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Il generale Emilio Errigo

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Le brutte parole ammalano il cuore dei calabresi

di EMILIO ERRIGO – Una o mille belle parole dette con tutto il cuore nobile dei Calabresi, fanno un gran bene a chi le dice e a chi le ascolta.

“Na parola duci ti zuccara lu cori” dice il detto degli antichi saggi Calabresi.

Credo e mi sono pure convinto, che avessero buone ragioni per divulgare in ogni dove, dalle montagne alle marine della bella Calabria, questo dolce detto popolare.

I detti dei saggi, si sa da molti secoli, che sono la filosofia delle persone semplici, colte e buone, i quali con le loro ragionate parole esprimevano pensieri e convinzioni derivanti da secolari modus vivendi tramandati da padre in figlio in Calabria.

“La lingua non avi ossa ma rumpi l’ossa”, odo ripetere ancora da gente benpensante Calabrese.

“Si tu dici na parola duci ti senti tuttu u mussu zuccaratu”.
Provate per rendervi conto!

Se non siete abituati a pronunciare belle parole, perché ritenete che vi potrebbero far affievolire la vostra mascolinità o far venir meno la vostra nomea di persona determinata e intransigente, provate per credere.

Tentate almeno una volta nella vita, a indirizzare una bella e dolce parola, alla vostra consorte di vita. Manifestate un ti voglio bene, a vostra moglie o marito, figlio, figlia, fratello, sorella, nipoti, a una amica, amico o conoscente, fosse anche a un estraneo mai visto incontrato per la prima volta, una parola di fraternità e di solidarietà umana.

Perdonare è importante, ma occorre del tempo, ma dire ti voglio bene, impiegate molto poco tempo.

A parte che è buona educazione, in verità molto contagiosa più forte di ogni virus, dire a chiunque: buongiorno, buonasera, buonanotte, salve, non si preoccupi, mi scusi, mi perdoni, non me ne voglia, come sta, stai, a va tutto bene, un ti voglio bene, posso esserle di aiuto, vedrà che si riprenderà, ha bisogno di qualcosa, sii felice, non pensarci ridi, ti amo tanto.

Date libertà alle belle e dolci parole, cosa vi costa, solo un po’ di buona e sana aria pura, vi renderete conto che il vostro cuore continuerà a batterà regolarmente e per lunghissimo tempo.

La vostra mente vi gratificherà regalandovi momenti di intensa gioia e felicità. Santificate con belle parole le festività e le ricorrenze annuali e gli eventi famigliari. Gioite della luce degli occhi riflessa da coloro che ascoltando le vostre benevole e belle parole, vi esprimeranno col mutare della loro espressione facciale, un inizio di vistoso sorriso.

Si un sorriso, un sorriso sappiate figli e figlie di Calabria, che è l’anti camera del bene, un bene profondo che oltre a rallegrarvi l’anima, vi accompagnerà felici per tutta la vita.
Ricordate Calabresi: le brutte parole, non servono proprio a niente e ammalano il cuore dei Calabresi”!

[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente di Diritto Internazionale e del Mare, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]