;
Terme Luigiane

Che Befana sarà per i lavoratori delle Terme Luigiane?

di FRANCO BARTUCCI – Dopo avere celebrato il primo dell’anno la giornata della Pace, con le sublime parole di speranza e fiducia pronunciate da Papa Francesco, spingendo nel  credere nella bontà degli uomini e dei rappresentanti delle istituzioni, i lavoratori delle Terme Luigiane si chiedono “Che Befana avremo per il nostro futuro?”.

Per domani, infatti, giovedì 7 gennaio, dai sindaci dei Comuni di Acquappesa, Francesco Tripicchio, e Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti, è stato fissato il termine alla Sateca per la consegna delle strutture del compendio termale di proprietà comunale e non utilizzate dalla stessa società. Qualora nessuno si presenti a regolarizzare tale pratica, i due sindaci si sono riservati il diritto di procedere nella giornata di venerdì 8 gennaio ad una esecuzione coattiva in maniera unilaterale come previsto dalla legge in presenza dei vigili urbani e delle forze dell’ordine.

L’incontro in Prefettura del 29 dicembre ha registrato un nulla di fatto, anche perché i rappresentanti della Regione Calabria non si sono presentati ed ha  portato i due sindaci ad emanare una nuova nota ponendo l’ultimatum di cui sopra.

Eppure la Sateca  al termine dell’incontro aveva affidato ad un comunicato stampa la loro posizione ed una certa disponibilità ad aprire un confronto serio pronta a restituire gli immobili di proprietà comunale entro il prossimo mese di marzo: «Da parte nostra – sono le parole del comunicato della Sateca – abbiamo posto il tema in termini strategici e di prospettiva di medio-lungo termine per lo sviluppo della risorsa termale, confermando la disponibilità, già formalizzata, alla restituzione degli immobili di proprietà comunale non utilizzati entro i primi di marzo 2021. Non siamo contrari alla logica dei bandi, anche perché abbiamo le competenze per poter riaffermare anche in quella sede la qualità del lavoro sinora svolto. (….) L’azienda rimane comunque disponibile ad approfondire ogni utile proposta finalizzata a creare i presupposti per la continuità dell’attività, evitando danni gravi ed irreparabili, sia economici che occupazionali, al territorio già duramente provato in questi mesi dalle ricadute della pandemia». 

 Anche i due sindaci, da parte loro, sempre attraverso gli organi d’informazione, si sono espressi: «Abbiamo già deciso di inserire nel redigendo bando una clausola a tutela dei lavoratori. Abbiamo preteso la prosecuzione delle attività termali (nonostante il contratto scaduto), al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. Se i posti di lavoro risultano a rischio, le responsabilità sono da attribuire a Sateca. (….) Restiamo fiduciosi in una piena collaborazione da parte di Sateca, affinché si gestisca questa importantissima fase storica di transizione, con spirito costruttivo e nell’esclusivo interesse dei territori e dei lavoratori». 

Sulla questione del personale il rappresentante del sindacato Cisl, Gerardo Bianco, ha chiesto di essere coinvolto a loro tutela durante la fase di impostazione del bando, oltre che garantire la prosecuzione delle attività termali.  Altrettanto ha fatto il direttore di Federterme: «Le Terme Luigiane devono continuare ad operare. Siamo molti preoccupati per la sorte delle Terme Luigiane nel Cosentino perché è un’azienda tra le più importanti sul territorio calabrese ma anche italiano. Riteniamo che debbano continuare ad operare e che, chi le gestisce adesso o in futuro, dovrà essere messo in condizione di pianificare e programmare l’attività avendo delle certezze di base».

 Fatto sta che i due sindaci, anziché sedersi a un tavolo ed affrontare serenamente tra le parti, i vari aspetti del problema hanno posto la nuova scadenza di consegna dei beni alla Sateca per domani, giovedì 7 gennaio,  mettendo in agitazione i lavoratori che guardano alla tutela del loro posto di lavoro. Qualcuno di loro ci fa notare, comunque, che il Sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, il 19 dicembre 2020 aveva rilasciato al giornalista del Quotidiano del Sud una dichiarazione che al momento può essere considerata, se vera, un modo serio per conquistare il loro diritto al lavoro ed avviare così tutte le procedure lavorative per la prossima stagione termale 2021. 

Ed allora è il caso di leggerle queste parole: «Il nostro comune, insieme a Guardia Piemontese, sta lottando per la trasparenza e per porre fine al monopolio sulla gestione delle Terme, dando spazio alla libera concorrenza ed al bando per la nuova concessione. Il resto sono le solite litanie, di chi, per troppo tempo, ha accentrato tutto a sé, bloccando i processi di crescita e di sviluppo del nostro territorio».

(…..) «Oltre a ribadire l’assoluta necessità della prosecuzione delle attività termali, che le Amministrazioni comunali di Acquappesa e di Guardia Piemontese hanno già dichiarato di volere di pretendere che, laddove ci dovessero essere strutture, tra quelle da restituire, ritenute indispensabili per la prosecuzione delle attività, le stesse Amministrazioni non avrebbero alcun motivo ostativo a concederne l’uso momentaneo, sino all’individuazione del nuovo soggetto gestore». 

Sono queste ultime parole che danno al personale delle terme una certa tranquillità: «Laddove ci dovessero essere strutture, tra quelle da restituire, ritenute indispensabili per la prosecuzione delle attività, le stesse Amministrazioni non avrebbero alcun motivo ostativo a concederne l’uso momentaneo, sino all’individuazione del nuovo soggetto gestore».

Nel compendio termale ci sono delle strutture di proprietà comunale che sono necessarie per l’espletamento delle attività lavorative delle Terme Luigiane che debbono trovare una loro disponibilità immediata per la predisposizione della  nuova stagione. Queste sono: la palazzina sede amministrativa e di prima accoglienza dei curanti, le vasche di lavorazione dei fanghi e delle alghe, collocate nella corte del vecchio stabilimento San Francesco, e tutte le strumentazioni ubicate nella vecchia segheria accanto al  vecchio stabilimento. Spetta ai due sindaci prendere atto di questa richiesta dei lavoratori e concordare con la Sateca quanto necessario in modo che non si comprometta la loro continuità occupazionale. Stiamo a vedere cosa succederà domani, se sarà pace, come auspicato da Papa Francesco, o altro ancora di diverso. (rcs)