LA REGIONE CERCA DI COINVOLGERE I CALABRESI NEL MONDO MA SI DIMENTICA CHE È ATTIVA LA CONSULTA;
Terra dei Padri: gli assessori con le felpe promozionali

LA REGIONE PUNTA SULLA TERRA DEI PADRI
E C’È IL RISCHIO DI UN’ALTRA “MUCCINATA”

di SANTO STRATI – Che la compianta presidente Jole avesse in animo di recuperare il rapporto con i calabresi, che vivono fuori della regione, sparsi in ogni angolo della terra, era una cosa risaputa. Nonostante il timore di confondere l’iniziativa con la sciagurata esperienza della Fondazione Calabresi nel Mondo che aveva provocato un abisso di debiti senza portare nessun vantaggio, la Santelli si era convinta che l’esperienza della Consulta dell’Emigrazione, meglio conosciuta come “dei Calabresi nel Mondo”, avrebbe potuto portare un grande aiuto alla sua idea. Che era semplice: chi sono i migliori testimonial della Calabria? I calabresi che vivono al di fuori, molti dei quali hanno saputo conquistare posizioni di grande rilievo in tutti campi da quello istituzionale a quello imprenditoriale, a quello scientifico, culturale, etc. E poco prima di morire aveva dato disposizione al direttore generale Tommaso Calabrò di selezionare e convocare i nuovi consultori che ogni nuovo governo regionale deve nominare.

Riprendendo l’idea della Santelli, l’assessore Fausto Orsomarso e il presidente ff Nino Spirlì hanno presentato ieri a Gizzeria “Calabria Terra dei padri”, un progetto per il recupero delle tradizioni «che sono la nostra anima». A dar man forte al progetto ci sarà (a titolo gratuito, è stato detto) il manager delle star Lucio Presta (cosentino di stanza a Roma). All’incontro con la stampa erano presenti anche gli assessori Domenica Catalfamo, Sergio De Caprio e Gianluca Gallo.

Una bella iniziativa, senza dubbio, Calabria.Live – scusate l’autocitazione – da cinque anni predica la necessità di recuperare in maniera intelligente e organica il rapporto con i calabresi sparsi nel mondo, ma la stessa Santelli, quando qualcuno le parlava di Calabresi nel mondo saltava per aria pensando alla Fondazione chiusa da Oliverio. Altra storia, di cui si sta occupando la magistratura per contestare eventuali sperperi, ma il meccanismo di collegamento con i calabresi che vivono altrove c’è già, previsto dalla legge 8 del 2018, quella che ha istituito la Consulta dell’Emigrazione, ovvero dei Calabresi nel Mondo e il cui Consiglio direttivo (presieduto da Spirlì) e coordinato da Salvatore Tolomeo si è insediato nelle scorse settimane (vedi Calabria.Live del 23 maggio). Peccato che i 41 consultori che dovrebbero essere il vero collegamento tra la Calabria e il resto del mondo non sono stati nemmeno informati e meno che meno invitati alla presentazione del progetto. E che dire del Direttivo della Consulta che sta già lavorando al cosiddetto Turismo delle Radici? Nessun invito, nessuna attenzione. Non si tratta di sgarbo istituzionale (la Consulta è un organo regionale) ma la dimostrazione del perché le cose in Regione non riescano mai ad arrivare fino in fondo. C’è un progetto dell’Università della Calabria che ha istituito un master coordinato dal prof. Tullio Romita sul Turismo delle Radici, collegato a uno dei progetti della Consulta dei Calabresi nel mondo: secondo voi qualcuno in Regione lo sa? No, evidentemente, non lo sanno. E viene trascurato l’importante apporto che l’Ateneo di Arcavacata potrebbe portare, in termini scientifici, all’idea di far venire in vacanza a conoscere la propria terra i calabresi di tutto il mondo.

Appare, quindi, legittima la protesta dei consultori che si sono visti ignorare in quello che dovrebbe essere il loro lavoro di ” congiunzione” dei fili con i conterranei dei vari Paesi. Il vicepresidente e coordinatore della Consulta Salvatore Tolomeo, dove 41 consultori rappresentano le comunità e le oltre 200 associazioni calabresi sparse in ogni angolo del globo, ha dichiarato a Calabria.Live: «Personalmente, e credo di interpretare il sentimento di molti consultori, esprimo disappunto e perplessità sulla mancata convocazione e informazione sulla presentazione del progetto Terra dei Padri che dovrebbe riguardare quasi esclusivamente i Calabresi all’Estero rappresentati dalla Consulta che proprio il 18 maggio scorsa ha avuto piena ufficialità con la nomina del Comitato Direttivo e del Vice Presidente, quindi già operativa alla partecipazione».

Che senso ha, del resto, avere una Consulta con pieni poteri di collegamento tra le varie realtà dei calabresi che vivono fuor della regione e ignorarla, annunciando una grande operazione di immagine che non tiene conto dell’importante contributo che da essa può arrivare? Misteri della Regione Calabria. E l’investimento per l’iniziativa rientra legittimamente nell’attuale gestione provvisoria di governo regionale e di un Consiglio regionale che dovrebbero occuparsi solo di cose urgenti e indifferibili?

Attenzione, ben vengano tutte le iniziative che possano portare benefici alla Calabria, ma evitiamo di fare altre “muccinate” con soldi buttati dalla finestra per un corto che non è servito a nulla, meno che meno a promuovere la regione. «Dove vuoi che ti porto», dice un volutamente sgrammaticato Raul Bova alla sua fidanzata spagnola, nel contestato minifilm (7 minuti) di Gabriele Muccino. E dove vogliamo che ci “porta” questa Regione che anziché pensare alla reputazione e a programmi di una seria rigenerazione turistica del territorio, continua a sfornare annunci pensando che realizzando un po’ di felpe con il logo South Italy si portano i turisti in Calabria? Peraltro il turismo delle radici è una cosa molto seria, se supportata adeguatamente: ci sono centinaia di migliaia di “ospiti” di origine calabresi pronti a venire a visitare la terra dei padri, ma hanno bisogno di incentivi, promozioni, accoglienza e assistenza, non di annunci mirabolanti. E tale incentivazioni non possono essere l’offerta di una cena o uno spettacolo di tarantella. Servono incentivazioni serie (abbattimento dei costi dei biglietti aerei, logistica, trasporti e organizzazione di visite guidate, solo per indicarne qualcuna). Con quali risorse? L’Europa ci offre sempre tanti quattrini, peccato che i nostri governanti fino ad oggi sono riusciti quasi sempre a non spenderli e a rimandarli indietro a favore di Paesi più lesti e furbi a utilizzare i fondi Ue.

Comunque sia, concediamo il beneficio del dubbio e accogliamo senza ulteriori riserve l’iniziativa, in attesa di dettagli. «“Terra dei Padri” – ha dichiarato l’assessore Orsomarso – nasce dall’analisi del fenomeno del turismo di emigrazione, o turismo genealogico, che sta mostrando segnali di rapida espansione negli ultimi anni. Il progetto ha l’obiettivo di dedicare un intero anno solare (gennaio-dicembre) al tema del ritorno fisico dei calabresi sparsi nel mondo, facendo leva sul senso di orgoglio e sul desiderio di conoscere le proprie radici più profonde, familiari e culturali. Il piano prevede: azioni pubbliche di sostegno all’internazionalizzazione, attraverso cui costruire una comunicazione omogenea del progetto “Terra dei Padri”, per valorizzare l’immagine della Calabria all’estero; azioni dirette alle imprese per la promozione internazionale dei propri prodotti e servizi, tramite la realizzazione di un portale dedicato, in cui potranno essere rappresentati e promossi tutti i soggetti aderenti al progetto a seguito dello scouting effettuato. Questa Calabria dove si parlano ancora cinque lingue – ha aggiunto Orsomarso – è ricchissima di tradizioni. E noi siamo pronti a presentare la sua unicità e il suo spessore anche a Dubai. Intanto, proiettiamo “Terra dei padri” fino al 2023, quando ci sarà il Giubileo dei calabresi. Questo è un people project con cui vogliamo raggiungere i calabresi, ovunque essi siano».

Nobile intento, soprattutto se offrirà occupazione a centinaia di giovani laureati in cerca di opportunità: il turismo delle radici significa marketing, trattamento di dati, iniziative di promozione, etc. I nostri giovani sono preparati e capaci: qualcuno li chiamerà? O tutto finirà con un costoso portale web (inutile e inutilizzato come quello voluto a suo tempo da Rutelli) che renderà sicuramente felici soltanto i suoi realizzatori?

Secondo il presidente ff Spirlì «La Calabria ha tante tracce culturali: ogni goccia di sangue calabrese ha dentro 15 gocce di altri popoli. Quando le persone di tutto il mondo arrivano in Calabria, si sentono a casa loro». «Siamo sicuri – ha aggiunto – che si debba andare oltre la narrazione di bene e male, per giungere a un racconto come questo, che riporta i padri nella nostra splendida terra. Con questo progetto, grazie all’impegno dell’assessore Orsomarso e al contributo gratuito di un grande calabrese come Lucio Presta, portiamo avanti il progetto di Jole Santelli». Presta, per parte sua, ha suggerito di aggiungere anche le madri, così la famiglia della “Terra” è completa. Ottima idea, ma sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più originale da un uomo di spettacolo.

Una sola domanda, alla fine: quanto è stato stanziato per il progetto? Come saranno investite le risorse destinate? I calabresi sono curiosi, noi pure. (s)