Nicola Gratteri al master in Intelligence dell’Unical: Per contrastare mafie investire in tecnologie

di FRANCO BARTUCCI – «Per contrastare le mafie lo Stato deve investire in tecnologie. Attenzione al fentanil, una droga che potrebbe avere effetti devastanti anche per l’Italia».

Sono due pensieri di sintesi della lezione di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, ormai di casa all’UniCal, nell’ambito del Master sulla Intelligence, diretto dal prof. Mario Caligiuri, avente come tema: Le mafie, minacce alla sicurezza nazionale.

Gratteri ha iniziato la sua lezione citando il caso di una famiglia di ‘ndrangheta della provincia di Crotone, che ha ingaggiato degli hacker tedeschi per effettuare una sofisticata operazione di riciclaggio internazionale.

«Oggi il lavoro giudiziario – ha affermato – dimostra non solo quanto i mafiosi siano in grado di comprare e gestire alberghi, ristoranti, latifondi ma anche quanto la ‘ndrangheta sia capace di rivolgersi agli hacker».

In tale quadro ha evidenziato come le truffe online oggi provengano dall’est europeo e in particolare dalla Romania, dove le organizzazioni criminali si avvalgono di specialisti informatici molto validi, frutto di una tradizione di studio per la matematica maturata durante i regimi comunisti.

«Come già accaduto in Puglia con il contrabbando – ha proseguito –, oggi le forze di polizia devono inseguire le mafie dal punto di vista della tecnologia. Un’esigenza che si pone perché solo da 4 o 5 anni sono stati riattivati i concorsi nella pubblica amministrazione, compresi quelli delle forze di polizia. Si è registrato quindi un buco generazionale, perché non c’è stato ricambio e i governi non hanno investito in tecnologia».

Gratteri ha, quindi, ribadito come oggi i reati più gravi si commettano nel dark web, dove è possibile comprare di tutto: droga, armi, organi, bambini, oltre ad organizzare omicidi.

Ha proseguito affermando: «I mafiosi sono in grado di crearsi da soli delle piattaforme tipo whatsapp con cui comunicare in maniera criptata, ma le forze di polizia italiane, a differenza di quelle estere, che hanno investito ingenti somme per dotarsi di apparecchiature in grado di ascoltare le comunicazioni criminali nel dark web, non dispongono delle tecnologie adeguate per consentire un livello elevato d’intercettazione”. Ha quindi ulteriormente precisato che “quando mi si dice che le intercettazioni costano troppo, dico che non è vero, perché, ad esempio, la Procura di Napoli ha speso, in un anno, cinque milioni di euro d’intercettazioni, però ha sequestrato valori per centonovantacinque milioni di euro, quindi ha ottenuto un guadagno di centonovanta milioni di euro».

Il Procuratore di Napoli ha poi aggiunto che, «a livello normativo, bisogna consentire l’utilizzabilità delle intercettazioni dei reati riferiti alla pubblica amministrazione: concussione, corruzione, peculato, intercettati in procedimenti per i cui reati non è previsto l’arresto in fragranza».

Gratteri ha poi continuato sostenendo che «nel contrasto alle mafie, occorre prestare molta attenzione alla “zona grigia” che è spesso funzionale agli interessi in gioco. Infatti, c’è una mafia che controlla il territorio e c’è una mafia che controlla gli appalti e che ha un bisogno continuo di rapporti con la pubblica amministrazione».

Su questo tema ha poi rimarcato che «è utile il tabulato del mafioso, non perché nella conversazione parli di omicidi o altri reati, ma perché chiama un incensurato, che commetterà errori e più di tutti statisticamente è quello che, non abituato al rigore delle carceri, diventerà collaboratore di giustizia».

Il docente ha poi sostenuto che per contrastare le mafie è necessaria una conoscenza multidisciplinare: «Bisogna interessarsi di tutto. Non è solo un fatto materiale, bisogna conoscere la sociologia, la psicologia, le scienze perché servono per avere chiara la situazione delle mafie. Appunto per questo, è importante il lavoro di questo Master, dove coesistono tante discipline, apparentemente sconnesse, ma che in realtà sono importantissime per cogliere spunti essenziali per la comprensione della società e quindi anche del fenomeno mafioso, che per essere efficacemente contrastato ha bisogno di una visione all’interno della quale collocare il singolo reato».

«Chi lotta la mafia – ha proseguito – è proiettato in un mondo dove bisogna fare analisi, dove le persone che hanno ruoli di responsabilità devono essere guidati da una visione, senza la quale non si riuscirà a comprendere in pieno e in profondità il territorio e i suoi attori».

Per Gratteri, la situazione europea è ancora peggiore, perché a parte eccellenze tecnologiche di alcune polizie, la legislazione è poco efficace per contrastare le mafie. Ad esempio «Eurojust, Europol, Interpol, progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) le squadre investigative comuni, sono strutture che hanno una loro utilità nei rispettivi settori, ma presentano difficoltà sia a causa di mancanza di personale, sia per il fatto che, a livello internazionale, ogni polizia lavora a suo modo, con una sua sensibilità e una sua regolamentazione».

Inoltre, per il Procuratore di Napoli per svolgere indagini di qualità, oltre che creare delle sinergie tra le varie forze dell’ordine, «è necessario che ci sia un magistrato, un Sostituto Procuratore capace, autorevole e credibile che abbia la capacità e l’autorevolezza di dire chi fa cosa. Quando mancano questi dirigenti capaci di assumersi le responsabilità e di trasmettere tranquillità e sicurezza alle forze dell’ordine, le indagini non ottengono risultati e le procure non funzionano. Ecco perché è importante il fattore umano».

Gratteri ha, poi, effettuato una differenza tra la ‘ndrangheta e la camorra. Ha spiegato che ci sono tante camorre, con un’elevata capacità di utilizzare il dark web. Infatti, ha ricordato che a Napoli si producono i migliori passaporti falsi del mondo, alimentando un’attività illegale internazionale da cui trae vantaggio anche il terrorismo.

Ha poi ribadito il grave rischio che potrà presto esplodere collegato con la diffusione del Fentanyl, la droga degli zombie, che, prodotta in Cina ed esportata per ora prevalentemente negli Usa, sta causando effetti devastanti sui giovani. Per il docente, tra uno o due anni questa droga potrebbe invadere anche il nostro Paese con esiti devastanti.

Il docente ha anche affrontato i profili criminali della fornitura delle armi all’Ucraina, sulle quali ha suggerito di apporre un gps, in modo che siano immediatamente individuabili per evitare quello che è accaduto nel conflitto bosniaco, dove, terminata la guerra, le organizzazioni criminali hanno acquistato gli armamenti.

Gratteri ha concluso affermando che per avere degli Stati più liberi, più democratici, più competitivi c’è bisogno di contrastare efficacemente le mafie. Per cui occorre una forte volontà politica che fornisca strumenti globali per un problema globale. (fb)

Intelligence, Vito Felice Uricchio al master dell’Università della Calabria

Un grande ricercatore ospite dell’Università della Calabria. “Satelliti e sicurezza ambientale: le regole, le tecnologie e le pratiche”. è il titolo della lezione tenuta da Vito Felice Uricchio, Dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Il ricercatore ha approfondito il tema del massiccio aumento dei satelliti in orbita intorno al pianeta, introducendo il concetto di “dual use”, ovvero lo sfruttamento della massa di dati acquisiti dai satelliti sia di natura civile che militare, nonché dai sorvoli condotti da velivoli di ogni tipo.

Si pensi che nel corso del 2023 sono stati effettuati circa 300 lanci noti che hanno messo in orbita circa 6.000 satelliti noti, in aggiunta a quelli segreti.

I satelliti sono un presidio particolarmente importante per garantire la sicurezza dei Paesi sia attraverso piattaforme osservative e sia garantendo l’affidabilità delle comunicazioni, alla base dell’autonomia strategica dell’Ue.

I programmi satellitari, nazionali, europei ed internazionali, beneficiando dei protocolli di scambio di dati, creano una costellazione multi-orbitale di migliaia di satelliti, che garantisce all’UE servizi sicuri.

Questo aspetto è fondamentale per rafforzare la posizione europea tra i principali attori nello spazio, assicurando numerosi vantaggi, anche di carattere ambientale, sia per le Amministrazioni pubbliche che per i cittadini nella loro vita quotidiana.

Infatti, i programmi satellitari forniscono servizi governativi che spaziano dalla Difesa alla protezione ambientale, dalla tutela delle infrastrutture critiche alla conoscenza delle situazioni e alla gestione delle crisi.

Questi servizi – ha ribadito Uricchio – migliorano la resilienza dell’Italia e dell’UE.

Fornendo un’analisi numerica dei lanci satellitari relativa al 2023, il ricercatore ha poi focalizzato l’intervento sull’utilità strategica della costellazione multiorbitale di satelliti per la tutela, la conoscenza ed il monitoraggio ambientale.

In stretta connessione con la tutela ambientale, le inestimabili informazioni ottenibili dai satelliti e tutte le tecnologie sviluppate sia hardware che software, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale a supporto della elaborazione dati, costituiscono un elemento imprescindibile per il contrasto ai reati ambientali.
Occorre regolamentare la privacy e la proprietà privata, ha detto il ricercatore che ha sottolineato la crescente qualità e disponibilità dei dati fondata sulla visione multilivello fornita da satelliti operativi a diverse orbite, con il consistente contributo tecnologico dell’Italia quale importante operatore per il progresso scientifico.

Purtroppo, il contesto geopolitico attuale ed il ridotto dialogo collaborativo tra Stati limita l’integrazione dei sistemi di rilevamento satellitare.

Approfondendo la tematica criminale, Uricchio ha ribadito che l’utilizzo sistematico delle rilevazioni satellitari costituisce uno dei più pervasivi ed efficaci strumenti di contrasto ai crimini ambientali che sono caratterizzati, tuttavia, da un tasso di aumento annuo compreso tra a livello globale il 5% e 7% provocando danni calcolabili in perdite stimate tra i 110 e i 281 miliardi di dollari all’anno.

I crimini contro la natura sono attualmente la terza attività criminale più redditizia al mondo, preceduta solo dal traffico di droga e dalla contraffazione e dal contrabbando di armi.

La criminalità ambientale transnazionale è diventata il principale motore finanziario del conflitto sociale, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza.

I percorsi dello sviluppo sostenibile devono riconoscere apertamente e mitigare i rischi posti dalla criminalità ambientale transnazionale alla sicurezza nazionale.

In molti Paesi i crimini ambientali non vengono considerati una priorità, con conseguente mancanza di una risposta governativa corale, adeguata e proporzionata.

Il ricercatore si è soffermato sulla tematica del disboscamento con le accezioni legate alla narco-deforestazione, ma anche all’estrazione illecita di minerali fortemente richieste dai mercati per la transizione ecologica ed ecologica in atto.

L’estrazione illegale di nichel e cobalto, occorrenti per la produzione di batterie, provoca devastazioni di ampie porzioni di territorio, con conseguenze significative anche sulla biodiversità e sulla salute umana per le possibili conseguenze di zoonosi.

In particolare, nella foresta Amazzonica assistiamo a ondate di violenza scatenate dal traffico minerario illegale con la presenza di gruppi armati transfrontalieri e unità di polizia militare canaglia che supervisionano e proteggono tali operazioni minerarie illegali.

Ulteriori impatti che i satelliti sono in grado di evidenziare si riferiscono alle colture intensive legate all’industria alimentare ed energetica (in particolare per la produzione di olio di palma), includendo altresì, le produzioni connesse alla industria della “carta monouso” innescato dallo stop all’uso di plastica monouso di cui alla Direttiva 104 del 2019.

Concludendo la panoramica informativa sui fenomeni criminali ambientali, Uricchio ha posto, quale massimo strumento di monitoraggio e controllo, il “proximal soil sensing”, ovvero l’utilizzo di strumenti capaci di verificare l’inquinamento del suolo, amplificando notevolmente le potenzialità del telerilevamento sia da piattaforma aerea che satellitare.

L’integrazione dei dati multilivello, arricchita dall’implementazione della Ia, costituisce il presente e il futuro della tutela ambientale.

Citando i progetti satellitari italiani, quali il Mirror Copernicus, il Cosmo SkyMed, i Sentinel 1, 2 e 3, il ricercatore ha delineato le funzioni applicative del data fusion e delle immagini satellitari iperspettrali, dati inestimabili per il contrasto ai reati ambientali e per l’osservazione dell’inquinamento del suolo.

Uricchio ha concluso l’intervento specificando che la tecnica analitica spettrale converge sulla progettazione, realizzazione e utilizzo di un microsatellite ambientale rivolto alla change detection spettrale, ovvero al processo di identificazione delle mutazioni del territorio in un particolare intervallo temporale mediante sensori capaci di captare minimi cambiamenti nell’uso del territorio. (rcs)

Oggi in Senato audizione del presidente della Società Italiana di Intelligence Caligiuri

Alle 12, ci sarà l’audizione in Senato, presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, del prof. Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence.

La Commissione è presieduta dalla Senatrice vita Liliana Segre.

I lavori verranno ripresi da Radio Radicale e trasmessi sul canale satellitare e sulla web-TV del Senato. (rrm)

Mario Caligiuri ha curato la voce ‘Intelligence’ nell’Enciclopedia di Treccani

Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e docente all’Università della Calabria, ha curato la voce Intelligence nella X Appendice dell’Enciclopedia Italiana pubblicata da Treccani.

Secondo Caligiuri, infatti, la sicurezza è fondamentale ma va equilibrata con la libertà e «l’intelligence può rappresentare un sistema cognitivo indispensabile, da studiare scientificamente nelle scuole e nelle università». Poi, viene affrontato il rapporto tra intelligence e democrazia, che rappresenta, secondo la lezione di Giorgio Galli, «uno strumento per stabilizzare le democrazie occidentali [e] “può essere interpretata come un mezzo per difendere la democrazia da sé stessa e dalle sue degenerazioni».

Per Caligiuri, l’intelligence dal 1945 ha attraversato quattro fasi, quella della guerra fredda, quella economica fino al 2001, quella del sostegno alle decisioni politiche e dal 2015 quella di contrasto al terrorismo e della dimensione cyber.

Nel futuro, «gli attori politici internazionali più che gli Stati saranno le multinazionali finanziarie e le megalopoli» e l’intelligence sarà chiamata a svolgere la funzione di tutelare l’interesse nazionale e la continuità dello Stato, mentre sul piano tecnologico, l’intelligenza artificiale e lo sviluppo dell’informazione quantistica cambieranno radicalmente l’intelligence.

«La disinformazione – ha proseguito – rischia di essere ulteriormente ampliata dai deep fakes, contenuti multimediali che rendono indistinguibile il vero dal falso». Il crescente disagio sociale e il terrorismo ideologico e religioso, insieme alle mafie, rappresenteranno concrete minacce, rendendo fondamentale l’intelligence.

«Sul piano culturale – ha rilevato Caligiuri – una chiave per fronteggiare i fenomeni è l’educazione”, che consente di prestare “attenzione ai segnali deboli che possono provocare conseguenze impensabili». (rcs)