A Pizzo s’inaugura il murale dedicato a Maria Chindamo e alle “fimmani ribelli”

Domani mattina, a Pizzo, di fronte lo sportello Antiviolenza di Attivamente Coinvolte, sarà inaugurato il murale dedicato a Maria Chindamo ed a tutte le “fimmani ribelli” che con coraggio si oppongono a un sistema patriarcale e mafioso. Lo faremo nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. 

L’evento è stato organizzato da Libera VV in collaborazione con il Comune di Pizzo Calabro, l’Associazione Attivamente Coinvolte e il Liceo Artistico “D. Colao” di Vibo, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Da inizio anno sono 106 le donne uccise in Italia, più della metà per opera del partner o dell’ex. Numeri che preoccupano ancora di più se sommati a tutte le violenze fisiche e psicologiche subite ogni giorno. Ma, soprattutto, dietro i numeri ci sono storie, sentimenti, volti. Abbiamo scelto il volto di Maria perché è una donna della nostra terra, un’imprenditrice libera e coraggiosa. È stata uccisa perché la libertà di una donna non è tollerata in un sistema pervaso da una mentalità patriarcale e ‘ndranghetista.

È stata uccisa perché per loro una donna non è libera di amare e di vivere. Maria è una delle tante fimmani ribelli calabresi. Molte donne che si sono ribellate oggi vivono in sicurezza e circondate dai propri cari. Tante altre ancora subiscono violenza quotidianamente. Per questo è fondamentale la presenza di sportelli antiviolenza come quello di Attivamente Coinvolte, luoghi sicuri in cui una donna può trovare aiuto e rifugio.

Il murale sarà disegnato dalle studentesse e dagli studenti del corso serale del Liceo Artistico Colao. All’inaugurazione sarà presente anche il fratello dell’imprenditrice uccisa nel 2016, Vincenzo Chindamo(rvv)

A Laureana di Borrello ricordata Maria Chindamo con un concerto

di CATERINA RESTUCCIA – È con le parole di Don Pino Demasi, referente per la Piana di Gioia Tauro dell’Associazione Libera, che si possono cogliere i sentimenti di un evento come quello del concerto in ricordo di Maria Chindamo “Se i rumori della città che fanno silenzio iniziassero a parlare si potrebbe mettere fine a queste tragiche realtà” e con le medesime si può avviare allo stesso tempo un duro monito alla realtà territoriale di un’area a forte impatto malavitoso.

A Laureana di Borrello, cittadina di provenienza della giovane imprenditrice drammaticamente scomparsa e terribilmente trucidata, si è tenuto un incontro musicale di spessore “Maria è musica, la musica non è silenzio”. Pomeriggio 29 Settembre 2023 presso i locali della Casa della Musica, l’Associazione culturale musicale “Paolo Ragone” nell’iter della sua stagione concertistica ha voluto ricordare la concittadina scomparsa nel 2016, renderle omaggio, far ascoltare le note di ben tredici composizioni del noto e celebre Maestro Johann Sebastian Bach, eseguite brillantemente dal giovane pianista Francesco Grano, nonchè docente presso il conservatorio di Palermo.

Ad accogliere il nobile pubblico accorso sono stati gli interventi, con i rispettivi saluti, del Primo Cittadino di Laureana l’Avvocato Alberto Morano, il Presidente dell’Associazione “Paolo Ragone” Francesco Fruci e l’incipit del Maestro Managò.

A coronare degli stati d’animo più intimi, ma anche più significativi sul terreno del sociale, sono state le apostrofi del fratello di Maria, il Prof. Vincenzo Chindamo: “Stiamo camminando insieme, perché il silenzio è stato rotto”, sottolineando l’importanza del coraggio, della presa di consapevolezza di appartenere ad una terra che ha bisogno di parlare, di essere autonoma e libera, con l’auspicio di risvegliare coscienze e di ritrovare equilibri comunitari per il bene futuro della terra calabrese. (cr)

A Limbadi si ricorda Maria Chindamo

di MARIACHIARA MONACOSette anni di buio, di mancata giustizia, e di mancate verità. 

Ma la famiglia di Maria Chindamo non ci sta, non si arrende, e come ogni anno, avrà luogo a Limbadi il tradizionale sit-in in memoria della coraggiosa imprenditrice uccisa barbaramente dalla ‘ndrangheta, nel 2016.

Tra i partecipanti, ci saranno membri delle istituzioni nazionali, come Wanda Ferro, sottosegretario di Stato all’interno, insieme a Vincenzo Linarello e Giacomo Panizza, in rappresentanza di Goel che, attraverso un provvedimento del Tribunale di Palmi, è stato nominato come “curatore della scomparsa di Maria Chindamo”, in relazione alla sua azienda agricola.

Perché Maria era una figlia, una madre, una sorella, una donna, alla quale è stato tolto tutto, anche il proprio corpo, che ancora gli inquirenti non riescono a ritrovare, ma che secondo il collaboratore di giustizia Antonio Cossidente, è stato dato in pasto ai maiali.

Ma ritorniamo indietro, a quel maledetto 6 maggio 2016. Maria, come ogni mattina, stava per recarsi presso i terreni agricoli di famiglia, quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stata aggredita davanti al cancello della propria azienda da due o più persone.  A bordo dell’auto solo tracce di sangue e poco altro di utile. Fin dall’inizio l’attenzione degli investigatori si concentra sui diversi particolari che nessuno crede possano essere coincidenze: dall’assenza di alcuni operai che la donna avrebbe dovuto incontrare quella mattina, fino alla manomissione di una telecamera che avrebbe potuto immortalare i tragici attimi di quel giorno.

Nel luglio del 2019 qualcosa sembra smuoversi, con l’arresto di Salvatore Ascone, in passato coinvolto in diverse inchieste riguardanti la cosca Mancuso. Si tratta però di un falso allarme, infatti il Tribunale del Riesame prima e la Cassazione poi, a causa di prove insufficienti rimettono in libertà l’uomo.

Da anni, la famiglia di Maria Chindamo chiede che venga abbattuto il muro di omertà e di paura che soffoca l’intero territorio. Lo fa anche attraverso i più giovani: «Una volta – dice Vincenzo Chindamo, fratello di Maria – un ragazzo in una scuola mi ha chiesto se abbia mai pensato di farmi giustizia da solo. Ma parlare ai ragazzi, creare un indotto di pensiero contro la subcultura mafiosa è farsi giustizia da solo».

Diverse sono le ipotesi che aleggiano intorno all’omicidio della donna, a partire da quella  inquietante che Maria sia stata punita perché aveva “osato” interrompere la relazione con il marito, costruendosi man mano una vita sentimentale e lavorativa. Per questo secondo la cultura ‘ndranghetista, la donna andava punita, cancellata, attraverso quella che per i latini era la damnatio memoriae.

La seconda pista invece è quella delle attività economiche, che Maria stava portando avanti su terreni che deteneva insieme all’ex marito e che potevano essere quindi, reclamati da qualcuno. Secondo quanto ha riferito Cossidente, ex componente del clan lucano dei Basilischi, alla Dda di Catanzaro, Maria sarebbe stata uccisa per essersi opposta alla cessione di un terreno a Salvatore Ascone, indagato per l’omicidio dell’imprenditrice. Una storia di terreni e di confini, che ci riporta alla mente l’uccisione di un altro giovane di Limbadi, Matteo Vinci.

Ritornando sui passi dell’imprenditrice, non è casuale il luogo scelto dalla famiglia per il sit-in: alle porte dell’azienda agricola. Un segnale forte, e un’ulteriore occasione per non dimenticare e per pretendere giustizia. Vincenzo Chindamo non molla: «Fin quando sarò presente il 6 maggio, significa che avrò fiducia e speranza». (mm)

LIMBADI (VV) – Il sit-in in memoria di Maria Chindamo

Domani mattina, a Limbadi, alle 11, è in programma il sit-in in memoria di Maria Chindamo, promossa da Libera, Agape, comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria e Penelope Italia Odvvede le adesioni di scuole, associazioni, istituzioni e singole cittadine e cittadini che hanno scelto di condividere la richiesta di verità e di giustizia della famiglia.

Il sit-in vuole mettere al centro della riflessione il valore della memoria che si traduce in impegno, e vuole altresì sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle diverse forme di violenza di genere, maturate in contesti differenti e anche mafiosi, ribadendo l’importanza dell’adozione di una normativa regionale e di misure di civiltà che possano prevedere la presa in carico delle donne, a partire dal loro reinserimento lavorativo e sociale, condizioni imprescindibili per l’avvio di percorsi di fuoriuscita delle stesse da relazioni viziate.

Si parte con i saluti dei rappresentanti istituzionali e governativi, l’intervento di Vincenzo Chindamo, fratello di Maria. Seguiranno gli interventi di: Giuseppina Princi, vicepresidente della Giunta della Regione Calabria; Angelo Sposato, segretario regionale della CGIL Calabria; Giuseppe Borrello – Coordinamento regionale di Libera; Giovanna Vingelli – Centro di Women’s Studies Milly Villa, Università della Calabria; – Referente regionale/nazionale Penelope Italia, Nancy Cassalia per il Comitato Controlliamo Noi le terre di Maria Chindamo. I lavori saranno coordinati da Lucia Lipari – vicepresidente Agape, e si concluderanno con un flash mob a cura delle studentesse e degli studenti presenti. 

Dal 2016, il dolore dell’assenza di Maria si è tradotto nella solidarietà e nella vicinanza di un’intera comunità, che continua a stringersi intorno al fratello Vincenzo, ai figli ed alla madre. Così, ogni anno, proprio lo stesso giorno della scomparsa, si rinnova un impegno ed un appuntamento, davanti al cancello dell’azienda di Maria, in contrada Montalto, a Limbadi. Tutti insieme per ricordare Maria e rilanciare con voce unanime un messaggio di resilienza, che fa nascere dal dolore la forza e dalla rabbia la reazione per costruire insieme una Calabria Migliore

Tutto questo rafforza e sedimenta in percorsi la forte richiesta di verità che accompagna dal 2016 la famiglia Chindamo e un intero territorio. Una richiesta che si rivolge oggi più che mai a chi, collaborando in varie forme con istituzioni e con la giustizia, può conoscere cosa è realmente accaduto il 6 maggio del 2016 e cosa è accaduto a Maria Chindamo. (rvv)LIMBA

LIMBADI (VV) – Il 6 maggio il “Sit In per Maria Chindamo”

È in programma, per giovedì 6 maggio, alle 11, in contrada Moltalto di Limadi, il sit-in per Maria Chindamo, organizzato da Agape, Libera, il progetto “Mettiamoci una croce sopra. I giovani  verso il voto in Calabria”, il comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria e Penelope Italia  Odv, si è arricchita delle adesioni di associazioni, istituzioni e singole cittadine e cittadini che  hanno scelto di condividere la richiesta di verità e di giustizia.

 Il sit-in vuole essere un  momento di riflessione, di memoria, ma anche di confronto per consolidare percorsi già  intrapresi e costruire nuove progettualità. Vuole essere un momento in cui si ribadisce in  maniera collettiva e pubblica che la storia di Maria è la storia di tante cittadine e cittadini che  hanno scelto da che parte stare e che esiste una Calabria che rinasce anche da queste storie.

Dopo i saluti dei rappresentanti istituzionali e governativi, l’intervento di Vincenzo  Chindamo, fratello di Maria. Seguiranno gli interventi di: Stefania Paparo, presidente  regionale di Penelope Italia odv; Don Ennio Stamile, coordinamento regionale di Libera; Giovanna Vingelli, Centro di Women’s Studies Milly Villa, Università della Calabria;  Sabrina Garofalo, Controlliamo Noi le terre di Maria Chindamo. Concluderanno la giornata  le studentesse e gli studenti. I lavori saranno coordinati da Giulia Melissari, progetto educazione civica Agape.  (rvv)