A Soriano Calabro l’iniziativa in memoria di Filippo Ceravolo

Domani pomeriggio, a Soriano Calabro, si terrà una iniziativa organizzata da Libera Vibo Valentia in memoria di Filippo Ceravolo, giovane vittima innocente della ‘ndrangheta a soli diciannove anni.

Alle ore 18 verrà celebrata una Santa Messa in suo suffragio all’interno del Santuario San Domenico di Soriano Calabro, a seguire, su volontà della famiglia Ceravolo, verranno consegnati dei riconoscimenti per l’importante lavoro di contrasto alle mafie e alla corruzione svolto da figure istituzionali e del mondo dell’informazione.

Ad essere insigniti del riconoscimento “In memoria di Filippo Ceravolo, per l’impegno contro mafie e corruzione” saranno il Prefetto di Vibo Valentia, dott. Paolo Giovanni Grieco, il Questore di Vibo Valentia, dott. Rodolfo Ruperti, il Procuratore di Vibo Valentia dott. Camillo Falvo e al Caporedattore della Tgr Calabria, dott. Riccardo Giacoia.

«Un momento – si legge in una nota – per continuare a difendere la memoria di un giovane della nostra terra e per amplificare ancora una volta la richiesta di Verità e Giustizia, per ribadire che la memoria deve essere monito per le nostre coscienze e pungolo per le nostre scelte quotidiane, deve essere carne e sangue che possa produrre cambiamento». 

«Il 25 ottobre  – conclude Libera – ci ritroveremo, ancora una volta, insieme per ribadire che la ‘ndrangheta perde ogni volta che un giovane decide da che parte stare e lo fa con consapevolezza, responsabilità e amore. Per Filippo, per tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta e per ciascuno di noi, affinché si possa vivere in luoghi liberi dalle mafie e da ogni potere abusante e violento». (rvv)

A Vibo al via le Giornate di Contromafiecorruzioni di Libera

Da domani e fino al 20 ottobre, a Vibo Valentia, nella Scuola di Polizia, si terranno le Giornate di Contromafiecorruzione di Libera.

Una tre giorni che vedrà più di 250 partecipanti, cinque panel tematici (il ruolo dell’educazione e dei movimenti; donne e ‘ndrangheta: violenza, organizzazione, ricerca di strade di liberazione; economie criminali, economie libere dalla criminalità; il ruolo della Chiesa nel contrasto alla ‘ndrangheta: da don Italo Calabrò a Papa Francesco; migrazioni, da crisi a opportunità: le porte del Mediterraneo e i “modelli” di sviluppo ) con  oltre 70 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell’Università, amministratori, giornalisti, scrittori.

Tre giorni, dunque, di riflessioni, incontri, testimonianze per una nuova proposta di rinnovamento dei percorsi, dei linguaggi e degli strumenti legislativi nella lotta alle mafie e alla corruzione e denunciare il pericolo di una “normalizzazione” dell’infezione virale mafiosa e corruttiva, infezione da cui il nostro Paese deve decidersi di guarire una volta per tutte. Contromafiecorruzione si svolge in Calabra con un focus specifico sull’ndrangheta capace di affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernità globale rimanendo uguale a se stessa, una organizzazione criminale che nel contempo ha mantenuto forti radici nel territorio d’origine che, secondo alcune importanti inchieste più o meno recenti, rimane «cuore pulsante» o «roccaforte» del suo potere.

Contromafiecorruzione in Calabria per ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta,  di esempi concreti di realtà associative, del mondo cattolico, dei familiari di vittime innocenti delle mafie, di donne e uomini che, anche a costo della loro vita, hanno lottato e lottano per  rendere la Calabria un posto migliore. 

La manifestazione si aprirà con i saluti di Pasquale Ciocca, Direttore Scuola di Polizia Vibo Valentia; Enzo Romeo, Sindaco di Vibo Valentia; Paolo Giovanni Grieco, Prefetto di Vibo Valentia; Rodolfo Ruperti, Questore di Vibo Valentia; Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia; Mons. Attilio Nostro Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea .

Alle 17 la relazione di Don Luigi Ciotti e gli interventi, tra gli altri, di Giuseppe Lombardo,Procuratore aggiunto presso la Procura di Reggio Calabria; Salvatore Dolce, Direzione Nazionale Antimafia; Lorena Di Galante,Vicedirettore Operativo della Direzione Investigativa Antimafia. 

Sabato 19 ottobre  si apre con la testimonianza di una donna inserita nel Progetto Liberi di Scegliere che ha deciso di allontanarsi dalle logiche criminale e  uscire dal contesto mafioso. Una ribellione di cuore e di coscienze che  nonostante i codici culturali consolidati ha detto basta!. Previsti, tra gli altri, interventi di  Marisa Manzini sost. Proc generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro; Roberto Di Palma procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria;  Annamaria Frustaci, DDA Catanzaro; Vincenzo Capomolla,Procuratore della Repubblica F.F. Catanzaro;Stefano Musolino, Procuratore aggiunto presso la procura di Reggio Calabria; Monsignor Franco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Jonio e Vicepresidente della Cei. (rvv)

VIBO – Si presenta l’inchiesta “Gli scomparsi di mafia”

Domani mattina, alle 10, all’Istituto Superiore I.T.G. e I.T.I. e I.T.E. Libera Vibo Valentia presenta l’inchiesta Gli scomparsi di mafia, de LaviaLibera a firma del giornalista e dottorando di ricerca in Studi sulla criminalità organizzata (Unimi), Francesco Donnici.

L’evento è stato organizzato in occasione dell’anniversario della tragica scomparsa di Francesco Vangeli, per cui sarà celebrata, alle 18.30, nella Chiesa Maria S.S. del Potere a Scaliti di Filandari (VV), una Santa Messa.

Le studentesse e gli studenti si confronteranno con il giornalista a partire dal fenomeno comunemente chiamato “lupara bianca”, modus operandi tipico della ‘ndrangheta che condanna le vittime anche dopo la morte. 

Francesco Vangeli, giovane di ventisei anni, pieno di vita, di progetti e di sogni da realizzare è stato ucciso da mani criminali e violente che affondano radici in mentalità e comportamenti di chiaro stampo ‘ndranghetista. Del suo corpo, come di quello di almeno 50 vittime a partire dal 2009, non vi è traccia.  

E dunque, l’iniziativa, costruita in sinergia con la scuola, vuole essere un modo per continuare ad amplificare il grido di dolore di mamma Elsa che, da sei anni, incessantemente e con forza, continua chiede il corpo del proprio figlio. Una novella Priamo che si appella alla coscienza degli aguzzi e degli eventuali loro complici affinché i resti mortali di Francesco possano trovare almeno una degna sepoltura.

Ad amplificare il suo grido di dolore le testimonianze di Matteo e Vincenzo rispettivamente fratelli di Giuseppe Russo Luzza e di Maria Chindamo. Due storie accumunate dallo stesso destino se non fosse che per i familiari di Giuseppe Russo-Luzza l’agonia dell’assenza di un corpo su cui piangere è venuta meno grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. (rvv)

A Vibo il 18 ottobre l’evento nazionale Contromafiecorruzione

Dal 18 al 20 ottobre a Vibo Valentia si terrà l’evento nazionale Contromafiecorruzione, organizzato da Libera. L’evento, che dal 2006 viene organizzato a Roma, quest’anno si terrà in Calabria «per ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta», hanno spiegato gli organizzatori, parlando di una tre giorni che sarà «un momento di confronto tra attori istituzionali e associativi che parli all’intero Paese per raccontare le cose positive che vengono realizzate, analizzando i tanti problemi che persistono e, più in generale, per rimettere al centro dell’azione politica e sociale il tema del contrasto alle mafie e alla corruzione».

«La volontà di creare un dialogo su analisi e, soprattutto – ha aggiunto Libera – immaginare nuove prospettive che riguardino i grandi temi dell’oggi: dalle disuguaglianze alla giustizia sociale, dai poteri criminali al potere di autodeterminazione e libertà, dal tentativo di limitare i diritti all’affermazione e difesa dei principi costituzionali. Una riflessione che possa partire dalla storia di una terra che seppur conosce il male e le sue ramificazioni, qui, allo stesso tempo, ha generato e genera cura perché come scrisse il poeta tedesco Friedrich Holderlin “dove c’è pericolo, cresce anche ciò che salva”». 

«Una tre giorni – si legge nella nota – che deve essere una grande occasione per l’intero territorio il quale, accogliendo partecipanti da ogni parte d’Italia, è chiamato a mostrare la volontà di una comunità consapevole che non vuole annichilirsi nella rassegnazione e nell’immobilismo, dinamiche che hanno contrassegnato una parte del nostro recente passato rischiando di offuscare il presente. Una comunità con sguardo rivolto verso il futuro, volenterosa di percorre nuovi sentieri di impegno e resistenza cosciente».   

«Questo evento deve diventare, così, un appello, il suono di un campanello d’allarme che parte proprio da Vibo Valentia – hanno detto gli organizzatori –. Scelta, quella di Libera, che vuole valorizzare un percorso di impegno e partecipazione in un territorio che negli anni è passato dall’avere il più alto numero di omicidi, con il prevalere, per troppo tempo, del senso di impunità, ad essere quello delle grandi operazioni e del controllo continuo degli spazi democratici, attenzione che ha comportato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di diversi enti statali, da ultimo, quello dell’Asp di Vibo Valentia. Un’azione costante e continua della magistratura e delle forze dell’ordine che ha contribuito a dare maggiore fiducia e consapevolezza all’intera collettività che, in diverse occasioni, ha voluto mostrare il volto pulito di una terra che resiste e che vuole invertire la rotta».

«Quella di Vibo Valentia – conclude la nota – è un’occasione da non perdere per evitare di correre il rischio di tornare indietro e per dimostrare la detereminazione di continuare a percorrere strade di libertà e giustizia, alimentando una narrazione diversa che permetta ai nostri giovani di immaginare un futuro nella nostra terra: “restare o ritornare per cambiare». (rvv)

A Corigliano Rossano si presenta il Rapporto “Diario di Bordo” di Libera

Domani, a Corigliano Rossano, alle 18.30, nella sede dell?Associazione Mondiversi, sarà presentato il Rapporto di LiberaDiario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”, curato da Marco Antonelli, Francesca Rispoli e Giuseppe Ruggiero.

 L’iniziativa, dopo i saluti istituzionali di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, e Francesco Esposito, Comandante del Porto di Corigliano Calabro, prevede l’introduzione di Giuseppe Borrello, Referente regionale di Libera Calabria, e il dialogo tra Luigi Leotta, Presidente federazione nazionale “Stella Maris, e Marco Antonelli, coautore del rapporto.

Nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), riguardante il primo semestre del 2023, si conferma per la ‘ndrangheta il ruolo baricentrico del porto di Gioia Tauro come punto privilegiato d’ingresso per il traffico internazionale degli stupefacenti. “Uno scalo chiave per i corridoi intercontinentali” come evidenziato nell’ambito del G7 del Commercio che si sta tenendo, in queste ore, nella nostra regione.

Da tempo, infatti, fonti istituzionali, inchieste, documenti segnalano la presenza negli scali italiani ed europei di gruppi criminali che svolgono attività sia nell’economia legale, sia nei mercati illeciti, in particolare nel traffico di stupefacenti.

Il lavoro realizzato da Libera, che rappresenta la prima ricerca sul tema a livello nazionale, ha come obiettivo quello di realizzare una fotografia delle modalità e degli andamenti con cui i fenomeni criminali si manifestano in ambito portuale con una particolare attenzione al caso italiano e al ruolo delle organizzazione mafiose.

Da quanto emerge dal rapporto, l’interesse della criminalità organizzata non riguarda solo l’importante hub di Gioia Tauro ma anche alcuni porti minori calabresi, come quello di Corigliano Calabro. (rcs)

PALMI (RC) – Si consegnano i premi del Consorzo Letterario Rossella Casini

Domani mattina, a Palmi, alle 9.30, al Salone Pio X della Chiesa San Nicola, si terrà la cerimonia di premiazione del Premio Letterario “Rossella Casini”, giunto alla quarta edizione.

Il Premio letterario, istituito dal Presidio Libera Palmi, a febbraio 2021, a 40 anni dalla scomparsa dalla giovane studentessa uccisa, fatta a pezzi e fatta sparire nel mare di Palmi è motivato dalla volontà di fare memoria di Rossella Casini ogni anno ricordando anche le altre vittime innocenti del territorio

La quarta edizione (Febbraio – Maggio 2024) è stata dedicata al ricordo e alla memoria del dott. Luigi Ioculano – barbaramente ucciso il 25 settembre 1998 a Gioia Tauro, a pochi passi dal suo studio medico.

Gli studenti che hanno aderito al concorso, dopo aver «immaginato di ascoltare la voce del dottore Luigi Ioculano che ancora oggi giunge alla nostra coscienza attraverso i suoi scritti sul giornale Agorà», hanno redatto diversi elaborati. Le scuole chiamate a ritirare i premi sono l’Istituto Comprensivo 1 F. Pentimalli di Gioia Tauro e i due Istituti Comprensivi di Palmi De Zerbi- Milone e San Francesco.

Durante la cerimonia, prima della consegna dei premi, il ricordo del dottore Luigi Ioculano sarà tracciato dal giornalista e scrittore Arcangelo Badolati.

Per valorizzare il messaggio di speranza che emerge da ogni singolo elaborato e valorizzare l’impegno degli studenti, il presidio raccoglierà gli elaborati (54) in un book che verrà consegnato ai familiari del dott. Ioculano. (rrc)

Elezioni a Vibo, Libera e Insieme per il Bene Comune propongono “Il Patto per la Città di Vibo”

Un Patto per la Città di Vibo Valentia, per indurre elettrici/elettori e candidate/candidati ad assumere obiettivi ed impegni reciproci di carattere programmatico, etico, democratico e concreto per il bene della comunità, legandoli  in un rapporto continuo di verifica e progettazione, fondamento di un’autentica democrazia ascendente. È la proposta avanzata dall’Associazione Insieme per il Bene Comune e il Coordinamento Provinciale di Libera Vibo Valentia in occasione delle elezioni a Vibo.

Parte integrante del patto saranno anche l‘Appello ai candidati e alle candidate” e il “Codice Etico per la buona politica” elaborati da “Avviso pubblico”, l’associazione che riunisce Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione. 

Temi che saranno affrontati nel corso di un confronto tra i candidati a sindaco, in programma giovedì 23 maggio, alle 17.45, alla Biblioteca Comunale.

All’esito della discussione i candidati e la candidata alla carica di Sindaco, come anche quelli alla carica di Consigliere Comunale, le e i rappresentanti delle Associazioni, le singole cittadine e cittadini presenti potranno sottoscrivere il “Patto per la città”, il quale, nel caso di adesione da parte dei candidati e della candidata a Sindaco, diventerà parte integrante dei rispettivi programmi elettorali

La scelta della data non è casuale, ma in occasione del trentaduesimo anniversario della “Strage di Capaci”, la sottoscrizione del “Patto per la Città” vuole rappresentare una concreta assunzione di responsabilità di fronte alle storie di tutte le Vittime Innocenti delle mafie che hanno sacrificato la loro vita per la libertà di tutte e tutti noi.

In un momento storico caratterizzato da poca fiducia e credibilità nella politica e nelle istituzioni che si concretizza in un continuo aumento dell’astensionismo, c’è la necessità di un nuovo modo di intendere la gestione della cosa pubblica attraverso un patto e un’alleanza tra amministratrici/amministratori e cittadine/cittadini con impegni concreti e reciproci, di responsabilità e corresponsabilità per il bene della comunità. Infatti, il “Patto per la Città” si rivolge, anche, alle elettrici ed elettori chiamati ad una partecipazione attiva alla vita democratica attraverso la costituzione di una “Comunità monitorante”. (rvv)

Lunedì a Limbadi il sit-in #ioparlo per Maria Chindamo

Lunedì 6 maggio, a Limbadi, in contrada Montalto, davanti all’azienda di Maria Chindamo, alle 10, si terrà il sit-in #ioparlo, organizzato dalla famiglia Chindamo, da Libera, dal Centro Comunitario Agape, da Goel – Gruppo cooperativo, da Comunità Progetto Sud,  dal Comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria e Penelope Italia Odv, in occasione dell’ottavo anniversario della scomparsa.

Un evento che, come ogni anno, rappresenta un momento importante di partecipazione e di costruzione di un percorso collettivo in cui anime diverse, attori sociali e istituzionali del territorio collaborano affinchè la vita e la scomparsa di Maria Chindamo possano sempre più diventare testimonianza viva. Ritrovarsi come società civile davanti al cancello dell’azienda di Maria, luogo nel quale la donna venne certamente aggredita, rappresenta per l’intera Calabria il segno tangibile del desiderio di cambiamento e di presa di coscienza di chi ogni giorno sceglie da che parte stare.

Oltre alle autorità presenti, ai e alle rappresentanti delle associazioni e gruppi cooperativi, un importante contributo verrà condiviso dalle numerose scuole calabresi che hanno aderito all’iniziativa con percorsi curriculari, importante segnale della presenza di una comunità educante attenta al territorio. Durante il sit-in, la rete organizzatrice proporrà un flash-mob “#ioparlo”, che vedrà la partecipazione ed il coinvolgimento di tutte e tutti coloro che saranno presenti davanti al cancello e che i propri corpi e la propria voce continueranno a far parlare Maria Chindamo e a ribadire il fallimento di chi invece, avrebbe voluto il silenzio. 

L’intera iniziativa si arricchisce quest’anno del contributo dell’associazione Crisi come opportunità, presente sul territorio con percorsi dedicati alla memoria, alla legalità e alla violenza contro le donne, che attraverso il linguaggio del teatro contribuisce alla narrazione empatica delle storie come strumento di riflessione e tensione all’impegno. Sarà presente al sit-in l’attrice Lucia Limonta, che interpreta Maria Chindamo nello spettacolo “se dicessimo la verità” di Giulia Minoli e Emanuela Giordano. 

L’azienda di Maria Chindamo è ancora oggi una realtà di impresa sana, gestita eticamante e produttiva: al termine del sit-in per ribadire questo importante percorso, verrà messa a dimora, con il coinvolgimento anche in questo caso di tutte e di tutti, la prima pianta del nuovo impianto agricolo, estirpando realmente e simbolicamente “la malapianta” che aveva tentato di mettere radici sulle terre di Maria per mettere a dimora nuovi e rigogliosi germogli. 

Una giornata importante che ancor più quest’anno, alla luce delle evidenze investigative e con l’inizio del processo che si sta celebrando in Corte d’Assise di Catanzaro, vuole essere segno tangibile di una Calabria che non si arrende al potere criminale, che continua a costruire percorsi di libertà, di liberazione, di lavoro, di cittadinanza e di democrazia. (rvv)

Alla Mediterranea di Reggio l’iniziativa “Il protocollo Liberi di Scegliere”

Domani mattina, a Reggio, alle 10, nell’Aula Magna Quistelli dell’Università Mediterranea, si terrà l’iniziativa Il protocollo Liberi di Scegliere e l’entropatia dei nuovi orizzonti di possibilità, organizzato da Libera Calabria in collaborazioje con il Dipartimento Digies della Mediterranea.

L’evento è stato organizzato dopo il rinnovo del protocollo Liberi di scegliere, il progetto, nato negli scorsi anni su impulso del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, che ha l’obiettivo di offrire nuove occasioni di vita a tutti quei minori, e alle loro madri, provenienti da contesti malavitosi sottraendoli da un destino all’apparenza segnato. Il rinnovo del protocollo ha previsto il coinvolgimento di nuovi uffici giudiziari, oltre Reggio Calabria e Catania si sono aggiunti Napoli e Palermo, e nuove associazioni che saranno coordinate da Libera.

L’incontro, le cui conclusioni sono affidate a Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, vuole rappresentare un’occasione importante di confronto, tra gli attori principali chiamati ad attuare il protocollo, sulla progettualità dell’azione di quello che è divenuto uno strumento potente di contrasto alle mafie e alla cultura mafiosa. (rrc)

LIBERA: RACCONTARE IL BENE UTILIZZANDO
PATRIMONI E BENI CONFISCATI ALLE MAFIE

Un popolo variegato di associazioni, cooperative sociali, del mondo del volontariato dalla Lombardia alla Sicilia protagonisti della trasformazione da beni in mano alle mafie a beni comuni e condivisi.

In occasione dell’anniversario della legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. In Calabria sono 149 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 43 comuni. Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare, di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo, di prendersi cura di chi fa più fatica. In Italia sono 1065(+7,4% rispetto scorso anno) soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in 20 regioni, in 383 comuni.

Libera con la ricerca “Raccontiamo il bene” – Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie vuole raccontare, dopo ventotto anni, il Belpaese, dove in silenzio, opera  una comunità alternativa a quelle mafiosa, che lavora e si impegna a  realizzare un nuovo modello di sviluppo territoriale.

Ritornando al Focus Calabria, dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che il 66% delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (99) di cui 2 associazioni sportive, mentre sono 25  le Coop sociali e consorzi di cooperative pari al 16,3%. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 13 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 5 fondazioni e 7 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie, e consorzi di Comuni). Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali. Tuttavia per la Calabria possiamo fornire una stima dei beni mantenuti al patrimonio dello stato per fini istituzionali pari a 342 beni e circa 600 beni gestiti direttamente dagli enti locali. Nella ricerca Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa. Sono 72 i soggetti gestori che svolgono le loro attività in appartamenti, a volte con box auto o con dei piccoli giardini; sono 35 le esperienze di gestione di terreni a uso agricolo mentre sono 40 esperienze hanno in gestione delle ville fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine  Sono 87 i soggetti gestori le cui attività che sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali  per la comunità; 50 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile e della cultura, 16 legate ad attività agricole e ambientali e 7 in attività sportive.

In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato  i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia(+14% rispetto al 2023) mentre sono  in totale 19.871 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate(+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione. In Calabria sono 3.137 i beni immobili (particelle catastali) confiscati e destinati mentre 1880 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sul lato delle aziende,  sono 227 le aziende confiscate e destinate mentre sono 310 quelle ancora in gestione.

«Oggi, dopo 28 anni dall’approvazione della legge 109 – commenta Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera – con 1065 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, possiamo scrivere con convinzione che il primo obiettivo è stato raggiunto: i beni confiscati, da espressione del potere mafioso, si sono trasformati in beni comuni, strumenti al servizio delle nostre comunità. Più di 500 associazioni di diversa tipologia, oltre 30 scuole di ogni ordine e grado che usano gli spazi confiscati come strumento didattico e che incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva. Un’economia che tutti noi possiamo toccare con mano e che cambia radicalmente le nostre vite.

Poter firmare un contratto di lavoro vero, poter usufruire di servizi di welfare laddove lo Stato sembra non arrivare, poter costruire il proprio futuro nel mondo del lavoro: tutto parla di un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e che con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi.

Dall’altro lato – conclude Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera- raccogliamo segnali preoccupanti del mondo della politica: un attacco costante alle misure di prevenzione, tentativi di privatizzare i beni confiscati e piegarli alla logica dell’economia capitalista, una  gestione delle risorse dedicate ad oggi piuttosto confusionaria. 

Non possiamo accettare che ci siano passi indietro su questo. Le misure di prevenzione si sono dimostrate uno dei più importanti strumenti nella lotta alle mafie e alla corruzione, perché da subito hanno agito sul controllo economico e sociale con il quale i clan soffocano i territori». (rrm)