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CASTROVILLARI (CS) – Il Comune intitola un’area a Ladislao Schwarz

Domani mattina, alle 11, l’Amministrazione comunale di Castrovillari intitolerà un’area, tra via Schiavello e via delle Palme, a Ladislao Schwarz, medico chirurgo, ungherese, nato a Budapest il 15 marzo del 1909 e deceduto a Cosenza il 29 ottobre del 1977.

Il professionista, per le sue origini ebraiche, durante gli anni Trenta e Quaranta, a causa delle persecuzioni razziali, nel periodo bellico, fu confinato nel campo d’internamento di Ferramonti di Tarsia (22 novembre 1942) dove mise, comunque, in seguito ad una concessione, la sua professionalità a disposizione delle popolazioni del circondario, recandosi periodicamente nel capoluogo del Pollino al fine di offrire assistenza e prossimità, sia nell’ospedale che come libero professionista portando avanti, al tempo stesso, i suoi studi e le sue ricerche come quelle, innovative per quegli anni, sull’applicazione dell’elettronica alla medicina ed all’automazione nell’interpretazione dei tracciati elettrocardiografici; fu anche autore di numerose pubblicazioni e alcuni testi sono ancora presenti nelle biblioteche di importanti istituti universitari in varie parti del globo.

Nel 1940- raccontano i fatti che accompagnano gli atti e la pratica istruiti dall’ingegnere Roberta Mari, con il collega Fedele L’Avena, dell’Ufficio Pianificazione Territoriale del Comune– venne arrestato a Milano, poi trasferito nel campo di concentramento di Civitella del Tronto e ancora in quello di Alberobello prima di arrivare nel Campo in provincia di Cosenza da dove profuse il suo impegno sociale e sanitario per il diritto alla salute dei più.

«Un esempio, la sua opera, di generosità umana che in tanti rammentano e che l’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco, Domenico Lo Polito, invitando alla cerimonia la città – ha voluto suggellare con questo gesto al fine di affermare ruolo e centralità della dignità umana, contro ogni vessazione che il mondo, a più latitudini, ancora, con sofferenza, registra vergognosamente.

«Quale migliore scelta, allora, per celebrare doverosamente – ha aggiunto il primo cittadino – uomini e donne che hanno lasciato tracce indelebili nella nostra Comunità grazie a ideali irriducibili, ed a quel senso di bene comune che unisce e fa crescere oltre a legare le generazioni tra di loro con senso di responsabilità e rispetto della memoria, senza la quale non vi è futuro o vero Domani per ognuno e, soprattutto, per la convivenza civile.»

«Sicuramente – ha aggiunto – un richiamo ai valori assoluti e contro le prevaricazioni che, purtroppo, ancora presenti tra gli Uomini, rilanciano che non può una battaglia dialettica sconfiggerli come non lo è stato per le tirannie che ancora, comunque, sottilmente permangono». 

«Insomma, un altro momento importante – ha concluso – per evidenziare quel patrimonio umano, espressione di Libertà, di Tensione ideale e Testimone di cosa significa dedizione per questo bene incommensurabile qual è la Persona». (rcs)