PALMI (RC) – Sabato il concerto di Danilo Rea e le stelle del canto

Sabato 22 marzo, a Palmi, alle 21.15, al Teatro Manfroce, si terrà il concerto Danilo Rea e le stelle del canto.

Il concerto è organizzato da Ama Calabria Ets e si realizza con il sostegno del Ministero della Cultura direzione Generale Spettacolo e della Regione e della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Si tratta di uno spettacolo che propone un percorso musicale inedito, di grande impatto culturale e poetico, attraverso alcune arie famose in tutto il mondo dei grandi compositori italiani, eseguite dalle indimenticabili stelle della lirica. Uno spettacolo visivo e sonoro, arricchito dalla proiezione di video con immagini storiche di repertorio, registrate in bianco e nero, insieme a suggestive e originali opere d’arte contemporanea.

La magistrale interpretazione di Danilo Rea esalta il valore artistico delle voci tratte dalle storiche registrazioni e dalle inedite immagini video. In un’armonica contestualizzazione tra melodie e improvvisazione musicale. Una nuova esperienza culturale ed emotiva, che traendo forti ispirazioni dalle arie più amate, trasporta gli spettatori in una dimensione di viva partecipazione artistica. (rrc)

A Locri e Palmi “Il Leone d’inverno”

A Locri e a Palmi, questo weekend, andrà in cena “Il Leone d’Inverno”, lo spettacolo tratto da The Lion in Winter di James Goldman, traduzione di Roberta Conti, per la regia di Nicasio Anzelmo.

Sabato 15, la pièce andrà in scena alle 21 all’Auditorium Palazzo della Cultura, nell’ambito della XXXI Stagione Teatrale della Locride 2024-2025 e domenica 16 marzo a Palmi alle 18.30 al Teatro comunale Manfroce, nell’ambito delle Stagioni Teatrali di Calabria.

Gli spettacolo rientra nell’ambito delle rassegne a cura del Centro Teatrale Meridionale e di Teatri calabresi associati, per la Direzione artistica di Domenico Pantano, animerà la vita culturale calabrese nel prossimo weekend.

L’opera teatrale, interpretata dagli attori Viola Graziosi e Maximilian Nisi, e da Francesco Di Cesare, Sofia Graiani, Davide Ingannamorte, Davide Pandolfo, Giulio Tropea, è prodotta da Teatro della Città, scene e costumi di Vincenzo La Mendola, musiche originali di Giovanni Zappalorto e Andrea Nicolini, aiuto alla regia Chiara Barbagallo.

È la vigilia di Natale dell’anno 1183. Alla corte di Enrico II, uno dei re più spietati che la storia abbia mai conosciuto, a cui non restano più molti anni da vivere, la successione del trono alimenta viscide e repentine alleanze tra i figli del sovrano. Tutti aspirano alla corona per motivi differenti: Riccardo Cuor di Leone è mosso dalla sete di conquista, Goffredo cerca la gloria, Giovanni senza terra è accecato dall’avidità. 

Eleonora d’Aquitania, l’astuta e manipolatrice moglie di Enrico II, animata dal risentimento e da un fiero desiderio di vendetta nei confronti del sovrano, usa i suoi figli come pedine di una scacchiera. Accecata dal desiderio di vendicarsi del marito, che la tiene prigioniera nelle torri del castello, Eleonora complotta l’abdicazione di Enrico II a favore del suo preferito Riccardo. 

In quei pochi giorni, i corridoi e le camere del castello diventano teatro di orrende cospirazioni, violente liti, scenate di gelosia. Ma Giovanni, primogenito e legittimo erede al trono, è deciso a tenere per sé l’intero regno. Con l’aiuto di Filippo, re di Francia, ha messo a punto un piano ingegnoso per avere tutto e subito. Alla fine, il risultato sarà una nuova distribuzione dei poteri all’interno del regno, soprattutto nelle mani di Eleonora.

Uno spettacolo dalle tinte forti, che mescola sete di potere e passioni familiari, e lancia un monito sul disfacimento dei rapporti a causa della avidità e della aridità. Come dice la stessa Eleonora di Acquitania: “Noi siano l’origine delle guerre. Gli assassini siamo noi. Noi alimentiamo la guerra. La portiamo dentro di noi, come la sifilide. Ma, non possiamo semplicemente amarci un poco? È così che comincia la pace. Abbiamo tante ragioni per amarci. Abbiamo tante possibilità, figli miei, potremmo cambiare il mondo”(rrc)

 

PLAMI (RC) – Al Teatro Manfroce “Il malloppo”

Domani, al Teatro Manfroce di Palmi, andrà in scena lo spettacolo “Il malloppo” di Joe Orton, con la regia di Francesco Saponaro e con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Synergia 49 promossa dall’Associazione Amici della Musica Manfroce, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2024 della Regione Calabria.

Sabato 1° marzo, invece, “M’accompagno da me”, scritto e interpretato da Michele La Ginestra per la regia di Roberto Ciufoli. Un one man show in cui il teatro diventa un’improbabile aula giudiziaria, nella quale si alternano e interagiscono, ma non perorare cause, avvocati, imputati, incredibili personaggi delle favole, persino un prete.

Questi spettacoli arrivano dopo la messa in scena di “Una donna per tutte le stagioni” con Lucrezia Lante della Rovere, accompagnata da Patrizia Bettotti al violino, Giancarlo Trimboli al violoncello e Corrado Ruzza al pianoforte.

Impersonando donne molto diverse tra loro, volando come un pettirosso su campi di gelsomini e come un’ape tra i fiori di ginestra, Lucrezia Lante della Rovere è stata una “Una donna per tutte le stagioni”. 

«La leggerezza e l’ironia dei dodici ritratti di donna hanno fatto da contraltare alla profondità della poesia di Emily Dickinson e all’intensità delle note di Cajkovskj. Uno spettacolo pregno di emozioni ma anche giocoso perchè noi attori siamo eterni bambini che giocano sul palcoscenico», ha sottolineato Lucrezia Lante della Rovere che nel suo ultimo ritratto ha impersonato una donna sul punto di partorire. Un richiamo a “Speriamo che sia femmina”, film con il quale nel 1986, diretta da Mario Monicelli, ha debuttato sul grande schermo.

«La drammaturgia originale di Silvia Felisetti è liberamente ispirata a Emily Dickinson, al suo amore per la natura. Per celebrare le stagioni la poesia di Emily Dickinson e la sua nota passione per i giardini, ci sono sembrate ideali. Così è nato questo progetto», ha spiegato la violinista Patrizia Bettotti.

«Uno dei più celebrati compositori russi e una schiva poetessa americana, per uno spettacolo che unisce due mondi distanti e contrapposti, specie in questo momento storico. Ma l’arte e la musica hanno questo talento: uniscono sempre, al di sopra di tutto. Che sia un messaggio di speranza», ha sottolineato il pianista Corrado Ruzza. (rrc)

OSPEDALE DI PALMI, MA QUALE URGENZA?
LA PIANA LO STA ASPETTANDO DA 17 ANNI

di ERNESTO MANCINI – Quello del nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro è un triste argomento di malapolitica e malaburocrazia, su cui bisogna andare subito al dunque, perché c’è molto da dire. Vado per ordine e per sintesi.

1) Gli incredibili ritardi del procedimento

Sono passati oltre 17 anni dall’Accordo di Programma tra lo Stato e la Regione Calabria del 13 dicembre 2007 nel quale si prevedeva la realizzazione di quattro nuovi ospedali per la nostra Regione (Sibaritide, Vibonese, Piana di Gioia Tauro e Catanzaro) all’esito di unevidente insufficienza delle strutture esistenti. L’accordo derivava da clamorosi e diffusi casi di malasanità per carenza di adeguati presìdi ospedalieri. Infatti, già allora la realizzazione di tali ospedali veniva dichiarata di “somma urgenza” con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri Prodi nella settimana successiva (21 dicembre 2007).

Per la provincia di Reggio Calabria il nuovo ospedale veniva ubicato nella città di Palmi a poche decine di metri dall’autostrada. Da allora ad oggi si sono verificati ritardi inaccettabili per tutti gli ospedali programmati. Nessuno di questi è stato realizzato. Per Palmi i ritardi sono ancora più gravi e si possono così riassumere: dall’accordo di programma Stato/Regione al bando di gara per la costruzione: 3 anni,7 mesi e 19 giorni (13.12.2007- 1.8.2011); dal bando di gara al contratto: 3 anni, 9 mesi e 7 giorni (1.8.2011– 8.5.2015); dal contratto alla presentazione del progetto definitivo ai soli fini della conferenza dei servizi: 3 anni e 6  mesi(8.5.2015- 8.11.2018); dall’indizione della conferenza dei servizi per il progetto definitivo alla chiusura positiva di tale conferenza con prescrizioni 2 anni, 3 mesi, 3 giorni (8.11.2018 – 11.2.21).

Ad oggi, febbraio 2025, il progetto definitivo è stato presentato ma deve essere ancora approvato e, di conseguenza, manca il progetto esecutivo sicché l’apertura del cantiere non è neppure alle viste (!!).  

Qualsiasi cittadino, che pure non conosca i meccanismi degli appalti per opere pubbliche, si rende perfettamente conto che si tratta di tempi assolutamente inaccettabili e, pertanto, contro legge. Sono stati infatti violati l’art. 97 della Costituzione che impone il buon andamento della pubblica amministrazione (rapidità, efficacia, efficienza), tutte le norme di cui al capo primo della legge 241/90 che non ammette ritardi sulla tempistica e impone la responsabilità dei procedimenti amministrativi;infine è stato violato l’intero impianto delle norme sugli appalti (D.Lgs.50/2016) che impongono di fare bene ma anche in tempi congrui.

2) Sgombrare il campo da false giustificazioni

Nel corso degli anni per questi ritardi sono state prospettate da parte Regionale varie difficoltà relative al terreno o alla procedura. Invero tutte le giustificazioni sono prive di fondamento: per rimuovere poche decine di metri di tuboli di irrigazione di asserito valore archeologico si sono impiegati due anni; per la rimozione di un elettrodotto che interferiva sul terreno, oltre sette anni. Si è pure asserito che il terreno presentava problemi di radioattività poi smentite da ulteriori indagini specifiche. Sono stati fatti più scavi in più anni per eventuali altri impedimenti archeologicisenza alcun esisto ostativo.

Nessuna influenza aveva avuto anche la crisi finanziaria della ditta Tecnis (due-tre anni per la sua sostituzione) perché si verificava in un periodo in cui si doveva elaborare il progetto definitivo e perciò ancora nessun impiego di capitali per il cantiere che impegnassero la capacità finanziaria della ditta. Ed infatti il progetto definitivo fu commissionato e presentato per la conferenza dei servizi nel 2018. Ancora oggi, dopo sette anni dal 2018 (!!) il progetto definitivo deve essere approvato ai fini del successivo progetto esecutivo e l’apertura del cantiere.

Tutti i riferiti ostacoli sono assolutamente ordinari per un progetto di opera pubblica ospedaliera, tanto che qualsiasi responsabile del procedimento non potrebbe che rallegrarsi per tale ordinarietà rispetto ad ostacoli ben più complessi od insormontabili che possono presentarsi per le opere pubbliche. In nessun caso valgono 17 anni di ritardi più gli altri che si prospettano, quattro –cinque per la costruzione e l’attivazione, che portano già di sicuro a ben oltre il ventennio (sostantivo già triste di suo).

3) I danni sociali ed economici

Contro tali ritardi l’associazionismo civico, ed in particolare l’Associazione Prosalus di Palmi, si batte con continuità per la tutela della salute nella Piana e rivendica senza soste il diritto dei cittadini della Piana a questa struttura. L’associazione nonsi è mai limitata a proteste velleitarie, generiche od episodiche né a visite di cortesia presso la regione ed ha puntualmente documentato ogni ritardo ed ogni danno che una siffatta inconcludenza ha cagionato e tuttora cagiona alla comunità della Piana (bacino di utenza di oltre 150mila abitanti).
Tutto ciò, a parte le numerose manifestazioni di protesta, gli accessi al procedimento per informare la comunità, gli innumerevoli viaggi in Regione a Catanzaro e Reggio (Presidenza, Assessorato, Consiglio Regionale) per riunioni e tavoli tecnici dai quali non è sortito granché se non prospettazioni generiche promesse vaghe e comunque puntualmente disattese. Per l’accesso agli atti ed alle informazioni, per ben due volte si è dovuto fare ricorso (con successo) al difensore civico oppure si sono sempre dovuti aspettare da 30 a 60 giorni per avere poi solo risposte elusive ed in burocratese.

In apposito atto di controllo sociale e di denuncia civica denominato “Contatempo/danno” che a cadenza mensile viene aggiornato ed inviato per memoria e mònito alle Autorità competenti, Prosalus ha determinato e dimostrato tali danni.

A decorrere dal 2015, anno in cui, a tutto concedere, l’ospedale avrebbe dovuto essere realizzato essendo già previsto con somma urgenza già dal 2007, i danni a causa della mancata realizzazione della struttura nel territorio sono i seguenti: non sono stati effettuati 165.780 ricoveri; non sono state erogate 1.193.655 giornate di degenza né 48.480 day hospital. Non sono state effettuate 6.127.620prestazioni ambulatoriali né 569.220 prestazioni di pronto soccorso. Inoltre, si sono persi 1.325 rapporti di lavoro (senza contare il turn over) e 48.495.000 ore di lavoro per assistenza ospedaliera.

Ancora: non sono stati introitati € 1.740.704.490 da prestazioni di ricovero e ambulatoriali remunerate da finanziamenti pubblici e privati e non sono stati spesi € 1.682.878.380 che avrebbero generato reddito per le persone e le famiglie delle maestranze, redditi di impresa e altri ricavi diretti o per l’indotto dell’intera Piana di Gioia Tauro e di altre zone. Vi è molto altro che qui per brevità non si menziona.

Si badi bene che tutti i descritti valori di danno sono approssimativi perdifetto ed al netto delle prestazioni erogate dall’Ospedale di Polistenaunico presidio della zona rimasto dopo la chiusura degli altri. Tali valori sono dimostrati in dettaglio nel citato documento contatempo/danno accessibile in qualsiasi momento sul sito www.prosaluspalmi.it. Nessuna autorità, locale o centrale può dire di non sapere il dettaglio anche se la disfunzione è evidente.

Ancora peggio: la mancanza della struttura ha comportato migrazione sanitaria infra ed extra regionale con i relativi disagi soprattutto per le famiglie meno abbienti e prive di adeguato reddito per costosi soggiorni altrove. L’ospedale metropolitano di Reggio Calabria è stato appesantito per l’inadeguatezza dell’assistenza ospedaliera della Piana.L’implementazione delle liste d’attesa per degenze e servizi vari, con conseguenze favorevoli solo per il privato, sono state peraltro logica conseguenza di tutto ciò.

Insomma, danno su danno e danno che genera altro danno.

4) Le responsabilità

Le responsabilità di quanto sopra sono ascrivibili per intero alla classe politica e tecnico-burocratica della Regione senza alcuna eccezione.

Per quanto riguarda la classe politica dal 2007 ad oggi, ogni diversa compagine si è succeduta alla guida della Regione: Loiero (centro-sinistra) dicembre 2007 – aprile 2010; Scopelliti (centro-destra) aprile 2010 – aprile 2014; Stasi (centro-destra) aprile – dicembre 2014; Oliverio (centro-sinistra) dicembre 2014 – febbraio 2020; Santelli (centro-destra) febbraio – ottobre 2020; Spirlì (centro-destra Lega) ottobre 2020 – ottobre 2021; Occhiuto (centro-destra) da ottobre 2021 ad oggi e con mandato in scadenza al 2026.

Per quanto riguarda la dirigenza tecnico-burocratica dal 2013 a tuttora il R.u.p. (responsabile unico del procedimento) è sempre stato lo stesso dirigente. Ugualmente dicasi per l’ufficio regionale di edilizia ed investimenti sanitari salvo il recente rinnovo del vertice (agosto 2024).

4) Le promesse e gli impegni d’onore

Le promesse per la realizzazione dell’ospedale e di soluzioni per superare i problemi burocratici si sono dimostrate pure illusioni. La comunità è stata ripetutamente disillusa e le aspettative di vedere finalmente realizzata una struttura sanitaria adeguata sono state continuamente disattese.

Tra le tante promesse si citano quella del Presidente Oliverio (centro-sinistra) che, appositamente invitato insieme al R.U.P. in un Consiglio Comunale aperto all’intervento del pubblico in data 10 maggio 2018, si impegnava ad aprire il cantiere non appena fosse stata sbloccata la crisi della ditta Tecnis (sblocco che avvenne il 30.10.2019 con l’assegnazione dell’appalto alla subentrante ditta D’Agostino). Nulla invece si è realizzato(Oliverio cessava il suo mandato nel febbraio 2020).

Si è fatto e si fa tuttora molto affidamento sul Presidente subentrante Occhiuto (2022) il quale, poco dopo il suo insediamento, si impegnava alla realizzazione del Nuovo Ospedale, come degli altri previsti nell’accordo di programma Stato/Regione, entro la fine del suo mandato 2026 (riunione a Catanzaro del22.11.2022 come riportata anche dalla stampa).

Il cronogramma regionale del Nop, disatteso in ogni sua parte

Con proprio decreto(programmazione 2022-24) egli programmava per il dicembre 2024 lavori per il 5% dell’importo del contratto ed entro il dicembre 2024 del 40%. Ciò confermava la prospettiva di chiudere con la costruzione dell’ospedale entro il mandato (2026) o comunque subito dopo. Anche tali prospettive sono cadute nel nulla.

Va sottolineato che, quando gli amministratori pubblici fanno affermazioni pubbliche sui media o in riunioni operative, gli impegni politici diventano, a mio avviso, anche impegni d’onore. Questi impegni creano grandi aspettative per le popolazioni interessate ma altrettante grandi delusioni ove non siano rispettati. Poi, dopo 17 anni, alla delusione seguono lo sconcerto e la totale sfiducia.

5) Le nuove pessime notizie  

Più di recente è accaduto che avendo la ditta appaltatrice presentato alla Regione il progetto definitivo col nuovo piano economico finanziario (2023 P.E.F.) le somme necessarie per la realizzazione dell’ospedale sono passate da 152 milioni a 293 milioni con un incremento di 141 milioni (+ 93% cioè il doppio (!!!!) rispetto a quanto previsto in sede di bando di gara e successivo contratto di appalto (anni 2011 e 2015).

Ciò era prevedibile stante l’assurdo tempo trascorso a causa dell’inconcludenza della componente politica e tecnico-burocratica della Regione in tutti gli anni precedenti. Analoghi aumenti hanno riguardato anche gli Ospedali di Vibo e della Sibaritide previsti a seguito dell’accordo di programma del 13 dicembre 2007 (Sibaritide, ospedale fotocopia del Nop, 292 milioni come da decreto n 80 del 28 marzo 2024). Tutti i danni sopra indicati vanno pertanto moltiplicati per tre.

Con decreto n. 84 del 5.4.24 è stato approvato un atto di indirizzo per il reperimento dei maggiori oneri per l’Ospedale della Piana, giustificato, si legge nel provvedimento, da “varianti progettuali” (varianti normative, aree esterne, modifiche strutturali, varianti distributive dell’edificio), e che “i costi di produzione hanno subìto anomali incrementi per effetto del contesto macroeconomico dovuto all’ emergenza Covid 19, aggravato dal conflitto russo-ucraino”. Ciò ha determinato, si precisa ancora nel provvedimentodifficoltà di reperimento delle materie prime, aumento di prezzi dell’energia, aumento significativo dei prezzi di materiale di costruzione”.

Va da sé che i nuovi maggiori costi non ci sarebbero stati se l’Ospedale fosse stato realizzato in tempi accettabili ovvero, cinque, sei o a tutto concedere, sette, otto, ma anche nove anni dal 2007 e non invece i diciassette anni fin qui trascorsi ed almeno altri cinque da preventivare posto che il cantiere non è stato ancora aperto. Il tempo, fatto colpevolmente trascorrere, è invero la principale causa di ogni sciagura di questo appalto.

Il danno da ritardo eccessivo non si limita alle maggiori somme ora richieste. Queste somme sono ben poca cosa rispetto agli ulteriori e rilevanti danni economici e sociali che derivano dal ritardo documentato al precedente punto n. 1. Il nuovo Ospedale si sarebbe ripagato per decine di volte se fosse stato attivato per tempo.

6) La situazione attuale. Le ginocchia di Giove.

In una dichiarazione pubblica di questi giorni il Presidente Occhiuto ha precisato quanto segue: […] «ho chiesto al governo di darmi una mano per concludere i tre grandi ospedali. Sibari procede e sarà completato prima della fine della legislatura, a Vibo c’è stato un incontro con il concessionario e aggiorneremo il piano finanziario per accelerare i lavori. Sulla Piana il concessionario ha chiesto 190 milioni in più, noi siamo disponibili ad un aggiornamento del Pef (piano economico finanziario – n.d.r..)  Mi sto assumendo tantissime responsabilità e rischio di essere rincorso dalla Corte dei Conti per i prossimi decenni. Però l’ho fatto perché altrimenti non l’avremmo finito (…) ho fiducia»).

Dopo avere sbloccato nel 2024 l’ospedale della Sibaritide che presentava identica necessità di nuovi fondi a quella del Nop (i due ospedali sono fotocopia l’uno dell’altro per progettazione, dimensione, ditta appaltatrice, ecc. ecc.) ora il Presidente tenta di sbloccare il resto. Gli si può dare fiducia nonostante i gravi inciampi in cui è incorso nella già disattesa programmazione dei lavori al 40% per il dicembre 2024 o nella prospettazione sui social di problemi risibili rispetto a quello che è sempre stato il vero ed unico problema del Nop: il tempo trascorso per inconcludenza politica e tecnica burocratica di chi lo ha preceduto a cominciare dal governo di centrodestra di Scopelliti & co. che inopinatamente smantellava la Piana degli ospedali esistenti nonostante fosse fermo sulla procedura del Nop.

Ora però, rispetto a tutto ciò che è successo nei diciassette anni trascorsi, siamo al momento decisivo. Il Presidente Occhiuto potrà avere merito per avere sbloccato il Nop con l’aiuto del Governo oppure demerito per averlo affossato definitivamente; poco importa che nessuna parte politica sia esente da responsabilità o che il Presidente risponda solo degli ultimi tre anni (che comunque sono già tanti).

E i cittadini della Piana di Gioia Tauro? Essi sono, come gli antichi, sulle ginocchia di Giove, quella divinità che secondo i poemi omerici decideva sugli uomini in attesa del loro destino incerto. Giove poteva essere buono o cattivo, generoso od impulsivo, protettore o vendicatore.

Ed è così che la Calabria tira avanti cacciandosi nei guai per poi chiedere a Giove cioè al Governo, di risolvere i problemi che essa stessa ha cagionato. (em)

[Ernesto Mancini è già Direttore Amministrativo Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e Capo dipartimento legale ed appalti Asp Verona]

A Palmi Il Fu Mattia Pascal diverte il pubblico del teatro Manfroce

Ha divertito il pubblico del Teatro Manfroce di Palmi lo spettacolo “Il Fu Mattia Pascal”, l’opera pirandelliana riadattata da Marco Tullio Giordano e Geppy Gleijeses e andata in scena per la rassegna Synergia 49 promossa dall’Associazione Amici della Musica Manfroce e presieduta da Antonio Gargano.

L’appuntamento teatrale si è pregiato della partecipazione di Marilù Prati (vedova Pescatore e Silvia Caporale). Con Geppy Gleijeses (Mattia) e Nicola Di Pinto (Paleari e Giocatore), sul palco Roberta Lucca (Romilda e Pepita Pantogada), Giada Lorusso (Adriana e Cocotte), Totò Onnis (don Eligio), Ciro Capano (Batta Malagna e Papiano), Francesco Cordella (Pantogada), Teo Guarini (Pomino e Croupier), Davide Montalbano (Scipione e Svizzero), Francesca Iasi (Oliva).

«Con questa opera di Pirandello ci immergiamo nella filosofia dell’antieroe. Inizia tutto un filone che si alimenta con Italo Svevo e La Coscienza di Zeno, con Robert Musil e L’uomo senza qualità, con Louis-Ferdinand Céline e Viaggio al termine della notte. Ecco gli antieroi seguiti agli eroi romantici e che diventano evidentemente specchio di una società piena di debolezze che, dopo di essi, chiede una dittatura. E infatti si impongono Nazismo e Fascismo», commenta a margine dello spettacolo il regista e attore protagonista Geppy Gleijeses.

«Ci vogliono ordine e chiarezza. Ma perché rimettere ordine e chiarezza? Forse la mia salvezza è proprio nel disordine, nella confusione. Se davvero diventassi io quell’altro? Se cambiassi identità?». Uno scambio di identità e l’intrigante possibilità di vivere di punto in bianco un’altra esistenza. È quanto succede al bibliotecario di Miragno, Mattia Pascal, che in attimo, del tutto inaspettatamente, coglie l’opportunità unica di cambiare vita e decide di diventare Adriano Meis, di fare altre e nuove esperienze, salvo poi tornare da chi aveva già pianto la sua morte.  

 «Siamo stati particolarmente contenti di essere stati qui, al cospetto del bellissimo pubblico di Palmi, proprio prima del nostro debutto al teatro Mercadante di Napoli», ha dichiarato a fine spettacolo Geppy Gleijeses. (rrc)

PLAMI (RC) – Domenica escursione nei Sentieri Dimenticati

Domenica 19 gennaio, da Palmi, è in programma un’escursione lungo i Sentieri Dimenticati dell’Associazione Escursionistica “Gente in Aspromonte”.

L’evento partirà alle 9.30 con il raduno allo Scoglio dell’Ulivo alla Tonnara di Palmi, per poi partire alle 10.

Partiremo dallo Scoglio dell’Ulivo e da questo scenario marino, seguiremo la costa con le sue sabbie bianche, il lungomare con gli stabilimenti balneari ed alcuni ristoranti posti lungo il dispiegarsi dell’antico villaggio di pescatori, proseguendo verso la darsena del porto, dove il promontorio roccioso dell’antica Taureana si adagia verso il mare, supereremo lo scoglio “du Grongu” posto proprio sotto la Torre Saracena e subito più avanti “U Scogghiazzu”. 

Tra gli scogli della località Pietre Nere, più avanti, dove ai tempi di Murat era ubicato un Fortino a forma esagonale fornito di cannoni inizia, invece, la nostra risalita. Da qui si attraversa, a destra, la strada bitumata dirigendosi verso la via della vecchia Dogana e all’incrocio della Piazza, nei pressi della Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, dove anticamente sorgeva una Cappella rurale dedicata alle Anime Abbandonate del Purgatorio, avremo di fronte un’antica fontana, da qui, prenderemo, a destra, la pista che risale verso Taureana attraverso case Romeo e la contrada Fallacca. La risalita è lenta e gradualmente attraverseremo una serie di pianori coltivati ad ortaggi ed uliveti tra case coloniche, dove furono rinvenuti tombe pagane, alla contrada Fallacca scollineremo.

Da qui il percorso lambisce i dirupi che si affacciano lungo la Costa Viola, il paesaggio costiero è molto suggestivo ed affascinante: lo Stretto di Messina e le isole, da una parte, sembrerà di toccarle con mano; dall’altra, il litorale tirrenico da Capo Vaticano fino Scilla, con le antiche vigne poste a ridosso di Bagnara e della Marinella, con lo scoglio dell’Ulivo e Monte S. Elia che sovrasta la città di Palmi; l’Aspromonte, alle nostre spalle, chiude la cornice di questo variegato angolo di Calabria. 

Dopo la risalita e l’attraversamento dei terrazzamenti saremo sulla via del Vescovado che attraversa la contrada Cupola (o Cubbula) fino a raggiungere il Parco dei Tauriani “Antonio De Salvo”. 

Lungo un percorso panoramico interno al Parco che conduce al complesso monastico architettonico/archeologico di San Fantino è possibile ripercorrere oltre duemila anni di storia, vedremo, infatti: la Casa mosaico, il basamento del Tempio etrusco/italico, un tratto del basolato con gli spezzoni di lastricato dell’antica via Romana o via Aquilia, il Palazzo di Donna Canfora, i resti del Teatro romano, la Torre Saracena, fino a raggiungere il complesso monastico architettonico/archeologico di San Fantino, con i resti di una cisterna romana del I -IV secolo a.C., la Cripta paleocristiana del sec. IV, i resti archeologici di una basilica bizantina e il Tempio del XIX secolo. Il percorso, in linea, prevede il rientro seguendo la pista fatta all’andata. (rrc)

PALMI (RC) – Domenica il Concerto di Capodanno

Domenica 5 gennaio, a Palmi, alle 21.15, al Teatro Manfroce, si terrà il Concerto di Capodanno, con la partecipazione della Ukranian Radio Symphony Orchestra diretta dal Maestro Volodymyr Sheiko, con Giuseppe Albanese al pianoforte.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Synergia, giunta alla sua 49° edizione, organizzata dall’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano.

La sobria eleganza dei tre movimenti del Concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore K 467 n. 21 di Wolfgang Amadeus Mozart farà da apripista alla serata, che proseguirà con un repertorio prestigioso e caratteristico, a partire dal “Pomp and Circumstance – March” op. 39 n. 1 di Edward Elgar per continuare con l’Ouverture de “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini. Il corpo centrale del concerto è un omaggio alle tipiche melodie ed ai ritmi di Johann Strauss jr: “Acceleration valse” op. 234, “Bauern Polka” op. 276, “Im Krapfenwald’l” op. 336, “Egyptischer Marsch” op. 335, “Wo die Zitronen blühen” op 364, “Spanischer Marsch” op. 433. La conclusione è affidata all’ “Orfeo all’inferno – Can Can” di Jacques Offenbach, ed ancora a Johann Strauss jr, con “An der schönen blauen Donau” op. 314. 

Lunedì 6, invece, è in programma “Serata Romantica” a cura della Compagnia  Balletto del sud, uno spettacolo di poesia e danza dedicato a Giacomo Leopardi e al romanticismo Europeo, con la partecipazione di Andrea Sirianni, le Coreografie e ricostruzioni di Fredy Franzutti, su musiche di Fryderyk Chopin, Léo Delibes, Adolphe Adam, Nicolai Cerepnin, Giuseppe Verdi, Camille Saint-Saëns, Ferdinand Hérold, Cesare Pugni, Jean Schneitzhöffer, Jacques Offenbach e testi di  Giacomo Leopardi. (rrc)

PALMI (RC) – Il 30 dicembre in scena Luca Ward

In scena, il 30 dicembre, alle 21, al Teatro Manfroce di Palmi, lo spettacolo Il talento di essere tutti e nessuno con Luca Ward.

La pièce rientra nell’ambito della rassegna T.C.A. Teatri calabresi associati. Una chiusura d’anno entusiasmante, grazie alla presenza di un ospite d’eccezione che arricchisce, con la sua esperienza e il suo carisma, il prestigioso programma delle Stagioni Teatrali di Calabria, per la Direzione artistica di Domenico Pantano.

Lo spettacolo è con testo e regia di Luca Vecchi, musiche di Jonis Bascir, una produzione Skyline, coprodotto da La Contrada.

È stato Pierce Brosnan, Russell Crowe, Hugh Grant e Samuel L. Jackson. Nel corso dei decenni Luca Ward è entrato nell’immaginario collettivo degli italiani grazie al doppiaggio. Pulp Fiction, Matrix e Il Gladiatore sono solo la minima parte dei film cult a cui ha prestato la sua voce. In punta di piedi Luca Ward ci è entrato gradualmente sotto pelle, e ora risiede indiscutibilmente nel dna di ognuno di noi. Ma nell’arco della sua vita Luca Ward è molte altre cose oltre una voce: marinaio, attrezzista, bibitaro, teppista, militare, motociclista, padre e persino John Wick, ultimamente. Luca Ward è stato tutti, nessuno e centomila.

Nel suo spettacolo racconta del rapporto viscerale che ha col mare, del lavoro che ha fatto su di sé come artista e, non per ultimo, del suo trascorso intimo e personale come uomo, marito e padre. Luca Ward scherza sul talento che l’ha reso famoso (la voce) e ci racconta del rapporto conflittuale che ha con esso.

In uno splendido quanto innovativo one man show, Luca Ward accoglierà il pubblico in sala con la sua voce avvolgente, proprio come se fossimo in prima classe su un volo di linea. Delle retroproiezioni, con un’alternanza tra foto e video, accompagneranno i racconti di Luca e del suo trascorso personale. Nostalgia, tensione, divertimento. Un racconto intimo, condiviso a tu per tu con il pubblico.

L’attore interagirà con il pubblico in sala, reciterà stralci di monologhi e versetti di poesie, canterà, accennerà dei passi di danza e si batterà con alcuni spettatori scelti in punta di fioretto, condividendo con loro i trucchi del mestiere, appresi in oltre 40 anni di carriera. 

Lo spettacolo si trasformerà in una vera e propria esperienza condivisa e il pubblico tornerà a casa arricchito ed entusiasta del viaggio fatto assieme a uno dei beniamini più amati dal pubblico italiano.

La via italiana verso una nuova Europa farà tappa a Palmi

Domenica 29 dicembre farà tappa all’Hotel Stella Maris di Palmi La via italiana verso una nuova Europa.

Lo ha reso noto l’eurodeputato di Fdi Denis Nesci, spiegando come «questo evento sarà dedicato al Sud e all’Europa, rappresentando un’importante occasione per affrontare insieme le sfide e le opportunità future che il nostro territorio e il continente europeo si trovano ad affrontare».

«Sarà un momento di confronto e di proposta – ha proseguito a Nesci – per discutere come il Sud possa contribuire attivamente alla costruzione di una nuova visione europea, capace di valorizzare le specificità locali e promuovere uno sviluppo inclusivo».

All’evento parteciperanno anche la consigliere regionale Luciana De Francesco, l’assessore regionale Giovanni Calabrese, il vice presidente della Regione Filippo Pietropaolo, il deputato europeo Francesco Ventola e il sottosegretario agli affari interni Wanda Ferro, apportando le loro preziose esperienze e visioni sul tema.
Nesci invita tutti gli interessati a partecipare a questo dibattito fondamentale, che vedrà la presenza di esperti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini, tutti uniti nel comune obiettivo di costruire un futuro migliore per la nostra nazione. (rrc)

PALMI (RC) – Presentata la nuova stagione dell’Associazione Amici della Musica

È con Itaca per sempre che si apre venerdì, al Teatro Manfroce di Palmi, la nuova stagione artistica e teatrale dell’Associazione “Amici della Musica”, guidata da Antonio Gargano.

Il sodalizio, inoltre, festeggerà il prossimo anno 50 anni di attività.

La pièce, tratta dal romanzo di Luigi Malerba, vedrà sul palco del teatro ”Manfroce” gli attori Enrico Lo verso, Alessia D’Anna e Mirko Lodedo.

Venerdì 27 dicembre sarà invece “La notte dei Gospel” con una grande compagnia americana la “Benedict gospel Choir” (35 elementi) diretta dal maestro Jason Clayborn; domenica 29 sarà la volta del “Diva Song” con le canzoni care alle stelle di Hollywood che saranno raccontate con i brani più celebri della mecca del cinema statunitense attraverso le interpretazioni di Teresa Timpano e Kristina Mravcova.

Il 5 gennaio la “Serata Romantica” con una spettacolo di musica e poesia dedicata all’immenso Giacomo Leopardi e al Romanticismo europeo; il 6 gennaio il “Concerto di Capodanno” con l’orchestra sinfonica della Radio Ucraina di Odessa e con al piano il grande musicista Giuseppe Albanese.

«È una stagione che andrà avanti fino a maggio – ha spiegato Antonio Gargano – nel solco di una tradizione lunga mezzo secolo con spettacoli teatrali, musicali e di danza».

Tra le proposte pure l’opera teatrale “Una donna per tutte le stagioni”, liberamente ispirata alla celeberrima poetessa americana Emily Dickinson che sarà ricordata attraverso le interpretazioni dell’attriceLucrezia Lante della Rovere.

E, poi, la “Grande opera in jazz” con Danilo Rea, la sessione dedicata a Luigi Pirandello con “Il fu Mattia Pascal” adattato da Marco Tullio Giordana e la musica napoletana  con “Ostro vento del sud” che riproporrà le più belle canzoni partenopee. Ventuno gli spettacoli complessivamente in cartellone.

«Palmi continua a proporsi come un polo di cultura – hanno spiegato il sindaco Giuseppe Ranuccio e l’assessore Giuseppe Magazzù –. Un luogo che ha dato i natali a personaggi rilevanti della cultura e delle musica e che intende così onorarne la memoria». (rrc)