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Terme Luigiane

La questione Terme Luigiane nelle mani del Prefetto di Cosenza

di FRANCO BARTUCCI – Interrotta la trattativa tra la Sateca e i Comuni di Aquappesa e Guardia Piemontese per completare la definizione dell’iter di restituzione volontaria dei beni del compendio termale delle Terme Luigiane, si è immediatamente aperta una vertenza dei lavoratori, supportati dal sindacato provinciale di categoria del settore della Cisl e dall’Associazione “Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane” che hanno chiesto al Prefetto di  Cosenza un nuovo incontro chiarificatore.

Come noto, la trattativa si è interrotta lo scorso 21 gennaio 2021,  quando i Sindaci dei due Comuni hanno chiesto che nell’atto venisse specificata la data del 30 novembre 2021 come data di chiusura del rapporto con l’attuale gestore delle Terme Luigiane, Sateca. spa.

Un mutamento di comportamento che non è stato accettato dalla Sateca, in quanto non corrispondente a quanto stabilito nell’accordo sottoscritto dalle parti l’8 febbraio 2019, presso la Prefettura di Cosenza, che stabiliva e riconosceva il diritto alla Società termale di erogare i servizi alla popolazione curante fino all’effettivo subentro del nuovo soggetto gestore, questo per evitare soluzioni di continuità e perdita di posti di lavoro.

Ad una simile pretesa la Sateca ha puntualizzato in un comunicato: «non ha potuto aderire, rilevando che, con una tale formulazione, qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio».

Per i due sindaci, la frase «fino all’effettivo subentro del nuovo soggetto gestore» è puramente aleatoria e non precisa circa la restituzione dei beni oggetto di riassegnazione e, quindi, la necessità di riaverli indietro alla data del 30 novembre 2021.

«Questo a tutela degli interessi della Pubblica Amministrazione – hanno dichiarato in un loro comunicato – pur restando la tutela dei livelli occupazionali e l’erogazione delle prestazioni sanitarie».

Tale posizione delle due Amministrazioni comunali mette l’azienda nelle condizioni di rinunciare a siglare importanti accordi con diversi tour operator e bloccare la programmazione della stagione 2021; mentre mantenendo la formulazione in precedenza condivisa tra i Comuni e Sateca nell’ambito degli accordi siglati nel 2019 in Prefettura si sarebbe potuto assicurare il servizio termale, garantendo e rispettando i diritti e gli interessi di tutte le parti in causa, in primo luogo i lavoratori. La stessa società termale ha dichiarato di voler mantenere  fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco.

Non è tardata la presa di posizione del sindacato Cisl provinciale del settore con il suo segretario, Gerardo Calabria, che ha subito chiesto, attraverso una  regolare istanza, inviata al Prefetto Cinzia Guercio e per conoscenza al Questore Giovanna Petracca di Cosenza, un incontro chiarificatore su quanto accaduto.

«Le amministrazioni comunali – si afferma nella lettera – nonostante impegni assunti e cioè di cedere in comodato gratuito gli immobili che occorrono a Sateca per il funzionamento e quindi la riapertura delle Terme fino all’effettivo subentro del nuovo concessionario, non ritengono più onorare gli impegni assunti».

Per il sindacato, conclude la lettera, «Quanto sta accadendo in queste ore è un fatto gravissimo e non tiene conto degli accordi assunti tra le parti presso la Prefettura di Cosenza che salvaguardava la continuità occupazionale nelle more dell’espletamento delle procedure di gara».

Anche l’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, con presidente Giuseppe Tucci, che ha una composizione di circa 1.500 aderenti, tra cui tutti i lavoratori in servizio oltre a vari curanti delle stesse Terme Luigiane, ha inteso denunciare uno stato di forte preoccupazione per lo strano concetto che i due sindaci si sono fatti sul compendio termale, come se fosse di esclusiva proprietà delle due amministrazioni e non un bene che appartiene alle comunità residenti nei due comuni e poi a tutti quei curanti (circa 22mila) che, negli ultimi anni, sono giunti  in tale luogo dalla Calabria e da altre regioni italiane e dall’estero.

Sarebbe opportuno riflettere seriamente su questo aspetto, portando a conoscenza dell’opinione pubblica locale e non quanto sta accadendo per volontà delle due amministrazioni comunali (sindaci e consiglieri di maggioranza), prima che questo bene venga distrutto.

«Questo conferma – ha sostenuto il presidente dell’Associazione – non solo il totale ed eclatante disinteresse da parte delle amministrazioni comunali rispetto alla garanzia di continuità del servizio termale e dei  posti di lavoro, ma anche il nostro sospetto secondo il quale tutta la manovra è tesa solo ed esclusivamente all’estromissione della Sateca S,p.a.».

In attesa che il Prefetto di Cosenza comunichi la data dell’incontro chiesto dal segretario del Sindacato Cisl, la dirigenza della Sateca  ha convocato, per mercoledì 27 gennaio, dalle ore 10 alle 13, un incontro presso le Terme, aperto ai lavoratori ed agli organi d’informazione, per una comunicazione sullo stato della vicenda. Resta, comunque, il dato negativo del silenzio totale e dell’indifferenza della Regione Calabria, soggetto titolare delle acque termali, che ha l’obbligo e il dovere di intervenire per un esame accurato su quanto i due comuni stanno predisponendo, a cominciare dai contenuti del regolamento di distribuzione dell’acqua termale, prima ancora che questi procedano nell’espletamento della selezione per la ricerca del nuovo concessionario.

Ma, in questo momento, si chiedono i lavoratori: «Esiste una Regione? Purtroppo la competizione elettorale del prossimo mese di aprile li porta a pensare ad altro».

Dato lo stato delle cose, nel rispetto delle regole e del buon governo, i due sindaci non dovrebbero attendere la composizione del nuovo governo regionale? Lo faranno? È quanto si chiedono i lavoratori. (rcs)