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Terme Luigiane

Cercasi un mediatore istituzionale per risolvere la questione Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – Potrebbe essere questo il titolo provocatorio per dare alla vicenda, ormai ben nota, delle Terme Luigiane, un modo nuovo come affrontare e risolvere la questione della  riapertura delle strutture termali per la nuova stagione 2021 che di solito avveniva agli inizi del mese di maggio.

La questione è molto nota, che per la ricerca di un nuovo sub concessionario, attraverso l’indizione di un bando pubblico europeo, ha portato i due sindaci delle amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese ad acquisire, in modo forzoso ed unilaterale, tra i mesi di febbraio e marzo, senza  il possesso di alcun atto giudiziario esplicativo favorevole, quei beni ubicati all’interno del compendio termale di proprietà comunale ed utilizzati dalla Sateca per l’erogazione dei servizi termali a quella fascia dei curanti, il cui numero, prima della manifestazione pandemica, si attestava attorno ad una media annuale di 22/25 mila soggetti.

Una vicenda condotta sotto il controllo delle forze dell’ordine, con il beneplacito delle autorità istituzionali competenti a livello provinciale e regionale in quanto informati, e con il disinteresse totale di entrare nel merito dei documenti prodotti dalle due amministrazioni comunali (il riferimento riguarda la predisposizione del regolamento di distribuzione delle acque termali) da parte della Regione Calabria, pur essendo  proprietaria delle acque termali delle Terme Luigiane, che le leggi regionali intercorse nel tempo, tra il 2006 ed il 2015 con relativi atti  e documenti aggiuntivi, ne sanciscono il diritto di proprietà e, quindi, di controllo sulla predisposizioni di progetti mirati amministrativi, di tutela ambientale e di sviluppo stesso del complesso termale. 

Una vicenda triste e vergognosa, che ha portato a produrre denunce penali, sia da parte dei due sindaci che della Sateca presso la Procura della Repubblica di Paola, che non ha prodotto finora alcun intervento risolutorio a far sì che la legalità prevalga su ogni azione scorretta ed illegale prodotta dalle parti, mettendo fortemente a rischio lo stato occupazionale di 240 lavoratori, più indotto e negando il diritto di cura a tutti coloro che annualmente, con costanza e rapporto fiduciario, hanno mantenuto fede alla frequentazione delle Terme Luigiane per trarre vantaggio al loro stato di benessere, grazie alla qualità delle acque sulfuree, per la cura dei loro malanni fisici.

Il tutto è poi aggravato dal disinteresse silenzioso di quei consiglieri regionali che, pur conoscono la vicenda per essersene interessati, non fanno nulla, in ambito istituzionale regionale, per dare il loro contributo alla risoluzione del problema intervenendo sul presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì (completamente assente) e dell’assessore regionale alle attività produttive, Fausto Orsomarso, creando nei lavoratori un senso di abbandono, malessere ed isolamento disumano.

Non è bastato l’appello fatto nell’omelia di Giovedì Santo dal parroco, don Massimo Aloia, nella Chiesa Santa Teresa di Intavolata del Comune di Acquappesa, finalizzato a creare uno condizione di concordia e pace per dare alla questione delle Terme Luigiane uno sbocco risolutorio in nome di un valore assoluto rappresentato dall’affermazione della verità.

«È il tempo che ciascuno si assuma la propria responsabilità, senza pensare al proprio tornaconto personale e politico, ma perseguire il bene della comunità  senza cadere negli egoismi». Ed ancora: «Chi ha un posto di responsabilità politica non può ingannare le aspettative dei lavoratori. Gli obiettivi dovranno essere condivisi altrimenti non si potranno raggiungere i risultati sperati ed utili al bene comune. Se non ci sarà condivisione, la cultura dello scontro prevarrà e porterà all’odio e all’incomunicabilità».

Nel frattempo, la Sateca il 27 marzo scorso, in ottemperanza dell’impegno assunto in occasione dell’incontro svoltosi a Catanzaro, presso la Regione Calabria nella giornata del 23 marzo 2021, su iniziativa dell’assessore Fausto Orsomarso, con la presenza del segretario della Cisl, Gerardo Calabria, della dirigenza della Sateca e dei due sindaci dei comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, conclusosi con un nulla di fatto, ha elaborato, su richiesta del sindacalista, una nuova proposta di apertura della stagione termale per l’anno in corso, da sottoporre all’approvazione dell’Assessore regionale Orsomarso e dei due sindaci Tripicchio e Rocchetti, nell’ambito di una nuova convocazione delle parti interessate ad opera sempre dello stesso assessore, presso la cittadella regionale.

Una proposta giudiziosa e aperta ad uno spirito di collaborazione tra le Istituzioni e la Società, per dare al problema una risoluzione di prospettiva nel rispetto del momento contingente, relativo all’esigenza della ricerca di un sub concessionario, al quale affidare la gestione delle acque termali  nei prossimi quindici anni, nonché  al momento particolare dello stato pandemico del Covid-19 presente attualmente in Calabria ed in particolar modo nella Provincia di Cosenza.

«La ricerca del nuovo – è scritto nella lettera proposta elaborata dalla Sateca – non deve fare dimenticare le realtà esistenti, che devono essere tutelate, oltre che per legge, anche perché rappresentano la storia e la dignità di tanti lavoratori che con la Sateca sono riusciti dignitosamente a realizzare i propri progetti».

«Premesso che l’apertura della nuova stagione – è riportato nella lettera –  comporta con immediatezza degli investimenti finanziari legati alla riorganizzazione di nuovi spazi destinati al servizio di accettazione, studi medici, direzione sanitaria e direzione amministrativa (tutti oggetto dell’espoliazione coatta), sia per la riorganizzazione di tutte le strutture a norma delle nuove disposizioni Covid; nonché della immediata disponibilità del piazzale retrostante lo stabilimento San Francesco, dove sono posizionate le vasche di maturazione del fanghi e dell’immobile denominato falegnameria con il confinante deposito/magazzino».

Tutto ciò sopra specificato si chiede nella lettera in questione la stipula di un nuovo contratto denominato “concessione in precario”, con il quale per la durata della stagione 2021 i due comuni si impegnano a fornire alla Sateca il 100% dell’acqua disponibile dalle quattro sorgenti. A fronte di ciò, la Sateca verserà ai due Comuni un canone con un importo da definirsi, che tenga conto dell’eccezionalità della situazione e dell’investimento che la società deve accollarsi per organizzare una stagione già compromessa. Nel caso in cui, alla data del 1° novembre 2021, i due comuni non avessero ancora individuato l’aggiudicatario definitivo attraverso il bando relativo all’individuazione del soggetto sub concessionario delle Terme Luigiane, l’accordo in questione verrà rinnovato alle stesse condizioni per l’anno successivo e così di seguito di anno in anno.

Una volta firmato questo nuovo contratto, le due Amministrazioni comunali si dovranno impegnare a convocare, con immediatezza, un tavolo tecnico che dovrà chiudere i lavori entro trenta giorni, il quale dovrà stabilire «se, e di quanto, sarà necessario aumentare la quantità di acqua termale destinata alle strutture termali esistenti e di proprietà della Sateca, rispetto a quel 12% stabilito dal regolamento di distribuzione dell’acqua termale, approvato dai due consigli comunali il 24 e il 26 novembre 2020».

Nella lettera si chiede che il tavolo di lavoro, composto da tecnici e rappresentanti dei due comuni e della stessa Sateca, dovrà stabilire, o direttamente o mediante l’ausilio di tecnici esterni nominati congiuntamente o meglio con l’ausilio dell’Università della Calabria ed in particolare del Dipartimento di Ingegneria Idraulica, il quantitativo, espresso in litri al secondo, di acqua termale calda e fredda necessaria per il regolare svolgimento delle attività dello stabilimento Thermae Noivae e del Parco Termale “Acquaviva”.

Una volta che verrà individuato tale quantitativo, i due comuni – è precisato ancora nella proposta –  si dovranno impegnare a fornire tale quantitativo a prezzo di mercato e a non modificarlo più in maniera unilaterale per tutta la durata della concessione. In ultimo, la lettera si chiude auspicando una disponibilità di accettazione da parte delle due amministrazioni comunali  evitando di aggravare la situazione economica e lavorativa dell’intero comprensorio ed esprimendo una disponibilità a partecipare al bando per l’individuazione del sub concessionario che «significa una base di partenza per un ulteriore sviluppo della stazione termale che porti nuova occupazione e benessere alla collettività».

Di tutt’altro tenore, la lettera di risposta dei due sindaci inoltrata alla Sateca nella giornata di mercoledì 7 aprile, con la quale danno la loro disponibilità a consentire la prosecuzione delle attività termali per la stagione 2021, concedendo l’utilizzo delle acque termali, nella quantità totale erogata dalle sorgenti fino al 18 dicembre 2021.

«Nel caso in cui alla data del 15 novembre 2021 – si puntualizza nella lettera – non dovesse essere stata perfezionata l’aggiudicazione al vincitore del Bando per la gestione dei beni comunali del Compendio Termale, entro il termine del 30 novembre 2021 si valuterà la possibilità di definire le modalità e le condizioni per la prosecuzione delle attività  termali per la Stagione Termale 2022».

La lettera dei due aindaci si conclude dicendo: «A fronte di ciò, la Società Sateca dovrà versare ai Comuni concedenti una somma complessiva pari a euro 120.000,00, nelle modalità da concordare, comprensivi dei Canoni concessori che i Comuni sono tenuti a pagare alla Regione Calabria nell’ordine pari a 23 mila euro all’anno». Qualora, dicono ancora «La Regione esonerasse i comuni da tale pagamento, la somma corrispondente sarà detratta dall’importo complessivo».

Un contenuto che stravolge lo spirito collaborativo e di ricerca della soluzione individuata nella proposta della Sateca, che tra l’altro scavalca e rende nulla la mediazione dell’assessore regionale alle attività produttive, Fausto Orsomarso. Infatti doveva essere il documento di base ed analisi su cui lavorare in ambito di una nuova riunione presso la cittadella regionale.

«Conoscere la verità regala all’uomo la giusta forza. Qualunque sia la verità». Una frase pronunciata dallo scrittore Haruki Murakami, che riporta alla meditazione delle parole pronunciate di ricerca della verità da parte del parroco di Intavolata, don Massimo Aloia.

«Constatata l’irragionevolezza dei due sindaci,  l’assenza totale della Regione anche per la “vacatio della governance”, come quella del sindaco di Guardia Piemontese, ed il proclamato dissesto finanziario del Comune di Acquappesa – dicono diversi lavoratori – è tempo dell’azione e non dell’attesa ed è il momento che il ministro degli Interni ed il Governo Draghi intervengano a dare al problema la giusta soluzione, con la nomina urgente di un commissario ad hoc in grado di sviluppare un ruolo di mediazione istituzionale, alla ricerca della giusta soluzione di apertura delle Terme, pandemia permettendo, a tutela dello stato occupazionale dei lavoratori, del diritto alla salute dei curanti,  dello sviluppo del territorio con tutte le sue attività produttive economiche, sociali e culturali»(rcs)