Presentata la Primavera dei Teatri di Castrovillari

Dal 26 maggio al 1° giugno si terrà, a Castrovillari, la 25esima edizione di Primavera dei Teatri, il festival dei nuovi linguaggi della scena  contemporanea ideato e diretto da Dario De Luca, Saverio La Ruina, Settimio Pisano.

Un traguardo importante per una manifestazione che in un quarto di secolo ha saputo trasformare  una città del sud Italia in uno dei più vivaci laboratori di sperimentazione teatrale a livello nazionale  e internazionale. Con oltre 35 eventi tra spettacoli teatrali, performance, danza, musica, residenze  artistiche, mostre, workshop e incontri, il festival si conferma come un crocevia di visioni, linguaggi  e creatività con 9 Prime Nazionali, 1 anteprima nazionale e 4 residenze artistiche. 

Nato nel 1999, Primavera dei Teatri è oggi un punto di riferimento nel panorama culturale italiano,  grazie a una programmazione audace e rigorosa che mette al centro l’innovazione artistica e il  rinnovamento generazionale. In una regione spesso esclusa dai circuiti culturali dominanti, il festival  si fa portavoce di una progettualità dal forte impatto sociale e culturale, contribuendo alla crescita  di un pubblico consapevole, curioso e partecipe. 

In un momento storico in cui la cultura è chiamata a rinnovare la propria funzione sociale e politica, Primavera dei Teatri ribadisce la propria missione: promuovere il teatro come strumento di  riflessione critica, contaminazione artistica e sviluppo locale, puntando sui nuovi linguaggi, le  giovani generazioni e la multidisciplinarità. 

La direzione artistica ha saputo costruire, nel tempo, una progettualità culturale articolata e  coerente, capace di innestare nel Sud Italia processi virtuosi di rigenerazione territoriale attraverso  l’arte. La Calabria, grazie a Primavera dei Teatri, si è affermata come crocevia per la nuova  drammaturgia e punto di riferimento per le reti culturali nazionali e internazionali. 

«25 anni di festival sono un piccolo traguardo – hanno dichiarato Dario De Luca, Saverio La Ruina e  Settimio Pisano – 25 anni di festival a Sud, in Calabria, sono un piccolo miracolo. Un percorso fatto  di sogni e visioni, scommesse e lotte, politica e poesia. Un tempo lungo di teatro vissuto, progettato,  attraversato. Di pubblico fedele, di artisti coraggiosi, di comunità costruite giorno dopo giorno. 25  anni di spazi aperti alla città, di formazione e relazioni, di cambiamenti e ritorni». C

«on l’acqua alla gola – ha aggiunto – e le ali di cera, ma con i piedi saldi a terra e lo sguardo rivolto al futuro. 25 anni appassionati,  contraddittori, vitali. Un festival che ha mantenuto il cuore intatto e ha saputo crescere grazie a chi  lo ha abitato, pensato, vissuto. Un festival che ha formato persone, generato traiettorie, lasciato  segni. Senza le tante donne e uomini che lo hanno animato, oggi non saremmo qui. È anche grazie  a loro se Primavera dei Teatri può festeggiare questo compleanno».

Cuore pulsante della manifestazione, le residenze artistiche  rappresentano uno spazio privilegiato per la creazione, il confronto e la crescita delle nuove  generazioni di artisti. Il festival ospita e sostiene giovani compagnie emergenti, offrendo loro la  possibilità di sviluppare progetti in un contesto fertile e multidisciplinare, dove linguaggi diversi  dialogano e si contaminano. Un impegno che si rinnova di anno in anno con l’obiettivo di generare  nuove traiettorie artistiche e favorire la circuitazione delle opere, anche attraverso la collaborazione  con numerosi network nazionali. Primavera dei Teatri 2025 è realizzato con il sostegno di enti  pubblici e partner culturali. 

Il 26 maggio il festival prende il via con una restituzione artistica: Cani Lunari di Francesco Marilungo al  Polifunzionale, seguita dalla performance in prima nazionale Lo Spazio Occupato della Nuova  Compagnia del Balletto di Calabria, con la coreografia di Luca Signoretti, al Teatro Vittoria. La serata  si chiude con Nobody Nobody Nobody. It’s ok not be ok di Daniele Ninarello al Teatro Sybaris. 

Il 27 maggio è prevista la presentazione del libro Altrimenti il carcere resta carcere. Nel corso della giornata, Muna Mussie condivide la restituzione della sua residenza artistica. In  serata si tiene la restituzione di Rise di Daniele Ninarello, seguita da Stuporosa, coreografia intensa  di Francesco Marilungo. La giornata si chiude con Alla ricerca di una rosa ancora rossa una libera  interpretazione di Renata Antonante, del lavoro scritto e messo in scena nel 1998 da Antonello  Antonante e Franco Dionesalvi, sui versi del poeta Franco Costabile.

Il 28 maggio, il Polifunzionale ospita Il grande spavento di Valentina Diana con Principio Attivo  Teatro, mentre a seguire Iaia Forte interpreta Mia nonna e i Borboni, testo di Emanuele Trevi, che  a seguire converserà con il pubblico circa le sue radici calabresi e il suo rapporto con la Calabria. La  serata si conclude con Out of Blue del giovane autore Chicco Dossi. 

Il 29 maggio la scena si apre con Alienate di Francesca Ritrovato, un assolo al femminile della giovane autrice e  attrice calabrese. Segue in prima nazionale Crick, un sentito omaggio a Francesco Silvestri;  Topolino Crick – oggi Crick – visto da Dario De Luca e Saverio La Ruina nell’interpretazione dello  stesso Silvestri negli anni ‘90, viene riproposto per ricordare un drammaturgo tra i più significativi  della nuova scena napoletana di recente prematuramente scomparso. Chiude la programmazione  Polmoni di Duncan MacMillan, prima produzione della giovane compagnia Mar Giomitch di Michele  De Paola, Marisa Grimaldo, Giovanni Malafronte.

La mattina del 30 maggio sarà presentato Autoritratto sentimentale per inviluppo di Claudio Facchinelli, critico  teatrale recentemente scomparso, storico amico del festival. In prima serata va in scena Incontro,  una prima nazionale firmata dal Collettivo lunAzione. A seguire ancora una prima nazionale con Ivan  e i cani per la regia di Federica Rosellini, e La Verma, altro debutto nazionale a firma di Rino Marino  con musiche dei Fratelli Mancuso.  

La giornata del 31 maggio inizia con la presentazione del libro La non scuola di Marco Martinelli di Francesca Saturnino. Cecilia Foti presenta La questione dell’imbuto, esito della sua residenza artistica. In programma in anteprima nazionale Molly, con Letizia Russo diretta da Girolamo  Lucania. Atteso in prima nazionale Danio Manfredini con il suo Cari Spettatori, mentre Rosario  Palazzolo presenta Tiger Dad, interpretato da Salvatore Nocera. 

Il 1° maggio, in prima serata debutta in prima nazionale Io sono verticale di Francesca Astrei. A seguire ancora  una prima nazionale, Emma B. vedova Giocasta, monologo di Alberto Savinio con Marco Sgrosso.  Chiude il festival Goodbye Horses, prima nazionale di Dalila Cozzolino.

Durante tutta la settimana, dal 26 maggio al 1° giugno, si terrà il laboratorio teatrale R.A.C.cordi! cura del collettivo R.A.C., ispirato al film Fitzcarraldo

La giornata conclusiva del festival si apre con il laboratorio di cucina calabrese M’a mpari? T’a  mparu!, condotto da Giulia Secreti. 

Cinque i momenti musicali nelle varie serate con Altea, Daniele Moraca, Fablo Seed, Gianfranco  De Franco con Massimo Russo e gran finale il primo giugno con Sasà Calabrese. (rcs)

 

CASTROVILLARI (CS) – Al via il Pollicino Book Fest

Prende il via lunedì 7 aprile, a Castrovilari, il Pollicino Book Fest, il festival dedicato alla letteratura con la direzione artistica di Alessandra Stabile e con la consulenza di Beniamino Sidoti.

Fino al 12 aprile la città accoglierà autori, illustratori, esperti di divulgazione e appassionati di libri, in un calendario ricco di incontri, laboratori e spettacoli all’insegna del tema “Contiamo di giocare!”, che intreccia narrazione, matematica e scienza in un percorso sorprendente e coinvolgente. Eccoli gli ospiti che animeranno le giornate di Pollicino: Giuditta Campello, Sergio Olivotti, Alice Coppini, Giuliana Facchini, Andrea Vico, Beniamino Sidoti, Marco Erba, Anna Cerasoli, Andrea Scoppetta e il Prof. Francesco Calimeri del CNR.

«Pollicino Book Fest rappresenta un’opportunità straordinaria per la nostra comunità: un festival che fa della cultura un motore di crescita e condivisione per grandi e piccoli – ha dichiarato Domenico Lo Polito, Sindaco di Castrovillari –. Siamo orgogliosi di ospitare questa manifestazione che porta in città voci autorevoli del mondo della letteratura e della divulgazione, regalando a studenti e famiglie un’esperienza indimenticabile».

Il festival conferma la sua vocazione giocosa e fiabesca, seguendo il cammino di Pollicino e lasciando dietro di sé tracce di divertimento, allegria e curiosità. Il manifesto di questa edizione porta la firma di Sergio Olivotti, che ha saputo tradurre in immagini il cuore pulsante di Pollicino 2025: un festival giocoso, ironico, pazzo, fresco e divertente, pronto a sorprendere e a lasciare il segno.

Si parte lunedì con Anna Cerasoli, autrice esperta di divulgazione matematica, che accompagnerà gli studenti in un viaggio alla scoperta dei numeri come linguaggio universale e strumento di pace. Il primo incontro si terrà alle 9:30 al Castello Aragonese, seguito da un secondo appuntamento alle 11:00 nel Chiostro San Bernardino a Morano Calabro e infine terrà una formazione destinata agli insegnanti, alle 18:00, presso la libreria La freccia azzurra, sugli aspetti innovativi dell’insegnamento della matematica.

Nel corso della giornata, Marco Erba, scrittore e insegnante, racconterà ai giovani delle scuole secondarie il suo romanzo Il male che hai dentro (Rizzoli) alle 10:30 presso il Teatro Vittoria e nel pomeriggio guiderà un incontro con docenti e studenti partendo dal nuovissimo Amore Nero (Rizzoli) alla libreria La freccia azzurra alle 16:30, sul valore della letteratura come strumento di comprensione del presente.

Martedì 8 aprile, sarà la volta di Giuditta Campello e Claudio Cornelli, che porteranno in scena letture animate, simpatia e musica, in un doppio appuntamento mattutino al Teatro Vittoria e in un terzo incontro pomeridiano alla Gelateria Capani. Diverse saranno le attività che vedranno protagonista Alice Coppini, illustratrice e autrice, che incontrerà gli alunni appassionati di graphic novel e libri illustrati umoristici al Castello Aragonese e al Teatro Vittoria, mentre alla libreria La freccia azzurra condurrà un laboratorio alla scoperta della capacità espressiva e narrativa del disegno sequenziale. In serata, grande attesa per lo spettacolo C’era una volta… Pollicino!, con Giuditta Campello, Claudio Cornelli e Alice Coppini, in programma alle 19:00 al Teatro Vittoria. Un appuntamento da non perdere per famiglie e appassionati di storie che si presenta in un nuovo format, per la prima volta con i disegni dal vivo di Alice Coppini.

Mercoledì 9 aprile, l’attenzione si sposterà sulla narrativa per ragazzi con l’affermata scrittrice Giuliana Facchini, che presenterà i suoi romanzi agli studenti delle scuole secondarie nel Teatro Sybaris a partire dalle 9:30, mentre alle 18:00 alla libreria La freccia azzurra racconterà la sua positiva esperienza sulla conduzione di gruppi di lettura per ragazzi. Il fumettista Andrea Scoppetta e il docente dell’Università di Calabria Francesco Calimeri tratteranno un tema attualissimo e pieno di sfaccettature: l’intelligenza artificiale. Nel pomeriggio, lo scrittore, giornalista ed esperto di giochi Beniamino Sidoti guiderà un laboratorio aperto a educatori e insegnanti, Giocando si impara, presso la libreria La freccia azzurra, alle 16:30.

Giovedì 10 aprile sarà la volta di Andrea Vico, divulgatore scientifico, giornalista e autore di libri che rendono la scienza accessibile e appassionante per i più giovani. Il suo laboratorio interattivo Di cosa è fatto il mondo? accompagnerà gli studenti delle scuole secondarie in un viaggio affascinante attraverso la chimica e la fisica, a partire dalla collana Enciclopedia delle 15 domande (Il Castoro). L’appuntamento è alle 10:30 all’istituto “Erodoto di Thurii” a Cassano All’Ionio e replicherà la mattina del venerdì al Castello Aragonese. Nel pomeriggio, Vico sarà alla libreria La freccia azzurra per un laboratorio interattivo dedicato al metodo scientifico e alla curiosità che guida la ricerca. Ancora, alle 18:00, alla Sala Consiliare Palazzo di Città, inviterà la cittadinanza a compiere un viaggio in una giornata qualunque per interrogarsi e capire qual è la propria impronta ecologica.

Venerdì 11 aprile, sarà la giornata di Sergio Olivotti, illustratore, scrittore e docente, nonché autore del manifesto ufficiale di Pollicino Book Fest 2025. Olivotti, noto per il suo stile ironico e visionario, condurrà una serie di incontri che esplorano la creatività e il gioco. Il primo appuntamento sarà alle 10:30 presso il Teatro Vittoria, con una lezione-performance dal titolo Favolosofia, che mescola teatro delle ombre, disegno dal vivo e lettura teatralizzata. Nel pomeriggio, alle 17:00 presso EMI’s Bakery, terrà un secondo incontro dal titolo Ma le idee da dove arrivano?, dedicato a Creativologia (Sabir ed.), un saggio che analizza il processo creativo con leggerezza e profondità, per addentrarsi nei meccanismi dell’immaginazione e della progettazione artistica. L’evento serale, destinato alle famiglie, è in programma alle 19:00 sempre presso EMI’s Bakery, una versione sotto le stelle di Favolosofia. Sabato 12 aprile, gran finale per il festival con un evento speciale: La fabbrica degli arcobaleni, un laboratorio creativo aperto a tutte le età, in cui i partecipanti costruiranno la propria macchina della felicità ispirandosi al libro La stagione degli arcobaleni (Terre di Mezzo ed.). Un’occasione per salutare Pollicino Book Fest con fantasia, colore e spirito di partecipazione. (rcs)

CASTROVILLARI (CS) – Si apre al pubblico il laboratorio teatrale alla Casa Circondariale

Mercoledì sarà aperto al pubblico “Draghe e Principesse: viaggio nel mondo magico delle fiabe calabresi”, il laboratorio teatrale avviato il 12 febbraio, a cura di Ester Tatangelo e Stefano Cuzzocrea nella Casa Circondariale di Castrovillari e che vede coinvolte le detenute.

Il laboratorio, finanziato dall’8 per Mille della Chiesa Evangelica Valdese, è promosso dall’associazione Hermit Crab, in collaborazione con Associazione I Frati (Ex Convento) di Belmonte Calabro, e la Casa Circondariale di Castrovillari.

Il laboratorio è ispirato alla raccolta di fiabe di tradizione orale dello studioso calabrese Letterio di Francia e dagli studi del filosofo Bruno Bettelheim, autore de “Il mondo incantato”, in cui analizza le fiabe della tradizione europea tramite una lettura psicoanalitica di matrice freudiana e junghiana.

«Per le donne beneficiarie del progetto, il teatro è stato un vero e proprio incontro: non lo hanno cercato, ma si sono ritrovate nello stesso luogo in maniera fortuita, e da lì si è generata la scelta di accogliere, conoscere, aprirsi all’esplorazione», hanno spiegato  Tatangelo e Cuzzocrea.

«Siamo riusciti a coinvolgere 10 partecipanti con picchi di 15 – hanno proseguito – un numero alto di donne rispetto alla media registrata negli ultimi anni, a partire dal 2020, che ha segnato un calo netto della motivazione della popolazione carceraria, sempre più refrattaria a impegnarsi in attività di formazione, come osservato dal personale penitenziario. La maggior parte di queste donne non avevano mai pensato di mettersi in gioco per andare in scena, ma alla fine anche le più riservate hanno scelto di partecipare all’apertura».

«È stato un percorso di scoperte, di cadute, ma anche di divertimento – hanno detto ancora –. Giorno dopo giorno si è instaurata una fiducia reciproca, costruita attraverso pratiche teatrali che hanno trasformato la percezione di sé delle beneficiarie del percorso».

Il lavoro è stato incentrato sulla fiaba “Chioccia d’Oro”, una versione calabrese di Biancaneve, esplorata con le donne attraverso una narrazione collettiva. Le fiabe hanno il potere di illustrare percorsi di cambiamento e iniziazione, ci raccontano che tutto dipende da noi, dalla nostra volontà di avviare il processo di trasformazione. Come quella di Biancaneve, che descrive il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, tramite un racconto che si avvale di una simbologia, che è respiro dell’immaginario collettivo.

«Ogni incontro con il gruppo di donne è stato un’occasione per  trasmettere elementi della pratica teatrale: tecniche per gestire l’ansia, riconoscere le emozioni,  trasformarle, liberando il corpo attraverso il training fisico, sublimando l’inquietudine attraverso il gioco, imparando ad ascoltarsi e a connettere il proprio mondo introspettivo con il mondo esterno. Strumenti utili non solo sulla scena, ma anche nella vita, dentro e fuori dal carcere», hanno raccontato ancora i due artisti, colpiti positivamente dal clima di ascolto e dalla disponibilità che connotano l’interazione tra il personale della Casa Circondariale di Castrovillari  e le detenute, che vivono una condizione favorevole, rispetto ad altri istituti penitenziari italiani.

A Castrovillari non ci sono problemi di sovraffollamento, ogni detenuta ha il suo spazio necessario, oltre alla possibilità di frequentare la scuola ed altre attività di formazione, che creano un ambiente che rende la detenzione più vivibile.

«Il percorso con questo gruppo è stato intenso, forse troppo breve – hanno concluso – e genera in noi il desiderio di curare un progetto più lungo, per avere il tempo necessario affinché emergano con maggiore profondità le potenzialità e la consapevolezza di queste donne. Speriamo che questo progetto possa essere un germoglio, un primo passo verso una nuova fiducia in loro stesse e nelle loro capacità di trasformazione».

Tre Pietre d’Inciampo a Castrovillari

Sono state posate, a Castrovillari, tre Pietre d’Inciampo in memoria dei castrovillaresi Francesco Bucciano, martire delle Fosse Ardeatine, Luigi e Giuseppe Carino, padre e figlio, deportati e morti in due lager nazisti.

La Pietra dedicata a Francesco Bucciano nella Villa comunale, davanti al Monumento ai Caduti, le altre due nel cortile dell’IPSEOA “K.Wojtyla”. La posa delle Pietre d’Inciampo è stato un momento di alto valore civile, che va a restituire dignità, umanità ma anche un nome a quei cittadini che hanno perso la vita negli orrori dei campi di concentramento.

L’artista tedesco Gunter Demnig, ideatore delle Pietre, per spiegare la propria idea ha fatto proprio un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. In Italia le Stolpersteine, come sono chiamate nella lingua dell’ideatore, sono oltre 2.000, le prime vennero posate a Roma nel 2010. In Europa sono più di 100 mila, la prima venne posata a Colonia in Germania nel 1995.

L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC) e dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA) di Castrovillari, con la collaborazione dell’IIS IPSEOA-IPSIA “Da Vinci” e dell’Amministrazione comunale. Hanno aderito all’iniziativa la Fondazione Ferramonti, l’Università della Calabria, l’Associazione Nazionale ex Deportati (Aned) e l’Associazione culturale “Lo studio di Francesco” di Morano Calabro. Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco della Città, Domenico Lo Polito e del Dirigente Scolastico dell’IIS IPSEOA-IPSIA “Da Vinci”, dott.ssa Immacolata Cosentino, che hanno sottolineato il valore culturale e umano dell’evento. L’AICC di Castrovillari ha scelto la scuola come luogo simbolico per ricordare ai giovani che devono essere soprattutto loro i custodi della Memoria. 

Il 24 marzo, 81° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, a conclusione della cerimonia della posa delle Pietre si è svolto presso l’IPSEOA “K.Wojtyla” il convegno dal titolo “Il ruolo della Memoria e il valore della Storia”. Dopo i saluti della dirigente Cosentino e dell’avv. Carmelo Vacca, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, sono intervenuti il dott. Luigi Pandolfi, segretario dell’ANPPIA di Castrovillari e circondario, intitolata a “Francesco Bucciano”, il prof. Luigi Blotta, docente dell’IPSEOA, il prof. Leonardo Di Vasto, presidente dell’AICC e il prof. Carlo Spartaco Capogreco, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università della Calabria.

Ad animare il convegno con letture, video, poesie e intermezzi musicali sono stati i giovani dell’AICC e gli studenti dell’IPSEOA, coordinati dalla prof.ssa Anna Maria Rubino. Il dott. Luigi Pandolfi ha richiamato l’attenzione sulla guerra che è tornata d’attualità, in Europa e nel Mediterraneo, con la ricomparsa di fenomeni come la diffusione della fame, l’aumento della povertà e l’incremento delle migrazioni che hanno profondamente influenzato l’economia globale, frenando la crescita del commercio e imponendo costi aggiuntivi al sistema produttivo. 

Il prof. Luigi Blotta, in riferimento alla vicenda di Giuseppe Carino e di altri soldati calabresi, ha sottolineato la drammatica storia degli Internati Militari Italiani (IMI), deportati nei campi nazisti dopo la loro scelta, all’indomani dell’8 settembre 1943, di non collaborare con nazisti e fascisti opponendosi con fermezza alle loro richieste di adesione al Reich tedesco e alla Repubblica Sociale Italiana. 

Il prof. Leonardo Di Vasto, dopo aver fatto riferimento all’intervista rilasciata a una testata nazionale qualche giorno fa della scrittrice etiope Maaza Mengiste: «Ricordare – ha detto – è un atto di resistenza, la memoria è speranza», ha delineato succintamente le biografie di Luigi e Giuseppe Carino: Luigi il 7 settembre 1944 è catturato dalle truppe tedesche, all’età di 53 anni, e deportato in Germania, nel campo di concentramento di Flossenbürg, dove morì il 6 gennaio 1945.

Giuseppe, inviato nel 1942 in Grecia, poi condotto in Italia, è prelevato per disposizione delle autorità tedesche dal Reclusorio militare di Peschiera sul Garda, dove scontava una pena per diserzione, ed è deportato nel lager di Dachau. Da questo campo è trasferito prima a Sachsenhausen, poi a Buchenwald e, infine, in un sottocampo di Lipsia, dove morì probabilmente il 29 luglio 1944.

A concludere il convegno il prof. Carlo Spartaco Capogreco, tra i massimi esperti dello studio dei campi di internamento fascisti, che ha evidenziato il ruolo fondamentale della scuola per far conoscere ai giovani la storia contemporanea, in particolare gli avvenimenti successivi al 1943, poco approfonditi nei libri di testo.

«La Memoria – ha detto Capogreco – si conserva solo attraverso lo studio e la conoscenza della Storia. Senza il valore e l’ausilio della Storia, la Memoria non basta».

Inoltre, il prof. Capogreco ha sottolineato ha brutalità del regime fascista che ha perseguito gli oppositori, spesso facendoli assassinare, come Giacomo Matteotti, incarcerandoli, come Antonio Gramsci, relegandoli al confino, come gli autori del Manifesto di Ventotene, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. A rendere più solenne la cerimonia è stata la presenza di numerose autorità in rappresentanza dell’Esercito, dei Carabinieri, della Casa Circondariale, della Polizia di Stato, dei Vigili Urbani, dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza, della Croce Rossa e dell’Avis. 

Il dirigente scolastico ringrazia nuovamente l’AICC, nella persona del prof. Leonardo Di Vasto, per il costante rapporto di scambio culturale con le scuole, l’ANPPIA, il prof Luigi Blotta, per aver curato con impegno e passione l’organizzazione delle due giornate, la prof.ssa Annamaria Rubino e tutto il personale che ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione. (rcs)

Alla Casa Circondariale di Castrovillari il progetto di pedagogia teatrale

Prende il via mercoledì 12 febbraio, alla Casa Circondariale di Castrovillari, Draghe e Principesse: viaggio nel mondo magico delle fiabe calabresi, il progetto di pedagogia teatrale dedicato alle detenute finanziato dall’8 per Mille della Chiesa Evangelica Valdese, promosso dall’associazione Hermit Crab, in collaborazione con Associazione I Frati (Ex Convento), e la Casa Circondariale di Castrovillari.

Il progetto ha l’obiettivo di  creare una connessione tra teatro e fiaba, promuovendo l’inclusione e la partecipazione all’interno del carcere femminile.

Prendendo ispirazione dagli studi dello psicanalista Bruno Bettelheim, durante il percorso le allieve saranno guidate alla scoperta delle fiabe di tradizione popolare calabrese, partendo dalla raccolta dello studioso Letterio di Francia, in un percorso di ricerca attraverso la scrittura scenica del corpo-voce. Dopo una prima esplorazione, le fiabe che risulteranno più attrattive, sulla base del sentire individuale e collettivo delle allieve, saranno indagate più approfonditamente, per tracciare una mappatura emozionale, culturale ed evolutiva del gruppo di ricerca, supportato dalle tecniche di pedagogia teatrale.

«Le attività del laboratorio seguiranno un approccio innovativo e multidisciplinare, combinando diverse metodologie teatrali che passeranno dall’analisi del testo, alla poetica del clown, al vocal coaching, al teatro degli oggetti e teatro delle ombre. Le donne che parteciperanno si scopriranno così autrici, costruttrici, attrici e spettatrici di una messa in scena, attraverso le potenzialità espressive e le tecniche basilari del teatro. Sviluppando in questo modo il proprio benessere psico-fisico per ridurre gli episodi di stress, ansia e depressione, e apprendendo una corretta gestione delle emozioni e del contenimento della reattività e degli impulsi», hanno dichiarato Ester Tatangelo e Stefano Cuzzocrea, pedagoghi del progetto.

Il ciclo di incontri terminerà con una dimostrazione di lavoro finale presso il teatro della Casa Circondariale di Castrovillari, momento in cui le detenute potranno condividere il loro percorso con il pubblico interno alla struttura.

Ma non saranno solo le detenute ad usufruire del progetto e dei suoi benefici, che si estenderanno invece anche a tutta la comunità penitenziaria, tra operatori, educatori e professionisti che interagiscono quotidianamente con le donne. Il teatro diventa così un ponte tra quello che c’è all’interno e quello che si svolge all’esterno, contribuendo a un cambiamento culturale e sociale che parte dal riconoscimento del valore di ogni individuo, a dimostrazione che l’arte può portare speranza anche in contesti difficili. (rcs)

A Castrovillari una tavola rotonda su bullismo e cyberbullismo

Si è parlato del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e delle loro conseguenze, nel corso della tavola rotonda “Non cadere nella rete ma tessi una rete”, svoltosi nei giorni al Teatro Sybaris di Castrovillari e promossa dal Polo Professionale Ipseoa Ipsia Da Vinci.

All’iniziativa, patrocinata da Comune di Castrovillari, dal Movimento per la Difesa del Cittadino e dalla Commissione regionale per le Pari opportunità, sono intervenuti diversi esponenti delle istituzioni, nonché esperti della materia.

Ad aprire l’incontro, moderato dal giornalista Vincenzo Alvaro, è stata la dirigente scolastica, dott.ssa Immacolata Cosentino, la quale ha sottolineato come l’Ipseoa Ipsia da Vinci sia da sempre una scuola molto attenta nell’affrontare questi fenomeni. Ha aggiunto, inoltre, quanto sia fondamentale che genitori, insegnanti, studenti e istituzioni la vorino in sinergia per creare un ambiente scolastico e sociale sicuro, rispettoso di tutte le identità ed inclusivo.

In particolare, ha voluto evidenziare uno dei problemi maggiori riscontrati dalle scuole, legato alla difficoltà dei genitori di comunicare con i propri figli e di dedicarsi integralmente alla loro educazione, che troppo spesso viene delegata alla scuola: «Nella scuola – ha aggiunto – può verificarsi, a volte, di non riuscire ad essere inclusivi nei confronti dei bulli, poiché, in alcuni casi, è determinante il supporto delle famiglie e delle istituzioni, per avere successo».

La parola è, poi, passata al sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, il quale ha evidenziato come il problema del bullismo sia molto diffuso fra i giovani. «L’Amministrazione di Castrovillari – ha ricordato Lo Polito – ha inteso attivare uno sportello di ascolto: “Eco non ha più voce”».

«Il progetto “Eco non ha più voce” – ha spiegato la consigliera comunale, Pina Grillo – persegue l’obiettivo di creare una rete tra i ragazzi, le famiglie e le istituzioni. Crediamo che, in questa fase della vita dei giovani, sia indispensabile l’ascolto. Ritengo che la violenza sia un segnale della distorta capacità di gestire le proprie emozioni».

«All’interno delle scuole  – ha proseguito – sono state poste delle cassette, all’interno delle quali è possibile depositare, in forma anonima, delle richieste di aiuto».

«Il bullo – ha spiegato nel suo intervento la dott.ssa Rosa Cerchiara, Dirigente psicologa del Serd di Castrovillari – è una persona da prendere in carico, come la vittima. Il bullismo, infatti, è spesso espressione di un odio interiore».

Sui dettagli tecnici dell’argomento si è, invece, soffermato l’ispettore della Polizia postale della Questura di Cosenza, Fabio Ferraro.

«Siamo un corpo speciale della Polizia di Stato – ha detto Ferraro – e ci occupiamo di rendere più sicure le vostre vite virtuali. In quest’ottica ci interessa molto la tutela dei minori».

Secondo Ferraro, «non serve reprimere, ma fare prevenzione, ed quello di cui ci occupiamo nelle scuole. Dobbiamo essere noi adulti a dare, comunque l’esempio ai ragazzi. Il supporto che noi diamo alle famiglie è l’ascolto e cerchiamo di arginare la diffusione di contenuti multimediali all’interno della rete».

A collaborare a stretto contatto con la Polizia postale è il Movimento Difesa del Cittadino.

«Il tema del cyberbullismo – ha affermato il coordinatore regionale, dott. Giorgio Durante – viene affrontato dal Movimento insieme alla Polizia postale ormai da anni. Il bullismo che esisteva tanti anni fa aveva rilevanza all’interno del proprio quartiere. Oggi si è amplificato con l’avvento della tecnologia e questo rappresenta un problema».

«Per quanto riguarda il cyberbullismo, dal punto di vista legislativo, il nostro compito – ha continuato Durante – è quello di monitorare e sollecitare le istituzioni preposte a trovare soluzioni. Le istituzioni, però, non sono sempre presenti, a livello di supporto psicologico. Il mito della prepotenza è molto diffuso fra i ragazzi».

«Tutto questo si risolve – ha concluso – se si lavora insieme tutti quanti».

«Bisogna spezzare – ha dichiarato il direttore della Casa Circondariale “R.Sisca” di Castrovillari, dott. Giuseppe Carrà – il silenzio su questi fenomeni, perché l’omertà rende complici. Non pensate che ciò che fate, a livello di bullismo e cyberbullismo, rimarrà impunito. Bulli non si nasce, ma si diventa per il condizionamento dell’ambiente e per la carenza di valori culturali. È importante che ognuno di noi si impegni per contrastare questo fenomeno».

Carrà ha, poi, ricordato come il bullismo non sia una forma diffusa in carcere.

«Tra detenuti si sviluppa, invece – ha detto – la solidarietà, che tende ad aiutare i più bisognosi».

Alla tavola rotonda non era presente, per impegni, la presidente regionale della Commissione Pari opportunità, prof.ssa Anna De Gaio, che ha comunque inviato un messaggio: «Ritengo – ha scritto la De Gaio – che il dialogo su questi temi debba essere fondamentale. Il nostro compito, come commissione pari opportunità, è lavorare insieme per costruire una società inclusiva».

Particolarmente significativo è stato poi un passaggio dell’intervento del Procuratore capo presso il Tribunale di Castrovillari, dott. Alessandro D’Alessio, il quale, parlando agli studenti, ha detto: «Ogni fenomeno di prevaricazione si regge sul silenzio, sulla connivenza e sulla complicità. È necessario riacquistare, dunque, il concetto di cittadino».

«I primi bulli – ha concluso – sono le istituzioni quando non fanno il loro lavoro; i primi bulli siamo noi quando non abbiamo la capacità di indignarci. Bisogna recuperare il rispetto delle regole». 

Si è trattato, dunque, di un’iniziativa di grande valenza sociale e culturale, a testimonianza della forte sinergia esistente tra il mondo della scuola e le istituzioni, che insieme contribuiscono a formare le future generazioni. (rcs)

L’IC Lauropoli-Sibari-Cassano vincono il concorso letterario sulla Shoah

Hanno ottenuto importanti riconoscimenti gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lauropoli, Sibari, Cassano Jonio” nell’ambito del concorso artistico-letterario: “Sul Fondo. Per non dimenticare la Shoah”, a cura delle Associazioni culturali Mystica Calabria e Khoreia 2000.

La cerimonia del concorso, infatti, si è svolta sabato 25 a Castrovillari, alla presenza del sindaco, Mimmo Lo Polito, dell’assessore al turismo, Ernesto Bello, delle presidenti delle associazioni Mystica Calabria e Khoreia 2000, rispettivamente Ines Ferrante, Angela Micieli e Rosy Parrotta.

I ragazzi della classe seconda A del plesso di Lauropoli, si sono aggiudicati il primo posto con il libro illustrato “Cercavo te nelle Stelle” mentre l’alunno Alexander Abbruzzese ha ottenuto il premio speciale della giuria. Al plesso di Sibari una menzione d’onore con “La Shoah è stata e sempre sarà” di Chiara Corvino della classe seconda I.

Durante la manifestazione, a cui hanno preso parte docenti ed alunni di tutte le scuole presenti sul territorio, alla professoressa Lucia Cerchiara è stato attribuito il riconoscimento di Socio Onorario di Mystica Calabria, un bellissimo momento che ha emozionato i presenti.

Nello svolgimento degli elaborati i ragazzi sono stati supportati e guidati dai docenti: Lucia Cerchiara, Francesca Schifino, Teresa Berardi, Lorena Martufi, Giulio Faragasso, Rosaria Vigna e Laura Capalbi per il plesso di Lauropoli, dalla docente, Maria Grisolia per quello di Sibari.

I docenti e gli alunni hanno ringraziato il dirigente scolastico, professore Michele Marzana e la professoressa, Rossella Ciappetta, per aver contribuito a tenere vivo il valore della memoria nelle giovani generazioni di studenti.

L’istituto comprensivo ha, inoltre, sottolineato la valenza di questa iniziativa sottolineando «Noi abbiamo sempre creduto nell’ importanza della memoria e il nostro crederci, la nostra ferma volontà a non dimenticare ci ha portati a scavare e immortalare, negli anni, momenti orribili di uno dei periodi più bui della storia del genere umano».

«Noi, e con noi le nostre alunne e i nostri alunni – continua la nota – sempre più decisi a non voler dimenticare, abbiamo accettato anche quest’anno di metterci in gioco e dare il nostro contributo a questo che è un appuntamento ineludibile per la conoscenza e l’analisi “della banalità del male” di uno degli olocausti peggiori della storia! Siamo pertanto onorati e felicissimi che il lavoro delle alunne e degli alunni abbia ottenuto questi ottimi risultati».

Sono state ringraziate, infine, le associazioni Mystica Calabria e Khoreia 2000 «per l’importantissima meritevole iniziativa atta a mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato e che non dovrà mai più essere». (rcs)

LA SESTA PROVINCIA OPPURE AREA VASTA?
PER L’ARCO JONICO L’IDEA MAGNA GRAECIA

di DOMENICO MAZZA Il dibattito sulla istituzione della sesta Provincia calabrese, in un ambiente regionale già dilaniato da un’emorragia demografica inarrestabile, la dice lunga sulla qualità delle idee messe in campo dalle locali Classi Dirigenti. Una Regione, la Calabria, in cui l’attuale numero degli Enti di secondo livello appare quasi al limite del grottesco. Con una popolazione complessiva pari a meno della metà rispetto la sola Area Metropolitana partenopea, il numero di 5 Province risulta fuori luogo e totalmente inappropriato considerata l’esigua composizione demografica del tessuto regionale. Si preferisce, quindi, sponsorizzare ulteriori inutili parcellizzazioni territoriali, piuttosto che pensare a soluzioni efficaci e volte alla creazione di ambiti ottimali. 

Amministratori e notabili, appaiono chiusi su posizioni antistoriche e irrispettose dei principi geografici della omogeneità territoriale nella creazione degli ambiti vasti. Si circoscrive un pensiero di decentramento amministrativo a un’area piccola e scarsamente rappresentativa dal punto di vista demografico, dimenticando che ogni eventuale azione di autonomia istituzionale andrebbe inquadrata nel contesto della Regione tutta, ancor prima che della Provincia di Cosenza.

Ed è così che, disconoscendo probabilmente il passare del tempo, le Classi Dirigenti dello Jonio si abbarbicano su idee tramontate da un quarto di secolo ed eclissate dalla storia. Proposte, oltretutto, talmente impalpabili al punto che gli stessi ideatori annaspano nella identificazione di quale realtà urbana debba essere il Capoluogo della eventuale Provincia della Sibaritide o della Sibaritide-Pollino. 

Sibaritide e Sibaritide-Pollino: circoscritte proposte di una Classe politica spenta e povera di idee

Una cosa è certa: la dilagante miopia politica riesce a indicare, a distanza di oltre due decenni, quanto già ampiamente cassato dagli eventi.

Da un lato si guarda l’attuale foro di Castrovillari (Sibaritide-Pollino) quale alveo naturale per costituire una nuova Provincia. Lo stesso contesto territoriale, frutto di mistificazioni e magheggi, artatamente imbastito con la complicità di alti Funzionari di Stato. Vieppiù, già ampiamente bocciato dai fatti e che ha generato una serie di disservizi alle Popolazioni della bassa Sibaritide e della Sila Graeca come a buona parte dell’Avvocatura dell’ex foro di Rossano. Non è un mistero, infatti, che molti Giuristi abbiano appeso la toga al chiodo, optando di seguire percorsi diversi da quello forense.

D’altro canto, si propaganda una proposta ibernata più di 20 anni fa (Sibaritide) e dalla quale ci si guarda bene dal definire quale Città dovrebbe assurgere allo status di Capoluogo. D’altronde, talmente precaria e priva di un equilibrio concettuale, ancor prima che normativo, è la rabberciata proposta che promuovere una Città piuttosto che un’altra potrebbe significare far crollare come le tessere di un domino un’idea dai piedi d’argilla.

Omogeneità territoriale: il faro prospettico per una narrazione inclusiva e ottimale degli Enti intermedi

Rivoluzionario, al contrario, il concetto di partire da un’analisi complessiva del territorio calabrese, per delineare coerentemente il perimetro ottimale in cui inquadrare gli ambiti vasti e dalle omogenee peculiarità. In questo contesto nasce e si consolida l’idea Magna Graecia, non già nel semplicistico tentativo di creare ulteriori piccoli Enti inutili. Organismi decentrati, i richiamati, che, quand’anche venissero concessi, favorirebbero la parcellizzazione territoriale fine a sé stessa, ma senza quella autonomia politica necessaria a consentire lo slancio evolutivo per quei contesti geografici marginalizzati da deviate politiche centraliste. Ciò a cui l’Arco Jonico sibarita e crotoniate dovrebbe aspirare, invero, è la creazione di un ambiente geo-politico autonomo e indipendente nelle scelte. Inutile, se non dannoso, un rabberciato decentramento amministrativo circoscritto alla sola piccola Sibaritide che non determinerebbe alcun cambiamento nelle attuali linee guida della politica calabrese. Le stesse geometrie, cristallizzate sulla storica spartizione del potere politico regionale suddiviso a tre teste: quelle dei Capoluoghi storici. 

Parlare di omogeneità tra ambiti come la Sibaritide e il Crotonese è la cosa più naturale che ci sia. Agricoltura, marinerie, rigenerazione dei siti industriali, comune politica infrastrutturale, policentrismo amministrativo sono solo alcuni degli argomenti che già ampiamente giustificherebbero una visione politica comune. Al contrario, parlare di affinità tra contesti vallivi e aree di costa sarebbe come pensare di mettere insieme acqua e olio sperando in una loro miscelazione. Le economie che caratterizzano i contesti della val di Crati sono diverse se non opposte a quelle peculiarità tipiche dello Jonio. 

Qualcuno ricorda che la problematica relativa alla velocizzazione del binario jonico insieme all’ammodernamento della statale 106 sia stata una delle priorità del contesto vallivo della Calabria? Qualche luminare della politica ha memoria riguardo l’interesse delle Popolazioni dell’Esaro, del Pollino, della valle del Crati a opporsi alla realizzazione di abominevoli e violenti parchi eolici al largo delle coste joniche? 

Ecco, taluni archetipi per i quali bisognerebbe favorire la nascita di ambienti politici congeneri tra aree come quelle rivierasche e pedemontane afferenti all’alto e medio Jonio calabrese. Semplicemente, perché affrontare le affini problematiche con la forza dei numeri, potrebbe favorire azioni volte a sviluppare politiche risolutive ed efficaci. 

Abrogare atteggiamenti di chiusura mentale per aprirsi alla coesione territoriale tra aree a interesse comune 

In tutta l’area della Sibaritide è oltremodo sterile e pregiudizievole erigere barriere contro quei territori con i quali si condividono le medesime problematiche e le inespresse potenzialità. Atteggiamenti di chiusura mentale verso il contesto Crotonese non dimostrano lungimiranza politica. Semmai amplificano lo scollamento dalla realtà che buona parte  delle Classi Dirigenti della Sibaritide, a oggi, hanno ampiamente mostrato di detenere. Non si spiega altrimenti l’approccio microcefalico rivelato dall’Establishment sibarita verso i contesti posti oltre Cariati. Probabilmente, comportamenti storici di prona riverenza politica a Cosenza e dintorni hanno offuscano il pensiero, impedendone la lucidità. 

Quando l’embrionale idea di decentramento territoriale non si traduce in un processo di autonomia politica ancor prima che amministrativa, l’eventuale operazione si riduce alla creazione dell’ennesimo carrozzone politico. Utile, forse, a un’improvvisata Élite politica per raccogliere effimeri consensi elettorali, ma con la consapevolezza di non modificare in alcun modo i deviati equilibri che vogliono l’Arco Jonico essere l’ultimo territorio di una Regione già ultima in Italia. λ

(Comitato Magna Graecia)

Castrovillari raccoglie oltre 7mila kg di alimenti

Sono oltre 7mila kg di alimenti a lungo conservazione che Castrovillari ha raccolto in occasione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.

Più di 6mila chilogrammi sono pervenuti dalla raccolta dinanzi ai supermercatiConad -Sangiovanni”, “Conad di via Schiavello”, Dok, Eurospar, Eurospin, i due Pick Up di via Polisportivo e piazza Giovanni XXIII, Ipercoop, Lidl, MD e Pollino Discount, e oltre millecento chilogrammi dalla raccolta effettuata dalle scuole di ogni ordine e grado.

Più di 100 i volontari  (con età compresa tra i 15 e gli 82 anni) impegnati dinanzi ai supermercati e altri a vari livelli: dall’aiuto per la raccolta nelle scuole alla sensibilizzazione sino alla logistica; attive le Parrocchie  di “San Girolamo”, “San Francesco di Paola”, di “Auxilium Cristianorum”, la Parrocchia di San Basilio il Grande di Ejanina (frazione del Comune di Frascineto) ,oltre le Associazioni onlus “Casa “Betania”, “C.A.V.”, “A.V.S.I.”,  “Solidarietà e Partecipazione”, “A.N.A.S.” e altre,  e quanti hanno inteso, a vario titolo, mettersi a disposizione.

Per questo prodigarsi il dottor Antonio Filardi, che raccorda da anni l’intervento nel territorio municipale, ha voluto ringraziare di Cuore ogni partecipante, spiegando come l’evento ha, ancora una volta, riunito e reso possibile quanto si voleva raggiungere e dove i giovani, con il loro entusiasmo, hanno incarnato il valore della gratuità, portando un’energia contagiosa.

Con tale impeto e coscienza, così, si è sperimentato di nuovo cosa significa Condividere i bisogni per condividere il senso della vita e cosa vuol dire guardare l’altra persona per quella che è e nel suo concreto. Ecco anche la ragione educativa del coraggioso gesto d’amore che si è vissuto e che “Giornata” dopo “Giornata”, si ripropone con una capacità impensabile ed imprevedibile nell’aiutare, che cambia finanche un modo di essere.

Il Papa, non a caso, per questo giorno, “che ha voluto fosse legato alla Giornata del povero, ha dettoNon dimentichiamo di custodire «i piccoli particolari dell’amore»: fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto… Questi gesti non si improvvisano; richiedono, piuttosto, una fedeltà quotidiana, spesso nascosta e silenziosa, ma resa forte dalla preghiera..”.

La Colletta nell’area del Pollino ha interessato più Comuni in una condivisione umana unica. È stata ancora questa – ci è stato confidato da alcuni volontari di Castrovillari – che ha reso il nuovo risultato di quest’anno, creando un’occasione intrisa di quell’ardire impavido, essenziale, baldanzoso e “materialista” che attrae. (rcs)

CASTROVILLARI (CS) – Sabato in scena “Smart Work”

Sabato 16 novembre, al Teatro della Chimera di Castrovillari, alle 19, in scena lo spettacolo Smart Work del Teatro Chimera.

La pièce, in replica domenica alle 18, rientra nell’ambito della quarta edizione della rassegna ImPollino.

Diretto da Gianluca Vetromilo e interpretato dall’abile Francesco Rizzo, il lavoro ha recentemente trionfato al Milano Off Fringe Festival 2024, aggiudicandosi il prestigioso premio Vincitori Award. Questo riconoscimento consente alla compagnia di partecipare all’evento “Il Respiro del pubblico” organizzato da Cantiere Obraz a Firenze il 22 novembre e, successivamente, di presentarsi al Teatro Sambuca di Sicilia nella prossima primavera.

Non pochi sono i successi che “Smart Work” ha già collezionato: durante la sua partecipazione al Catania Off Fringe Festival, lo spettacolo è stato accolto con entusiasmo, ricevendo una menzione speciale da parte di Steve Gove per il Prague Fringe Festival e l’Award di Denver Fringe Festival.

Smart Work“, nato proprio nel piccolo spazio del Teatro della Chimera durante una residenza artistica nel 2022, è frutto della collaborazione tra Gianluca Vetromilo e Armando Canzonieri. La pièce si addentra nelle complessità del lavoro contemporaneo, raccontando la storia di un giovane che affronta la frenesia della vita moderna, diviso tra il suo impiego come operatore di call center di giorno e driver di consegne di sera. In un contesto in cui un giovane su tre percepisce la propria occupazione come priva di valore, l’opera mette in luce le sfide quotidiane di una vita in cui l’autonomia appare sempre più illusoria. (rcs)