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A Maropati si è celebrato Antonio Piromalli

A Maropati si è celebrato Antonio Piromalli

di CATERINA RESTUCCIAEssenziale e ricco allo stesso momento, così è stato l’incontro multivoci a Maropati, piccolo ma grande centro reggino di cultura per celebrare, ricordare e rivivere Antonio Piromalli, uomo poliedrico: docente universitario e critico, scrittore e poeta, studioso e ricercatore. Nell’elegante sala Auditorium del Comune maropatese a 20 anni dalla sua scomparsa sono tutti tornati nel suo luogo natìo a parlar di lui, dagli amici ai colleghi, dal figlio ai critici letterari, grazie alla grande spinta organizzativa della “Fondazione Seminara”. 

A moderare la mattina intensa di interventi è stato il Presidente della Fondazione prof. Franco Mileto, che non ha disdegnato dal canto suo di omaggiare con parole vive di affetto e di stima l’insigne Piromalli.

Dopo i saluti istituzionali di apertura ed accoglienza da parte dei sindaci, di quello della Città Metropolitana prima avv. Carmelo Versace e di quello di Maropati, in seguito, prof. Rocco Giorgio Ciurleo, il convegno ha preso vita ed entusiasmo sempre crescente, segmentando con ordine le relazioni dei convenuti.

A dire «Io l’ho conosciuto da bambino» è stato addirittura lo stesso Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha ricordato Piromalli come il giovane studioso e l’appassionato viaggiatore ricercatore delle bellezze letterarie italiane. Del letterato e del critico ne ha parlato Caterina Adriana Cordiano, scrittrice e Presidente Emerito della “Fondazione Seminara”, in un discorso che avvia tutti gli spunti sull’uomo Piromalli.

Sentimenti intimi, personali, ma anche appunti critici sono stati manifestati dalla voce del figlio Lanfranco, commosso e onorato di questo ritorno nel luogo di origine familiare. Lo stesso ha voluto riportare alla memoria il tragico giorno della morte del padre e i ricordi delle esequie nel paesino con tutte le presenze importanti istituzionali e culturali dell’epoca, tra i nomi altisonanti persino Pasquino Crupi e Lombardi Satriani. Lanfranco coglie, dunque, anche occasione per evidenziare il portale e sito web di notevole spessore per il patrimonio culturale raccolto e prodotto dal padre: www.antoniopiromalli.it e riflette pure su un’opera singolare del padre il “Vulgari eloquio”, in cui l’autore apre un’ampia parentesi sulle comunità minoritarie, non solo su quelle giacenti sul territorio calabrese, ma anche su tutte le altre del territorio italiano.

Con una relazione più dettagliata e tecnica su siffatto aspetto ad intervenire durante il nutrito convegno è la prof.ssa Paola Radici Colace, già docente di Filologia Classica presso l’Università di Messina, Presidente Comitato Scientifico per lo studio della vita e delle opere di Antonio Piromalli e Presidente del Cis (Centro Internazionale Scrittori di Calabria). Sostanziale il suo intervento, in cui emerge l’interesse degli studi calabresi verso l’uomo e la sua unicità professionale: «Non abbiamo analoghe strutture nell’ambito del Centro così definite con un Comitato scientifico e con una tabella di lavoro con la quale abbiamo sempre rispettato a partire dal 2016 la preparazione di un congresso annuale e cicli di conferenze che illuminino l’opera di questo importantissimo uomo, la cui attività critica era caratterizzata da un impegno così vasto che nel corso dei suoi studi ha esaminato in pratica tutta la letteratura italiana, si è veramente occupato di tutto, non si è occupato di quella letteratura accademica o ritenuta tale di cui ci si occupa normalmente, ed in questo io trovo in lui un tratto di curiosità lungo il quale ho potuto innestare un filo di conversazione. Il Prof. Piromalli ha dato il suo sostegno alle culture minoritarie».

La prof.ssa Paola Radici Colace ha approfittato di questo spaccato tecnico per promuovere i risultati legislativi, pratici, scolastici ed accademici, ma soprattutto scientifici in questo campo così ancora sperimentale all’epoca e nell’analisi di Piromalli sulle comunità linguistiche minoritarie ed oggi grande realtà concreta.

Senza interruzioni e soste il convegno dedito al prof. Piromalli ha raccolto, inoltre più avanti, tutte le emozioni umane da lui lasciate: l’amicizia profonda nata dagli incontri culturali con Giovanni Russo, ex Direttore della ricca biblioteca di Polistena e Deputato di Storia Patria, che con fervore ha rimembrato la solidità e la passione culturale, cause di grande sodalizio, che lo hanno legato al noto personaggio maropatese.

E poi sono nelle parole dell’editore Pellegrini la stima e il legame fraterno tra lo scrittore e il professionista, sottolineando l’attività promotrice del Piromalli, che non mancava mai generosamente di spendere la sua credibilità ed onestà culturali per sostenere nuovi autori e nuovi talenti, come quello di Mario La Cava, altro grande scrittore calabrese.

Tra gli interventi senza dubbio tra i più robusti e infervorati quello di D’Elia, Presidente dell’Accademia Cosentina, che ha saputo magistralmente eloquiare su tutta l’esegesi dantesca del Piromalli.

Infine a chiudere tutte le angolazioni della personalità del Piromalli sono stati gli interventi conclusivi del giovane prof. Domenico Mammola, docente dell’Itis “Milano” di Polistena, il quale ha messo in risalto la forte attualità dell’opera anche civile e letteraria del noto studioso, puntuale e pungente, e del prof. Carmine Chiodo, Docente Emerito di Letteratura Italiana Uniroma2, che ha delineato le stagioni critiche del grande ingegno celebrato e ne ha ricordato il notevole peso nell’immenso panorama della letteratura italiana. (cr)