Sanremo il Festival a Olly, terzo posto per Brunori Sas

Dalla cinquina finale esce vincitore del 75° Festival di Sanremo un pressoché sconosciuto Olly con la sua Bastarda nostalgia. Incredulo e felice il 23enne genovese. Sul podio al terzo posto Brunori Sas preceduto da Lucio Corsi. Al terzo posto Fedez e Simone Cristicchi. Il risultato è la somma del televoto (34%)con quello delle radio (33%) e della Sala Stampa (33%). Risultato che non è stato apprezzato dalla platea sanremese del Teatro Ariston che ha fischiato l’esclusione di Giorgia e Achille Lauro dalla cinquina finale. Rivedi l’esibizione di Brunori Sas su RaiPlay. Dario Brunori ha vinto anche il Premio intitolato a Sergio Bardotti per il miglior testo.
Il Presidente Occhiuto ha voluto esprimere con un messaggio l’orgoglio di tutta la Calabria: «Terzo posto assoluto nella classifica finale e il prestigioso premio ’Sergio Bardotti’ per il miglior testo. Tutta la Calabria è orgogliosa di Brunori Sas, un cantautore straordinario che con la sua poesia ‘L’albero delle noci’ ha incantato il Festival di Sanremo.
Congratulazioni Dario».

Questa la classifica finale del 75° festival:

1. Olly

2. Lucio Corsi

3. Brunori Sas

4. Fedez

5. Simone Cristicchi

6. Giorgia

7. Achille Lauro

8. Francesco Gabbani

9. Irama

10. Coma_Cose

11. Bresh

12. Elodie

13. Noemi

14. The Kolors

15. Rocco Hunt

16. Willie Peyote

17. Sarah Toscano

18. Shablo

19. Rose Villain

20. Joan Thiele

21. Francesca Michielin

22. Modà

23. Massimo Ranieri

24. Serena Brancale

Il cantautore Brunori Sas incanta Sanremo

di FRANK GAGLIARDIMartedì, a mezzanotte, ha debuttato per la prima volta al Festival della Canzone Italiana di Sanremo, il nostro amato cantautore cosentino, Brunori Sas, con la canzone che ha voluto dedicare a sua figlia Fiammetta: L’albero delle noci.

Troppo tardi la sua esibizione sul palco dell’Ariston e quindi la maggior parte dei telespettatori erano ormai a letto e non hanno potuto godere la sua esibizione intima e commovente. Apprendiamo che la sua canzone è stata la più votata della serata. Quanti ricordi sono affiorati nella mia mente mentre l’ascoltavo: L’albero delle noci di Manzoniana memoria, la mia tanto amata e martoriata terra di Calabria e la famosa “Scirubetta”, quella dolcezza tipica che si faceva una volta nei nostri paesi quando la neve cadeva in abbondanza ed ancora non c’erano nei bar i gelati Motta, Alemagna, etc. Non c’erano i gelati, ma non c’erano neppure le cinque o dieci lire di una volta. 

La neve fresca messa in un bicchiere o in una tazza con l’aggiunta di miele di fichi o di vincotto. Che prelibatezza! Quanti ricordi! Da piccolo andavo a raccogliere la neve caduta sulle foglie delle rape del giardino perché là era più pura e poi la mischiavo col “vinucuottu”. Era la “scirubetta”. In quei tempi lontani era non solo la prima ma anche la sola forma di gelato o di granita che riuscivamo ad assaggiare.

E mi sovvengono i gelatai di una volta che nelle fiere e nei mercati esponevano la merce su un tavolo: bottiglie piene di essenze di vario colore e un lungo pezzo di ghiaccio. Questo veniva triturato con un aggeggio simile alla pialla del falegname. Il ghiaccio triturato poi messo nel bicchiere insieme al gusto preferito. Era l’odierno sorbetto, la granita, la scirubetta. Va di moda ora specialmente a Roma. È la famosa: Grattachecca. E poi l’albero di cui parla Brunori mi ricordano I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, la pianta di noce e il famoso miracolo raccontato da Fra Galdino. Non ve lo ricordate, amici lettori?

È passato davvero troppo tempo dalle scuole superiori. Brunori vive in un paesino, San Fili, e dalla sua finestra di casa vede l’albero delle noci che è poi diventato un’ispirazione. “Negli anni mi sono convinto che contenga le mie canzoni e me le suggerisca”. Il testo della canzone, profondo e toccante, ha avuto già un enorme successo.

La sua canzone è data da chi se ne intende vincitrice del 75 Festival della Canzone Italiana. Non solo martedì sera la canzone di Brunori si è classificata al primo posto, ma il suo testo è stato considerato il migliore di tutti secondo l’Accademia della Crusca.

Il Maestro orafo Michele Affidato presenta i premi speciali per Sanremo

A pochi giorni dall’inizio del Festival della Canzone Italiana, il maestro orafo Michele Affidato ha presentato, nel proprio showroom, premi speciali realizzati per l’edizione 2025, che si svolgerà dall’11 al 15 febbraio.

Il maestro orafo ha avuto modo di raccontare il processo creativo e l’ispirazione dietro ogni opera, frutto di un lavoro meticoloso e di un’eccezionale maestria artigianale. Tra i riconoscimenti spiccano il prestigioso “Premio della Critica – Mia Martini”, assegnato dalla stampa specializzata, per celebrare le interpretazioni più emozionanti.

Il Premio avrà due categorie: “Sezione Big” e “Sezione Nuove Proposte”.  Altro Premio particolarmente ambito, a cui il maestro ha dato forma, è il “Premio Sala Stampa – Lucio Dalla”, dedicato alle preferenze espresse da giornalisti di radio, web e TV. Anche questo avrà due categorie.

Oltre ai premi già consolidati, ha realizzato, anche quest’anno, diversi premi tra cui: il “Premio Nuovo Imaie Enzo Jannacci”, destinato all’interprete che meglio incarna l’ironia e la sensibilità del celebre cantautore milanese; il “Premio Numeri Uno – Città di Sanremo”, ideato da Ilio Masprone e raffigurante la “Palma d’Argento”, celebra le personalità di spicco che hanno segnato la storia del Festival e che sarà assegnato al conduttore Carlo Conti; i Premi “Dietro le Quinte”, invece, andranno ad artisti e personaggi che hanno contribuito a far conoscere il Festival di Sanremo nel mondo, tra questi: Max Brigante Dj Radio 105, Maurizio D’Avanzo storico fotografo del Festival, Stefano Senardi direttore artistico, Paolo Sommaruga TG1, Iannarilli Lavinia, dirigente RAI1. Premio per una carriera mondiale a Umberto Tozzi, Premio Speciale Super Hit 2024 ad Annalisa e il Premio per una carriera italiana a Shel Shapiro.

Altra opera realizzata è il “Soundies Awards di Casa Sanremo”, nata da un’idea di Vincenzo Russolillo, Patron di Casa Sanremo che rappresenta il riconoscimento dedicato ai videoclip delle canzoni in gara al Festival, destinato alle case discografiche. E ancora il Premio “Casa Sanremo” alla carriera a Pablo Reyes dei Gipsy King per i 38 anni di “Bambolero”, un successo planetario senza tempo.  Da anni il maestro Affidato vive il Festival non solo sotto un profilo artistico ma anche nell’ambito del sociale e lo fa con due importanti eventi.

Quale Ambasciatore Nazionale di Unicef Italia, in collaborazione con Casa Sanremo, anche quest’anno promuoverà il convegno Unicef sul tema: “Sensibilizzare alla non discriminazione”. Altro evento è il contest “Music for Change – Musica Contro le Mafie”, diretto da Gennaro De Rosa, uno dei più importanti Premi musicali europei a sfondo civile, quest’anno assegnato ad Acquachiara con il brano “Piacere, Sofia”.

A dare forma a quest’ultimo riconoscimento è l’orafo-scultore Antonio Affidato. Altri premi sono stati realizzati per il convegno “Nextgen Legality”, dove saranno presenti, tra gli altri: Claudio Martelli, ex ministro, Nicola Gratteri, Procuratore di Napoli, Nino di Matteo, sostituto Procuratore Dir. Nazionale Antimafia, ed i giornalisti Paolo Pagliaro e Sigfrido Ranucci.

E ancora quelli per il “Christian Music – Festival della Canzone Cristiana”. Alla conferenza stampa erano presenti oltre al Presidente del Premio Sala Stampa Lucio Dalla, Enzo Sagrigoli, Gennaro De Rosa di Musica contro le Mafie, il vice sindaco Sandro Cretella, gli Assessori Maria Bruni, Nicola Corigliano e rappresentanti delle associazioni di categoria.

«Ogni anno il Festival di Sanremo rappresenta per il nostro brand un’opportunità speciale per raccontare, attraverso la nostra arte, la bellezza della musica e il valore della tradizione – ha commentato Michele Affidato – realizzare questi premi è un onore e una responsabilità che accogliamo con grande entusiasmo e dedizione». (rkr)

Da Reggio a Sanremo: Il Festival raccontato da Graziano Tomarchio e Dominga Pizzi

Anche quest’anno, Graziano TomarchioDominga Pizzi hanno raccontato, da vicino, il Festival di Sanremo.

Tante ore di duro lavoro in sinergia con la loro troupe di operatori e tecnici motivati da spirito di sacrificio e ambizione per assicurare ai telespettatori calabresi una copertura giornaliera di esclusive e dirette. Curiosità, commenti alle canzoni, interviste, anteprime, notizie, scoop e indiscrezioni. Insomma tutto ciò che è ruotato intorno al festival della canzone italiana giunto alla 73esima edizione.

«Anche quest’anno la rassegna musicale più attesa dell’anno ha collezionato successi e consensi di pubblico, bella ed emozionante e noi siamo stati presenti come facciamo ormai puntualmente da tantissimi anni, grazie anche al supporto dei nostri partner e sponsor. L’amore e la passione per il proprio lavoro vince sempre», hanno dichiarato con soddisfazione Graziano Tomarchio e Dominga Pizzi .

«È questa la formula vincente – hanno concluso – che alla lunga permette di raggiungere grandi traguardi». (rrm)

L’OPINIONE / Eduardo Lamberti Castronuovo: Presidente Mattarella, perché a Sanremo sì e per il 50° dei Bronzi no?

di EDUARDO LAMBERTI CASTRONUOVO – I Bronzi e Sanremo. La cosa diventa preoccupante. Non che non c’era da aspettarselo ma la misura è davvero colma.
Che Sanremo rappresenti un momento importante per la cultura popolare, Non c’è dubbio, ma che si stia esagerando, è sotto gli occhi di tutti!

Una pubblicità martellante quanto ossessiva ci ha accompagnati per mesi con un countdown da lancio nello spazio dei tanto amati missili, una miscellanea tra politica e spettacolo che non ha mai avuto eguali. Insomma, una decadente promozione che nulla a che vedere con un festival della canzonetta dove una serie improponibile di parole al vento, con musiche pressoché improvvisate e cantanti qualche volta vicini al ridicolo, hanno umiliato la vera identità della musica leggera italiana.

Certo si dirà che è stato un successo, che di meglio non c’è mai stato ma è tutto talmente scontato che non ci crederà nessuno! La vera sindrome dell’ applauso. Quella che registra ovazioni anche se chi sta cantando stecca e chi sta parlando dice ovvietà fanciullesche.
Due però sono gli elementi la cui gravità supera anche la più risoluta ostinazione di trovare il bello laddove non c’è proprio. Il primo è quello di voler a tutti i costi spettacolarizzare la politica con un batti e ribatti sull’intervento di Zelens’kyj (Presidente dell’Ucraina) al Festival: una inclusione letteralmente folle che voleva confondere il trovatore con la

Semiramide. La guerra, ahinoi, è cosa seria e sopratutto dolorosa: cosa avrebbe rappresentato la presenza di uno dei guerreggianti ad un fatto meramente ludico? Non è dato sapere! Ma lo stesso altalenare della partecipazione si o no, la dice lunga sulla validità della scelta primaria.

Il secondo elemento ci vede coinvolti più da vicino. La presenza del capo dello stato al festival! Ho grande rispetto per la figura del capo dello Stato Mattarella ma sinceramente la delusione è grande nell’aver saputo della sua presenza così rappresentativa da vederlo, questa volta , assolutamente fuori luogo.

Noi reggini, poi, nel non averlo avuto ospite gradito a Reggio in occasione del 50nario del Bronzi di Riace, siamo ancora più contrariati da questa presenza alla kermesse delle canzonette in contrapposizione ad una assenza ad una manifestazione culturale quale quella realizzata con tanti sforzi al Teatro Cilea di Reggio la sera del 17 dicembre Eppure il cast, di livello internazionale reale, avrebbe meritato – vista anche la Ricorrenza storica – la presenza del presidente.

La cosa è ancora più grave se realizziamo che nessun rappresentante dello Stato è venuto in città a salutare un evento così importante. Eccezion fatta per il Sottosegretario Maria Tripodi.

Siamo un popolo di serie B? Siamo italiani anche noi? Sanremo vale più dei Bronzi? Le domande sono tante. Chi risponderà mai?
Lo facciano le nostre coscienze. Valutino quanto peso abbia la nostra città nel panorama nazionale e tra coloro che contano tra le cariche dello Stato! La risposta non è difficile.
Ma l’indignazione non può che essere tanta. (edc)

La Regione a Sanremo per promuovere la pesca e l’agricoltura

Dal 9 febbraio ci sarà anche la Regione Calabria, col Dipartimento Agricoltura guidato dall’assessore regionale Gianluca Gallo, al Festival di Sanremo. La Regione, infatti, sarà tra i protagonisti di Casa Sanremo – Baca Ifis e, per l’occasione, promuoverà le eccellenze calabresi  del settore agroalimentari, con particolare riferimento al settore pesca, tramite una vetrina d’eccezione che permetterà di entrare in contatto con realtà altrettanto prestigiose e creare nuove opportunità e collaborazioni.

Un momento di grande visibilità sarà garantito da Casa Sanremo TV, la digital TV ufficiale dell’area hospitality del Festival della Canzone Italiana: giovedì 9 febbraio dalle 15:30, in occasione dello show “L’Italia in vetrina”, il dirigente regionale del settore Caccia e Pesca, Bruno Zito, e Katya Gentile, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio, saranno ospiti della trasmissione condotta da Veronica Maya per discutere del tema agricoltura e pesca in Calabria.

Durante la puntata il pubblico potrà seguire lo show cooking dello chef Ercole Villirino, che preparerà “i maccarun”, mentre Pietro Tangari, ambasciatore delle eccellenze calabresi, presenterà “il cappello della strega”, un omaggio gastronomico simbolico ispirato alla vicenda umana e giudiziaria di Cecilia Faragò, ultima donna della storia ad essere stata processata per il reato di stregoneria, oggi uno dei marcatori identitari distintivi della Calabria.

La sera dello stesso giorno è infine prevista una cena riservata agli addetti ai lavori e ai media che vedrà protagonisti in tavola i prodotti del pescato e le eccellenze gastronomiche del territorio: un percorso gastronomico unico e imperdibile alla ricerca dei sapori del mare di Calabria. Casa Sanremo è l’area hospitality ufficiale del Festival della Canzone italiana che inaugura la sua sedicesima edizione domenica 5 febbraio alle 17 al Palafiori, alla presenza del Patron, Vincenzo Russolillo. Al suo interno sarà dato ampio spazio alla Regione Calabria.

In questo luogo esclusivo riservato a partner, istituzioni, addetti ai lavori e stampa, la Regione in qualità di sponsor istituzionale comparirà con il logo istituzionale nei photocall, nei backdrop e nei monitor, inoltre uno spot dedicato passerà in rotazione su Casa Sanremo Tv, la digital tv fruibile da tutte le piattaforme web e dalla app ufficiale.

La partecipazione a Casa Sanremo non è una novità per la Calabria: da 13 anni infatti grazie a Giuseppe Greco si garantisce un’ottima vetrina in questo spazio così esclusivo e prestigioso nella settimana del Festival della Canzone Italiana. (rrm)

L’OPINIONE / Sergio Dragone: Checco Zalone e i calabresi

di SERGIO DRAGONE – L’autoironia non è “una dote di cui sono colmi” i calabresi, direbbe De Andrè. Appartengo a quella schiera di persone che non hanno paura di ridere dei propri difetti e di quelli della propria terra, senza per questo fare venire meno la propria orgogliosa appartenenza. Uno dei miei maestri in giornalismo, l’indimenticabile Saro Ocera, diceva che dopotutto la Calabria era solo “la parte a nord dell’Egitto”. Un campione di autoironia.

Figurarsi se mi ha scalfito più di tanto la performance, per la verità un po’ deludente, di Checco Zalone sul palco di Sanremo che ha ambientato in Calabria la surreale favola di Cenerentola/Trans Oreste. L’intenzione di lanciare un messaggio contro l’omofobia è stata lodevole. Non è la prima volta che l’artista pugliese affronta temi scottanti, come quello dell’immigrazione nel suo bel film Tolo Tolo. Anche in quell’occasione, lanciò una “battuta terribile” (sono parole sue) sulla Calabria. Nella scena in cui la nave con i profughi a bordo avvista il porto di Vibo Marina, il protagonista della delicata ed esilarante storia si rivolge ai migranti: «Torniamo in Africa, è meglio, ci vogliono far sbarcare a Marina di Vibo Valentia, su dai, un minimo di dignità».

Zalone è molto bravo, nulla da dire, e ad un artista tutto si può permettere. Ci sarebbe da interrogarsi perché ha immaginato la Calabria come terra “ideale” dell’intolleranza omofoba e dell’ipocrisia sugli orientamenti sessuali.

E’ forse per lui ed i suoi autori l’emblema dell’arretratezza culturale che fomenta l’odio contro gay e lesbiche?  Questo aspetto dovrebbe chiarirlo Checco ed è dirimente in questa polemica che si è scatenata sui social. Io credo che la favola di Cenerentola/Trans Oreste poteva essere ambientata tranquillamente in ogni regione italiana dove la cronaca ogni giorno segnala fenomeni terribili di intolleranza e violenza omofoba.

Una cosa sola non riesco a perdonare al formidabile attore pugliese (che anche in futuro andrò a vedere al cinema): avere sfregiato la canzone-capolavoro di Mimì sia pure per una causa nobile. A parte la solita gaffe di Amadeus che avrebbe ben potuto ricordare la straordinaria Mia Martini, mi ha colpito negativamente quel testo goffo e sguaiato che a mio parere risulta offensivo anche verso i transessuali.

Il capolavoro di Mimì si reggeva su una prova di alta poesia di Bruno Lauzi e come tale è diventato immortale. A me è parso sinceramente un sacrilegio e non c’entra niente l’autoironia.

Lo stesso tema venne affrontato con ben altra eleganza e genialità da due grandi artisti. Nel 1984 Pierangelo Bertoli scrisse l’intensa e triste Maddalena, in cui denunciava l’intimo dramma psicologico di un trans. Molti anni più tardi, Fabrizio De Andrè, il più grande di tutti, compose Princesa, ispirato al libro autobiografico di Fernanda Farias De Albuquerque, detta “Princesa”, scritto in carcere a Rebibbia. Inutile sottolineare la differenza con il grottesco testo di Cenerentola/Oreste trans.

In ogni caso, lo spettacolo deve andare avanti. E dobbiamo andare avanti anche noi calabresi, con le armi dell’autoironia e la voglia di cambiare. (sdr)

Magorno (IV): Il Peperoncino calabrese al Festival di Sanremo

Il Peperoncino calabrese sarà al Festival della Canzone Italiana. Lo ha reso noto il senatore di Italia VivaErnesto Magorno, spiegando che la presenza del simbolo della nostra regione al Festival di Sanremo è stata possibile grazie l’Accademia del peperoncino, che ha selezionato 8 ristoranti, prevede la distribuzione di una confezione dei peperoncini sott’olio varietà “Diavolillo Diamante”.

L’omaggio sarà destinato a tutti quelli che consumeranno il piatto piccante appositamente creato dagli chef del locale. «Si tratta – ha concluso Magorno – di una straordinaria opportunità per continuare a far conoscere questa eccellenza della Calabria che, sicuramente, avrà successo». (rp)

20 aziende calabresi partecipano al Festival di Sanremo

C’è anche la Calabria al Festival di Sanremo, grazie alla presenza delle 20 aziende calabresi che sono state selezionate dalla Apci Calabria, rappresentata per la kermesse sanremese da Franco Papa e Monika Sannicola, e dall’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria.

Dall’area grecanica reggina sono arrivati preziosi salumi, riconosciuti anche da Slowfood per la loro importanza storica e le loro caratteristiche organolettiche, mentre risalendo dalla parte ionica calabrese è possibile incrociare a Sanremo la spettacolare mortadella di suino Nero di Calabria della zona aspro montana, oltre ad altre delizie della norcineria locale.

Non mancano, poi, i tipici Bocconotti di Mormanno, realizzati con la ricetta tradizionale, le confetture e le marmellate del Pollino, oltre ai liquori e agli amari da infusi di erbe e radici della Sila, che si rifanno alla millenaria tradizione di Re Italo.

E ancora, la vera liquirizia naturale calabrese, unita alla lavorazione dei cedri e di altre delizie, come i fichi, peculiarità del tirreno cosentino, insieme ai taralli artigianali tipici di Acri, che sono sempre più apprezzati in tutta Italia.

Non mancano neanche i pregiati vini che la nostra terra dona fin dai tempi della Magna Graecia.

Ma, grazie anche a questo evento, è possibile scoprire che la Calabria è anche innovazione nell’ambito dell’agroalimentare, tanto da incuriosire molto gli artisti e gli organizzatori di Sanremo: a sorprendere sono i prodotti realizzati a Bisignano (CS) dall’ingegnere alimentare Mario Pietramala, che hanno caratteristiche salutistiche uniche e innovative, come i gelati senza latte, i buonissimi dolci senza glutine e tante altre golosità anche per vegani, che non è detto che non siano anche loro golosi.

Nel gruppo di aziende presenti a Sanremo, grazie all’intuizione di Riccardo Magarò e Vincenzo Serra, che hanno promosso la rete Tipicaly e Qualitaly, trovano spazio anche le produzioni biologiche di meravigliosi frutti di bosco provenienti dalle incontaminate montagne calabresi e, in omaggio per le star presenti a Sanremo, anche i foulard realizzati dalla stilista calabrese, conosciuta in tutto il mondo, Luigia Granata.

E mentre c’è una Calabria che sui media nazionali offre una pessima immagine di se, c’è una parte sana dell’imprenditoria, soprattutto giovanile, che si rialza, guarda avanti, resiste, lotta e fa rete nonostante si continui a pensare che i calabresi abbiano dei limiti caratteriali nello stare insieme. (rrm)

Graziano Tomarchio tra le radio e tv più importanti d’Italia al Festival di Sanremo

È con Radio News che il calabrese Graziano Tomarchio parteciperà, insieme ad altre nove radio e tv più importanti d’Italia, al 71esimo Festival di Sanremo, in programma dal 2 al 6 marzo.

Una grande soddisfazione per Graziano Tomarchio e il suo staff, pronti per questa nuova avventura in una città di Sanremo blindata e con un protocollo rigidissimo a causa della pandemia in corso. 

Per la prima volta nella sua storia, quest’anno la kermesse si svolgerà a porte chiuse, senza pubblico e sarà super sorvegliata per garantire la sicurezza sanitaria di tutti gli artisti e addetti ai lavori.

In questo ambito, Graziano Tomarchio, insieme a Dominga Pizzi, Ronny Genovese e Rosy, coadiuvati da un’attrezzata regia mobile, con la collaborazione tecnica di Tony Vero, seguiranno da vicino l’importante kermesse canora per raccontarne le curiosità e i retroscena con collegamenti giornalieri radiofonici e televisivi diffusi anche a copertura nazionale. 

«Racconteremo un Festival diverso senza la solita festa che gli gira intorno – ha dichiarato Graziano Tomarchio – per le limitazioni anti-Covid non ci saranno i soliti eventi che facevano da cornice per le vie della città, come quelli in piazza Colombo, e non ci saranno i palchi esterni al teatro Ariston. Fan e curiosi non potranno accalcarsi per vedere da vicino o per toccare i propri beniamini».

«Il Festival – ha aggiunto – è uno degli appuntamenti più attesi nel nostro Paese e noi, come facciamo ormai puntualmente da tantissimi anni, anche per questa particolare edizione A Sanremo ci Saremo, grazie anche al supporto dei nostri partner e sponsor che ci affiancheranno come sempre in modo significativo». 

«Tante le emozioni che condivideremo con voi – ha concluso –. Appuntamento quindi dal 2 al 6 marzo su Radio News direttamente dalla città dei fiori, con i nostri approfondimenti, notizie, curiosità, interviste e tante sorprese che attireranno la vostra attenzione». (rrm)