di SANTO STRATI – Ai piedi del bel murale dello street artist Daniele Geniale che campeggia a Reggio su un palazzo di piazzale Botteghelle c’è scritto “Memoria è libertà”: non c’è espressione migliore per celebrare gli 80 anni dalla Liberazione dal nazi-fascismo che si celebrano oggi. La memoria non deve scemare né cedere il passo a facili assoluzioni ex-post.
Il ventennio non ha alcunchè di giustificabile, a partire dalle infami leggi razziali per finire alle tante vittime della follia nazista “adottata” in modo ancora più follemente atroce dal regime mussoliniano. Non si può e non si deve dimenticare il sacrificio di tanti giovani che hanno donato la vita per ridarci la libertà perduta. Il 25 aprile costituisce la laica rappresentazione del culto della libertà e niente e nessuno potrà mai giustificare omicidi, violenze, prepotenze e quant’altro il “male assoluto” ha lasciato alle sue spalle.
Purtroppo la guerra civile tra rossi e neri non si è mai conclusa: l’antifascismo, qualche volta, è diventato un trend modaiolo per qualcuno in cerca di visibilità, ma invece esprime la “resistenza” che non finirà di essere attiva per fermare qualsiasi rigurgito (anche se impossibile) di dittatura e regimi a senso unico.
La nostra democrazia è stata conquistata col sangue e la Carta Costituzionale è il suo passaporto di accesso a una libertà che nessuno può minimamente pensare di limitare o soffocare. L’Italia deve guardare al futuro, anche se la “riappacificazione” in realtà non si è mai realizzata: dopo 80 anni dobbiamo consegnare alle nuove generazioni un messaggio di pace e libertà da difendere a ogni costo. (s)
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MEMORIA COMPLESSA MA VERA
LA RESISTENZA NON SOLO LOTTA ARMATA
MA ANCHE UNA SCELTA ETICA
di SASÀ BARRESI – Quest’anno celebriamo un anniversario speciale: ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. L’80° 25 aprile non è solo una data della memoria, ma una lente potente attraverso cui leggere il presente.
Che cosa accadde davvero il 25 aprile 1945?
La Liberazione non avvenne in un solo giorno. Fu un processo, un’onda partigiana che travolse città e paesi del Nord Italia nel giro di pochi giorni.
Il 25 aprile non fu vissuto allo stesso modo in tutto il Paese. Al Sud e nel Centro, liberati ben prima, il conflitto si era già allontanato nella memoria. Nel Nord, invece, si respirava il sapore amaro della lotta, della paura, della speranza riconquistata. Non esiste un solo 25 aprile, ma tanti. Ognuno con la sua geografia e la sua emozione.
Ecco perché, ancora oggi, la memoria del 25 aprile non è mai un racconto semplice o univoco. È una memoria complessa, a tratti lacerata, ma proprio per questo vera. Ed è proprio questa complessità che dobbiamo abbracciare, non rimuovere.
Anche se qualcuno proclama che non dobbiamo più ricordare la Festa della Liberazione, in un mondo in cui la guerra è tornata a sfiorarci, e le minacce alla libertà si presentano in nuove forme, il 25 aprile non è nostalgia, ma coscienza civile.
Dobbiamo ricordare che la Resistenza non fu solo una lotta armata: fu una scelta etica, collettiva, popolare, capace di immaginare un’Italia diversa.
La Costituzione che oggi ci guida nasce da quella scelta. Da quella corsa verso la politica necessaria ogni volta che la società deve salvarsi da una grave malattia. Oggi, l’eredità del 25 aprile ci interroga: a che punto siamo con la nostra libertà? Con la nostra democrazia? Che cosa vuol dire oggi “resistere”? Forse è scegliere la giustizia quando conviene voltarsi dall’altra parte. Difendere i diritti quando sembrano scomodi. Educare alla pace in un tempo segnato dal conflitto.
Ottant’anni dalla liberazione dal Nazifascismo. Ottant’anni di libertà, indipendenza e democrazia. I valori antifascisti su cui si fonda la Costituzione della nostra Repubblica. E il sacrificio dei partigiani nella lotta per la Resistenza. Ecco cosa si festeggia il 25 aprile, Festa della Liberazione.
Ottant’anni dopo, la Liberazione non è finita. È ancora in cammino.