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Terme Luigiane

La funzionalità delle Terme Luigiane messa a rischio dalle due Amministrazioni comunali di Guardia Piemontese ed Acquappesa

La gestione delle Terme Luigiane è a rischio, a causa dei Consigli comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese che – il primo questo pomeriggio e il secondo il 26 novembre – sono chiamati ad approvare il regolamento per i contratti d’utilizzo delle acque termali delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese ed Acquappesa, nonché l’approvazione del regolamento per la gestione associata delle funzioni e servizi “gestione compendio termale” dei due anzidetti Comuni.

Il 26 novembre, sarà il Consiglio comunale di Guardia Piemontese ad essere chiamato ad approvare il nuovo regolamento della gestione delle terme.

Su tale ordine del giorno è intervenuta la direzione nazionale di Federterme Confindustria, che in una nota afferma la propria preoccupazione chiedendo il rinvio della discussione su tale punto ed un incontro urgentissimo in modalità telematica con le autorità delle due amministrazioni comunali e della Regione Calabria: «In merito alla situazione delle ‘Terme Luigiane’ di Guardia Piemontese e di Acquappesa, Federterme esprime – è scritto nella nota – numerose perplessità e preoccupazione rispetto all’intenzione dei due Comuni di approvare già nelle prossime ore, il “Regolamento per i contratti di utilizzo delle acque termali». Un provvedimento quantomeno inopportuno. 

A seguito delle pesantissime ricadute che la pandemia da Covid-19 ha prodotto sull’intero settore termale, Federterme ritiene, infatti, siano venuti meno i presupposti di fatto sui quali si fonderebbe il provvedimento in questione, presupposti che dovranno essere completamente riesaminati una volta cessata l’emergenza.

In secondo luogo, il regolamento in esame, se approvato, andrebbe inutilmente ed inspiegabilmente ad aggravare la già complessa situazione delle terme in una fase così delicata, come quella dell’emergenza in atto a seguito della pandemia, che sta ponendo a rischio la sopravvivenza di numerose realtà del sistema termale nazionale, di cui le Terme Luigiane sono da sempre una componente fondamentale, con gravissima immediata crisi occupazionale.

Pertanto, Federterme ritiene si debba procedere ad una verifica di quanto previsto dal Protocollo sottoscritto nel giugno dello scorso anno e, per tale ragione chiede di poter svolgere un incontro urgentissimo sul tema, nelle modalità telematica”. 

Intanto anche l’Associazione “Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane” è intervenuta con una propria lettera diffida inviata ai due sindaci, al Prefetto di Cosenza, al presidente della Giunta Regionale della Calabria, all’assessore alle Attività Produttive, al Procuratore della Repubblica di Paola, al vescovo di San Marco Argentano e al Sindacato Cisl di Cosenza.

Nella lettera, si puntualizza che i due Consigli comunali vengono diffidati dall’approvazione del Regolamento ritenendo responsabili in solido i sindaci e tutti i consiglieri comunali dei danni che ne conseguiranno e, in particolare, del nocumento economico provocato dalla perdita dei propri posti di lavoro.

L’Associazione comunica, altresì, che, come conseguenza dell’approvazione del regolamento in oggetto, organizzerà una “class action” per dare la possibilità ai 20.000 curanti di richiedere un risarcimento per il danno che riceveranno dal non poter più usufruire delle prestazioni termali (quasi 500 mila annue) a causa della prevedibile e premeditata interruzione di pubblico servizio e per coinvolgere tutti gli operatori economici della zona nella richiesta del risarcimento dei danni subiti a causa della chiusura delle Terme.

Anche la Società Sateca ha inviato, ai due Consigli comunali, la diffida presentata dell’Associazione “Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane” una propria lettera in cui tra l’altro si afferma: 

«Sinora siamo rimasti in silenzio – si legge nella lettera – anche di fronte a rivelazioni giornalistiche sconcertanti ed inerenti le manovre, di tutti i tipi, poste in essere, più o meno correttamente, per condizionare il futuro dell’attività termale del compendio luigiano. Così come siamo stati sinora osservatori interessati ed attenti delle procedure avviate dalle Amministrazioni dei Comuni concessionari che nelle intenzioni dovrebbero sfociare nel cosiddetto regolamento, la cui approvazione è all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Acquappesa per oggi, 24 novembre 2020 e in quello di Guardia Piemontese per il giorno 26/11/2020».

«Ma la presa di posizione del “Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane” – continua la lettera – impone l’intervento della scrivente società. Dobbiamo dire – senza infingimenti o ipocrisie, affinché sia chiaro il prossimo futuro –  che la prospettiva delineata nell’atto posto all’esame dei Consigli comunali (sia pur confusa, pasticciata e suscettibile delle non poche censure evidenziate dal Comitato dei lavoratori, e di altre anche sul piano strettamente giuridico) sottende una volontà incompatibile con il prosieguo dell’attività imprenditoriale di Sateca».

«Tanto per essere espliciti – si puntualizza ancora nella lettera – se lo scenario, alla fine, dovesse essere quello proposto nel regolamento e cioè uno “spacchettamento” dell’utilizzo delle acque attraverso non ben definiti “contratti di utilizzo” con una quota minimale riservata all’attuale gestore, pensiamo che nessun serio soggetto, pubblico o privato, potrebbe avvicinarsi all’idea di cimentarsi nello svolgimento e nella erogazione di questo servizio. Certamente non lo faremo noi».

«Con grande amarezza – conclude la lettera della Società gestore delle Terme Luigiane – ma con altrettanto profonda lucidità e determinazione diciamo sin d’ora che cesseremo l’attività, metteremo subito la parola fine ad una straordinaria avventura imprenditoriale che per quasi cento anni ha consentito il servizio termale, ha incrementato il turismo, ha valorizzato il territorio, ha seminato cultura, ha creato centinaia di posti di lavoro per varie generazioni di lavoratori quasi tutti provenienti dai Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa». (rcs)