L’ordine dei Medici RC: Disuguaglianza e discriminazioni tra uomo e donne nel campo della sanità

Ci sono, purtroppo, disuguaglianza e discriminazioni quotidiane, tra uomo e donna, anche nel campo della medicina. È quanto è emerso nel corso dell’incontro Quando la medicina è donna, organizzato dall’Ordine dei Medici e della Provincia di Reggio Calabria, insieme all’Associazione Amici del Museo, in occasione della Festa della Donna.

«Si tratta di un segno di civiltà – ha detto in premessa, il presidente dell’Ordine, dottore Pasquale Venezianoperché significa che qui la donna viene tenuta in grande considerazione, tant’è che in questo momento ci sono donne ai vertici della magistratura, politica e sport. E il nostro pensiero non può non andare anche a quelle donne che invece lottano per la loro sopravvivenza , come succede in Iran in questo momento». 

Per la dottoressa Anna Maria Danaro, coordinatrice Commissione pari Opportunità e Medicina di genere dell’Ordine dei medici della provincia, nel ricordare le donne che ancora non hanno conquistato i propri diritti, ha messo l’accento sulle gravi discriminazioni sul lavoro ma anche le tante vessazioni e soprusi riguardanti la sfera intima della persona.

«Milioni di donne vittime di mutilazioni genitali, costrette, ancora bambine, a matrimoni imposti. Per noi, quindi, si tratta di una giornata di festa ma anche di ricordo per tutte le donne che ancora combattono per avere i diritti che noi abbiamo conquistato da tempo». 

L’intervento della dottoressa Anna Rosaria Federico, coordinatrice Commissione Pari Opportunità e Medicina di genere e referente MDG dello stesso ordine, ha messo in evidenza le disuguaglianze nel campo della Medicina, a cominciare, giusto per fare un esempio, dal basso numero di premi Nobel per le donne dal momento della sua istituzione, anno1901, fino al 2019 (su 924 vincitori, 54 sono donne e solo 12 hanno ricevuto il premio per le Medicina). E poi le tante discriminazioni nel campo sanitario, della salute.

«Per superare questo serio ostacolo – ha affermato la dottoressa Federico – bisogna lavorare in ottica di genere, attraverso la ‘Medicina di genere’ in quanto non vi è solo la diversità tra uomo e donna rispetto ad una stessa malattia che colpisce entrambi ma in realtà sono diverse le insorgenze, la progressione e diverse variabili come i fattori socio-economici, culturali e genetici. Il tutto ben sintetizzato nel termine ‘Medicina genere-specifica’, definita così dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per spiegare lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona».

«Ecco, quindiha concluso la coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Ente – le notevoli differenze nel modo di esercitare la Medicina e di curare l’individuo. Bisogna lavorare in ottica di genere e tutto questo comporta una certa difficoltà per diversi medici, nonostante l’approvazione della legge, la n.3 del 2018, cioè un vero e proprio piano di applicazione di questa Medicina di genere». 

È stata poi la volta del Professore Francesco Arillotta, presidente associazione “Amici del Museo” il quale ha, tra l’altro, messo in evidenza, una precisa ‘presenza medica’ fin dall’antichità, età imperiale romana, grazie ai diversi impianti termali, circa una decina, presenti a Reggio.

«La nostra città – ha rimarcato il professore Arillotta – era conosciuta a quei tempi come la città termale. E nella nostra locandina abbiamo pubblicato la moneta di Igea, moneta coniata a Reggio, che offre una coppa di acqua salutare al serpente sacro. Come associazione abbiamo già promosso un convegno sulle donne in divisa, oltre a quello sulle donne nelle fiabe. Quest’anno abbiamo pensato alle mediche, doverosa testimonianza nei riguardi del mondo femminile che sta radicalmente modificando il rapporto tra Medicina e paziente. Siamo molto contenti che l’Ordine dei medici, nella persona del presidente veneziano, abbia concordato con noi questa bellissima manifestazione». 

Particolarmente soddisfatto il dottore Pellegrino Mancini, direttore del Centro regionale trapianti del GOM di Reggio Calabria, proprio perché unico relatore in mezzo a tante relatrici.

«È stata davvero una interessante occasione per parlare insieme per il bene della comunità mostrando come il lavoro comune con tutte le dottoresse permette a tanti pazienti di superare momenti difficili per la propria vita, mi riferisco al settore dei trapianti. E mi rende davvero felice il fatto che l’Ordine dei medici abbia voluto organizzare questo particolare incontro per parlare di una preziosa e fondamentale collaborazione»

Altri preziosi contributi sono arrivati dalle dottoresse M. Anna Quero, pediatra, dalla vicepresidente dell’associazione “Amici del Museo”, Minella Bellantonio che si è soffermata sul tema “Il contributo della donna nella Medicina” e poi dalla dottoressa Vincenza Amato, responsabile Hub vaccinale Tommaso Campanella, ASP di RC, Giovanna Costantino, dirigente medico anestesia e rianimazione Gom di RC, e Marina Francone, dirigente responsabile UOSD tipizzazione tissutale Gom di Reggio Calabria. (rrc)

REGGIO – Successo per la conferenza sulla “Via Giudecca” del prof. Laganà

Successo, a Reggio, per la conferenza sul tema Via Giudecca: un luogo, una storia, tenuta dall’arch. Renato Laganà, nell’ambito delle attività culturali del programma Archeologia, Cultura e Territorio dell’Associazione Amici del Museo di Reggio Calabria.

L’area centrale di Reggio conserva nel suo sottosuolo le tracce delle mutazioni urbane avvenute nel corso dei secoli passati che riemergono di quando in quando in occasione di scavi. Le carte di archivio ci aiutano a riscoprire le immagini e le vicende delle città scomparse. Il tour lungo la Via Giudecca e le aree contermini ha consentito di rilevare i luoghi dei ritrovamenti archeologici attraverso una rilettura della fondamentale ‘Carta Archeologica di Reggio’ a suo tempo curata proprio da questa Associazione, delle trasformazioni subite nei secoli dall’ambito urbano che dall’età ellenistico-romana si è ristretto nel periodo medievale per poi allargarsi gradatamente nei secoli successivi.

L’attenzione si è poi concentrata sull’area della Giudecca, attiva sino al 1511, per poi fare tesoro delle notizie desunte dagli atti notarili e dai documenti dell’archivio diocesano che hanno fatto rivivere i luoghi e le persone che animavano quella che in quel periodo costituiva la parrocchia della Candelora, la cui chiesa, sino al 1908, era localizzata nel vertice orientale dell’isolato ad angolo tra la Via Giudecca e la Via Torrione. Un quartiere urbano dapprima entro le mura, prossimo al Torrione della Battagliola, e in basso estendentisi sino alle mura occidentali, comprendendo la Chiesetta di S. Andrea, quella di S. Pietro e il Monastero della Vittoria.

Le immagini, a corredo della puntuale esposizione, hanno tracciato il quadro delle presenze cittadine nel corso del Settecento, individuando, con il supporto dei dati del Catasto Onciario, le famiglie dei nobili, quelle dei civili, quelle degli artigiani, e altre figure che animavano con le loro attività quel comparto urbano.

Le vicende successive al terremoto del 5 febbraio 1783 hanno trasformato la città, mutando non solo l’aspetto geometrico della trama urbana, ma anche la composizione sociale nei nuovi isolati. È stato possibile ricostruire l’aspetto dei luoghi nel corso dell’Ottocento ricomponendo l’immagine delle facciate degli edifici partendo in basso da Palazzo Sarlo, poi l’Orfanotrofio accanto a S. Giorgio al Corso, poi il palazzo Melacrino e la Casa Crispo per arrivare alla ricostruzione del prospetto della Chiesa della Candelora e chiudere con il palazzo Casile.

A completamento della ricognizione, l’attenzione si è soffermata sul Palazzo Canale e sulla Chiesa di S. M. della Cattolica dei Greci, la cui architettura è rimasta immutata perché, edificati sull’impianto delle antiche mura urbane, hanno resistito alle violente scosse del terremoto del 28 dicembre 1908, costituendo una delle poche testimonianze della Reggio ottocentesca. (rrc)

REGGIO – Successo per la conferenza “Donare è una scelta naturale”

C’è un valore profondo contenuto nel gesto umano com cui si  decide di donare i propri organi perché un altro possa continuare a vivere. È quanto ha dichiarato Pasquale Conti, presidente provinciale Aido, nel corso della conferenza Donare è una scelta naturale, organizzata dalle Associazioni “Amici del Museo” e Aido, Sezione provinciale di Reggio Calabria, e che ha visto le relazioni del dott. Pellegrino Mancini, Direttore U.O.C. Centro Regionale Trapianti – G.O.M. Reggio Calabria.

Dopo il messaggio del Presidente regionale Aido, Nicola Pavone, letto dalla Cerimoniera Patrizia Liberale, è intervenuto Pasquale Conti, Presidente provinciale Aido e, poi, il presidente Amici del Museo, Francesco Arilotta, che ha sottolineato la concordanza di intenti dimostrata dalle due Associazioni promotrici dell’iniziativa, per riaffermare il bisogno di solidarietà, quando è finalmente possibile riprendere quei momenti di vita sociale che la pandemia sembrava voler cancellare. 

A sua volta, presa la parola, il direttore Mancini si è inizialmente soffermato nell’illustrare tutta la struttura ospedaliera cittadina, regionale e nazionale cui è affidata la gestione di questo così importante e delicato settore medico.Servendosi anche di opportuni riferimenti video, egli ha passato in rassegna tutto il complesso di organismi operativi diversi che sovrintendono a tutto il sistema.

Ed ha efficacemente richiamato l’attenzione degli astanti sulle minuziose procedure che vengono seguite in tutti i momenti: dalla dichiarazione di disponibilità alla donazione fino al momento dell’effettivo trapianto degli organi dorati; a totale garanzia della migliore riuscita di così delicata operazione. Mancini ha poi richiamato le proprie, specifiche esperienze scientifiche e umane, con la testimonianza diretta dei genitori di un giovanissimo donatore e di un “trapiantato”, che ha potuto riprendere una vita normale grazie ad un trapianto di rene perfettamente riuscito. 

Sono seguiti una serie di interventi da parte dei presenti, che hanno chiesto all’illustre conferenziere chiarimenti ed approfondimenti, sull’argomento, che tanto intimamente coinvolge le coscienze di tutti.

Alla conferenza hanno presenziato anche le rappresentanti dell’Associazione Adisco, Franca Tuccio e Renata Melissari, che hanno voluto così dimostrare l’attenzione anche di quella loro benemerita Associazione verso l’attività del Direttore Pellegrino Mancini e del suo eccellente staff ospedaliero.   

A conclusione della manifestazione, l’Associazione “Amici del Museo” ha fatto dono al Direttore Mancini di un’artistica ceramica, realizzata dalla vicepresidente Minella Bellantonio(rrc)