L’APPELLO / Giorgio Castella: Salvare la casa rurale di Fortunato Seminara

di GIORGIO CASTELLA – Cari estimatori e amici dello scrittore Fortunato Seminara, faccio appello agli organi istituzionali – al Comune di Maropati, alla Città Metropolitana dello Stretto, alla Regione Calabria – affinché si attivino per salvare la casa rurale dello scrittore sita in località Pescano.

Sono trascorsi 38 anni dalla morte dello scrittore e in questi anni non è stata mai effettuata nessuna manutenzione della casa in questione, tant’è che adesso i muri perimetrali rischiano di cadere, mentre sono già crollati pezzi del tetto.    

 Voglio ricordare che un incendio di origine dolosa distrusse la sua casa di Pescano:era la notte di Natale del 1975. Il tetto di tegole a causa delle fiamme venne giù, assieme con il pavimento del piano superiore.  I segni indelebili delle travi del tetto bruciato sono la testimonianza della violenza del fuoco. L’incendio  distrusse i libri che avevano  concorso alla sua formazione culturale ed artistica, così come finirono in cenere diversi manoscritti inediti, frutto della sua fatica intellettuale quotidiana. 

 Lo scrittore Fortunato Seminara, commentò  l’ accaduto: «Bruciati i libri, al pensiero dello scrittore manca il nutrimento come alla pianta strappata dal terreno in cui vegeta. Non può più lo scrittore ritrovare le tracce e la via percorsa nello sforzo continuo di perfezionamento della sua arte. Non può avere riscontri per citazioni precise e puntuali di testi del suo lavoro. Sotto questo aspetto è un fatto che attiene alla cultura e alla civiltà di un popolo. Ma è anche un fatto che si incide nell’intima umanità dello scrittore. Distruggendo la casa, dove ha trascorso un’intera vita di affetti, di esperienze di lavoro e di felicità creativa; dove ogni oggetto conserva un segno segreto, ha un senso e quasi una voce;si sottrae allo scrittore l’ambiente che riscalda il suo cuore e feconda la sua fantasia, che protegge la sua intimità:come togliere ad una persona l’ossigeno che rigenera il suo sangue. Tutto ciò è accaduto a me, tale sventura si è abbattuta sulla mia testa. Distruggendo la mia casa, i criminali hanno stroncato la mia vita; una parte di là e un’altra di qua. E il mio rimpianto è tanto cocente, perché non sono più giovane e non posso rifare ciò che ho perduto. La  parte di vita perduta è il più, il meno è quello di una vacanza».

Fortunato Seminara fece una scelta di campo, rinunciò ad esercitare la professione di avvocato, che gli avrebbe permesso una vita più agiata, per dedicarsi alla scrittura, scelta che gli procurò duri sacrifici economici e non solo.

È necessario salvare la casa di Pescano. Un bene d’inestimabile valore culturale, da conservare alle nuove generazioni. In questa casa, Fortunano Seminara scrisse i romanzi più belli a lume di lucerna, che vennero pubblicati dalle case editrice più importanti del nostro Paese. Le sue opere  sono apprezzate a livello internazionale, essi esprimono dignità e libertà. Seminara, con i suoi romanzi fa entrare i contadini nella storia, in quanto esprimono la dignità del lavoro,  danno la spinta ai lavoratori a lottare contro lo sfruttamento  da parte degli agrari.

Le istituzioni, non possono stare indifferenti nei confronti dello scrittore di Maropati, che è stato ed è un grande calabrese. Faccio appello al mondo  culturale e sociale, agli organi di stampa, a  mobilitarsi affinché la casa di Pescano venga salvata, per far vivere la cultura, che rappresenta la linfa vitale  di nutrimento contro lo spopolamento dei paesi. (gc)