati tra il personale scolastico, docente e non docente, che si attesta intorno al 75% circa, mentre nella fascia di studenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni, tale dato crolla al 35%.

Queste preoccupazioni si sommano anche ai rischi derivanti dal maggiore utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici che da qui ai prossimi giorni è destinato ad aumentare, così come le occasioni pubbliche di assembramento, in particolare giovanile, anche in luoghi al chiuso. In questo scenario, inoltre, si segnala una forte diminuzione delle vaccinazioni che nel breve periodo sono passate da circa 5000 somministrazioni al giorno a circa 2200.

In questa direzione, è stata ribadita la necessità di rilanciare l’azione di sensibilizzazione nei confronti di quanti, ancora, non hanno compreso che il vaccino anti Covid è l’unica via per uscire dalla crisi sanitaria ed evitare nuove chiusure.

«Nei prossimi giorni, verrà anche affrontato un altro punto chiave, ovvero il rafforzamento del personale medico. La situazione – ha chiarito Giuffrida – in questo momento appare ancora gestibile ma in prospettiva c’è il rischio che possa diventare emergenziale perché una parte di personale medico, in particolare i giovani assunti con procedure di emergenza, intorno al mese di novembre si avvierà alle scuole di specializzazione e occorrerà sostituirli».

Un’attenzione specifica, da parte dell’Asp di Reggio e della Regione Calabria, è inoltre rivolta alla riattivazione dei posti letto al Gom e all’ospedale di Gioia Tauro nel quadro di una manifestazione d’interesse da poco pubblicata.

A margine dei lavori, il presidente Romeo e i componenti dell’organismo consiliare, hanno rimarcato la necessità in questa delicatissima fase, che tutti i soggetti direttamente chiamati in causa, in particolare la scuola, le famiglie, gli studenti, assumano comportamenti responsabili.

«Occorre – è stato sottolineato – rispettare in modo attento e consapevole, tutte le norme che già conosciamo in materia di prevenzione, igiene personale attraverso l’uso dei dispositivi e distanziamento sociale. Solo così, hanno poi concluso i componenti della Commissione Sanità, sarà possibile evitare che la situazione precipiti in modo incontrollato già nelle prossime settimane e scongiurare nuove chiusure». (rrc)

Denuncia in diretta di Klaus Davi a Mattino 5: situazione tragica negli ospedali del Sud

È nella diretta su Mattino 5, che il massmediologo Klaus Davi denuncia la situazione tragica degli ospedali del Sud, «e questo perché, per anni, i governi hanno tagliato gli investimenti privilegiando selvaggiamente al Sud».

«Nel caso in cui la pandemia – ha aggiunto – dovesse aumentare esponenzialmente sarà una strage. E questo nonostante l’ottimo personale medico e infermieristico. Il Mes va sbloccato, e subito». (rrm)

Siclari (FI): Informato il ministro Speranza per prevenire collasso sistema sanitario calabrese

Il senatore di Forza ItaliaMarco Siclari, ha annunciato di aver contattato il Ministero della Salute per segnalare l’emergenza e l’urgenza di affrontare la situazione, ricevendo piena disponibilità.

Per il senatore forzista, infatti, «è assolutamente necessario ed indifferibile istituire un tavolo tecnico fra il Ministero della Salute ed i vertici della sanità calabrese, sia quelli regionali che quelli della gestione commissariale, per adottare provvedimenti urgenti per evitare che l’ondata di contagi covid, anche gravi, determini, nel giro di pochi giorni, il completo collasso del sistema sanitario regionale calabrese. Infatti i posti ospedalieri riservati al covid sono in esaurimento e questa circostanza si aggiunge alla carenza strutturale di risorse umane che abbiamo più volte segnalato: mancano medici specialisti, infermieri, tecnici».

«Se non si interviene immediatamente – ha proseguito Siclari – dando la possibilità di assumere specialisti medici e infermieri, la situazione, di qui a pochissimo, sarà ingestibile a tutto danno del popolo calabrese che non potrà più curarsi. È bene ricordare che, purtroppo, le patologie gravi e gravissime, cardiache, polmonari e neoplastiche, non legate al covid, non sono scomparse. I malati gravi o cronici hanno subito e stanno subendo gli enormi disagi che la pandemia ha causato per l’erogazione dei servizi sanitari. Oggi siamo in piena emergenza o meglio siamo nell’emergenza dell’emergenza ed in mancanza di un intervento forte, autorevole ed efficace da parte di tutte le istituzioni competenti, è fondato il rischio che decine di calabresi saranno condannati a non avere assistenza sanitaria. Occorre attivare un piano straordinario di assunzioni nella sanità calabrese che consenta di erogare le prestazioni sanitarie necessarie. Non si può accettare inermi che la Calabra “muoia” per il combinato disposto di un’assistenza sanitaria inadeguata da decenni, povera di risorse umane, infrastrutturali, tecnologiche e finanziarie, con la terribile pandemia covid in atto. Si intervenga e si intervenga in fretta. Non c’è un attimo da perdere».

Infine, il senatore ha riferito di essere stato contattato da «alcuni presidi ospedalieri calabresi ed in particolare dal Gom di Reggio Calabria. Ringrazio il Prefetto di Reggio Calabria, Dott. Mariani, che sta attenzionando la situazione, spendendosi in prima persona, rilevatane la gravità, per prevenire le possibili degenerazioni». (rp)

REGGIO – La Camera di Commercio aiuta le imprese con contributi a fondo perduto

Il Consiglio camerale della Camera di Commercio di Reggio Calabria ha approvato, in via d’urgenza, la variazione del preventivo 2020 che consente alla Camera di commercio di destinare 2 milioni di euro per supportare le imprese della Città Metropolitana.

Si tratta di 2 milioni di euro di contributi, a fondo perduto, per l’abbattimento del tasso d’interesse sui finanziamenti finalizzati a favorire gli investimenti produttivi e la liquidità necessaria per la gestione aziendale in questa fase economica così delicata per le imprese reggine.

Il Bando, che sarà pubblicato nei prossimi giorni, s’inserisce nell’ambito delle iniziative promozionali a favore delle imprese adottate dal sistema camerale nazionale, anche in attuazione dell’art.125 del Decreto “Cura Italia”, convertito in legge, che ha previsto la possibilità perle Camere di commercio di realizzare specifici interventi per contrastare le difficoltà finanziarie delle MPMI e facilitarne l’accesso al credito.

«Con questo intervento finanziario straordinario – ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Antonino Tramontana – vogliamo facilitare l’ottenimento di liquidità da parte delle nostre imprese, così duramente colpite dalla drammatica emergenza sanitaria ed economica in corso, in modo da consentire una pronta ripartenza del nostro già fragile sistema economico».

«La predetta misura economica urgente da attuare nel brevissimo periodo – ha proseguito il presidente Tramontana – è frutto dell’unità di intenti manifestata all’unanimità in Consiglio camerale dalle Associazioni imprenditoriali di tutti i settori economici nonché dai rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, delle Associazioni di tutela dei Consumatori e dei Liberi professionisti».

Il bando è rivolto alle micro, piccole e medie imprese reggine di tutti i settori economici che, a partire dall’8 aprile 2020, hanno stipulato un contratto di finanziamento con banche, società di leasing e altri intermediari finanziari, per esigenze di liquidità, consolidamento delle passività a breve, investimenti produttivi. 

Il contributo a fondo perduto erogato in un’unica soluzione è finalizzato all’abbattimento del 100% del tasso d’interesse, fino ad un contributo massimo di 5 mila euro.

Il testo del Bando sarà pubblicato sul sito camerale www.rc.camcom.gov.it, e verranno  fornite tutte le informazioni e le indicazioni per la presentazione delle domande, che avverrà esclusivamente in modalità telematica con firma digitale, sul sito http://webtelemaco.infocamere.it

È, comunque, previsto un periodo di pre informazione per dare la possibilità a tutte le imprese di predisporre la documentazione necessaria prima dell’apertura del bando. (rrc)

 

Il consigliere regionale Pietropaolo: manutenzione del verde per prevenire gli incendi

Manutenzione di aree verdi, dei campi e delle zone boschive per prevenire focolai d’incendio che rischiano di causare un disastro ambientale. Sono questi gli interventi d’urgenza che ha richiesto il consigliere regionale Filippo Pietropaolo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, per proteggere migliaia di ettari di bosco e di aree verdi che fanno parte dell’enorme patrimonio naturalistico e boschivo della Calabria.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, infatti, ha invitato tutti gli enti preposti – Regione, Province, Comuni,  Anas, Calabria Verde, parchi e consorzi di bonifica – ad attuare tutti i necessari interventi di prevenzione degli incendi boschivi, che sono stati trascurati a causa del blocco delle attività per l’emergenza coronavirus.

«Il lockdown – ha spiegato il consigliere Pietropaolo – ha causato una diffusa situazione di incuria e di abbandono. I cigli delle strade sono invasi da vegetazione e le aree verdi necessitano di interventi di pulizia del sottobosco, del taglio di siepi e della rimozione di rami secchi e sterpaglie. Non sono sufficienti la manutenzione di un parco o la pulizia di un singolo fondo agricolo, ma è necessario un intervento diffuso su tutto il territorio, perché gli incendi si propagano facilmente tra aree adiacenti. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva per recuperare il tempo perduto ed avviare una grande operazione di salvaguardia del territorio calabrese».

«È importante – ha concluso Filippo Pietropaolo – che i Comuni, con apposite ordinanze e diffide, impongano ai proprietari o ai conduttori di fondi agricoli e appezzamenti di terreno, che in molti casi sono rimasti incolti, di effettuare la pulizia eliminando sterpaglie, rovi, vegetazione secca e ogni materiale che possa essere fonte di incendio». (rcz)

 

CROTONE – L’idea del pastry chef crotonese Nicoletta: il compleanno a domicilio

Una idea, quella del pastry chef crotonese Gaetano Nicoletta, che viene in soccorso in questo periodo di quarantena: si tratta del Compleanno a domicilio.

L’idea è semplice: il festeggiato sceglie la torta e comunica i nomi e gli indirizzi dei propri invitati “virtuali” a cui far recapitare una piccola riproduzione del dolce. Il professionista, poi, provvederà, poi, attraverso una partnership stretta con la società di food delivery Il Genio, a consegnare a domicilio quanto realizzato per ricreare un piccolo angolo felice tra le mura domestiche, come se le persone più care fossero proprio lì. Magari ricorrendo a una videochiamata di gruppo in cui il protagonista spegne le candeline e amici e parenti cantano il tradizionale “Tanti auguri”.

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Gaetano Nicoletta

«L’ispirazione – ha spiegato Gaetano Nicoletta – è nata una sera mentre parlavo con una mia amica, che mi ha illustrato il progetto di un’altra Pastry Chef. Così, ho subito ‘fatto mio’ questo senso di legame virtuale che nasce grazie ai social e al web. Ogni monoporzione sarà identica alla torta del festeggiato e avrà accanto un bigliettino con gli auguri personalizzati e l’hashtag #distantimauniti… sempre».

Per avere maggiori informazioni e prenotare, basta chiamare il numero 324/6127543 oppure inviare un’email a gaetanonicolettapastry@gmail.com o, ancora, scrivere un messaggio privato sui canali social. (rkr)

La Regione stanzia altri 6 milioni per gli agricoltori calabresi

La Regione Calabria, ha stanziato altri 6 milioni di euro del Psr e della Domanda Unica a favore di 5.600 agricoltori calabresi. Si tratta, per l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, di «una utile risposta alla crisi da Covid-19».

La notizia arriva dalla Regione Calabria che, attraverso il Dipartimento Agricoltura e l’organismo pagatore Arcea, lavora incessantemente per garantire liquidità agli operatori del comparto in un momento di forte sofferenza economica, a causa della crisi scatenata dalla pandemia di Covid 19. In particolare, nelle ultime ore si è proceduto alla liquidazione del decreto 93 del Programma di Sviluppo Rurale, che riguarda le misure a superficie e del benessere degli animali.

L’importo complessivamente erogato in favore di 1.041 imprenditori agricoli ammonta a 3.158.481,40 euro. Nel dettaglio, sono stati corrisposti 1.620.272 euro relativi a 641 domande di aiuto della misura 11 “Agricoltura biologica”; 1.397.905 euro a 380 beneficiari della misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali”; 121.619 euro a sedici beneficiari della misura 14 “Benessere degli animali” e 121.619 euro a 16 beneficiari della misura 14 “Benessere degli animali” e 18.684 euro a quattro beneficiari della misura 13 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici.

Su altro versante, inoltre, qualche giorno fa è stato posto in liquidazione il decimo decreto della Domanda Unica 2019, per un valore di 2,8 milioni di euro destinati a 4.579 agricoltori: si è così dato avvio al pagamento degli aiuti accoppiati, con l’erogazione del sostegno alle leguminose ed al grano duro.

«I pagamenti delle misure a superficie e della Domanda Unica – ha commentato l’assessore regionale Gallo – rappresentano lo strumento più veloce ed efficace della politica agricola comunitaria per assicurare liquidità al settore agroalimentare. Essi costituiscono un premio per la superficie coltivata, per le produzioni e per le migliori pratiche agricole delle nostre aziende ed in questo momento diventano, per come evidente, un indispensabile aiuto per gli operatori del settore agricolo, che stanno risentendo in maniera drammatica delle conseguenze della pandemia e del blocco dei mercati».

«Velocizzando le procedure – ha concluso l’assessore regionale Gallo – da marzo ad oggi siamo riusciti a liquidare risorse per 37 milioni di euro del Psr, mentre Arcea dall’inizio dell’anno ha erogato più di 116 milioni. Proseguiremo su questa strada, per garantire un sostegno concreto all’agricoltura calabrese». (rcz)

A Catanzaro l’integrazione ospedaliera tra il Mater Domini e il Pugliese-Ciaccio è riuscita

Soddisfazione a Catanzaro per la finalmente raggiunta integrazione tra i due importanti poli sanitari cittadini l’ospedale Pugliese-Ciaccio e il policlinico “Mater Domini”.

«L’integrazione ospedaliera fra Pugliese-Ciaccio e Mater Domini è il più importante punto di riferimento per lo sviluppo di Catanzaro e della sua vocazione di città della salute e della ricerca scientifica, sulla quale stiamo puntando da anni», ha detto il sindaco Sergio Abramo nel corso dell’incontro con la stampa organizzato ieri mattina a Palazzo De Nobili. Accanto al primo cittadino del capoluogo calabrese, il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini.

«Mi corre l’obbligo di ringraziare tutto il Consiglio regionale – ha aggiunto il sindaco Abramo -, maggioranza e opposizione, per l’approvazione unanime; il presidente Tallini, che le modifiche alla legge sull’integrazione le ha proposte, e sinceramente non pensavo riuscisse a fare questo miracolo nel primo Consiglio utile; i consiglieri di opposizione Notarangelo e Pitaro; quelli di maggioranza Esposito, Mancuso e Pietropaolo, che hanno dato un grosso contributo alla discussione. Non di meno, vanno ringraziati la presidente Santelli, che ha garantito l’opportunità di varare subito la legge, e il commissario Cotticelli».

Abramo ha proseguito: «L’importanza dell’integrazione, che non darà nessun privilegio a un’Azienda rispetto a un’altra, è evidente: blinderà le Scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia, rafforzando lo stesso Ateneo che da tempo sta crescendo in maniera esponenziale».

Il sindaco ha ricordato gli ottimi esempi di attività assistenziale “sui pazienti Covid della Lombardia curati dai medici del Pugliese, aspetto giustamente messo in risalto dai media nazionali”. Ha poi ribadito come l’integrazione “consentirà di ottenere risparmi e razionalizzare assistenza, organizzazione e logistica, ricerca e didattica del Pugliese-Ciaccio e del Policlinico, sbloccando anche le risorse necessaria all’edilizia sanitaria. Ai medici va data l’opportunità di lavorare in strutture adeguate. Ci saranno ancora degli ostacoli, ma sono tranquillo perché abbiamo tutto il Consiglio regionale dalla nostra parte e il supporto concretissimo del suo presidente”.

Benefici, tramite l’integrazione, anche attraverso la conseguente ripartizione dei posti letto e delle risorse: “Perché ci siamo accorti che, sui fondi, l’Asp di Catanzaro, è fortemente penalizzata”.

Abramo ha continuato rassicurando che «Lamezia non verrà dimenticata: dopo l’approvazione della legge, la firma del protocollo e l’individuazione di un dg unico si aprirà il ragionamento anche con Lamezia».

L’asse Catanzaro-Lamezia è stato uno dei punti centrali dell’intervento del presi dente Tallini: «Lo sviluppo dell’area centrale è fondamentale per l’intera regione e Catanzaro ha la grandissima occasione per diventare, nella sanità, l’eccellenza della Calabria, lo abbiamo visto nell’azione di contrasto al Covid-19: sono emerse criticità negli altri territori e cose buone nell’area centrale. Con l’integrazione si avrebbe la più grande struttura sanitaria non solo della Calabria, ma dell’intero Mezzogiorno. Con l’integrazione finirà la storia del pronto soccorso del Pugliese, ci saranno altri posti letto a disposizione dell’intera Calabria e, quindi, con vantaggi per il capoluogo e per tutta la regione».

Tallini ha sottolineato la salvaguardia, con l’integrazione, delle Scuole di specializzazione medica: «Ciò che è stato fatto è stato fatto al momento giusto».

Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Francesco Pitaro, Notarangelo, Pietropaolo e Filippo Mancuso. Per quest’ultimo, che è anche consigliere comunale, “si tratta di una svolta epocale per la sanità del capoluogo che avrà ovvie e positive conseguenze: più posti letto, più specializzazioni e un punto fermo sulla Facoltà di Medicina, che avrà maggiore continuità e non perderà le Scuole di specializzazione”. (rcz)