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Nino Barone, il barbiere di Brescia con il cuore a San Ferdinando

Nino Barone, il barbiere di Brescia con il cuore a San Ferdinando

di GREGORIO CORIGLIANO Da San Pellegrino Terme a Desenzano sul Garda, non è stata una gita breve, ma di interesse paesaggistico e di apprendimento. Tutto, da quelle parti, funziona alle perfezione. Era mezzogiorno, per prima cosa compro – come mi ha insegnato, (quando si arriva in una nuova città è d’obbligo avere notizie della comunità che ti ospita temporaneamente) il mio maestro di avventure giornalistiche, Franco Bucarelli – il quotidiano locale: il giornale di Brescia. L’occhio lo cattura una fotografia a corredo di un articolo.

«Questa persona la conosco, è invecchiato un pochino, ma è lui, il parrucchiere di San Ferdinando che, quando ero un giovane studente universitario, mi pettinava i capelli alla perfezione!». Guardo attentamente la foto e leggo l’articolo. Il giornale lombardo aveva dedicato un gran bel pezzullo proprio al mio (allora) giovane parrucchiere. Cosa avrà fatto? Nulla, il quotidiano lo elogiava assai, per aver compiuto cinquant’anni di mestiere di acconciatore del capello a Brescia. E così divoro la storia che non conoscevo del mio amico calabro-bresciano.

Era arrivato lì a 23 anni, in preda alla disperazione di un disoccupato degli anni ’70. Faceva sì il parrucchiere di già, con successo, ma pochi i clienti: lavoro e incasso giornaliero, al minimo, qualche migliaio di lire sì e no. Io lo incontravo tutte le sere perché andavo da sua nonna a prendere il latte, cento metri da casa mia. Ad un certo punto mi aveva detto che avrebbe voluto “andare al Nord” in cerca di fortuna. “Mi voglio sposare, ma non ho una lira, non mi resta che tentare, male che vada torno, non posso andare avanti con pochi soldi”. E cosi leggo dal quotidiano bresciano che, appena arrivato in stazione, Antonino Barone, da sempre Nino, per clienti ed amici, compra il giornale. Era abituato a leggere come in tutte le sale da barba, in attesa dei clienti. E con la valigia in mano, sfoglia le pagine degli annunci pubblicitari. C’era l’annuncio, dice, che gli avrebbe cambiato la vita e che lo avrebbe fatto restare per sempre all’ombra del Cidneo, un’altura delle prealpi che si erge in prossimità del centro storico di Brescia.

«Cercasi lavorante barbiere in Via Aurelio Saffi: presentarsi di persona perché non abbiamo il telefono». Una detta, una fatta. Toh, si dice Nino, corro subito e con ancora la valigia in mano si dirige verso quella strada, chiede ad un vigile urbano, bussa ed entra in quel negozio di Via Saffi. Il titolare lo accoglie: “cosa sai fare”? “Mettetemi alla prova”, è stata la risposta. Detto fatto.

Ancora con la valigia nell’angolo della sala, Nino, con mano sicura, fa la barba ad un cliente e taglia i capelli ad un ragazzo. Assunto a partire da subito: quella sala diventerà la sua seconda casa, nel frattempo si era fatto ospitare da un lontano parente che al Nord, in genere, sono sempre più affettuosi. Puntuale come un orologio svizzero Nino Barone, trascorreva mattina e pomeriggio, in quel salone da barba che esisteva dal 1959. Messo alla prova, il titolare comprese subito che Nino aveva la stoffa ma anche le forbici d’oro. Lo assunse consapevole della sue capacità.

Dopo pochi anni, il “padrone” andò in pensione e cedette a Nino, ormai dominus della barberia, la titolarità della barberia. Nino ha raccontato al cronista bresciano la cronistoria della sua vita, il fatto che nei tempi liberi andava in campagna, che era nato e cresciuto in un piccolo paese – San Ferdinando- che non era neanche comune e che, per la voglia di crescere da tutti i punti di vista, era stato costretto ad emigrare. Adesso, “a casa”, ormai, diventata sua, ha modernizzato tutto, senza, però, buttare i vecchi arnesi da lavoro: lo spruzzatore in vetro per colonia, di quelli con la pompetta, lo strano aggeggio per affilare i rasoi, le macchinette vintage per la barba. Le sedie, no. Adeso sembrano i “riuniti” del dentista. Sono trascorsi cinquant’anni, Nino Barone adesso ne ha 73 e dice di essere in forma per lavorare, quasi come i primi giorni.

Ironia della sorte: ha tagliato e curato i capelli di Brescia e dintorni con cura e attenzione, tranne che i suoi perché è diventato quasi calvo! Ha una clientela di tutto rispetto fatta di avvocati, ingegneri, imprenditori, qualche giornalista. Al giornale bresciano – le barberie da sempre sono depositarie di fatti e pettegolezzi, di racconti di intrighi anche coniugali – ha raccontato un aneddoto: c’era un imprenditore bresciano che quando si arrabbiava in azienda veniva a farsi fare lo shampoo. Diceva che era l’unico modo per calmarsi e veniva anche tre volte la settimana. Il segreto del successo? «L’accoglienza, intuire se il cliente vuole sfogarsi e parlare o stare muto e leggere il giornale. Così col passare del tempo si diventa amici e complici».

E le vacanze, Nino? «Ovviamente sempre e solo a San Ferdinando: solo così mi tuffo, oltre che a mare, nei miei incancellabili ricordi di gioventù»! (gc)