Il Piano strutturale contro lo sviluppo di Reggio
Il Comune soffoca la città: tasse sì, progetti zero

di SANTO STRATI – L’ultima vessazione del Comune, ai danni del gazebo di Sottozero, sul Lungomare (un’istituzione per la città) dà il senso di come Reggio sia ormai avviata a un inesorabile declino. Per chi non lo sapesse, alla vigilia di San Valentino sono stati messi i sigilli al gazebo della storica gelateria del patron Tito Pennestrì e del figlio Enzo per il presunto mancato pagamento di gabelle comunali, che peraltro i due mastri gelatieri sostengono di avere regolarmente assolto. Al di là della fondatezza del mancato pagamento, ci si chiede: ma non esistono altre forme meno plateali e meno dannose per i cittadini per richiedere eventuali pagamenti dovuti? Il giorno dell’amore, quando è naturale pensare che gli innamorati vadano a farsi la granita di fronte allo Stretto, si mettono i sigilli a una storica gelateria che rappresenta uno dei migliori biglietti da visita della città? Al di là di qualunque interpretazione di eventuali restrittive norme di legge, si tratta molto più semplicemente di una questione di buon senso. Che evidentemente a palazzo San Giorgio non sanno più nemmeno cos’è.

Ma non è questo che turba i sonni dei reggini, anche se l’indignazione per la vicenda Sottozero è più che palpabile. C’è qualcosa di più scientificamente perverso che andrà a soffocare qualsiasi anelito di sviluppo della città: sta tutto in una sigla che non è una squadra di calcio, PSC, piano strutturale comunale, ovvero la pianificazione urbanistica dei prossimi anni per una città ormai privata di tutto. Secondo il PSC, che i vertici del Comune hanno presentato in diversi incontri con la cittadinanza in questi giorni, bisogna dimenticarsi di qualsiasi iniziativa edilizia, con buona pace di lavoratori del comparto (manovali, carpentieri, operai), costruttori, progettisti. Il Piano Strutturale Comunale è, per dirla, in termini semplici un disastro totale e non si tratta di prendere le parti della Confindustria reggina che ha inviato, attraverso il presidente Domenico Vecchio, e l’ Associazione Costruttori (Ance) col neo-presidente Francesco Siclari, un’accorato invito al sindaco Giuseppe Falcomatà e all’assessore all’urbanistica Mariangela Cama perché ritirino il provvedimento. Si tratta di pensare e valutare vantaggi e svantaggi che questo PSC porterà alla città di Reggio e, a prima vista, sono i benefici che non sembrano prevalere.

PSC Reggio CalabriaRicostruiamo la storia. La prima settimana di gennaio la Commissione comunale  “Assetto del Territorio” approva e vara il nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC), ovvero la programmazione di quello che occorrerà fare a Reggio nei prossimi anni, unitamente al Regolamento Edilizio e Urbanistico e al rapporto ambientale per la VAS (valutazione strategica). In commissione, riunita sotto la presidenza di Giuseppe Sera, la relazione dell’assessore Cama riceve 9 voti favorevoli e due astensioni. Il PSC passa quindi all’approvazione del Consiglio comunale nei giorni successivi. È lo strumento che andrà a sostituire il Piano regolatore generale in vigore dagli anni 90 e il suo principio ispiratore è il “consumo di suolo zero”, recependo la legge urbanistica regionale n. 19 del 2002. Ma perché viene approvato da una consiliatura ormai agli sgoccioli (a maggio si vota) un provvedimento che consegna alla futura amministrazione un impegno di non lieve responsabilità? Si dirà perché era da un bel po’ che stava in pentola a cucinare, ma a maggior ragione, forse sarebbe stato il caso di lasciare le decisioni su scelte strategiche alla nuova (?) amministrazione. O si deve immaginare che a spingere a votare subito il provvedimento è sia stata la convinzione che i reggini – senza riserve… – riconfermeranno tutti gli attuali componenti del Consiglio comunale, a partire dal Sindaco Falcomatà?

Nella loro lettera-richiamo, gli industriali reggini e l’Associazione Costruttori segnalano «l’esigenza di provvedere con particolare tempestività alla valutazione di provvedimenti urgenti tesi a scongiurare le gravissime criticità sorte in seguito all’adozione del Piano» con particolare riferimento all’entrata in vigore delle norme di salvaguardia che rischiano di ingenerare un blocco potenziale di oltre 1.000 pregresse pratiche edilizie in istruttoria anche da anni presso gli uffici competenti del Comune. «Tali problematiche – scrivono –, insieme con le ulteriori pure ipotizzabili in relazione all’adozione del PSC, giunto peraltro all’attenzione di questa Associazione apparentemente senza una adeguata condivisione con gli stakeholder territorialmente competenti, rischiano di produrre ingenti danni economici alla collettività» nonché agli imprenditori «oltre che effetti potenzialmente lesivi di diritti fondamentali dei cittadini». Data «la gravità ed importanza degli elementi di crisi rilevati, con riferimento allo specifico settore dell’edilizia e più diffusamente all’intero sistema economico metropolitano» i costruttori hanno chiesto un incontro urgente «per trovare soluzioni per una più adeguata e sostenibile adozione ed approvazione del PSC di Reggio Calabria, la cui natura strategica, se correttamente implementata, potrebbe già questa consentire di riavviare dinamiche di ripresa economica e sociale».

L’assessore all’urbanistica, ovviamente, difende il provvedimento: «Con questo piano – ha dichiarato – metteremo in sicurezza la città». Secondo l’assessore Cama «Il punto di forza di questo Piano è stato proprio quello di aver saputo coniugare quanto finora messo in campo, nel rispetto degli indirizzi e degli obiettivi strategici dell’Amministrazione Falcomatà, in coerenza con le disposizioni degli strumenti di pianificazione sovraordinati e non perdendo mai di vista gli adempimenti procedimentali previsti dalla legge urbanistica regionale (sic!)». A margine dell’approvazione, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio ha voluto sottolineare la condivisione del documento: «Ho avuto la fortuna di confrontarmi con professionisti di spessore, da subito molto collaborativi per la definizione di un progetto che sembrava fino a ieri pura utopia ma anche l’Ufficio di settore comunale ha fatto la sua parte». Il PSC approvato – secondo l’assessore Cama – «rappresenta per l’intera città un importante traguardo di democrazia partecipata. Il canale partecipativo sarà mantenuto anche e soprattutto nelle fasi dell’attuazione del PSC e divulgato presso la sede dell’Urban Center, appositamente strutturata con professionisti di settore. La collaborazione ed il supporto di tutti gli Ordini e Collegi Professionali della Città Metropolitana, consentirà di fornire le dovute spiegazioni ed informazioni tecniche sul nuovo strumento urbanistico. Semplificando il concetto – ha detto l’assessore – l’obiettivo è quello di comunicare ai cittadini come la risorsa suolo sia un bene comune non rinnovabile, da qui l’attenzione che ciascuno di noi deve avere per la salvaguardia e valorizzazione della città, dal centro alle periferie, attraverso regole chiare da rispettare».

Non sono d’accordo professionisti e operatori del settore edilizio e turistico. Più d’uno sottolinea che sono stati utilizzati dati e cartografie del 2008 (ovvero di 12 anni fa) e quindi dati largamente superati, facendo poi ricorso a Google Maps per le le scelte che non appaiono certo di rigenerazione urbana. L’arch. Pino Falduto (già assessore comunale col sindaco Italo Falcomatà) e manager reggino di successo (sua la realizzazione del centro commerciale Porto Bolaro), ha riferito di aver preso parte a uno degli incontri promossi dal Comune per illustrare il nuovo Piano Strutturale Comunale. «Dal dibattito – afferma Falduto – è emerso che il PSC è il sunto di tutti i vincoli imposti dalla Regione Calabria, dalla Provincia e dalla Sovrintendenza. L’assessore Cama ha voluto mettere in evidenza gli sforzi per porre correttivi alle norme di salvaguardia che di fatto dal 21 gennaio 2020 impediscono ogni attività legata al rilascio di autorizzazioni edilizie. Ho chiesto di sospendere l’iter amministrativo del PSC fino a quando la Regione Calabria e la Sovrintendenza non definiscono la rimodulazione dei vincoli. Dal dibattito è emersa l’incompatibilità del PSC con le reali capacità gestionali dell’ufficio urbanistica e le condizioni economiche e sociali della città». È molto scettico l’arch. Falduto sul PSC: «Purtroppo, leggendo le carte, è solo una sommatoria di vincoli che potrebbe creare difficoltà allo sviluppo della città. Se non si individueranno le zone dove sviluppare le strutture ricettive non capisco come si possa parlare di turismo. Abbiamo il dovere di sognare una città diversa. Mi auguro che l’amministrazione comunale si ravveda e possa cambiare il piano. Questo PSC fa venire gli incubi».

Di diverso parere una dei progettisti del PSC approvato dal Comune: «Cambia innanzitutto il concetto di piano urbanistico – ha detto l’arch. Francesca Moraci –: per svilupparsi ci dev’essere una forte concertazione con la città, un forte indirizzo che l’Amministrazione comunale nella flessibilità del Piano ovviamente darà e ci saranno le modalità che la legge urbanistica che la Regione Calabria prevede. Rispetto al piano regolatore questo PSC ha un livello di flessibilità maggiore: bisogna abituarsi a gestire in modo tecnico e consapevole quali sono le possibilità che il Piano individua. C’è, comunque, una fase, prevista dalla legge, durante la quale i cittadini possono proporre osservazioni al Piano». Per la cronaca, il PSC, oltre a quella dell’arch. Moraci, porta la firma degli architetti Francesco Karrer (capogruppo) e Loreto Colombo.

Dagli incontri con i cittadini per illustrare il PSC (ai quali finora non ha mai presenziato il sindaco Falcomatà) emerge il grande disorientamento dei reggini. Afflitti, peraltro, da una serie interminabile di insopportabili disagi: a cominciare dalla spazzatura (l’umido – che nessuno ritira –  ormai viene appeso per evitare che diventi attrazione per i topi), per continuare con l’acqua a singhiozzo (ma dov’è finita la magnificenza illustrata un anno fa con il Presidente Oliverio della diga del Menta?), alle buche che sono divenute dappertutto vere e proprie voragini e finire agli inasprimenti nelle tasse comunali richieste a commercianti e professionisti. Una città che il padre (Italo) aveva fatto sognare sul filo di una inimitabile primavera e che il figlio (Giuseppe) sta portando a risultare invivibile: e Falcomatà è il nome che Zingaretti spende di continuo, da diverse settimane, per indicare una rielezione che secondo lui rappresenta la naturale continuità del mandato del sindaco. Forse sarà il caso di invitare il segretario dem a passare almeno un weekend in città. Reggio e i reggini non sappiamo se l’accoglieranno con un sorriso… (s)

Per saperne di più, qui i dati sul PSC dal sito del Comune di Reggio

  • La vignetta-fotomontaggio col sindaco che batte le mani con sullo sfondo l’insostenibile situazione della spazzatura non raccolta a Reggio che illustrava questo servizio secondo il primo cittadino Giuseppe Falcomatà «genera solo confusione e inasprisce gli animi in un momento molto delicato in cui serve senso di responsabilità». Ribadendo il senso paradossale e ironico dell’illustrazione, non abbiamo alcuna riserva a evitare di “inasprire gli animi” dei reggini ed eliminare l’immagine del sindaco, lasciando solo la desolante istantanea dei sacchetti di umido sospesi ai ganci dei palazzi. Fosse possibile con un colpo di Photoshop eliminare anche i rifiuti dalle strade… (s)

CROTONE – Il nuovo Piano Strutturale Comunale

Discusso alla Sala Pitagora della Camera di Commercio di Crotone lo stato dell’arte del Piano Strutturale Comunale, uno strumento che cambierà volto alla città. L’incontro ha offerto l’occasione di fare il punto della situazione in vista delle nuove disposizioni normative che favoriranno la crescita urbanistica senza incrementare i volumi edificabili.

È stato un evento molto partecipato non solo dai rappresentanti degli ordini professionali, ma anche da forze sindacali, cittadini e la partecipazione di studenti delle scuole cittadine. Una iniziativa fortemente voluta dal sindaco Ugo Pugliese affinché questo nuovo strumento urbanistico sia condiviso dalla comunità cittadina proprio perché destinato ad incidere nella vita sociale, economica e produttiva della città di Crotone.

«Ci sono strumenti urbanistici – ha detto il sindaco Pugliese – che travalicano il senso tecnico per abbracciare quello più complessivo dell’impatto socio-economico sul territorio È il caso del nuovo Piano Strutturale della città di Crotone. I piani di sviluppo, a mio avviso, non possono solo contenere dati tecnici, numeri, cifre, computi metrici. Debbono avere un’anima. Perché lo loro applicazione incide nella vita sociale della comunità. Le strade, i quartieri, una città non è fatta solo di case o uffici. Sono fatte soprattutto di persone che le vivono. Ritengo fondamentale questo punto. Il coinvolgimento, soprattutto “emotivo”, della comunità in questo percorso è fondamentale. Ed un coinvolgimento serio ed emotivo avviene solo attraverso la conoscenza, la partecipazione, l’evoluzione dello stato dell’arte».
Il sindaco poi si è soffermato sulla validità del nuovo strumento urbanistico rispetto alle precedenti esperienze di piani regolatori: «Eravamo alla presenza di un precedente piano regolatore comunale che aveva una visione di espansione per oltre centomila abitanti con una discrasia tra un basso numero di abitanti e molti metri quadrati. Non è solo un fatto puramente numerico. Il vecchio piano regolatore ha creato dei “piccoli deserti” che, in un contesto urbano, significa produrre quartieri anonimi, difficoltà nella gestione e nell’erogazione di servizi e, soprattutto, impoverimento dei rapporti umani. Il Piano Regolatore precedente puntava ad “allargare” il tessuto urbano. A questo punto abbiamo voluto dare una svolta con il nuovo Piano Strutturale Comunale che è finalizzato a migliorare. Che è tutt’altra cosa. Un piano strutturale è sicuramente uno strumento maggiormente flessibile di un piano regolatore».
Il sindaco ha poi tracciato le linee guida del PSC: «Le linee guida che ho voluto dare dal primo giorno sono state quelle di orientare la proposta con un obiettivo specifico: una città con una visione turistico-culturale. Le linee guida sono state impostate con aree di intervento che innestano questa visione di sviluppo turistico con altre misure fondamentali sulle quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando con attenzione e che abbiamo portato a definizione. Mi riferisco all’Antica Kroton, un progetto che non ha solo una importanza ristretta al perimetro della città di Crotone ma è di respiro nazionale ed europeo. Ed ancora all’Agenda urbana che riqualifica numerosi quartieri. O il risarcimento per il danno ambientale, anch’esso con interventi di riqualificazione. O la bonifica dell’ex area industriale, la madre di tutte le battaglie che abbiamo vinto, dopo vent’anni di inutili chiacchiere, segnando una pagina decisiva nella storia della nostra città. Basta cementificazione selvaggia. Basta creare deserti urbani e culturali. La nostra intenzione è stata chiara fin dal primo momento: consumo suolo zero che non è solo uno slogan! È una realtà concreta che vogliamo applicare perché il nostro territorio non ha bisogno più di cementazione ma di aumento e miglioramento dei volumi».
Il sindaco, nel ringraziare gli ordini professionali per il grande contributo offerto in sede di tavoli tematici, ha poi annunciato l’istituzione di un “Urban Center” localizzato nel centro città dove tutti possano essere partecipi della progettazione.
Sugli aspetti tecnici del piano si è soffermato l’architetto Sergio Dinale, consulente del Comune. Un piano, ha ribadito, elaborato in modo tale da non prevedere alcun incremento di volumi edificabili rispetto allo strumento precedente, proponendo anzi, soluzioni in grado di concentrare i volumi in modo da limitare la dispersione insediativa e il consumo del suolo, in piena sintonia con gli indirizzi Regionali.
Tutto il dispositivo normativo è concepito per favorire una trasformazione chiara e urbanisticamente integrata delle aree edificabili, anche attraverso l’iniziativa privata e la progettualità dei professionisti presenti sul territorio.
»Dopo quindici anni di vita del vecchio piano regolatore è quanto mai necessaria l’adozione di un nuovo strumento urbanistico più dinamico che risponda alla nuova visione della città di Crotone che deve diventare più bella, moderna e creativa. L’indirizzo è quello di realizzare una azione di riqualificazione, di recupero e di messa in sicurezza del territorio» ha detto nel suo intervento la consigliera regionale Flora Sculco.
Mentre la presidente della II Commissione Consiliare Angela Familiari ha evidenziato il ruolo partecipativo dei Consiglieri Comunali in questo nuovo percorso la presidente dell’ordine dei Geometri Anna Maria Oppido ha sottolineato l’importanza di innestare misure importanti già programmate da parte dell’amministrazione nel nuovo strumento urbanistico.
Sul ruolo partecipativo delle ordini professionali si sono soffermati sia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Antonio Grilletta che il presidente dell’Ordine degli Architetti Danilo Arcuri.
Le conclusioni sono state affidate all’assessore all’Urbanistica della Regione Calabria Franco Rossi il quale ha evidenziato come Crotone possa rappresentare un laboratorio importante e di riferimento per altri contesti in questa nuova concezione degli assetti urbani. (rkr)