Il convegno “Non è normale che sia normale”: Reggio e Bruxelles unite contro la violenza di genere

Domani pomeriggio, alle 16.30, a Reggio, nella Sala Biblioteca di Palazzo Alvaro, il convegno Non è normale che sia Normale, organizzato dalle Associazioni BeCal, Roadto50pernt.it e Rete Sociale.

L’incontro, che si può seguire sui canali social delle Associazioni, prevede la partecipazione di Manuela ContePortavoce e Capo Ufficio Stampa della Commissione europea in Italia, Maria Antonietta Rositanisimbolo delle vittime della violenza di genere, Domenica ClemensiAssociazione “Donne Insieme” e Denise Ensignia Camposresponsabile del coordinamento dei servizi erogati dal Cif-Cav Casa delle Donne-Madonna di Lourdes di Reggio Calabria.

Porteranno i saluti delle istituzioni locali Angela Martinoassessora alle politiche di genere del Comune di Reggio Calabria e Filippo Quartuccio Consigliere Metropolitano delegato alle Pari opportunità.

L’incontro sarà moderato da Giusy Spinella dell’Associazione BeCal.

Questo evento intende essere un momento di confronto su di un tema spesso molte volte dimenticato in provincia di Reggio Calabria, ed anche mezzo per fare rete tra le realtà locali sensibili al tema con le quali si intende stringere collaborazioni per continuare a lavorare su queste tematiche molto delicate e complesse. 

Si ringraziano le associazioni Break the Silence, Philene, M.U.S.A. UniRC per aver scelto di supportare codesto evento.  

Con l’aiuto di esperti dei centri violenza, e dal racconto in prima persona di chi ne abbia subita, si organizza un confronto con le varie realtà cittadine e con le cittadine e i cittadini. Il concetto di violenza è declinabile in varie applicazioni: per strada, sul mezzo pubblico, in discoteca, a scuola o in un’università. La molestia s’intende un mezzo di violenza e va riconosciuto come tale. La realtà di Reggio Calabria ha bisogno di questa discussione per avviare un percorso di sensibilizzazione, che sarà susseguito da una serie di attività tematiche, con l’obiettivo di stimolare le coscienze critiche di tutte e tutti rispetto ad avvenimenti di violenza di genere.  (rrc)

Rita De Lorenzo (Idm): Su violenza di genere servono rivoluzione culturale e leggi adeguate

Rita De Lorenzo, vicesegretaria regionale e dirigente nazionale Italia del Meridione Donne, con delega alle pari opportunità, ha ribadito, in merito alla violenza di genere, che «bisogna  agire con estrema urgenza, attuando “una rivoluzione culturale” che parta dal basso, dalle scuole dell’infanzia e oltre alle leggi servono adeguate forme di prevenzione e di educazione».

«La violenza sulle donne – ha spiegato – è un cancro che ancora oggi si diffonde in ogni ambito della società contemporanea senza limiti geografici e culturali. Dall’inizio dell’anno sono 22 le vittime cadute sotto la furia omicida di uomini, anche sempre più giovani, incapaci di vivere il rapporto con la propria donna semplicemente “alla pari”, senza frustrazioni, nel rispetto dell’altro, senza che questa venga considerata un oggetto di proprietà. Sempre più alto è anche il numero di donne abusate sia fisicamente sia psicologicamente. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha aumentato maggiormente il rischio di violenze in quanto, quasi sempre, questa avviene all’interno della famiglia».

«Le istituzioni – ha evidenziato – devono fornire risposte efficaci, attraverso servizi adeguati e cambiamenti a livello legislativo, per attuare tutte le tutele necessarie. Lo Stato deve dare risposte, sostenendo le donne che denunciano, garantendo indennizzi e sostegni alle vittime di violenza. Il Codice Rosso rappresenta un grande strumento, ma da solo non basta: c’è bisogno soprattutto di formazione di tutti gli quegli operatori che si trovano a rispondere alle richieste di aiuto affinché non le sottovalutino e sappiano da subito riconoscere la gravità della situazione. Il raptus non esiste, sono quasi sempre morti annunciate ed è qui che la prevenzione gioca un ruolo determinante, anche per squarciare il velo di silenzio e a volte di vera omertà che circonda le vittime, non denunciare o voltarsi dall’altra parte è il totale fallimento della società».  

«Italia del Meridione – ha proseguito – è intervenuta più volte sul tema, affiancando e sostenendo le donne vittime di violenza e manifestando apertamente contro ogni violenza di genere. IdM Donne, oggi, ha preso le redini di un percorso e progetto politico che ha alla base il sociale in tutte le sue manifestazioni, non solo contrasto ma proposte e soluzioni ad un fenomeno che esiste e si propaga anche nelle nostre comunità».

«Attivare percorsi di sostegno – ha detto ancora – formare professionisti nei diversi settori, promuovere iniziative educative, sono alla base del nostro manifesto politico ed è in questa direzione che ci stiamo muovendo non soltanto in Calabria ma in tutta Italia, intercettando figure di rilievo ed esperti per formalizzare richieste specifiche agli organi competenti e proporre azioni reali sui territori che non abbiano più il sapore di passarelle a cui, nella maggior parte dei casi, è seguito un nulla di fatto». (rrm)

Cinzia Nava (Crpo): Nella Legge di Bilancio un fondo contro la discriminazione e violenza di genere

La presidente della Commissione regionale Pari OpportunitàCinzia Nava, ha espresso apprezzamento per il fondo, previsto nella Legge di Bilancio 2021, di sei milioni di euro, contro al discriminazione e la violenza di genere a favore degli Enti del Terzo Settore.

«La violenza di genere – ha dichiarato la presidente Nava — desta sempre più preoccupazione e non c’è ormai giorno che la cronaca non registri episodi di particolare gravità e forme di aggressione fisica e psicologica. Segno evidente della manifesta volontà da parte dell’uomo di esercitare un controllo sulle donne, ad ogni costo. Gesti che lasciano ferite anche nel cuore».

«Il contrasto a questo fenomeno – ha sottolineato Nava – parte soprattutto dal rafforzamento della rete territoriale degli enti e delle associazioni non profit presenti sul territorio. Realtà che possono essere in grado di operare efficacemente dispiegando il massimo grado di impegno solo se supportate da interventi economici. Interessante, in questo senso, anche la previsione che le amministrazioni competenti concedano in comodato d’uso gratuito alle associazioni indicate beni immobili di utilizzo collettivo. La Convenzione di Istanbul, peraltro, stabilisce un legame tra l’obiettivo della parità tra i sessi e quello dell’eliminazione della violenza nei confronti delle donne». 

«La Commissione regionale per le Pari Opportunità – ha concluso – è impegnata da sempre a sensibilizzare alla non violenza ma è necessario sostenere i Centri antiviolenza (Cav) e le case rifugio che fanno un lavoro egregio per le vittime.  Un Paese che si interessa alle donne, è un Paese civile e culturalmente evoluto». (rrc)

Da Reggio la campagna contro il femminicidio che coinvolge le scuole e alimenta la memoria

di SANTO STRATI – È un’iniziativa che per ora coinvolge solo gli istituti scolastici di Reggio e provincia, ma dovrà, ci auguriamo, coinvolgere presto tutta la Regione. È il progetto di diffondere attraverso la scuola la cultura contro la violenza di genere, contro il femminicidio, salvaguardando la memoria storica delle vittime e creando coscienza civile nei ragazzi.

È l’obiettivo che si pone l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere che, proprio oggi, ha sottoscritto il primo impegno con l’Ufficio Scolastico della Calabria perché sia attuato un percorso didattico-formativo che impegni la scuola per la formazione di una coscienza collettiva nella cultura del rispetto reciproco fra i sessi.

L’idea parte dalla Stanza della Memoria e dell’Impegno per le vittime di femminicidio in Calabria, un locale di Palazzo Campanella che custodisce il ricordo di misfatti ingiustificabili e orrendi, in una sorta di spoon river con cartelli nominativi alle pareti di una cinquantina di donne uccise in Calabria. È una stanza con una suggestione unica, visitata dalle scolaresche che si recano a Palazzo Campanella, che offre molti spunti di riflessione, che spinge all’indignazione nel mesto ricordo di efferati delitti di donne uccise perché in quanto tali, e che aiuta, certamente, a formare i ragazzi su ciò che non è tollerabile e va combattuto con fermezza. La Stanza è stata voluta dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, presieduto dal Mario Nasone e il progetto è coordinato dall’avv. Giovanna Cusumano e dalla dirigente scolastica Clelia Bruzzi.

Incontro a Palazzo Campanella sulla violenza di genere

Da questa stanza – intitolata a Mary Cirillo, una delle tante vittime di femminicidio in Calabria – parte il progetto di coinvolgere i ragazzi delle scuole, sollecitando l’adozione – a scelta – di una vittima di femminicidio cui intitolare un’aula, un laboratorio, un angolo della scuola. Una targa ricorderà chi era quella donna e la crudeltà che è stata esercitata contro di lei: un ricordo che porterà a comprendere perché va respinta ogni forma di violenza, anche la più lieve, che va denunciato ogni sopruso, va fermato chi non rispetta la moglie, la madre, la sorella, la fidanzata, l’amica. I ragazzi che vedranno la targa, che leggeranno il racconto di un brutale assassinio non potranno non riflettere sul senso del rispetto che è alla base del vivere civile, tra uomo e donna, parlandone tra di loro, e, soprattutto, discutendone con gli insegnanti. «È un’idea rivoluzionaria» – ha detto Vincenzo Chindamo, il fratello di Maria, madre di tre figli, scomparsa senza lasciare tracce e sicuramente vittima di una mano assassina ancora ignota.

È un progetto che ha trovato piena adesione nel nuovo questore di Reggio, Maurizio Vallone, che ha sottolineato, nel suo intervento, come siano diminuiti i reati di strada e come anche i femminicidi sono in calo, grazie anche al grande impegno delle forze dell’ordine e alla diffusione della cultura di rifiuto della violenza. Occorre denunciare stalker, padri, mariti, fratelli violenti, senza avere paura: è una battaglia lunga, ma la forza della dissuasione, con gli strumenti giuridici disponibili, e la voglia di dire no da parte delle vittime potrà ancor di più circoscrivere e limitare la violenza. È un impegno che il questore porterà avanti anche con un progetto ancora più ambizioso: a-ndrangheta (dove l’a equivale alla negazione) che coinvolga tutti gli istituti scolastici. La conoscenza e la cultura sono l’arma più potente per reprimere la violenza, la stupidità, la rozzezza di individui che non  hanno coscienza sociale: occorre preparare i giovani e formarli educandoli al rispetto e al rifiuto di ogni sopruso e vigliacca violenza.

Nelle interviste video che seguono parlano il responsabile dell’Osservatorio Mario Nasone, il questore Vallone e l’avv. Cusumano. Tre interventi che chiariscono l’obiettivo di questa campagna e che rendono urgente la sua adozione a livello regionale. Molte scuole del Reggino hanno già dato la propria disponibilità, occorre, però, coinvolgere le scuole di tutta la regione: i ragazzi procedono nel percorso scolastico, dando il cambio ogni anno a nuovi studenti, le targhe delle vittime di femminicidio saranno lì a offrire il testimone di qualcosa che non deve più accadere. La violenza è terribile, quella di genere è ancor più intollerabile, soprattutto se avviene tra le mura domestiche: lo si deve far capire già dai banchi di scuola. (s)

Il questore di Reggio Maurizio Vallone e l’avv. Giovanna Cusumano

Mario Nasone, responsabile Osservatorio sulla violenza di genere della Regione Calabria