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"Forum Verso il Sud", Il Premier Draghi: Il Sud non era e non è destinato a rimanere indietro

“Forum Verso il Sud”, Il Premier Draghi: Il Sud non era e non è destinato a rimanere indietro

«Il Sud non era – e non è – destinato a rimanere indietro». È quanto ha dichiarato il Premier Mario Draghi, nel suo intervento al Forum Verso Il Sud, organizzato dal ministro per il Sud Mara Carfagna e The European House – Ambrosetti, in corso a Sorrento.

«Prenderne atto – ha proseguito – non vuol dire cedere “all’inconsistente miraggio di un diverso corso della nostra storia”, per citare il meridionalista Manlio Rossi-Doria. Vuol dire individuare come questo corso possa essere corretto, nell’interesse di tutti».

«Il Mezzogiorno – ha detto ancora – ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord. Per farlo, serve prima di tutto la giusta collaborazione tra investimenti pubblici e privati. Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie. E serve puntare sui talenti troppo spesso lasciati ai margini, a partire dai giovani e dalle donne».

Il Forum Verso Sud è una due giorni che vede la partecipazione di 17 delegazioni di Paesi del Mediterraneo, organizzata con l’obiettivo di «presentare e discutere di un Mezzogiorno che ‘ha le capacità, le risorse e l’energia per crescere quanto e più del resto del Paese», aveva spiegato lo scorso 20 aprile la ministra Carfagna, presentando l’importante due giorni che vede la partecipazione del Premier Draghi e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

Tre gli obiettivi primari: «Il primo è molto pratico – ha spiegato in una intervista a Huffington Post –: Presentare agli investitori internazionali non un vago progetto, non il solito libro dei sogni, ma la realtà che stiamo già costruendo con i fondi e i progetti del PNRR. Il secondo è politico: evidenziare il cambio di passo di questo governo, che vede il Mezzogiorno non come ‘un problema’ ma come la possibile risposta ai problemi di crescita del Paese. Il terzo è il più ambizioso: il conflitto ucraino e tutto ciò che ne consegue, a cominciare dalla crisi del gas e dei combustibili, impone all’Italia di qualificarsi come hub dell’Europa nel Mediterraneo. Il nostro Sud può cambiare il suo destino: non più periferia dell’Unione ma punta avanzata degli interessi del Continente. Dobbiamo attrezzarci a svolgere questo ruolo».

«Bisogna accendere al Sud un secondo motore per sostenere lo sviluppo nazionale, e questo è il momento giusto, soprattutto per fronteggiare la crisi energetica: è a Sud che la produzione di solare, eolico e geotermico garantisce la resa maggiore. È a Sud la collocazione naturale dei nuovi rigassificatori per l’importazione di gas liquido. È il Sud che può attrarre nuovi investimenti industriali in un’epoca in cui, inevitabilmente, si ridurranno le catene globali del valore e si dovranno riportare in Europa produzioni che nei decenni scorsi abbiamo lasciato in Cina e in Asia con eccessiva fiducia ed entusiasmo», ha spiegato, invece, in una intervista a Il Messaggero(rrm)

In copertina, foto dalla pagina FB di The European House-Ambrosetti