L’OPINIONE / Orlandino Greco: SS 106, dopo anni si concretizza un intervento atteso e necessario per la Calabria

di ORLANDINO GRECO   Il vertice che si è svolto il 20 marzo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Ministro Salvini, il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, l’AD di Anas, Andrea Gemme, e il nuovo commissario straordinario per la riqualificazione della Strada Statale 106 Jonica, Francesco Caporaso, segna un passo decisivo verso la realizzazione di opere fondamentali per il nostro territorio.

Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento delle procedure per l’implementazione degli interventi di ammodernamento della Strada Statale 106 Jonica, per un importo complessivo di 3 miliardi e 800 milioni di euro.
La notizia che entro il 2 aprile sarà pubblicato il bando per l’appalto integrato dei due lotti della Sibari-Corigliano (circa 1 miliardo e 300 milioni di euro) ed entro maggio il bando per l’appalto integrato dei cinque lotti rimanenti della Catanzaro-Crotone (che, assieme a quello già appaltato, comporta un investimento di circa 2 miliardi e 200 milioni di euro) conferma che, finalmente, dopo decenni di colpevole dimenticanza, la Nazione Italiana ha ricominciato a investire concretamente nel Mezzogiorno, considerando la Calabria una risorsa da valorizzare e non un peso da sopportare.
Per troppi anni la SS 106 è stata sinonimo di ritardi, pericolo e isolamento, con conseguenze drammatiche in termini di incidentalità e limitazioni allo sviluppo economico. Queste opere, in aggiunta a tutte le infrastrutture complementari al Ponte sullo Stretto, come la Bovalino-Bagnara, ci consentono finalmente di parlare di una svolta concreta per la mobilità calabrese e per l’intero Mezzogiorno.
Un segnale forte anche in risposta a chi continua, colpevolmente, ad affermare che il Ponte rimarrà una cattedrale nel deserto. Al di là delle appartenenze politiche, bisogna prendere atto che il Governo e il Ministro delle Infrastrutture Salvini stanno dimostrando un concreto interesse per lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno, consapevoli del fatto che solo infrastrutture moderne ed efficienti possono garantire un reale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e offrire migliori opportunità di crescita alle imprese.
Italia del Meridione vigilerà affinché i lavori vengano eseguiti con la massima trasparenza ed efficienza, garantendo tempi certi e il rispetto degli standard di sicurezza. Il rilancio della SS 106 Jonica non è solo un investimento infrastrutturale, ma un atto di giustizia per la Calabria e per tutti i cittadini che ogni giorno percorrono questa arteria stradale e che da decenni attendevano questi fondamentali interventi di ammodernamento. (og)

L’OPINIONE / Giuseppe Falcomatà: Altro che Calabria Straordinaria, ancora oggi qui si muore per un’infezione

di GIUSEPPE FALCOMATÀ – Mentre parliamo di Sanità in Calabria, siamo costretti a dover registrare l’ennesimo episodio di forte criticità con l’elisoccorso che, a Crotone, non è riuscito a soccorrere un bimbo di 3 mesi perché privo di carburante.

Questo, purtroppo, è solo l’ennesimo episodio di tanti che si sono consumati in una Calabria spesso narrata, usando le parole del Governatore Roberto Occhiuto, come “straordinaria”. Invece, quanto accaduto a Crotone, ci ricorda che la nostra terra precipita sempre di più sui temi che riguardano la carne viva delle persone e ci impediscono la possibilità di immaginare e costruire un futuro in questa regione.

La nostra è la regione dei commissariamenti, ovvero di quelle pratiche che dovrebbero rappresentare una parentesi nella vita democratica di un Paese e delle sue istituzioni, ma che qui stanno diventando la normalità. Così, l’annuncio della fine del commissariamento di Occhiuto viene puntualmente smentito dall’ulteriore dichiarazione dello stato d’emergenza che interessa i nostri ospedali.

Un commissariamento che nasce nel 2007 con la previsione della realizzazione di quattro grandi ospedali in Calabria che, però, non hanno mai visto la luce, comportando l’aggravamento del sistema e disattendendo aspettative ed esigenze dei cittadini calabresi.

Di quel programma, vecchio ormai di 20 anni, restano progetti vetusti e l’aumento esponenziale della spesa. Basti pensare all’ospedale di Palmi, il cui costo partiva da 66 milioni di euro, diventati 152 milioni nel 2015 ed, oggi, arrivati a 140 milioni.

La Calabria è una regione in cui la sanità territoriale è totalmente diversificata, dove sotto la parola “razionalizzazione” chiudono gli ambulatori, le guardie mediche, le ambulanze vanno in giro senza medici. La situazione della psichiatria è al collasso. Nei nostri ospedali, ancora oggi, si muore per un’infezione.

Oggi è primavera, ma la sanità calabrese vive nell’inverno più freddo di sempre.

[Giuseppe Falcomatà è sindaco di Reggio]

L’OPINIONE / Ernesto Alecci: In Calabria tantissime famiglie e fragili a rischio

di ERNESTO ALECCI – Anche per l’anno 2025, come per l’anno precedente, nessuna risorsa da parte del Governo per riattivare il fondo contributi affitto (legge n. 431/1998). Ancora una volta questo Governo di centrodestra si dimostra insensibile e lontano dai bisogni delle famiglie più fragili e deboli. In particolar modo in regioni come la Calabria l’azzeramento di tali fondi destinati al pagamento degli affitti per le persone con redditi più bassi sta mettendo a rischio il sostentamento di tanti nuclei familiari che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese.

Tra la precarietà del lavoro e l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e delle bollette, questa situazione rischia di diventare una vera e propria bomba sociale pronta ad esplodere in qualunque momento. Numerose, infatti, le segnalazioni di disagi e difficoltà che ho ricevuto in tutte le province calabresi. Anche perché, le comunicazioni da parte della Regione Calabria della mancanza di risorse per l’annualità 2024 pare siano arrivate solo recentemente, quando le graduatorie per i beneficiari della misura erano già stilate da diversi mesi, alimentando prima delle aspettative e lasciando poi nello sconforto tantissime famiglie ed i Comuni a gestire le legittime proteste.

Il contributo affitti è stato, da oltre 25 anni, uno strumento utile per alleviare il disagio abitativo, ritardando a volte gli sfratti fino a consentire ai nuclei familiari in difficoltà di trovare un’altra sistemazione. Alcune regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, la Toscana, la Lombardia e la Puglia, e alcuni comuni in Italia hanno provveduto a erogare proprie risorse per il sostegno di migliaia di famiglie.

Per tale motivo ho presentato una mozione in Consiglio Regionale che impegni la Giunta a reperire fondi utili da destinare a questo utilizzo e a sollecitare direttamente l’Anci e il Governo nazionale affinché si possa prevedere un provvedimento urgente per reintegrare ed aumentare adeguatamente la dotazione finanziaria del fondo sociale per l’affitto, per i nuclei familiari in condizioni di difficoltà.

Votare in maniera unanime questa mozione da parte del Consiglio regionale sarebbe una bel messaggio di unità e vicinanza verso le persone più fragili che vivono quotidianamente situazioni molto difficili. (rcz)

[Ernesto Alecci è consigliere regionale del PD]

L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Subito interventi strutturali contro caro energia

di GIOVANNI CUGLIARI – Il caro energia pesa in maniera importante sulle spalle delle piccole e micro imprese artigiane e il quadro geopolitico desta ancora maggiore preoccupazione, facendoci temere che gli aumenti potrebbero non fermarsi.

La situazione è drammatica e lo è ancora di più per le imprese calabresi. La turbolenza economica e politica che sta attraversando l’Europa andrà a minare la concorrenza e la competitività del nostro tessuto, schiacciato tra bollette e difficoltà a posizionare i propri prodotti sul mercato, al netto di un indice di esportazione ancora basso.

Se le piccole imprese – che costituiscono con le micro lo zoccolo duro dell’economia calabrese – soffrono, a rischio c’è la tenuta occupazionale, quindi consumi e crescita andrebbero ad essere interessati da una brusca frenata. Per questo servono interventi immediati e strutturali, incentivi per le imprese e per la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili.

LItalia è il Paese con i costi energetici più alti nell’Eurozona. Nel primo semestre del 2024 il costo in euro per mwh era di 348,3 euro in Italia, mentre la media dei 20 paesi monitorati dall’Eurostat ha toccato i 294 euro (+18,5% in Italia). Ma non solo. C’è da considerare anche la forbice con le grandi imprese. Secondo i dati Cna, le microimprese italiane pagano 2,5 volte in più l’energia rispetto alle grandi imprese. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente di Cna Calabria]

L’OPINIONE / Cetty Scarcella: La Bovalino-Bagnara come priorità per il futuro della Calabria

di CETTY SCARCELLALa Calabria, terra di storie millenarie e tradizioni radicate, si trova oggi a fronteggiare una delle sue sfide più ardue: l’isolamento di alcune zone. La sua struttura geografica, pur affacciandosi su due mari magnifici, la zona tirrenica e quella ionica, ha contribuito a separare le sue terre, impedendo una fusione armonica tra le due coste.

Un isolamento che non è solo fisico, ma che si riflette anche nelle difficoltà economiche, nelle disuguaglianze sociali e nell’assenza di una rete infrastrutturale all’altezza di una regione che, per ricchezza storica e naturale, meriterebbe un altro destino. È proprio in questo contesto che la realizzazione della strada Bovalino-Bagnara si presenta non come una mera necessità tecnica, ma come una vera e propria occasione di riscatto per l’intera regione.

Storicamente il progetto che vedrebbe la realizzazione della strada Bovalino-Bagnara non è solo una questione di asfalto e cemento, ma un’idea di unificazione. Esso prevede la costruzione di una via che colleghi la costa ionica, in particolare il comune di Bovalino, alla costa tirrenica, con il comune di Bagnara Calabra.

In questa visione, la strada rappresenta un ponte che abbatte le distanze geografiche e simboliche tra due realtà che, pur trovandosi a pochi chilometri di distanza, sono separate da un sistema viario obsoleto e insufficiente. La creazione di un corridoio che faciliti il flusso di persone, merci e idee sarebbe una risposta concreta alla storica marginalizzazione di una parte della Calabria, contribuendo al rilancio di settori cruciali come il turismo, l’agricoltura e l’impresa.

Inoltre, la viabilità migliorata favorirebbe l’accesso ai servizi essenziali e la creazione di nuove opportunità lavorative, stimolando il dinamismo di una regione che ha troppo spesso visto il proprio potenziale inespresso.

Nonostante tante promesse e la sua indiscutibile importanza, la Bovalino-Bagnara non è ancora stata realizzata, e le ragioni di questa attesa sono molteplici. In primo luogo, il progetto si scontra con una gestione complessa dei fondi pubblici e con le difficoltà burocratiche che da sempre affliggono il nostro Paese. Le lungaggini amministrative e l’inefficienza nelle procedure autorizzative hanno spesso rallentato l’avanzamento del progetto.

La Calabria, inoltre, ha sofferto di un’insufficiente attenzione da parte delle istituzioni centrali, che non hanno mai investito con la dovuta determinazione nella realizzazione di opere che possano davvero cambiare il volto della regione. A questo si aggiunge un’altra difficoltà: la mancanza di una visione politica lungimirante dei governi precedenti, capace di superare la frammentazione e di unire le forze per il bene comune. Oggi ci troviamo di fronte a un’opportunità concreta di cambiamento.

Il governo regionale di centro destra, che ha già avviato politiche mirate al rilancio della Calabria, ha la possibilità di compiere un ulteriore, decisivo salto di qualità per la nostra regione. La realizzazione della Bovalino-Bagnara potrebbe rappresentare un passo fondamentale in questo percorso, consolidando l’impegno con cui il governo ha affrontato con professionalità e dedizione le sfide su ogni fronte.

È ora di concentrarsi su quest’opera cruciale, un progetto che potrebbe segnare la svolta verso una regione più unita e moderna. È il momento di superare le lungaggini burocratiche e le promesse non mantenute, affinché la Bovalino-Bagnara non rimanga solo un disegno sulla carta, ma diventi una realtà concreta e tangibile per il nostro territorio.

Il Governo Occhiuto è l’unica forza politica in grado di imprimere una svolta determinante alla nostra regione, e in questo momento cruciale, il mio appello è che l’amministrazione regionale dedichi la giusta attenzione a questo progetto, attivandosi con decisione per mettere in atto tutte le azioni necessarie a dare il via a una nuova era di successi concreti.

Solo con un impegno costante e risoluto potremo trasformare questa visione in realtà e offrire alla nostra terra un futuro più prospero e connesso. La Bovalino-Bagnara non è solo un’infrastruttura di collegamento, ma rappresenta il sogno di una regione più forte, più coesa, capace di superare le proprie divisioni interne per diventare esempio di crescita e prosperità.

Un’opera che, se oggi appare lontana, può diventare il motore di una vera rinascita sociale ed economica, riducendo le distanze non solo fisiche, ma anche quelle che separano la Calabria dal suo pieno potenziale. (cs)

[Cetty Scarcella è dirigente provinciale di Noi Moderati]

L’OPINIONE / Nausica Sbarra: SS 106, intervenire anche su fascia ionica reggina

di NAUSICA SBARRAL’ammodernamento della Strada Statale 106 è un intervento atteso da tempo e rappresenta un’opportunità fondamentale per migliorare la viabilità e la sicurezza lungo la costa ionica calabrese. L’assegnazione di quasi 4 miliardi di euro per i lavori è un segnale positivo, ma è ora necessario intervenire anche sulla fascia ionica reggina, un’area in cui le criticità infrastrutturali restano gravi e irrisolte.

Da anni denunciamo lo stato in cui versa la SS 106 nel tratto che da Monasterace prosegue verso sud. Parliamo di una strada con un altissimo tasso di incidenti, anche mortali, e inadeguata rispetto alle esigenze di mobilità di cittadini e imprese. La messa in sicurezza e l’adeguamento di questa arteria in tutto il suo tracciato devono diventare una priorità assoluta».

Oltre al tema della sicurezza, bisogna sottolineare l’impatto che infrastrutture moderne e funzionali avrebbero sullo sviluppo economico della fascia ionica reggina. Un collegamento efficiente è indispensabile per valorizzare il territorio, sostenere il turismo e favorire il rilancio delle attività produttive. Senza un’infrastruttura adeguata, qualsiasi strategia di sviluppo rischia di rimanere incompiuta.

La Cisl Città Metropolitana di Reggio Calabria chiede, quindi, un impegno concreto affinché la progettazione e la realizzazione del tratto Monasterace-Reggio Calabria vengano inserite tra le priorità infrastrutturali della regione.

Non possiamo più permetterci ritardi. È necessario un piano chiaro e tempi certi per garantire ai cittadini una viabilità sicura e moderna, all’altezza delle esigenze del territorio. (ns)

[Nausica Sbarra è segretaria generale della CISL Città Metropolitana di Reggio Calabria]

L’OPINIONE / Giuseppe Dell’Aquila: La Calabria meravigliosa di Occhiuto e Ferrari ha finito il carburante

di GIUSEPPE DELL’AQUILASi è superato ogni limite di tolleranza sulla gestione della Sanità calabrese a guida Occhiuto, per molte ragioni ormai sotto gli occhi di tutti.

La notizia sull’elisoccorso intervenuto a Cutro sarà certamente in fase di verifica, ed aspettiamo dovuti chiarimenti, ma se confermata bisognerà subito chiedere le dimissioni del commissario alla sanità in Calabria. Apprendere che ieri l’eliambulanza ha lasciato a terra un bambino di 3 anni a rischio soffocamento perché privo di carburante impone categoricamente a tutti di rompere il silenzio e cercare una reazione in ogni luogo della nostra terra.

Basta far finta che tutto vada bene, parlando sui social di Calabria Meravigliosa, quando poi non siamo in grado di tutelare ogni singolo abitante di questa regione.

Da quando il Presidente Occhiuto parla di uscita dal commissariamento, al contrario da Roma arriva un nuovo commissariamento di qualche settore di cui poi lui stesso ne diventa commissario. Questo è lo stile della propaganda della destra in Italia ed il proprio modello gestionale, che ha preso il sopravvento ad ogni livello anche nella nostra regione e nella nostra provincia.

Il Presidente Ferrari continua a nascondersi sul tema della Sanità perché impegnato a fare l’influencer politico o perché non può dire una parola contro il presidente Occhiuto vista la scaletta di appuntamenti elettorali dei prossimi 18 mesi? Il suo silenzio sulle vicende che riguardano le mancanze ed i ritardi sulla sanità è imbarazzante, per il ruolo che riveste e gli incarichi che ricopre.

A Crotone è emergenza!

Bisogna unire le forze e chiedere ai Sindaci, autorità primarie e principali dell’emergenza sanitaria, di scendere in piazza a manifestare contro questo stato di cose invece di continuare a rimanere lontani dal tema ed andare avanti senza alcuna visione comune territoriale. (gdl)

[Giuseppe Dell’Aquila è della Direzione Regionale PD e già presidente f.f. della Provincia di Crotone]

L’OPINIONE / Carmen Gaudiano: Facciamo chiarezza su lavori alle Grotte di Sant’Angelo di Cassano

di CARMEN GAUDIANO – Finalmente, dopo tanto impegno e duro lavoro, il complesso carsico delle Grotte di Sant’Angelo riaprirà al pubblico e questa è indubbiamente una notizia bellissima.

Questo risultato, frutto di sacrifici dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giovanni Papasso è un obiettivo che si concretizza e per il quale mi sento di esprimere vivi ringraziamenti ai protagonisti di questa importante realizzazione.

Il fatto stesso che circa due anni fa il Sindaco nel nominare assessore la dott.ssa Sara Russo conferendole, tra le altre, la delega al centro storico e alle Grotte è testimonianza di un impegno diventato realtà.  All’Assessore Russo esprimo il mio apprezzamento per l’encomiabile lavoro svolto.

Sull’importanza delle Grotte si è detto tantissimo, ma noi con il nostro agire amministrativo abbiamo nei fatti dimostrato ciò che rappresentano: il mezzo per lo sviluppo turistico, a tal fine abbiamo aderito alla Rete Grotte Turistiche d’Italia; la valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale, speleologico e archeologico; lo strumento attraverso cui si può avere un ritorno al centro storico;  l’elemento di congiunzione tra il presente, il rispetto del passato e le prospettive future!

Noto, con il sorriso sulle labbra, che taluni tentano ad ogni costo di prendersi meriti, primogeniture e benemerenze, gli stessi che hanno realizzato il centro polifunzionale su una paleofrana. L’edificio è stato consolidato da questa Amministrazione grazie ad un finanziamento Ministeriale di circa 1 milione di euro. Ma questo, che rappresenta un fatto, o fingono di averlo dimenticato, oppure non lo sanno, perché in effetti non vivono a Cassano…

Oggi però non è il tempo delle polemiche, ma della festa, considerato anche che siamo nel mese di marzo, quello della fioritura in cui sbocciano bellissimi fiori, non può valere il detto per il quale “marzo fa il fiore e aprile si prende l’onore”. Intelligenti pauca. (cg)

[Carmen Gaudiano è candidata a sindaco di Cassano allo Ionio]

L’OPINIONE / Giuseppe Romeo: Il riscatto di una terra non corre da promozioni di facciata

di GIUSEPPE ROMEO – Reggio Calabria non ce l’ha fatta a essere prescelta capitale della Cultura. È ovvio che dispiace come è giusto che sia per ogni calabrese. Ma è anche vero che il Friuli in silenzio è senza superbia esprime capacità e qualità che non sono vantate ma sono un fatto.

Ci manca l’umiltà di guardare alle nostre debolezze perché preferiamo credere di essere gli unici depositati di eccellenze o custodi di storia e di storie superiori ad altri luoghi e comunità. Ma così non è. Non bastano i Bronzi (peraltro statue ritrovate ma che non hanno alcun legame con la Calabria in termini di manufatti propri) per accreditare un luogo ne un bel lungomare come se la Promenade des Anglais o altri altrove non siano degni di lode. Credere che la Storia possa negare a luoghi come Aquileia (grande città romana dell’ultimo impero) Grado, Trieste e Nova Gorica o Udine e Pordenone una dignità propria è presunzione. Il riscatto di una terra non corre da promozioni di facciata, ma dall’intima connessione di un popolo con la sua storia e il suo vissuto quotidiano. Ciò è il carburante della C…ultura e non l’estemporaneità di un possibile vanto.

Leggere i commenti contro Pordenone Capitale della Cultura da parte di gruppi calabresi sui social e di corregionali che si sentono defraudati per la mancata nomina di Reggio Calabria e per i quali la differenza l’ha fatta, verosimilmente per alcuni, l’appartenenza del sindaco di Pordenone a un partito diverso da quello del sindaco di Reggio Calabria, mi sa molto di discrimine strumentale.

Ricordo che a fronte di altre candidature per Capitale del Libro mi sembra che, adottando lo stesso ragionamento, la scelta di Taurianova caduta su un sindaco espressione della maggioranza al governo doveva essere contestata dalle altre città con gli stessi argomenti… In verità noto un inaccettabile discrimine nei confronti di Pordenone da parte di chi non considera la città friulana per la cultura con la sua sensibilità verso i libri con eventi da anni dedicati, oltre a essere sede di una delle più prestigiose scuole italiane di Mba come Trieste.

Leggo commenti discriminatori che non considerano l’ordine, l’offerta come ospitalità e i dintorni di una terra, il Friuli, che dalla romanità alla Grande Guerra alla tristezza dell’esodo giuliano-dalmata ha dimostrato di avere una dignità da cui dovremmo imparare… Reggio è una gran bella città solo se misurata nel suo chilometro e se guardi verso il mare. L’importante è non guardare altrove. Se fossimo più umili e cercassimo di comprendere e condividere forse avremmo migliore sorte. Buttarla sul partito del sindaco è di una superficialità disarmante. Da calabrese vorrei una Reggio culturalmente che desse peso ai libri come fa Pordenone da anni con un evento conosciuto in tutta Italia che avesse una Università con l’offerta didattica di Trieste, che avesse una cura, anche fisica, del passato come la romanità di Aquileia, il ricordo e la dignità di sentirsi italiani come Gorizia. Umiltà e onore a Pordenone… E se fossimo solidali sarebbe già molto per provare noi a essere diversi e meno autocelebrativi.

Il riscatto di una terra non corre da promozioni di facciata, ma dall’intima connessione di un popolo con la sua storia e il suo vissuto quotidiano… (gr)

L’OPINIONE / Rocco Romeo: Il record della Calabria nelle ingiuste detenzioni

di ROCCO ROMEO – Lo sciopero recente dei magistrati contro la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici requirenti ha riacceso il dibattito sulla giustizia italiana. Nonostante la magistratura sia un ordine dello Stato protetto dalla Costituzione, la protesta ha visto un’adesione significativa, basandosi su un principio cardine del sistema attuale: l’unità della magistratura e la conseguente appartenenza di giudici e pm allo stesso ordine.

Uno degli slogan più usati dai magistrati in difesa dell’attuale assetto si rifà a una celebre frase dell’avvocato Franco Coppi«Non ho mai perso un processo a causa della comune appartenenza di giudice e pm allo stesso ordine». Una dichiarazione autorevole, certo, ma che non esaurisce il tema delle criticità legate alla commistione tra funzioni requirenti e giudicanti.

I numeri delle ingiuste detenzioni: un problema strutturale

Secondo un’analisi pubblicata dal Foglio, dal 2018 al 2024 lo Stato italiano ha dovuto sborsare 220 milioni di euro in risarcimenti per ingiusta detenzione. Si tratta di somme versate nei confronti di cittadini che, arrestati o sottoposti a misure cautelari, sono stati successivamente prosciolti o assolti dalle accuse. L’errore giudiziario è una componente inevitabile di qualsiasi sistema, ma la dimensione di questi numeri solleva interrogativi sulla gestione della custodia cautelare.

A destare particolare attenzione è il caso della Calabria: ben 78 milioni di euro, pari al 35% dell’intera cifra versata dallo Stato, sono stati destinati a risarcimenti in questa regione. Un dato impressionante se si considera che la Calabria conta appena 1,8 milioni di abitanti. Anche nel 2024 il trend si conferma: su 26,9 milioni complessivi di risarcimenti, 8,8 milioni (33%) sono stati erogati per detenuti ingiustamente incarcerati in Calabria.

Il legame tra ingiuste detenzioni e la gestione della giustizia

Molti degli errori giudiziari si concentrano su maxi-inchieste che hanno coinvolto centinaia di arresti. Tra i casi più eclatanti vi è quello che ha visto coinvolto l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di corruzione e abuso d’ufficio. Dopo un iter giudiziario travagliato, Oliverio è stato assolto con un giudizio che ha definito l’accusa come «evidente pregiudizio accusatorio». Tuttavia, il danno era ormai fatto: l’accusa aveva già messo fine alla sua carriera politica.

Un altro dato significativo riguarda la figura del procuratore Nicola Gratteri, che prima di guidare la procura di Napoli è stato a capo di quella di Reggio Calabria e di Catanzaro dal 2016 al 2023. Molti dei procedimenti che hanno portato a risarcimenti per ingiusta detenzione derivano proprio da indagini avviate sotto la sua direzione.

La separazione delle carriere: una soluzione possibile?

Il numero elevato di risarcimenti per errori giudiziari sembra rafforzare le argomentazioni di chi sostiene la necessità di una netta separazione tra la carriera del pubblico ministero e quella del giudice. Attualmente, il pm e il giudice fanno parte dello stesso ordine, vengono valutati dallo stesso organo (il Csm) e spesso appartengono alle stesse correnti. Questo potrebbe incidere sulla reale terzietà del giudice, soprattutto in quei casi in cui il peso mediatico dell’inchiesta spinge verso una decisione cautelare a favore dell’accusa.

L’introduzione della separazione delle carriere renderebbe il giudice un soggetto realmente terzo tra accusa e difesa, eliminando il rischio che il magistrato giudicante sia influenzato dal suo stesso percorso professionale o dalle dinamiche interne alla magistratura.

Conclusione

I dati sulle ingiuste detenzioni in Calabria rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Se da un lato l’errore giudiziario è inevitabile, dall’altro la concentrazione di tali errori in alcune aree e in determinati contesti giudiziari solleva dubbi sulla gestione della giustizia e sulla necessità di riforme strutturali. La separazione delle carriere potrebbe essere una delle risposte a questa problematica, garantendo un sistema giudiziario più equilibrato, in cui la tutela dei diritti fondamentali e la presunzione di innocenza siano sempre al centro dell’azione giudiziaria. (rr)