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Terme Luigiane

Con la netta chiusura dei due sindaci di complica la situazione delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – Si complica ancora di più la situazione delle Terme Luigiane per la netta chiusura dei due sindaci che con una nuova lettera pretendono dalla Sateca, per la giornata di lunedì 1° febbraio, la riconsegna di tutti i beni del compendio termale non ancora  restituiti, ovvero: falegnameria e magazzino materiali – officina, laboratorio Pura, sorgenti Termali e relativo piazzale, stabilimento “San Francesco” ed area esterna comprensiva di vasche maturazione e coltivazione alghe, uffici amministrativi, nonché tutta l’area residuale del compendio con eventuali immobili non utilizzati insistenti.

Qualora la Sateca non si presenterà a riconsegnare i suddetti beni, i due sindaci hanno predisposto per la giornata del  5 febbraio  una loro acquisizione unilateralmente, «ai sensi di legge e con l’ausilio della Forza  Pubblica stante la natura pubblica dei beni facenti parte del patrimonio indisponibile degli stessi Enti».

Una lettera inviata per conoscenza al Prefetto di Cosenza, al  Procuratore della Repubblica di Paola e alla Legione Carabinieri Calabria di Guardia Piemontese. Stranamente non hanno avvisato il Questore di Cosenza, il presidente della Giunta Regionale della Calabria, Nino Spirlì, e neanche l’assessore alle Attività Produttive Fausto Orsomarso della Regione Calabria.

Ancora più grave appare un’altra lettera  avente come oggetto la “Richiesta di un intervento di forze dell’Ordine per attività di Ordine Pubblico”, che i due sindaci hanno inviato al  Prefetto di Cosenza, al comando dei Carabinieri di Paola, alla Stazione di Guardia Piemontese Marina, alla stazione CC  Forestale di Cetraro, alla Compagnia Guardia di Finanza di Paola, alla tenenza della Guardia di Finanza di Cetraro, alla Tenenza della Guardia di Finanza di Scalea, al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Paola. In particolare con tale lettera  chiedono  alle autorità sopra indicate di voler predisporre per lunedì 1° e venerdì 5  febbraio un servizio  di Ordine Pubblico «e tutto quanto necessario  – è scritto nella lettera – per evitare possibili violazioni delle norme di mantenimento dell’ordine pubblico e situazioni di agitazione».

Un atteggiamento autoritario predisposto anche  in occasione del primo appuntamento fissato per la consegna degli immobili del  5 e 8 gennaio, con la predisposizione della chiusura di accesso al compendio termale, venuto poi meno a seguito della presentazione dei legali rappresentanti della Sateca  all’incontro fissato per il 5 gennaio, in cui si è proceduto all’accordo di consegna dei beni come richiesto dai due sindaci.

Quanto è stato deciso con la nuova azione di consegna dei beni e della loro acquisizione unilaterale, per la giornata di lunedì 1 febbraio e venerdì 5, a seguito del rifiuto da parte della Sateca di accettare la data del 30 novembre 2021 per la riconsegna dei beni del compendio termale, strettamente legati alle attività  di servizio delle cure termali, alle due amministrazione comunali, costituisce un’azione gravissima che lede il diritto al dissenso da parte dei lavoratori quando viene meno e messo in pericolo il loro stato occupazionale tutelato dalle norme di legge. Nel doppio passaggio dei beni concordato nella Prefettura di Cosenza l’8 febbraio 2019 le parti stabilivano che la Sateca poteva continuare, dopo la scadenza del 31 dicembre 2020, a svolgere le sue attività di servizio per le cure termali fino a quando non veniva individuato un nuovo soggetto gestore delle acque termali.

I lavoratori, che sono in agitazione da quando questa vicenda si è espressa nei termini fortemente conflittuali, all’apparire di queste due ultime ordinanze sono andati su tutte le furie, sedati dal referente del Sindacato Cisl provinciale, Gerardo Bianco, come dal presidente dell’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, Giuseppe Tucci, convinti che l’incontro fissato dal Prefetto di Cosenza per martedì 2 febbraio avrebbe chiarito le cose e portato i due sindaci a più miti comportamenti nel rispetto della legalità.

«I due sindaci – dicono i lavoratori – si vogliono riprendere tutti i beni senza nessun titolo giudiziario in loro possesso con un’azione unilaterale. Vogliono che la Sateca vada via il 30 novembre, anche se non ci fosse il nuovo subconcessionario. In un periodo così difficile, utilizzano impropriamente il loro mandato, affamando senza alcuna logica un intero comprensorio ed esponendo i propri cittadini a  spese legali sempre più ingenti che stanno sostenendo e andranno a sostenere perché la Sateca, i lavoratori e tutti gli operatori del comprensorio addebiteranno ai comuni tutti i danni che subiranno».

Una vicenda che finisce per coinvolgere anche tutti quei curandi che, annualmente (i dati parlano di una media di 22 mila all’anno), si recano alle Terme Luigiane per effettuare le cure termali utili al loro stato di benessere. Il futuro del servizio termale, data la situazione che si prospetta, appare fortemente in dubbio e a rischio chiusura, salvo interventi appropriati delle autorità politiche e giudiziari superiori.

«Siamo stanchi di queste azioni  arbitrarie – dicono sempre i lavoratori – volte solo all’estromissione immediata dell’azienda che ci garantisce il lavoro e lo stipendio. Abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della legge. Abbiamo manifestato sempre civilmente. Nonostante ciò, i sindaci continuano ad avanzare richieste di militarizzazione della zona termale, allertando tutte le forze dell’ordine presenti nel territorio locale e provinciale, paventando disordini di sorta. Siamo lavoratori di un’azienda che si è sempre distinta per la legalità, per non essersi mai macchiata in ottanta anni di servizio, circondandosi  di persone e collaboratori seri e laboriosi».

Da parte sua, il sindacato Cisl, con il segretario Gerardo Calabria, è riuscito ad ottenere dal Prefetto di Cosenza per martedì 2 febbraio un incontro confronto tra le forze sindacali e i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese.

«I primi cittadini – dichiara il sindacalista – hanno deciso di richiedere la restituzione di tutti i beni del compendio, compresi quelli che servono per la ripresa delle attività termali. L’auspicio è che il vertice convocato per questo martedì possa dipanare le contrapposizioni sorte tra le parti; diversamente, non si comprende come si possa garantire la conservazione dei posti di lavoro, come più volte dichiarato e ribadito dagli stessi sindaci, nonché il prosieguo delle attività termali».

I sindaci, intanto, attraverso gli organi d’informazione, fanno sapere stamani che non andranno all’incontro di martedì convocato dal Prefetto in quanto si è fatta troppa strumentalizzazione da parte dei lavoratori e del sindacato.

«Contro di noi – dicono – ci sono  state offese e strumentalizzazioni, e così non si va da nessuna parte. Pur avendo dato una nostra disponibilità al Prefetto di partecipare all’incontro, finalizzato a chiarire una volta per tutte, le intenzioni delle nostre amministrazioni comunali, di procedere nell’iter già avviato, in aggiunta a tutte le tutele possibili per i lavoratori, nel pieno rispetto delle vigenti normative; riteniamo che alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del sindacato Cisl è evidente che non siamo più disposti ad accettare simili offese e strumentalizzazioni non partecipando all’incontro prefettizio. La delicata fase in atto, dovrebbe consigliare l’assunzione di atteggiamenti aperti al confronto, in particolar modo dinanzi a due amministrazioni comunali, che non stanno facendo altro che tutelare gli interessi delle rispettive comunità e dei territori, nel pieno rispetto delle leggi».

Ma i lavoratori non hanno chiesto un confronto dialogo con arbitro il signor Prefetto di Cosenza per la risoluzione della questione?

«Così stando le cose – è il vociare di alcuni lavoratori – c’è tanta materia per un intervento del ministro agli Interni; anche perché, alla luce della situazione maturata, chi dovrebbe dare l’ordine alle componenti militari informate dai due sindaci di intervento sul territorio del compendio termale per il mantenimento, nella giornata del 5 febbraio, del rispetto dell’ordine pubblico?. Per non dire pure che il Sindaco di Guardia Piemontese si trova nel pieno del periodo bianco della sua gestione del Comune aggravando ancora di più la situazione».

Addirittura, domenica mattina l’assessore al turismo ed al lavoro della Regione Calabria, Fausto Orsomarso, si  è presentato alle Terme su invito dei due sindaci, senza coinvolgere né i lavoratori né la Sateca, promettendo, pur essendo in scadenza, finanziamenti consistenti a sostegno delle Terme Luigiane senza entrare nel merito delle problematiche scaturite dal regolamento di distribuzione delle acque termali e dello stesso bando per la ricerca del nuovo sub concessionario.

La Sateca, intanto, nella giornata di lunedì 1° febbraio non ha accolto l’invito dei due sindaci a presentarsi per la consegna degli immobili di loro appartenenza, inviando loro una lettera nella quale ricordano ancora una volta la loro posizione ed il diritto di continuare ad erogare i servizi termali  per la nuova stagione 2021 fino al subentro del nuovo gestore delle acque termali, che dovrebbe scaturire attraverso il nuovo bando di concorso, pur dichiarando la immediata disponibilità a consegnare i magazzini Pura e il vecchio stabilimento San Francesco, esclusa l’area esterna comprensiva delle vasche di maturazione dei fanghi e coltivazione delle alghe.

Di contro i due sindaci nel pomeriggio di lunedì 1 febbraio hanno convocato nel salone del nuovo palazzo comunale di Acquappesa, ubicato all’interno delle Terme Luigiane, un’assemblea di cittadini dei due comuni (circa una trentina), che attraverso i propri legali, sono stati edotti dei contenuti della lettera della Sateca trasmessa loro in mattinata, arricchendola di alcune valutazioni punto per punto, man mano che si procedeva nella esposizione. Un’assemblea pubblica convocata dai due sindaci per notificare alla cittadinanza la mancata presenza della dirigenza della Sateca, per sancire la consegna dei beni oggetto del contendere, e di conseguenza la libertà di procedere, a norma di legge, senza citare quali, ad azioni coattive finalizzate all’appropriazione unilaterale dei beni del compendio, previste per la giornata del 5 febbraio prossimo.

Tutto questo fa parte integrante di  un verbale redatto contestualmente al termine della riunione dai funzionari dei due comuni, alla presenza del pubblico uditore. Resta il fatto che il sindaco di Acquappesa, nella illustrazione della vicenda, non ha chiarito come gli ha scritto la Sateca nella sua lettera: «In base a quale norma giuridica, in evidente assenza di qualsivoglia titolo esecutivo, pensate di poter procedere il giorno 5 febbraio a porre in essere azioni coattive, addirittura con l’uso della forza, finalizzate all’appropriazione unilaterale dei beni del compendio?».

Ogni cosa poteva essere chiarita stamattina (martedì ndr) in occasione dell’incontro che il Prefetto di Cosenza aveva convocato alle 11, su richiesta del segretario provinciale della Cisl, Gerardo Calabria, saltato per l’assenza dei due sindaci, per come avevano comunicato nella giornata di domenica, in  espressa contrapposizione alla posizione strumentale della Cisl, questa la loro posizione di giudizio, adottata nei confronti delle due amministrazioni comunali. Non resta che aspettare venerdì e vedere quello che succederà. (rcs)