REGGIO – Danneggiata la Piccola Biblioteca Internazionale “Umberto Zanotti Bianco”

A un mese dall’inaugurazione avvenuta nel centro di Reggio Calabria presso piazza Carlo Mezzacapo, anche conosciuta come piazza Sant’Agostino, nella notte tra il 27 e 28 novembre 2021 la Piccola biblioteca internazionale “Umberto Zanotti Bianco” è stata rovinata da ignoti. 

Sono state trovate alcune pietre al suo interno. Probabilmente queste ultime sono state lanciate e hanno rotto il rivestimento trasparente che permetteva a chiunque di vedere il contenuto della biblioteca, senza bisogno di aprire la porticina verde. Durante il suo primo mese di vita la piccola biblioteca, decorata con fiori che nascono da rami sottili, è stata frequentata da un pubblico multiculturale.

A testimonianza di ciò, oltre ai romanzi in italiano depositati dai cittadini, è stato possibile osservare all’interno della biblioteca la presenza di testi in arabo, francese, russo, inglese, oltre a dizionari in diverse lingue, tra cui i dizionari di italiano, utilissimi per gli studenti stranieri della Scuola italiana in piazza. Si tratta di una realtà associativa che proprio in piazza Sant’Agostino si dedica all’insegnamento di lingua e cultura italiane a minori e adulti stranieri, con una prospettiva interculturale di scambio linguistico, di esperienze e di valori. 

Progressivamente la biblioteca aveva inoltre assunto un carattere intergenerazionale: erano presenti infatti anche libri illustrati e di narrativa per bambini, alfabetieri, fumetti, manga e graphic novel. Passando dalla piazza Sant’Agostino era ormai abituale osservare qualcuno che consultava i testi contenuti nella biblioteca, qualcun altro che portava un libro o ne prendeva uno per sé.

La piccola biblioteca è nata da un’idea dell’Associazione Culturale Magnolia, che nel mese di ottobre aveva ottenuto i permessi necessari per l’installazione in piazza Sant’Agostino di una casetta di legno artigianale realizzata dalla Scuola italiana in piazza. Secondo il progetto, la piccola biblioteca avrebbe contenuto libri messi a disposizione dai cittadini per i cittadini stessi. La realizzazione delle piccole biblioteche diffuse è un’attività a cui l’Associazione Magnolia si dedica da diversi anni in collaborazione con altre realtà. Recentemente proprio un’altra piccola biblioteca diffusa in piazza Castello, sempre nel centro di Reggio Calabria, ha subito ripetuti atti vandalici. 

All’inaugurazione della nuova biblioteca in piazza Sant’Agostino avevano partecipato cittadini di diverse nazionalità residenti a Reggio e in particolare i genitori avevano portato i propri bambini per far conoscere loro questo nuovo piccolo patrimonio per la collettività, per dare l’opportunità di familiarizzare con i libri in carta e copertina. 

Proprio dalla necessità di riflettere sul ruolo dei bambini per la città, parte l’appello della Scuola italiana in piazza: «Educhiamo i nostri figli a prendersi cura e a valorizzare le risorse messe a disposizione della collettività. È uno dei pochi modi che abbiamo per venir fuori dal degrado umano di cui il vandalismo è l’ultima espressione in termini di carenze e fragilità! Non abituiamoci a queste cose soltanto perché intorno ci dicono che in questo posto niente può cambiare. Se non vogliamo arricchire la città in cui viviamo per noi stessi, facciamolo per i nostri figli, nipoti, e per tutti i bambini! Se diamo ai bambini le opportunità di cui hanno bisogno, saranno loro stessi ad aiutarci a rendere il luogo in cui viviamo un posto migliore». (Giorgio Furfaro)

Un anno fa iniziava la bella avventura della Scuola italiana in piazza per stranieri a Reggio

di GIORGIO FURFARO – Adesso è un anno! È trascorso un anno esatto dal giorno in cui è cominciata l’avventura di una scuola  di italiano per stranieri all’aperto. Da quando, nell’agosto dell’anno precedente, quattro insegnanti e una  ventina di studenti si sono conosciuti nella piazza Mezzacapo (detta anche Sant’Agostino), nel centro di  Reggio Calabria, realizzando la Scuola italiana in piazza.  

Sia i docenti, sia gli studenti sono cresciuti da allora… non solo di numero. 

In quella piazza ho ascoltato e imparato parole in decine di lingue diverse ed ho iniziato a confrontarmi  con culture di cui avevo solo letto sui libri o sentito vagamente parlare. 

È stato un percorso fatto di sorprese, soddisfazioni, scoramento, impegno, difficoltà ma soprattutto di  crescita e apprendimento. Grazie a Ida Triglia, Stefania Roetto, Sarita Romeo, Dora Condemi, Angela Putortì, Renza Monteleone, Roberta Malara, Marina D’arrigo e Francesco Lia per il loro profondo  impegno, per aver scelto di intraprendere attivamente un cammino a lungo termine al mio fianco. 

E ringrazio Chanti, Thasiru, Chamila, Kuljot e la sua famiglia, Jasha, Yousuf e la sua famiglia, John, Rania e la sua famiglia, Ismail, Lounas, Matiullah, Shreen con la sua famiglia, Rachid, Diana e la sua famiglia, Rayan, Melody con la sua famiglia, Rachid, Amal e la sua famiglia, Flavio, Gurwinder con la sua famiglia, Sunset, Zainab e la sua famiglia, Raymond, Inas con la sua famiglia e tutti gli altri cento e più studenti 

bambini, adolescenti, adulti e anziani per avermi permesso di guardare il mondo da infiniti punti di  vista e per avermi offerto la possibilità di ampliare a dismisura l’orizzonte della mia conoscenza.

Grazie ai cittadini italiani e stranieri, al Museo dello strumento musicale, al Kiwanis club Jupiter che, con le loro donazioni, hanno permesso alla scuola di crescere e di migliorarsi. Grazie a Nati per leggere, alla Biblioteca dei ragazzi, a Spazio teatro, a padre Sergio, all’Associazione Magnolia, alla rettoria di S.Francesco, a Mikhaela Cannizzaro e Simone Casile per la collaborazione attiva e concreta.

Grazie a coloro  che hanno collaborato occasionalmente nell’attività di insegnamento. E grazie a chi ci ha fatto visita in  piazza, a chi si è soffermato per più di un minuto ad osservare quello che stava accadendo. Forse ho  conosciuto più persone in quest’anno che in tutto il resto della mia vita. Ma non conta solo la quantità,  come forse avrete capito. 

Quanto durerà questa scuola? Non credevo così tanto!

Eppure, se penso a come sarà quella piazza in futuro, la vedo in due modi: da una parte semivuota e un  po’ malfamata; dall’altra ricca di culture che si incontrano, si conoscono, imparano e insegnano. È chiaro  che la scuola non potrà proseguire all’infinito con le proprie forze, soprattutto perché la sua sopravvivenza  dipende dall’impegno personale e gratuito di un ristretto gruppo di docenti. 

Condividendo i principi e gli insegnamenti di Tullio De Mauro, questa scuola ha scelto di porre l’integrazione linguistica, i diritti linguistici e il dialogo interculturale come punti di partenza di  ogni processo democratico. Questa scuola è stata studiata, progettata, realizzata e mantenuta. Se la città  riconoscerà il ruolo di questa scuola per la crescita dell’intera comunità, forse questa realtà potrebbe durare  per molto, moltissimo tempo. 

Intanto, finché ne avremo la possibilità, continueremo a fare, a pensare, a crescere. È un grande piacere! (gf)

Giorgio Furfaro è docente di italiano per stranieri e responsabile scientifico di una scuola di italiano all’aperto per minori e adulti stranieri

 

REGGIO – È nata l’Associazione “Scuola italiana in Piazza”

La Scuola italiana in Piazza di Reggio Calabria, ideata da Giorgio Furfaro, è diventata un’Associazione di promozione sociale.

La Scuola, che opera a Reggio dal 17 agosto 2020 grazie all’impegno e alla dedizione di docenti volontari che, tra mille difficoltà  – fra cui la gestione delle lezioni con le restrizioni dovute all’emergenza da Covid-19 – hanno creato una  realtà che ha permesso di riunire tanti cittadini stranieri residenti nel comune di Reggio Calabria, offrendo  lezioni di lingua e cultura italiana, sulla base dei valori di accoglienza e condivisione.

La Scuola Italiana in Piazza opera presso Piazza Mezzacapo (meglio conosciuta come Piazza  Sant’Agostino) in forma regolarmente autorizzata dal Comune di Reggio Calabria. Le lezioni e gli  incontri della scuola si svolgono ogni mercoledì e venerdì, dalle 18:00 alle 19:30. Nei mesi invernali, le lezioni sono state svolte presso alcuni stanza locali messi a disposizione dalla Chiesa degli Ottimati. 

L’Associazione, ha finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, tra cui «l’insegnamento della lingua italiana in una logica di inclusione linguistica e sociale, la promozione di attività formative e educative, anche attraverso un approccio intergenerazionale, orientato alla condivisione di contenuti culturali e linguistici tra giovani e adulti di origine straniera, la conoscenza reciproca tra cittadini italiani e stranieri attraverso la promozione del confronto  interculturale, la crescita del benessere delle persone attraverso attività di promozione culturale diffusa, operando  tramite tutte le forme artistiche ed espressive, promuovendo luoghi e spazi per la creazione di attività  culturali».

Tra le attività principali dell’Associazione, ci sono la «lotta all’analfabetismo attraverso la proposta di attività di alfabetizzazione per minori e adulti; conoscenza e scambio interculturale e intergenerazionale tra cittadini stranieri e italiani; istruzione e formazione professionale, attività culturali di interesse sociale con finalità educativa; organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato; formazione extrascolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo  scolastico e formativo; contrasto all’esclusione sociale, alla povertà educativa e prevenzione del bullismo; – accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti; promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; – riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata». (rrc)

A Reggio s’inaugura la prima “Scuola Italiana in Piazza” per giovani e adulti stranieri all’aperto

Nella giornata di domani, a Piazza Sant’Agostino di Reggio Calabria, alle 17.30, s’inaugura la Scuola d’italiano per stranieri all’aperto, il cui nome ufficiale è Scuola Italiana in Piazza.

«Con un piccolo gruppo di docenti di italiano – si legge in una nota – abbiamo organizzato una scuola di italiano per giovani e adulti stranieri nella Piazza S. Agostino. Le lezioni avranno luogo all’aperto, ogni mercoledì e venerdì, dalle 17:30 alle 19:00. Per avviare l’iniziativa, abbiamo ottenuto l’autorizzazione comunale all’utilizzo di una porzione della Piazza S. Agostino, punto d’incontro storico per diverse culture a Reggio Calabria».

«Non si tratta di una scuola tradizionale – si legge nel manifesto –. Il nostro approccio è intergenerazionale, orientato alla condivisione di contenuti linguistici e culturali tra giovani e adulti di origine straniera, che saranno portati a interagire fra loro nel corso delle lezioni, per consolidare legami affettivi e culturali e per apprendere la lingua italiana, ma non solo. I nostri studenti potranno apprendere contenuti e aspetti della lingua e della cultura italiana e, in seguito, potranno condividere tali conoscenze con i genitori e con gli adulti della comunità di origine, sempre nello stesso contesto della scuola».

«In altre parole – si legge ancora nel manifesto – i giovani di origine straniera saranno messi in condizione d’insegnare l’italiano alle prime generazioni di adulti che, spesso, hanno maggiori difficoltà rispetto ai giovani nell’apprendimento di una nuova lingua. Tutto questo permetterebbe agli adulti, col tempo, di conoscere meglio l’italiano, essenziale per difendere diritti, dignità socioculturale e i loro stessi figli».

«Un aspetto non meno importante del percorso – si legge ancora nel manifesto – prevede occasioni in cui saranno le generazioni degli adulti a trasmettere contenuti della propria lingua d’origine agli studenti più giovani. Anche semplicemente spiegando come salutare o come presentarsi nella loro lingua madre. Tutto questo sarà utile anche per noi insegnanti. Ci permetterà di conoscere qualcosa di altre lingue e di altre culture e dare un valore aggiunto al nostro stesso modo di insegnare. Con questo metodo i ragazzi non dimenticheranno facilmente la lingua parlata dagli adulti della loro comunità d’origine, come è successo ai figli di molti emigranti italiani nel secolo scorso». (rrc)