Domani, al Teatro Manfroce di Palmi, andrà in scena lo spettacolo “Il malloppo” di Joe Orton, con la regia di Francesco Saponaro e con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro.
L’evento rientra nell’ambito della rassegna Synergia 49 promossa dall’Associazione Amici della Musica Manfroce, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2024 della Regione Calabria.
Sabato 1° marzo, invece, “M’accompagno da me”, scritto e interpretato da Michele La Ginestra per la regia di Roberto Ciufoli. Un one man show in cui il teatro diventa un’improbabile aula giudiziaria, nella quale si alternano e interagiscono, ma non perorare cause, avvocati, imputati, incredibili personaggi delle favole, persino un prete.
Questi spettacoli arrivano dopo la messa in scena di “Una donna per tutte le stagioni” con Lucrezia Lante della Rovere, accompagnata da Patrizia Bettotti al violino, Giancarlo Trimboli al violoncello e Corrado Ruzza al pianoforte.
Impersonando donne molto diverse tra loro, volando come un pettirosso su campi di gelsomini e come un’ape tra i fiori di ginestra, Lucrezia Lante della Rovere è stata una “Una donna per tutte le stagioni”.
«La leggerezza e l’ironia dei dodici ritratti di donna hanno fatto da contraltare alla profondità della poesia di Emily Dickinson e all’intensità delle note di Cajkovskj. Uno spettacolo pregno di emozioni ma anche giocoso perchè noi attori siamo eterni bambini che giocano sul palcoscenico», ha sottolineato Lucrezia Lante della Rovere che nel suo ultimo ritratto ha impersonato una donna sul punto di partorire. Un richiamo a “Speriamo che sia femmina”, film con il quale nel 1986, diretta da Mario Monicelli, ha debuttato sul grande schermo.
«La drammaturgia originale di Silvia Felisetti è liberamente ispirata a Emily Dickinson, al suo amore per la natura. Per celebrare le stagioni la poesia di Emily Dickinson e la sua nota passione per i giardini, ci sono sembrate ideali. Così è nato questo progetto», ha spiegato la violinista Patrizia Bettotti.
«Uno dei più celebrati compositori russi e una schiva poetessa americana, per uno spettacolo che unisce due mondi distanti e contrapposti, specie in questo momento storico. Ma l’arte e la musica hanno questo talento: uniscono sempre, al di sopra di tutto. Che sia un messaggio di speranza», ha sottolineato il pianista Corrado Ruzza. (rrc)