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Marisa Fagà Andre Calabria

La prospettiva delle donne su opportunità per il Paese e il Mezzogiorno nello scenario post pandemia

Individuare, secondo una prospettiva di genere, le opportunità per il Paese – e per il Mezzogiorno in  particolare – nello scenario post pandemia, alla luce delle ingenti risorse che saranno messe a  disposizione dall’Europa. È stato questo l’obiettivo del webinar promosso da Marisa Fagà, coordinatrice per il Sud dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici (Ande), dal titolo Le grandi trasformazioni dell’era post Covid-19. Mezzogiorno, Europa: la prospettiva delle donne.

Marisa Fagà, nell’avviare i lavori, ha sottolineato l’urgenza di scesa in campo delle donne per guidare la ricostruzione del paese, colpito dal Covid 19 mentre già in severa difficoltà a causa delle  prolungate omissioni, miopi populismi e familismi.  

La relazione dell’economista Lilia Infelise ha avviato i lavori fornendo uno scenario internazionale, illustrando le risorse e obiettivi strategici dei programmi messi in campo dall’Europa: il Next Generation Eu (750 mld di cui 209 disponibili per la proposta italiana), il Green Deal Investment  Plan (100 mld) e le risorse del Bilancio comunitario (bilancio EU 2021-2027(1074 mld).

Lilia  Infelise ha sottolineato come la crisi pandemica abbia accentuato le fragilità presenti in diversi settori della nostra società, da quello sanitario a quello della ricerca ed innovazione ed educativo, in primis. Le donne, tuttavia, sono state le più colpite dalla crisi economica scatenata dalla pandemia: «In tutto  il mondo, le donne guadagnano meno, risparmiano di meno, hanno lavori meno sicuri, hanno  maggiori probabilità di essere impiegate nel settore informale. Nei paesi in via di sviluppo il  cosiddetto lavoro informale costituisce addirittura più di due terzi dell’occupazione femminile».

«La loro capacità di assorbire gli shock economici – ha aggiunto – è, quindi, inferiore a quella degli uomini e quando i  paesi di tutto il mondo sono entrati in lockdown, questi posti di lavoro sono rapidamente scomparsi. Ciò può avere conseguenze catastrofiche».

Secondo l’economista, per la rinascita occorre preparare  un’agenda di priorità e modelli implementativi, mettendo in campo il patrimonio di competenze di cui  le donne sono detentrici.  

Tra i settori industriali più colpiti, quello della moda registra dati drammatici. Lo ha ricordato Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha parlato di scenario di guerra,  ma anche di asset unici del sistema italiano: «L’industria della moda nel 2019 era seconda in Italia  con quasi 100 miliardi di fatturato. Quest’anno ne sono andati persi 30. Esso resta, comunque, un  modello unico che affonda le sue radici nel Rinascimento e vede piccoli artigiani e grandi brand lavorare fianco a fianco in quei distretti, noti nel mondo, ispiratori della Silicon Valley».

Secondo Capasa, infatti, occorre ripartire dalle sfide dell’inclusione e dalla diversità di genere come fonte unica di  forza e ricchezza : «in un’industria caratterizzata da alti tassi di occupazione femminile, l’obiettivo  di colmare il gender gap rappresenta una priorità irrinunciabile».

Linda Laura Sabbadini, dirigente Generale del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, ha messo in luce le criticità che sussistevano prima dell’avvento del Covid-19 in tema di  occupazione femminile: l’Italia aveva faticosamente raggiunto quota 50% nel 2019, penultima nella  classifica europea.

«La pandemia – ha detto la dirigente Sabbadini – ha solamente aggravato una condizione già precaria delle donne.  Occorre investire nelle infrastrutture sociali, come la sanità, e il welfare di prossimità, creare senso di comunità. Nella ricostruzione, le donne devono avere un ruolo primario, altrimenti sarà un’occasione persa».

All’appello si è unito Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria: «il peccato più grande, in economia, è quello di sprecare le crisi. Per non farlo, occorre capacità di visione e leadership».

I ritardi di sviluppo accumulati dal Sud del Paese, scontano un disegno normativo penalizzante del sistema produttivo. Ferrara ha, quindi, enucleato le proposte di Unindustria per il rilancio della Calabria: stimolare investimenti pubblici e privati ed aumentare la densità imprenditoriale, con  misure di sostegno all’imprenditorialità giovanile e femminile. A questo si aggiunge la necessità di  una cornice normativa adeguata: «occorre implementare al più presto le quattro riforme  fondamentali per il sistema Paese, ovvero quella fiscale, della Pubblica Amministrazione, della  giustizia e del lavoro».

Delle politiche promosse dall’Europa per l’occupazione femminile ha parlato Manuela Conte, capo del Settore Stampa e Media della Rappresentanza in Italia della Commissione europea: «L’Unione  europea lavora da sempre per tutelare le donne. Basti pensare che già nei Trattati di Roma del 1957,  istitutivi della Comunità economica europea, si menzionava la parità salariale di genere».

La  dott.ssa Conte ha descritto diverse iniziative messe in campo dalla Commissione europea, come il  portale online “WEgate”, che offre servizi di coaching alle donne che vogliono avviare un’attività  imprenditoriale, anche tramite prestiti della Banca Europea per gli Investimenti (Bei). In tema  digitalizzazione poi, l’Ue ha creato un network di aziende che supporta le donne a superare il digital divide femminile.

«Queste e tante altre iniziative – ha aggiunto – sono la conferma che l’Europa continua a dare  pieno sostegno alle donne: gli Stati membri devono fare la propria parte».  

In conclusione Didi Campagna Sorrentino, segretaria Nazionale Ande, ha manifestato grande  soddisfazione per la riuscita del webinar: «questa discussione ha una sua consistenza: in piena pandemia avere il coraggio di progettare l’immediato futuro non è cosa semplice. Non si è parlato  solo di Sud, ma di sistema Paese. Grazie a tutti gli intervenuti».  

Ora, una squadra è al lavoro per redigere e presentare al Governo una agenda delle priorità e modelli implementativi, mettendo in campo competenze e capacità di cui le donne sono detentrici. Un programma non generico da far contare ai tavoli di discussione, programmazione e gestione delle  risorse che il governo dovrà destinare alla rinascita del nostro Paese. (zc)