di PINO NANO – Sabato Santo a Rizziconi va in scena il film della Pasqua cristiana mista ai riti pagani della stessa, un documentario firmato dal giovane regista Ferdinando Sette e interamente dedicato alla storia della Pietà Popolare nella Piana di Gioia Tauro, a ridosso di Palmi, tra Taurianova e Cittanova, insomma il cuore dell’Aspromonte.
Ad ospitare la prima nazionale del film sarà il Municipio di Rizziconi con il saluto iniziale del sindaco Alessandro Giovinazzo. Sarà poi la volta dell’assessore alla cultura Giuseppe Scarfò e della professoressa Maria Rosaria Russo che daranno del documentario una chiave di lettura antropologica. Poi l’intervento del sacerdote don Nino La Rocca studioso e profondo conoscitore delle tradizioni locali di queste zone e di questi paesi.
A me hanno chiesto invece di parlare ancora una volta del Caso-Natuzza Evolo, avendo la storia di Natuzza Evolo, e che io ho raccontato per la Rai mille volte diverse, una parte predominante anche in questo documentario televisivo.
«Parliamo di un docufilm – spiega il giovane regista di Rizziconi – che vuole riproporre “La Sacra Tragedia di Cristo”, una rappresentazione teatrale divisa all’epoca in 5 atti, nel tempo ridotta a 3 atti, scritta dal Professore Francesco Carbone, ai fini del ‘800. Il copione è considerato una «priorità locale» da non consegnare alle altre località limitrofe. La sua durata totale di 150 minuti, unita ai versi entrati nel linguaggio popolare, la rende una componente culturale radicata nel tessuto sociale di Rizziconi».
Atto Primo. Si parte dalla Domenica delle Palme: l’ingresso di Cristo a Gerusalemme Il documentario apre con le immagini della scena teatrale in cui Gesù viene accolto dalla folla festante con rami di palma e ulivo. Queste riprese si intrecciano con la cerimonia contemporanea della benedizione delle palme che si svolge presso la Chiesa del Calvario, in un montaggio che evidenzia la continuità simbolica tra passato e presente.
Atto Secondo, la lavanda dei piedi e l’Ultima Cena: anche in questo caso, le sequenze della tragedia si alternano con le riprese della liturgia odierna, celebrata durante la Santa Messa del Giovedì Santo. L’intimità del gesto di Cristo che lava i piedi agli apostoli si riflette nell’intensità spirituale della celebrazione religiosa attuale.
Atto Terzo, la Salita al Calvario e il legame con Natuzza Evolo. Il dolore della Via Crucis si manifesta attraverso le immagini teatrali della salita al Calvario e del pianto della Veronica. Questi momenti trovano eco nella figura di Natuzza Evolo, cui è dedicato un approfondimento simbolico, e nella processione del Cristo Morto, documentata con un montaggio che alterna la tradizione teatrale con le riprese dell’ingresso in chiesa della statua del Cristo.
Atto Quarto, l’Affruntata. San Giovanni corre per tre volte per portare alla Madonna la notizia della Risurrezione. Il culmine è l’incontro con il Cristo Risorto, svelato tra applausi e fuochi d’artificio. Un evento che, ogni anno, emoziona profondamente la comunità: occhi lucidi negli anziani, partecipazione intensa nei giovani.
Il documentario – aggiunge ancora Ferdinando Sette – prende vita attraverso immagini d’archivio delle varie manifestazioni locali, restituendo il sapore del tempo e delle emozioni collettive vissute negli anni e le immagini di chiusura, immagini contemporanee delle stesse celebrazioni, mostrano come la fede e la tradizione continuino a camminare insieme, rinnovandosi continuamente e senza mai perdere la loro essenza. (pn)