Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo: Narrazione di Occhiuto è lontana da realtà emergenziale

I capigruppo della minoranza del Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto), hanno evidenziato come «la narrazione che Occhiuto fa della Calabria sui media e sui social non corrisponde alla realtà. Periodicamente faremo incontri di questo tipo per rendere conto ai cittadini della situazione reale in cui ci troviamo».

I tre, infatti, hanno discusso a Lamezia Terme di alcuni delle principali criticità che la Regione si trova ad affrontare.

La conferenza è stata introdotta dal capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua che spiegato il senso dell’iniziativa ed espresso la propria preoccupazione in ordine all’accelerazione impressa al Senato sull’autonomia differenziata.

«Siamo davanti ad un provvedimento che dividerà l’Italia in due e che verosimilmente sarà approvato senza la definizione e il finanziamento dei Lep, rimanendo così legato alla spesa storica – ha detto Bevacqua –. Un provvedimento che va bloccato e sul quale il presidente Occhiuto continua a fare il gioco delle tre carte. Pe questo invitiamo il presidente a chiarire definitivamente la propria posizione sul tema. Se davvero Occhiuto ritiene che sui Lep si giochi una partita fondamentale per il futuro della Regione, venga in Consiglio e chieda all’intera Assise di diventare protagonista supportando e sostenendo ogni iniziativa a difesa della Regione. Noi ci siamo e ci saremo sempre nel sostenere una battaglia contro questa sciagurata riforma».

«Chiediamo, però, al presidente Occhiuto – ha concluso – di passare dalla parole ai fatti producendo atti formali e sostanziali in difesa di diritti fondamentali dei cittadini, a partire dal diritto alla salute e da quello all’istruzione».

Il capogruppo del M5s Davide Tavernise si è soffermato sulle criticità emerse dall’ultimo giudizio di parifica della Corte dei Conti.

«Rimangono praticamente immutate le criticità sui conti della sanità e sul buco formato negli anni dalle partecipate regionale –ha detto Tavernise – Le riforme del centrodestra annunciate da Occhiuto e rimaste sulla carta non hanno funzionato, anzi due di esse sono finite sotto il focus dei magistrati contabili. Mi riferisco a Sorical e Consorzi di bonifica che rischiano di mettere in crisi il bilancio regionale dei prossimi anni».

Lo Schiavo, invece, ha voluto sottolineare come ci sia «un’opposizione in Consiglio regionale, che vuole dare un contributo serio e responsabile e che cerca di compensare lo strapotere della Giunta regionale».

«Il presidente Occhiuto – ha detto – ama molto la comunicazione diretta con i cittadini attraverso i social e predilige una narrazione dinamica e positiva. Alla stessa, però, non sempre corrisponde la realtà dei fatti e noi abbiamo il dovere di contrapporre a questa narrazione una visione più aderente a ciò che oggi vivono realmente i cittadini calabresi. Riportando il dibattito alla realtà incontrovertibile che emerge dai numeri».

Il consigliere, poi, si è soffermato sul report della Banca d’Italia sull’economia calabrese.

«Ciò che emerge è che dopo la pandemia – ha rilevato – la Calabria subisce un nuovo arretramento della crescita economica, qui più lenta che altrove, che ci riporta indietro a problemi atavici e strutturali. Il quadro non è infatti differente rispetto agli anni precedenti: tasso di disoccupazione altissimo, specie nella componente femminile e giovanile; meccanismi di lavoro precario legati per lo più ai servizi e al turismo stagionale; un’industria che arretra nuovamente; l’export che non decolla. In altre parole: una regione ferma nonostante l’enorme flusso di denaro pubblico frutto dei fondi Pnrr e della programmazione comunitaria, che avrebbero dovuto produrre un moltiplicatore di ricchezza che, nella realtà, non c’è e non produce ricadute positive nell’economia reale».

«Il dato politico è che questa mancata crescita non è più una congiuntura – ha detto ancora – non è una parentesi momentanea: il governo del centrodestra va avanti ormai da quasi cinque anni, quindi oggi chi governa deve assumersi la responsabilità di prendere atto della situazione reale della nostra regione, leggendo i dati in maniera oggettiva. E i dati dicono che c’è una grande sofferenza economica, che si è indietro sulla spesa del Por, che c’è un livello occupazionale drammatico con un tasso di disoccupazione al 16,8 per cento. Cosa farà la maggioranza? Chiederà il contributo all’opposizione o continuerà a ritenersi autosufficiente?».

«Sull’Autonomia differenziata, infine – ha concluso – è chiara la richiesta a Occhiuto che noi da tempo facciamo: vuole rappresentare la sua parte politica o la sua regione e i suoi concittadini? Ce n’è abbastanza affinché parta una grande mobilitazione della società civile, dei corpi intermedi calabresi, in una regione che deve necessariamente cambiare davvero passo a partire dal riconoscere la realtà delle cose oltre ogni narrazione e propaganda». (rcz)

 

Sangregorio (Misto): Ai giovani va ricordata l’importanza del 2 giugno

L’on. Eugenio Sangregorio del Misto, ha ribadito che è importante ricordare e sottolineare ai giovani l’importanza rappresentata dal 2 giugno.

Non solo per il significato, «ma, soprattutto – ha spiegato Sangregorio – perché solo da allora esiste la libertà di cui talvolta neppure ci accorgiamo: la libertà che oggi ci appare negata a causa del virus che continua a perversare; ma proprio a causa di questo ci rendiamo conto di quanto importante sia, e sia stata così importante inserirla nella Carta costituzionale».

«Sono molti gli avvenimenti storici – ha spiegato – che ricordano le date gloriose o importanti nella vita della nostra penisola, ma certamente la data del 2 giugno rappresenta la più significativa. Non solo per l’avvenuto passaggio dalla monarchia alla repubblica, ma anche per altri tre motivi : la votazione a suffragio universale, la prima volta del voto alle donne e in ultimo la scelta delle persone che avrebbero predisposto la Costituzione, ovvero i costituzionalisti, eccellenti uomini e donne tramite i quali l’attuale Costituzione, pur con qualche modifica avvenuta nel corso degli anni, é ancora attuale. Oggi i padri costituzionalisti non ci sono più, l’ultimo fu Emilio Colombo, allora il più giovane tra i 556 eletti. Per la precisione, la prima occasione del voto alle donne non fu però il referendum del 2 giugno 1946, bensì le amministrative di qualche mese prima che videro una affluenza femminile alle urne di oltre l’89%».

«Fino a due anni fa – ha proseguito – a Roma si celebrava la ricorrenza con una grandiosa sfilata di bande musicali che accompagnavano i vari componenti delle forze armate in presenza del Capo dello Stato e dei principali personaggi del Corpo parlamentare, oltre all’affascinante passaggio delle Frecce Tricolori. La pandemia, purtroppo, non ha più consentito questa celebrazione, ma nella mente e nel cuore di tutti rimane pur sempre presente il significato di questa festa».

«Ai giovani e alle donne, soprattutto – ha concluso – va il mio pensiero e il mio impegno a proseguire nel lavoro parlamentare per un totale equilibrio nella partecipazione e nella presenza in tutti i settori della vita sociale.  Che sia un 2 di giugno di totale ripresa». (rp)