Positiva la performance dell’Autorità del Porto di Gioia Tauro nel realizzare il gateway ferroviario

Il Nucleo Verifica e Controllo dell’Agenzia per la Coesione Territoriale ha dato giudizio positivo per i temi di attuazione adottati, dall’Autorità Portuale di Gioa Tauro, nel realizzare il gateway ferroviario.

L’Ente certificatore degli investimenti finanziati con risorse europee, nel suo Report preliminare di verifica parla di “efficacia dei risultati” per come richiesto dal Piano Sud 2030.

L’opera, che offre all’intera area portuale un maggiore potere attrattivo rispetto a potenziali investitori nazionali ed internazionali nell’ambito della Zona economica speciale Calabria, ha avuto un costo complessivo di 40 milioni di euro, di cui 20 milioni ammessi a finanziamento sui Pon Fers Reti e Mobilità 2007/2013, di cui è titolare il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Realizzata in project financing dall’Autorità portuale di Gioia Tauro, rientra in un insieme di interventi inseriti nell’Apq “Polo logistico intermodale di Gioia Tauro”.

In particolare, il Nuvec (Nucleo verifica e controllo), pur segnalando i ritardi della partenza, causati dalla definizione del progetto preliminare, connessi alla gara che in un primo momento è andata deserta e quindi ai tempi di aggiudicazione, esprime parere positivo in merito ai “tempi delle fasi di progettazione definitiva, esecutiva ed esecuzione dei lavori” che hanno registrato «una durata inferiore ai tempi tipici di Visto (strumento che fornisce la Visualizzazione Interattiva della Stima dei Tempi delle Opere pubbliche)».

Nel complesso, dal Report preliminare viene evidenziata la buona performance attuativa sotto il profilo dei tempi di attuazione. Il Nuvec identifica l’impulso all’attuazione «nella capacità e responsabilità della governance del Progetto, da parte dell’Autorità portuale, che si è dotata di un’adeguata struttura organizzativa, seguendo costantemente e con competenza la sua evoluzione e individuando le soluzioni per superare le criticità emerse».

Nello specifico, viene sottolineata la positività delle scelte adottate dall’Ente, guidato dal commissario straordinario Andrea Agostinelli, in merito all’affidamento della gara in project financing, a seguito del primo avviso andato deserto; all’individuazione tempestiva del concessionario subentrante e, non ultimo, alle indicazioni normative adottate, (art.38 del Codice della Navigazione), per consentire al concessionario subentrante l’anticipata occupazione delle aree su cui insiste l’opera, nelle more di definizione di un contenzioso esistente tra l’Autorità portuale e il Corap.

Viene, altresì, sottolineata l’importanza del gateway, che consente di avere il collegamento diretto, tramite ferrovia, tra il terminal intermodale del porto di Gioia Tauro e gli altri terminal nazionali ed europei. Un progetto, precisa il Nuvec, che ha una forte valenza ambientale, in quanto interviene nel riequilibrio delle modalità di trasporto nazionale nella direttrice Nord-Sud e risponde, quindi, ai principi di riduzione di CO2 richiesti tra i principali obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Unione europea.

Il 16 dicembre scorso è arrivato il primo treno merci all’interno del Nuovo terminal ferroviario di Gioia Tauro. Concluso e funzionate, si estende nel territorio compreso tra i Comuni di Gioia Tauro e di San Ferdinando. Si sviluppa, in parte, all’interno del porto, nell’area doganale in concessione al terminalista MedCenter Terminal Container, e nella zona dell’interporto. Occupa una superficie pari a 325 mila metri quadrati. La lunghezza complessiva dei nuovi binari è di 3.825 metri. In particolare, è dotato di tre aste da 825 metri ciascuna che consentono di fare partire convogli di lunghezza europea da 750 metri. (rrc)

Avviata dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro la gara per il bacino di carenaggio da acquistare

L’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha avviato la gara pubblica per individuare la società che, sul mercato internazionale, dovrà indicare il bacino di carenaggio da acquistare.

«Si tratta – si legge in una nota – di un passo importante che porterà alla realizzazione di un polo cantieristico, al fine di implementare e diversificare le attività lavorative attualmente presenti nello scalo calabrese».

«L’Ente, guidato dal commissario straordinario Andrea Agostinelli, lo scorso giugno – si legge ancora nel comunicato – ha indetto una gara pubblica per identificare la ditta che dovrà progettare l’adeguamento della banchina lato nord all’accosto del bacino. Ora, si procede al successivo passo. L’obiettivo, in questa fase, è duplice. Da una parte, si dovrà trovare l’azienda capace di muoversi sul mercato internazionale per l’acquisto di una tipologia galleggiante di bacino. Nel contempo, la ditta aggiudicataria dovrà redigere un progetto in cui saranno indicate le caratteristiche tecniche e funzionali, di cui dovrà essere dotato il bacino, per rispondere alle peculiari esigenze infrastrutturali del porto calabrese e per essere, appena in funzione, adeguato al relativo mercato da servire».

«Attraverso la realizzazione del bacino di carenaggio –  si legge nel comunicato – il porto di Gioia Tauro mira, quindi, ad essere un punto di riferimento, anche, nell’offerta del servizio di manutenzione delle portacontainer medio-grandi, all’interno del circuito internazionale del Mediterraneo. Nello specifico, la tipologia da ricercare rientra tra quelle galleggianti. Composte da grandi cassoni, in fase di ricezione della portacontainer sono pieni di acqua, per consentirne l’entrata in bacino. Successivamente, dopo essere stati svuotati, ospiteranno all’interno la nave rimasta a secco e pronta a ricevere la manutenzione. Rispetto ai bacini in muratura, oltre ad essere più moderni, presentano il vantaggio di eseguire le lavorazioni direttamente in mare, con risparmi di tempo per la messa in bacino della nave».

«La realizzazione del bacino di carenaggio – è spiegato nel comunicato – si inserisce nella complessiva programmazione di rilancio dello scalo, portata avanti dall’Ente che è impegnato nell’attività di sviluppo infrastrutturale del porto. Nel contempo, l’attività di diversificazione determinerà la possibilità di poter procedere a nuove assunzioni di personale, da impegnare in questo specifico servizio».

«L’anno appena concluso – conclude il comunicato dell’Autorità Portuale – ha visto il porto calabrese superare i 3 milioni di teus movimentati, attestando una crescita percentuale dello scalo pari al 25%». (rrc)

Convenzione tra Regione e Autorità Portuale di Gioia Tauro: al via interventi per 6 milioni di euro per i porti di Crotone e Palmi

Grazie alle convenzioni sottoscritte tra la Regione Calabria, guidata dal presidente f.f. Nino Spirlì e l’Autorità Portuale di Gioia Tauro, guidata dal commissario Andrea Agostinelli, saranno finanziati, con 6 milioni di euro, interventi per i porti di Crotone e di Palmi.

Nello specifico, l’intervento relativo al porto di Palmi consentirà il completamento delle banchine di riva dello specchio acqueo portuale, aumentando la lunghezza delle stesse di ulteriori 365 metri, con lavori che comprendono anche i retrostanti piazzali, gli impianti e il dragaggio dei fondali. Il costo complessivo è pari a quattro milioni di euro. Fra cinque mesi è prevista l’approvazione del progetto definitivo ed entro il 2022 i lavori dovrebbero essere conclusi.

Per quanto riguarda il porto di Crotone, invece, l’intervento consentirà, invece, di mettere in sicurezza lo scalo, risolvendo le criticità idrauliche scaturite dall’azione del moto ondoso sul molo di sopraflutto e realizzando un muro paraonde. Il costo complessivo è pari a due milioni di euro. Per questo intervento, la progettazione è già in fase avanzata e dovrebbe concludersi entro marzo, mentre la fine dei lavori è prevista a settembre 2022.

«Il risultato raggiunto – ha dichiarato l’assessore alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo – ci ha consentito di salvaguardare due investimenti che erano in ritardo e che, non essendo dotati nel dicembre 2019 di progettazione esecutiva, erano a rischio di definanziamento per le condizioni previste dall’art. 44 del D.L. 30 aprile 2019, n. 34».

«Particolarmente rilevante – ha aggiunto – è l’intervento nel porto di Taureana di Palmi, che renderà l’infrastruttura pienamente fruibile. Sono al vaglio, inoltre, ulteriori finanziamenti per potenziare la quantità e qualità dell’offerta diportistica nell’area della Costa Viola, con particolare riferimento ai porti di Bagnara e Villa San Giovanni. Per quanto riguarda il porto di Crotone, invece, l’intervento, già programmato negli anni precedenti, si inquadra comunque nell’obiettivo fissato dalla Giunta regionale nel luglio 2020 di mettere in salvaguardia il patrimonio delle infrastrutture portuali calabresi e di rimuovere tutti i limiti alla loro funzionalità».

Catalfamo, infine, ha ringraziato il commissario Andrea Agostinelli per la collaborazione dell’Autorità portuale di Gioia Tauro la quale, peraltro, contribuisce alla realizzazione degli interventi con un cofinanziamento di 1,5 milioni di euro.

«La soddisfazione dell’assessore Catalfamo – ha dichiarato  Agostinelli – è anche la nostra, nello sforzo condiviso di rispondere alle giuste esigenze dei porti calabresi». (rcz)

Porto di Crotone

25 ANNI FA LA PRIMA NAVE PORTACONTAINE
A GIOIA T. IL FUTURO STA TUTTO NEL PORTO

di MARIA CRISTINA GULLÍ – Sembra ieri e invece è passato un quarto di secolo: era il 16 settembre 1995 quando una nave belga portacontainer, la Concord, si affacciò davanti al porto di Gioia Tauro e imboccò il canale di accesso per approdare alle banchine. Erano quasi le 18, quando iniziarono le operazioni di scarico dei primi 150 container che avrebbero cambiaro e segnato il futuro del Porto. Era da quindici anni che il Porto di Gioia Tauro attendeva un’occasione di utilizzo, un’opportunità di rilancio che avrebbe decisamente cambiato la vita di tutta l’area, ma soprattutto di molti nuovi occupati.

Il porto era praticamente inutilizzato dalla sua creazione. Un’altra “cattedrale nel deserto” nonostante le opportunità che la sua posizione di centralità nel Mediterraneo potesse far sperare in un fruttuoso utilizzo. L’idea di trasformare il porto in un hub per il transhipment, ovvero lo scarico dei container e la loro nuova destinazione. Mancava perché si realizzasse a pieno l’intermodalità necessaria per fare del Porto un hub di interesse europeo, ovvero mancavano pochi chimoetri di ferrovia che doveva collegare il porto alla stazione più vicina, così da instradare, direttamente dallo scarico a terra, i container sui treni merci destinati a raggiungere mete europee. Mancava e manca tuttora il collegamento ferroviario, anche se la presidente della Regione Jole Santelli, tra i suoi primi atti di governo ha sbloccato un impasse che si trascinava dam una decina di anni, per una stupidissiva controversia sulla competenze tra Autorità portuale e Ferrovie dello Stato. A breve dovrebbe aprisi il cantiere per realizzare questi poco meno di cinque chilometri che trasformeranno radicalmente la funzionalità del Porto.

Se si guarda ai numeri, c’è di che restare strabiliati: in questi 25 anni sono transitati per Gioia Tauro quasi 68 milioni di container: si usa la misura del TEU, acronimo di twenty-foot equivale unit, che corrisponde a un contenitore standard di poco più di 38 metri cubi, per contare i container trasportati, e i teu sono stati circa 70 milioni in questo quarto di secolo, con una media di 2300 navi all’anno, qualcosa come 50mila navi che hanno approdato a Gioia con il loro carico. Da ultimo sono arrivare le supernavi che solo a Gioia possono attraccare per via dei profondi fondali.

Il Porto, come è utile ricordare, era nato per servire il V Centro Siderurgico che il Cipe aveva assegnato a Reggio Calabria, dopo la rivolta del 1970. Il V Centro Siderurgico, com’è noto, non  vide mai la luce a seguito della crisi della siderurgia che investì tutto il mondo, quindi da porto industriale si pensò di trasformarlo in un hub polifunzionale, vista soprattutto la sua posizione nel centro del Mediterraneo. Verso la fine degli anni Settanta erano già state realizzate le banchine, i moli, i bacini e i grandi spazi a ridosso delle banchine portuali hanno fatto ipotizzare un utilizzo di destinazione e scarico per il comparto del trasporto marittimo via container. Proprio in quegli anni si stava sviluppando il traffico container e nella direttrice Suez-Gibilterra Gioia Tauro risultava in una posizione ottimale per il cosiddetto transhipment. Solo nel 1995, però, è iniziato il traffico dei container, sviluppando ritmi davvero elevati, fino a crollare miseramente alcuni anni addietro, con fosche prospettive per l’occupazione e il traffico. La nuova gestione dell’armatore Aponte con la MSC ha fatto tornare a nuova vita il Porto.

La crisi, quella che nel 2017 aveva raggiunto il momento più cruciale con il licenziamento di 377 lavoratori, sembra ormai lontana: sono rientrati quasi tutti al lavoro e la qualità e la professionalità dei terminalisti da Gioia Tauro è diventata oggetto di ammirazione presso tutti gli altri scali concorrenti. Il futuro è di farne uno scalo di riferimento nel centro del Mediterraneo che faccia da attrattore primario nei trasporti in container anche dall’Oriente, nonostante la cecità dei nostri politici che hanno escluso dalla Via della Seta (gli accordi commerciali con la Cina) proprio Gioia Tauro a favore di Trieste e Genova. Ma la strategica posizione del Porto di Gioia sicuramente farà rivedere i programmi delle grandi società di trasporto marittimo: c’è da valutare un notevole riparmio di costi e di tempi, soprattutto quando entrerà in funzione il gateway ferroviario. E il Porto di Gioia Tauro, al centro della Zona Economica Speciale, potrà costituire il punto di partenza per un serio rilancio dell’economia calabrese. (mcg)