Due ragazze calabresi (di Bova M. e Cosenza) tra gli Alfieri della Repubblica

Ci sono due ragazze calabresi tra i nuovi “Alfieri della Repubblica” nominati ieri mattina dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Si tratta di Vittoria Altomonte di Bova Marina e di Alice Rizzo di Cosenza.

Di Vittoria Altomonte abbiamo già scritto ieri. A lei le congratulazioni del sindaco ff della Città Metropolitana Carmelo Versace e del consigliere alla Cultura Filippo Quartuccio.

Vittoria Altomonte, Alfiere della Repubblica
Vittoria Altomonte, Alfiere della Repubblica.

 

Alice Rizzo, che ha frequentato il liceo Bernardino Telesio di Cosenza, ha scelto di studiare Medicina e Ingegneria biomedica all’Humanitas di Milano. Lo stesso liceo nel 2018, aveva mandato un’altra sua studentessa al Quirinale, Maria Cristina Fiore. Grande soddisfazione a Cosenza. Il sindaco Franz Caruso ha voluto esprimere, a nome della città, le sue felicitazioni: Siamo particolarmente fieri ed orgogliosi – ha detto – del riconoscimento attribuito alla nostra giovane concittadina Alice Rizzo alla quale rivolgo le mie più vive congratulazioni che estendo anche alla sua famiglia. Alice ha ricevuto la medaglia di “alfiere del lavoro” per l’encomiabile profitto riportato nei suoi anni trascorsi al Liceo Classico “Telesio” dove ha mantenuto la media costante del 10. Auguro a lei di proseguire su questa strada e di conseguire, a Milano, dove è attualmente iscritta al corso di laurea in Medicina e Ingegneria in inglese del Politecnico, ancora più brillanti risultati. Il prestigioso riconoscimento che le è stato attribuito – ha aggiunto Franz Caruso – ci fa capire una volta di più come la nostra città continua ad essere una autentica fucina di giovani talenti che competono, con grandi qualità e competenze, con i giovani studenti del resto del Paese. La bellissima storia di Alice sia di esempio e di sprone ai tantissimi giovani cosentini». (rrm)

Il Presidente Mattarella premia gli “Alfieri Calabresi” della Repubblica Italiana

di PINO NANO Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha consegnato al Quirinale gli Attestati d’onore di Alfiere della Repubblica conferiti negli anni 2019, 2020 e 2021 a ragazze e ragazzi che rappresentano modelli positivi di cittadinanza e che sono esempi dei molti giovani meritevoli presenti nel nostro Paese.

I premiati si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà.

Accanto agli Attestati d’onore, il Presidente Mattarella ha riconosciuto il merito di alcune iniziative collettive assegnando loro delle targhe.La cerimonia, aperta con l’intervento del Capo dello Stato, è stata condotta da Giuseppe Calabrese.

Veniamo alle motivazioni degli attestati d’onore e delle targhe consegnate dal capo dello Stato ai ragazzi calabresi presenti al Quirinale.

  • Classe III A – Istituto tecnico industriale Ettore Maiorana ,Roccella Ionica

(Ritira Alessandro Carnà)

Un gruppo di 11 ragazzi si è reso protagonista di una particolare esperienza di solidarietà e inclusione. Un compagno di classe aveva i problemi di relazione di chi è affetto da sindrome di autismo. Ma l’amicizia e l’impegno della classe hanno reso possibile un originale percorso di integrazione. Ognuno dei ragazzi ha messo a disposizione le proprie qualità migliori, riuscendo a entrare nel mondo dell’amico, a conquistare la sua fiducia, a renderlo uno studente coinvolto e disponibile a esplorare ambienti nuovi. Al tempo stesso, il legame creato ha consentito ai ragazzi di conoscere meglio se stessi: così l’inclusione si è trasformata per tutti in un percorso di condivisione e di crescita collettiva.

Giulio Carchidi, Gasperina (CZ) – Per la sua generosa opera di volontario, divenuta particolarmente intensa nelle settimane del lockdown. Grazie al lavoro di promozione e di organizzazione svolto insieme al gruppo giovani dell’Avis ha contribuito alla raccolta del sangue in un periodo in cui ne era emersa una carenza.

Lida Michela Carullo, Vibo Valentia – Per l’impegno nella promozione dei libri e per le qualità di scrittrice mostrate nel suo romanzo di esordio. La passione per la letteratura si accompagna in lei con attività di volontariato e di fattiva solidarietà.

Istituto d’Istruzione Superiore “ITG-ITI” di Vibo Valentia

(Ritira la prof.ssa Maria Grazia Amendola)

Un gruppo di studenti ha ideato un drone impollinatore e un rover in grado di segnalare l’effettiva necessità di irrigazione. Grazie al prototipo realizzato, i giovani dell’Iti-Itg di Vibo Valentia hanno vinto le Olimpiadi di robotica e ora la loro creazione può contribuire allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. (pn)

 

Due giovani calabresi nominati ‘Alfieri della Repubblica’ da Mattarella

Prestigioso riconoscimento per due giovani calabresi, Giulio Carchidi, di Gasperina, e Lida Michela Carullo, di Vibo Valentia, che sono stati insigniti dell’onorificenza di Alfieri della Repubblica dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il riconoscimento è stato insignito a 28 giovani che si sono distinti «per l’impegno e le azioni coraggiose e solidali e rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia».

Giulio è stato premiato «Per la sua generosa opera di volontario, divenuta particolarmente intensa nelle settimane del lockdown. Grazie al lavoro di promozione e di organizzazione svolto insieme al gruppo giovani dell’Avis ha contribuito alla raccolta del sangue in un periodo in cui ne era emersa una carenza».

Giulio Carchidi, infatti, sta seguendo il percorso di alternanza scuola-lavoro con l’Avis Comunale di Montepaone ed è membro della Consulta Giovani dell’Avis Provinciale di Catanzaro e, durante la pandemia, «Con la diffusione del Covid ho deciso di fornire anche io il mio sostegno alla campagna #Escosoloperdonare lanciata da Avis Nazionale – racconta Giulio all’Avis – per sensibilizzare quante più persone a fare la propria parte per assicurare scorte e terapie salvavita a chi ne aveva bisogno».

«Credo di non aver fatto niente di speciale, solo la cosa giusta per manifestare vicinanza e partecipazione alla collettività in un momento particolarmente difficile».

«Appena la situazione lo permetterà – ha scritto ancora l’Avis – Giulio partirà alla volta di Roma per essere ricevuto al Quirinale e ritirare personalmente il prestigioso attestato».

Nel frattempo prosegue nella sua attività di volontario in Avis: «La cosa che più mi dispiace è che, per questioni di salute, non posso donare il sangue. Sono però orgoglioso di continuare a far parte di questa associazione. Il premio che il Presidente Sergio Mattarella ha voluto conferirmi non l’ho vinto io da solo, è un premio per tutta Avis Nazionale».

Lida, invece, è stata premiata «per l’impegno nella promozione dei libri e per le qualità di scrittrice mostrate nel suo romanzo di esordio. La passione per la letteratura si accompagna in lei con attività di volontariato e di fattiva solidarietà».

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Vibo, Maria Limardo: «da sindaco e da mamma, sono orgogliosa che i nostri figli raggiungano prestigiosi traguardi. A Lida Michela porgo i migliori auguri a nome di tutta la nostra Città. Ad majora». (rrm)

«Scegliamo di studiare in Calabria e restarci». L’eccellenza della bella gioventù al Quirinale

di SANTO STRATI – Dalla cerimonia di consegna delle onorificenza per i nuovi 25 Cavalieri del Lavoro e dei 25 (+1 ex-aequo) giovani alfieri della Repubblica (gli studenti più meritevoli d’Italia) viene una bellissima lezione a voce delle due ragazze calabresi insignite da Mattarella. Sofia Zanelli (di Rende) e Anna Accorinti (di Tropea) un voto di maturità che rasenta il 10 (il massimo) hanno le idee chiare e sono il simbolo migliore della bella gioventù calabrese che non è disposta a rassegnarsi: «Vogliamo studiare in Calabria per poi restare ed essere utili alla nostra terra, per contribuire alla sua rinascita».

Ascoltate le loro dichiarazioni a Calabria.Live nel video che segue. C’è la fierezza e l’orgoglio di una calabresità da invidiare, c’è la determinazione che non fa da schermo a una tiepida speranza, c’è la convinzione che occorre fermare l’emorragia di giovani che, sempre più, lascia la Calabria, per non tornare più. Risorse, capacità, intelligenze costrette ad lasciare, ma non è una fuga, è una necessità e, insieme, la condanna implacabile di una cecità politica che non ha fatto e non fa nulla per fermare questa nuova diaspora di giovani calabresi. Nessuno parte più con la valigia di cartone, sono giovani preparati, laureati, tecnici specializzati, dottorandi, ricercatori di altissimo livello: per loro non c’è alcuna opportunità., se non mortificanti proposte di lavoro precario e sottopagato.

E questa bellissima gioventù, capace, competente, diventa ricchezza a costo zero (li abbiamo formati in Calabria, li costringiamo a partire) per le ricche regioni del Nord o il resto del mondo, dove vengono apprezzati e dove conquistano rapidamente posizioni di grande prestigio. I calabresi nel mondo sono l’orgoglio della Calabria, ma rappresentano anche la mortificazione più grande per una madre che li ha cresciuti per poi abbandonarli: la loro terra, qualcuno dirà, non li merita, ma non è così. La capacità e l’ingegno dei calabresi sono frutto di un’atavica tradizione di rivalsa nei confronti del mondo che finisce a non poter fare a meno di loro. Il calabrese per affermarsi ci mette un impegno superiore a quello dei suoi coetanei, sa in partenza che la strada è tutta in salita, ma l’orgoglio dell’appartenenza, la calabresità che pulsa nel cuore, sono una molla straordinaria per conquistare vette che per molti sono impossibili da scalare. Basta guardare il lunghissimo elenco di personalità del mondo delle istituzioni, dell’impresa, del lavoro, della cultura, della scienza in ogni angolo del mondo, di cui si scopre l’origine calabrese. Gente che tiene la Calabria nel cuore e non dimentica la propria terra, soprattutto quando diventa importante, ricca e famosa. Gli esempi sono tantissimi, ne scriviamo in continuazione, con orgoglio. Ne condividiamo i successi, facciamo in modo che siano l’esempio migliore per i nostri giovani. Ma l’esempio, da solo, non basta. Occorre offrire stimoli, occasioni di riscatto sociale, occasione di crescita professionale, possibilità di ulteriore specializzazione e, soprattutto, l’opportunità di mettere a frutto – per la propria terra – competenze e capacità.

Cosa è stato fatto in questi anni? Cosa è stato offerto, cosa viene offerto ai nostri ragazzi, alla nostra migliore gioventù? Parole, promesse, vuoti e illusori impegni, peraltro mai mantenuti. Anche il presidente Sergio Mattarella, in Quirinale, nel suo discorso di martedì ha detto che «Troppo spesso, molti giovani debbono lasciare il nostro Paese, cercando altrove opportunità che qui tendono a rarefarsi. Occorre far sì che il nostro sia un sistema sempre più aperto, con un dialogo virtuoso tra giovani, istituzioni, sistema formativo, imprese. L’eccesso di cautela come regola ineludibile, il rifuggire da qualsivoglia margine di rischio nei finanziamenti chiude spazi all’innovazione, a iniziative che andrebbero, al contrario, incoraggiate».

Mattarella con i nuovi 26 Alfieri della Repubblica
Il presidente Sergio Mattarella con i nuovi 26 Alfieri della Repubblica, gli studenti più bravi d’Italia, insigniti del riconoscimento lo scorso 22 ottobre

«Mettere fianco a fianco, – ha detto il presidente Mattarella – come abbiamo appena fatto, i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro con 25 giovani Alfieri rappresenta, simbolicamente, un impegno che non riguarda soltanto i singoli premiati di oggi ma deve coinvolgere tutte le componenti attive del nostro Paese». Secondo il Capo dello Stato «Occorre investire, quindi, con coraggio e intelligenza nel capitale sociale del Paese. Scuola, formazione, ricerca, sostegno alle iniziative giovanili sono fondamentali per dare vita a un nuovo ciclo virtuoso, guidare l’innovazione e creare occupazione di qualità».

Grazie, Presidente delle belle parole, ma i nostri governanti non ascoltano il suo grido d’allarme sul futuro delle nuove generazioni, come fanno finta di non sentire le istanze che provengono dai giovani calabresi, indignati, ma non rassegnati, che credono fiduciosi nella possibilità di rinnovamento e di cambiamento. Il mondo, con la Rete, è diventato molto più piccolo, non c’è più la ristrettezza della provincia o del borgo sperduto tra le montagne: c’è una connessione continua non solo di carattere telematico, ma un continuum di idee da condividere, l’esigenza di un confronto dialettico tra le varie esperienze e le singole competenze, per costruire. Ecco, la parola magica è proprio questa, “costruire”: i nostri giovani vogliono costruire il loro futuro nella terra che li ha visti nascere. Vogliono affinare le proprie competenze all’estero (e questo è giustissimo) conoscere il mondo, allargare gli orizzonti, ma amerebbero vivere una qualità della vita che, spesso, le metropoli “che non dormono mai” o perennemente attive non offrono più. Vogliono tornare, se partono per fare nuove esperienze migliorative delle proprie competenze, ed essere utili alla propria terra, per crescere insieme con i propri cari, con gli amici, con i figli che verranno, e condividere con i conterranei progetti di crescita e sviluppo. Protagonisti del futuro. Quel futuro che qualcuno pensa di poter continuare a rubare se non diremo finalmente BASTA!. (s)