Giustizia minorile: torni la cultura della rieducazione dei giovani detenuti

di MICHELE CONIA – Torni la cultura educativa è l’appello – che sottoscrivo continuamente – lanciato da Antigone Defence Children International Italia e Libera”, sottoscritto da decine di associazioni e personalità,  auspicando che sia rivisto l’approccio punitivo della giustizia minorile e siano promossi maggiori  percorsi educativi e riabilitativi. Ho firmato anche la petizione “Inumane e degradanti” lanciata da Antigone e rivolta a Governo e Parlamento per denunciare le condizioni di sovraffollamento e altre situazioni di fragilità nelle carceri italiane. Coerentemente con i principi e le norme della “Convenzione Onu sui diritti dell›Infanzia e dell›adolescenza” e le “Linee guida del Consiglio d›Europa per una giustizia a misura di minorenne”, mi unisco all’appello dell’abolizione del Decreto Caivano e alle altre richieste: dall’assunzione di educatori, mediatori culturali e assistenti sociali, alla  formazione adeguata della polizia penitenziaria basata sui principi e le norme relative ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; dalla chiusura immediata della sezione IPM (istituti Penitenziari per Minorenni) nel carcere per adulti di Bologna alla costituzione di sezioni a custodia attenuata, come previsto dal D. Lgs. n. 121/2018 fino al monitoraggio della salute psico fisica e all’adeguata presa in carico per garantire sempre il superiore interesse delle persone minorenni.

L›approccio punitivo  a cui si fa sempre più ricorso è sbagliato in generale, ma lo è ancora di più quando parliamo di minori detenuti: serve, invece, più scuola, più lavoro, più supporto. Il Decreto Caivano (D.L. 123/2023)  approvato nel settembre 2023 ha trasformato la giustizia minorile in senso repressivo, si fa sempre più ricorso alla custodia cautelare, ha ridotto le misure alternative e i numeri parlano chiaro. Incrociando i dati di un recente report dei Radicali e di Nessuno Tocchi Caino si apprende che 9 IPM (Istituti Penali per Minorenni) su 17 sono in sovraffollamento, circa l’80% dei giovani è in custodia cautelare, quindi in attesa di giudizio, e la maggior parte dei reati contestati riguarda furti e rapine, non delitti gravi contro la persona; sono spesso trasferiti più volte, da un istituto all’altro, interrompendo relazioni educative e percorsi di formazione.

I numeri sono eloquenti  e inducono ad una riflessione: con l’introduzione del decreto Caivano si è passati da 392 ragazzi reclusi nell’ottobre 2022 a 586 nel giugno 2025, una cifra simile non si raggiungeva da oltre dieci anni; nel mese di gennaio 2024 i giovani detenuti in misura cautelare erano 340 contro i 243 dell’anno precedente. Ma, oltre all’aumento delle pene e la possibilità di disporre la custodia cautelare, in particolare per i fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti, secondo le nuove disposizioni, i direttori degli IPM possono ora decidere di trasferirli nelle carceri per la popolazione adulta, con conseguenze significative sulla recidività in un contesto molto più grande  e duro, che è quello del circuito detentivo per adulti. Questa disposizione, sempre esistita, aveva prima bisogno di diversi passaggi per venire realizzata. Infatti, il sistema della giustizia minorile, prevedeva che chi avesse commesso un reato da minorenne, potesse rimanere in un carcere minorile fino ai 25 anni di età.

Da giurista riconosco che la giustizia penale minorile italiana costituisce da 35 anni un modello virtuoso per l’intera Europa  e per questo ritengo sia dirimente rimettere al centro il bene supremo dei ragazzi e delle ragazze che commettono un reato in una fase così cruciale del proprio percorso di crescita.  L’analisi del contesto sociale ci pone di fronte a nuove sfide, emergenze come il disagio giovanile, l’aumento delle fragilità psicologiche, l’isolamento sociale, la povertà educativa e i fenomeni legati alla devianza minorile  richiedono un impegno ancora più strutturato, attento e tempestivo. Le disuguaglianze economiche, educative e sociali fotografate dal report “Senza filtri” della  XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia, che si fanno più pesanti in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il loro futuro, ci inducono ad un’attenta riflessione e in prima persona, anche  come amministratore, avverto la necessità di  colmare questi divari e garantire a tutte le adolescenti e a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, fare sport, frequentare luoghi di svago e di cultura. Contro la povertà educativa, l’isolamento e forme di marginalità sociale, per abbattere la dispersione occorrono ascolto, tutela e promozione dei diritti dei più piccoli e dei più giovani nelle nostre comunità. I giovani  e le giovani non sono solo il nostro futuro ma soprattutto  il nostro presente. Alla volontà punitiva invito a  rispondere  con il fondamentale principio dell’interesse superiore del fanciullo, fatto proprio dall’art. 3 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 1989 e quindi con una giustizia che crede nei ragazzi e nelle ragazze, nelle loro possibilità, nel loro futuro. Loro non sono quello che hanno commesso. (mc)

(Avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace)

DISASTRO AMBIENTALE, LA CALABRIA È
PRIMA PER I REATI COMMESSI: SONO 59

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria è al primo posto per i reati per disastro ambientale. È quanto emerso dal bilancio realizzato da Legambiente e Libera in occasione del decimo anniversario della legge sugli ecoreati,  che posiziona la nostra regione settima nella classifica assoluta.

Andando più nello specifico, nella nostra regione si può notare come, tra il 2015 e il 2024, sono stati fatti 1.937 controlli, commessi 368 reati, 772 persone denunciate, 80 sono state arrestate. Sono 252 i sequestri, e il valore sequestrato si aggira sui 154.287.974 di euro.

L’analisi aggregata dei dati relativi ai due “assi” della legge 68 del 2015 (delitti contro l’ambiente nel Codice penale e riforma del sistema sanzionatorio previsto nel Testo unico ambientale) conferma, come numero di controlli effettuati (4.178), reati (1.440) e sequestri (382, per un valore di oltre 209 milioni di euro) il primato della Campania negli illeciti penali contro l’ambiente accertati nel nostro Paese grazie al lavoro delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto.

Non mancano, relativamente all’applicazione della legge 68, le sorprese, rispetto alle tradizionali classifiche sull’illegalità ambientale pubblicate nel “Rapporto Ecomafia”: al secondo posto, con 726 reati, si colloca infatti la Sardegna, che occupa la prima posizione sia per le persone denunciate (1.627) che per i reati (179) relativi alla violazione del Codice di responsabilità degli enti, il D.lgs 231 del 2001, una regione già segnalata comunque in crescita anche nei dati complessivi del rapporto del 2024.

Al terzo posto figura la Puglia (540 reati) che è prima, però come persone arrestate (100) e per reati di inquinamento ambientale (260), seguita dalla Lombardia (498 reati) e dalla Sicilia, a quota 482, che è, però, la prima regione come valore economico dei sequestri effettuati, pari a 432,1 milioni di euro e la seconda come persone denunciate. Il dato relativo al Trentino-Alto Adige, sesto in questa classifica con 374 reati, è frutto, in particolare, di tre tipologie di illeciti penali: l’applicazione della parte Sesta-bis del Testo unico ambientale, con 255 reati (art. 318-bis), pari al 68,2% del totale; il Codice di responsabilità degli enti (art. 25 del D.lgs 231/2001), con 58 reati e l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (40 illeciti).

 Il 40,5% dei reati accertati grazie all’applicazione della legge 68 dal 2015 al 2024 si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria).

«In questi dieci anni grazie alla legge sugli ecoreati – commentano Legambiente e Libera – tante denunce fatte sono diventate processi e sono arrivate le prime sentenze definitive come, ad esempio, quella per la gestione criminale della discarica Resit, in provincia di Caserta. Tutto ciò è stato possibile grazie a quella riforma di civiltà che ha visto finalmente la luce il 19 maggio del 2015 con l’approvazione della legge sugli ecoreati».

«Dell’importanza di questa normativa parleremo a ControEcomafie a Roma il 16 e 17 maggio – spiegano – e la due giorni dei lavori si concluderà con l’approvazione di un “Manifesto” in cui verranno raccolte le proposte che faremo al governo e al Parlamento e gli impegni che ci assumiamo, per rafforzare quella rivoluzione iniziata dieci anni fa e contrastare con più efficacia le ecomafie in tutti i settori dove fanno affari d’oro a discapito dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia».

La riforma della disciplina sanzionatoria del Testo unico ambientale. Il secondo “asse” della legge 68 del 2015 è quello relativo alla nuova disciplina sanzionatoria prevista dalla parte Sesta-bis del Testo unico ambientale (D.Lgs 152/2006), che rappresenta poco più del 50% delle attività di controllo svolte dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto.

Da giugno 2015 a dicembre 2024, a fronte di 11.156 controlli effettuati sulla base dell’art. 318 bis, sono stati contestati 3.361 reati, con 4.245 persone denunciate, 3 ordinanze di custodia cautelare e 553 sequestri, per un valore di 159,7 milioni di euro. Il meccanismo previsto per l’eventuale estinzione dei reati ha visto 794 prescrizioni impartite (art. 318 ter) e 510 adempimenti (318 quater).

«Questa riforma, introdotta con la legge 68 – prosegue la nota delle due Associazioni – oltre a “decongestionare” il sistema giudiziario da procedimenti relativi a illeciti penali di minore gravità, ha consentito di incassare nel Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, dal 2018 al 2023, oltre 33 milioni di euro, da utilizzare interamente per il rafforzamento delle attività di controllo svolte dalle stesse Agenzie regionali e provinciali in materia di protezione ambientale, comprese quelle relative agli anni precedenti al decreto del ministero dell’Ambiente del 2022 sulla loro destinazione».

Nell’applicazione di questa parte specifica della legge 68, infatti, un ruolo decisivo viene svolto proprio dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, i cui risultati vengono pubblicati ogni anno, grazie al lavoro di analisi curato dall’Ispra, nel “Rapporto Ecomafia” di Legambiente. Dal 2018 al 2024 sono state emesse ben 8.092 prescrizioni (relative in particolare ad emissioni in atmosfera, rifiuti, scarichi e autorizzazioni integrate ambientali), delle quali 5.893 sono state ottemperate e ammesse al pagamento, a cui si aggiungono altre 2.690 ammissioni a pagamento per condotta esaurita o adempimento spontaneo. (ams)

 

CATANZARO – Libera presenta il progetto “Da beni confiscati a beni comuni”

Venerdì 7 marzo, alle 15.30, a Catanzaro, nella sala riunioni “Casa del Terzo Settore”, Libera Calabria e il Centro Servizio per il Volontariato (CSV) Calabria Centro presentano il progetto “Da Beni confiscati a Beni Comuni. I beni confiscati alle mafie come opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico”.

L’evento è stato organizzato in occasione del 29esimo anniversario dell’approvazione della Legge 109/96, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.

Il progetto, realizzato da Libera Calabria, in condivisione e collaborazione con il Coordinamento regionale CSV Calabria, intende promuovere un percorso di formazione sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata rivolto agli enti del terzo settore della Calabria.

La finalità di questo percorso è quella di condividere informazioni ed esperienze per creare una giusta consapevolezza: i beni confiscati costituiscono una straordinaria opportunità da cogliere per salvaguardare il bene comune. Dalla restituzione alla collettività di un bene confiscato si riparte, ribaltando la logica della criminalità: dove si annidavano illegalità, violenza, omertà, sopraffazione, nascono comunità, bellezza, riscatto morale. 

Nell’ambito dello stesso incontro verrà, inoltre, presentata la nuova edizione del dossier di Libera “Raccontiamo il bene”, sulle pratiche di riutilizzo sociale e pubblico dei beni confiscati, con un focus particolare relativo ai dati sulla nostra regione. Un racconto collettivo capace di dimostrare, una volta di più, che riutilizzare i beni confiscati per finalità pubbliche e sociali non solo ha un valore etico, culturale, politico e simbolico insostituibile, ma anche un importante valore economico, che si traduce in esperienze di imprenditorialità sociale, in contratti di lavoro, in un grande sistema di welfare, soprattutto in un contesto regionale come il nostro caratterizzato da elevati tassi di disoccupazione in particolar modo tra i giovani. (rcz)

A Soriano Calabro l’iniziativa in memoria di Filippo Ceravolo

Domani pomeriggio, a Soriano Calabro, si terrà una iniziativa organizzata da Libera Vibo Valentia in memoria di Filippo Ceravolo, giovane vittima innocente della ‘ndrangheta a soli diciannove anni.

Alle ore 18 verrà celebrata una Santa Messa in suo suffragio all’interno del Santuario San Domenico di Soriano Calabro, a seguire, su volontà della famiglia Ceravolo, verranno consegnati dei riconoscimenti per l’importante lavoro di contrasto alle mafie e alla corruzione svolto da figure istituzionali e del mondo dell’informazione.

Ad essere insigniti del riconoscimento “In memoria di Filippo Ceravolo, per l’impegno contro mafie e corruzione” saranno il Prefetto di Vibo Valentia, dott. Paolo Giovanni Grieco, il Questore di Vibo Valentia, dott. Rodolfo Ruperti, il Procuratore di Vibo Valentia dott. Camillo Falvo e al Caporedattore della Tgr Calabria, dott. Riccardo Giacoia.

«Un momento – si legge in una nota – per continuare a difendere la memoria di un giovane della nostra terra e per amplificare ancora una volta la richiesta di Verità e Giustizia, per ribadire che la memoria deve essere monito per le nostre coscienze e pungolo per le nostre scelte quotidiane, deve essere carne e sangue che possa produrre cambiamento». 

«Il 25 ottobre  – conclude Libera – ci ritroveremo, ancora una volta, insieme per ribadire che la ‘ndrangheta perde ogni volta che un giovane decide da che parte stare e lo fa con consapevolezza, responsabilità e amore. Per Filippo, per tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta e per ciascuno di noi, affinché si possa vivere in luoghi liberi dalle mafie e da ogni potere abusante e violento». (rvv)

A Vibo al via le Giornate di Contromafiecorruzioni di Libera

Da domani e fino al 20 ottobre, a Vibo Valentia, nella Scuola di Polizia, si terranno le Giornate di Contromafiecorruzione di Libera.

Una tre giorni che vedrà più di 250 partecipanti, cinque panel tematici (il ruolo dell’educazione e dei movimenti; donne e ‘ndrangheta: violenza, organizzazione, ricerca di strade di liberazione; economie criminali, economie libere dalla criminalità; il ruolo della Chiesa nel contrasto alla ‘ndrangheta: da don Italo Calabrò a Papa Francesco; migrazioni, da crisi a opportunità: le porte del Mediterraneo e i “modelli” di sviluppo ) con  oltre 70 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell’Università, amministratori, giornalisti, scrittori.

Tre giorni, dunque, di riflessioni, incontri, testimonianze per una nuova proposta di rinnovamento dei percorsi, dei linguaggi e degli strumenti legislativi nella lotta alle mafie e alla corruzione e denunciare il pericolo di una “normalizzazione” dell’infezione virale mafiosa e corruttiva, infezione da cui il nostro Paese deve decidersi di guarire una volta per tutte. Contromafiecorruzione si svolge in Calabra con un focus specifico sull’ndrangheta capace di affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernità globale rimanendo uguale a se stessa, una organizzazione criminale che nel contempo ha mantenuto forti radici nel territorio d’origine che, secondo alcune importanti inchieste più o meno recenti, rimane «cuore pulsante» o «roccaforte» del suo potere.

Contromafiecorruzione in Calabria per ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta,  di esempi concreti di realtà associative, del mondo cattolico, dei familiari di vittime innocenti delle mafie, di donne e uomini che, anche a costo della loro vita, hanno lottato e lottano per  rendere la Calabria un posto migliore. 

La manifestazione si aprirà con i saluti di Pasquale Ciocca, Direttore Scuola di Polizia Vibo Valentia; Enzo Romeo, Sindaco di Vibo Valentia; Paolo Giovanni Grieco, Prefetto di Vibo Valentia; Rodolfo Ruperti, Questore di Vibo Valentia; Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia; Mons. Attilio Nostro Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea .

Alle 17 la relazione di Don Luigi Ciotti e gli interventi, tra gli altri, di Giuseppe Lombardo,Procuratore aggiunto presso la Procura di Reggio Calabria; Salvatore Dolce, Direzione Nazionale Antimafia; Lorena Di Galante,Vicedirettore Operativo della Direzione Investigativa Antimafia. 

Sabato 19 ottobre  si apre con la testimonianza di una donna inserita nel Progetto Liberi di Scegliere che ha deciso di allontanarsi dalle logiche criminale e  uscire dal contesto mafioso. Una ribellione di cuore e di coscienze che  nonostante i codici culturali consolidati ha detto basta!. Previsti, tra gli altri, interventi di  Marisa Manzini sost. Proc generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro; Roberto Di Palma procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria;  Annamaria Frustaci, DDA Catanzaro; Vincenzo Capomolla,Procuratore della Repubblica F.F. Catanzaro;Stefano Musolino, Procuratore aggiunto presso la procura di Reggio Calabria; Monsignor Franco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Jonio e Vicepresidente della Cei. (rvv)

VIBO – Si presenta l’inchiesta “Gli scomparsi di mafia”

Domani mattina, alle 10, all’Istituto Superiore I.T.G. e I.T.I. e I.T.E. Libera Vibo Valentia presenta l’inchiesta Gli scomparsi di mafia, de LaviaLibera a firma del giornalista e dottorando di ricerca in Studi sulla criminalità organizzata (Unimi), Francesco Donnici.

L’evento è stato organizzato in occasione dell’anniversario della tragica scomparsa di Francesco Vangeli, per cui sarà celebrata, alle 18.30, nella Chiesa Maria S.S. del Potere a Scaliti di Filandari (VV), una Santa Messa.

Le studentesse e gli studenti si confronteranno con il giornalista a partire dal fenomeno comunemente chiamato “lupara bianca”, modus operandi tipico della ‘ndrangheta che condanna le vittime anche dopo la morte. 

Francesco Vangeli, giovane di ventisei anni, pieno di vita, di progetti e di sogni da realizzare è stato ucciso da mani criminali e violente che affondano radici in mentalità e comportamenti di chiaro stampo ‘ndranghetista. Del suo corpo, come di quello di almeno 50 vittime a partire dal 2009, non vi è traccia.  

E dunque, l’iniziativa, costruita in sinergia con la scuola, vuole essere un modo per continuare ad amplificare il grido di dolore di mamma Elsa che, da sei anni, incessantemente e con forza, continua chiede il corpo del proprio figlio. Una novella Priamo che si appella alla coscienza degli aguzzi e degli eventuali loro complici affinché i resti mortali di Francesco possano trovare almeno una degna sepoltura.

Ad amplificare il suo grido di dolore le testimonianze di Matteo e Vincenzo rispettivamente fratelli di Giuseppe Russo Luzza e di Maria Chindamo. Due storie accumunate dallo stesso destino se non fosse che per i familiari di Giuseppe Russo-Luzza l’agonia dell’assenza di un corpo su cui piangere è venuta meno grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. (rvv)

A Vibo il 18 ottobre l’evento nazionale Contromafiecorruzione

Dal 18 al 20 ottobre a Vibo Valentia si terrà l’evento nazionale Contromafiecorruzione, organizzato da Libera. L’evento, che dal 2006 viene organizzato a Roma, quest’anno si terrà in Calabria «per ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta», hanno spiegato gli organizzatori, parlando di una tre giorni che sarà «un momento di confronto tra attori istituzionali e associativi che parli all’intero Paese per raccontare le cose positive che vengono realizzate, analizzando i tanti problemi che persistono e, più in generale, per rimettere al centro dell’azione politica e sociale il tema del contrasto alle mafie e alla corruzione».

«La volontà di creare un dialogo su analisi e, soprattutto – ha aggiunto Libera – immaginare nuove prospettive che riguardino i grandi temi dell’oggi: dalle disuguaglianze alla giustizia sociale, dai poteri criminali al potere di autodeterminazione e libertà, dal tentativo di limitare i diritti all’affermazione e difesa dei principi costituzionali. Una riflessione che possa partire dalla storia di una terra che seppur conosce il male e le sue ramificazioni, qui, allo stesso tempo, ha generato e genera cura perché come scrisse il poeta tedesco Friedrich Holderlin “dove c’è pericolo, cresce anche ciò che salva”». 

«Una tre giorni – si legge nella nota – che deve essere una grande occasione per l’intero territorio il quale, accogliendo partecipanti da ogni parte d’Italia, è chiamato a mostrare la volontà di una comunità consapevole che non vuole annichilirsi nella rassegnazione e nell’immobilismo, dinamiche che hanno contrassegnato una parte del nostro recente passato rischiando di offuscare il presente. Una comunità con sguardo rivolto verso il futuro, volenterosa di percorre nuovi sentieri di impegno e resistenza cosciente».   

«Questo evento deve diventare, così, un appello, il suono di un campanello d’allarme che parte proprio da Vibo Valentia – hanno detto gli organizzatori –. Scelta, quella di Libera, che vuole valorizzare un percorso di impegno e partecipazione in un territorio che negli anni è passato dall’avere il più alto numero di omicidi, con il prevalere, per troppo tempo, del senso di impunità, ad essere quello delle grandi operazioni e del controllo continuo degli spazi democratici, attenzione che ha comportato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di diversi enti statali, da ultimo, quello dell’Asp di Vibo Valentia. Un’azione costante e continua della magistratura e delle forze dell’ordine che ha contribuito a dare maggiore fiducia e consapevolezza all’intera collettività che, in diverse occasioni, ha voluto mostrare il volto pulito di una terra che resiste e che vuole invertire la rotta».

«Quella di Vibo Valentia – conclude la nota – è un’occasione da non perdere per evitare di correre il rischio di tornare indietro e per dimostrare la detereminazione di continuare a percorrere strade di libertà e giustizia, alimentando una narrazione diversa che permetta ai nostri giovani di immaginare un futuro nella nostra terra: “restare o ritornare per cambiare». (rvv)

A Corigliano Rossano si presenta il Rapporto “Diario di Bordo” di Libera

Domani, a Corigliano Rossano, alle 18.30, nella sede dell?Associazione Mondiversi, sarà presentato il Rapporto di LiberaDiario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”, curato da Marco Antonelli, Francesca Rispoli e Giuseppe Ruggiero.

 L’iniziativa, dopo i saluti istituzionali di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, e Francesco Esposito, Comandante del Porto di Corigliano Calabro, prevede l’introduzione di Giuseppe Borrello, Referente regionale di Libera Calabria, e il dialogo tra Luigi Leotta, Presidente federazione nazionale “Stella Maris, e Marco Antonelli, coautore del rapporto.

Nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), riguardante il primo semestre del 2023, si conferma per la ‘ndrangheta il ruolo baricentrico del porto di Gioia Tauro come punto privilegiato d’ingresso per il traffico internazionale degli stupefacenti. “Uno scalo chiave per i corridoi intercontinentali” come evidenziato nell’ambito del G7 del Commercio che si sta tenendo, in queste ore, nella nostra regione.

Da tempo, infatti, fonti istituzionali, inchieste, documenti segnalano la presenza negli scali italiani ed europei di gruppi criminali che svolgono attività sia nell’economia legale, sia nei mercati illeciti, in particolare nel traffico di stupefacenti.

Il lavoro realizzato da Libera, che rappresenta la prima ricerca sul tema a livello nazionale, ha come obiettivo quello di realizzare una fotografia delle modalità e degli andamenti con cui i fenomeni criminali si manifestano in ambito portuale con una particolare attenzione al caso italiano e al ruolo delle organizzazione mafiose.

Da quanto emerge dal rapporto, l’interesse della criminalità organizzata non riguarda solo l’importante hub di Gioia Tauro ma anche alcuni porti minori calabresi, come quello di Corigliano Calabro. (rcs)

PALMI (RC) – Si consegnano i premi del Consorzo Letterario Rossella Casini

Domani mattina, a Palmi, alle 9.30, al Salone Pio X della Chiesa San Nicola, si terrà la cerimonia di premiazione del Premio Letterario “Rossella Casini”, giunto alla quarta edizione.

Il Premio letterario, istituito dal Presidio Libera Palmi, a febbraio 2021, a 40 anni dalla scomparsa dalla giovane studentessa uccisa, fatta a pezzi e fatta sparire nel mare di Palmi è motivato dalla volontà di fare memoria di Rossella Casini ogni anno ricordando anche le altre vittime innocenti del territorio

La quarta edizione (Febbraio – Maggio 2024) è stata dedicata al ricordo e alla memoria del dott. Luigi Ioculano – barbaramente ucciso il 25 settembre 1998 a Gioia Tauro, a pochi passi dal suo studio medico.

Gli studenti che hanno aderito al concorso, dopo aver «immaginato di ascoltare la voce del dottore Luigi Ioculano che ancora oggi giunge alla nostra coscienza attraverso i suoi scritti sul giornale Agorà», hanno redatto diversi elaborati. Le scuole chiamate a ritirare i premi sono l’Istituto Comprensivo 1 F. Pentimalli di Gioia Tauro e i due Istituti Comprensivi di Palmi De Zerbi- Milone e San Francesco.

Durante la cerimonia, prima della consegna dei premi, il ricordo del dottore Luigi Ioculano sarà tracciato dal giornalista e scrittore Arcangelo Badolati.

Per valorizzare il messaggio di speranza che emerge da ogni singolo elaborato e valorizzare l’impegno degli studenti, il presidio raccoglierà gli elaborati (54) in un book che verrà consegnato ai familiari del dott. Ioculano. (rrc)

Elezioni a Vibo, Libera e Insieme per il Bene Comune propongono “Il Patto per la Città di Vibo”

Un Patto per la Città di Vibo Valentia, per indurre elettrici/elettori e candidate/candidati ad assumere obiettivi ed impegni reciproci di carattere programmatico, etico, democratico e concreto per il bene della comunità, legandoli  in un rapporto continuo di verifica e progettazione, fondamento di un’autentica democrazia ascendente. È la proposta avanzata dall’Associazione Insieme per il Bene Comune e il Coordinamento Provinciale di Libera Vibo Valentia in occasione delle elezioni a Vibo.

Parte integrante del patto saranno anche l‘Appello ai candidati e alle candidate” e il “Codice Etico per la buona politica” elaborati da “Avviso pubblico”, l’associazione che riunisce Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione. 

Temi che saranno affrontati nel corso di un confronto tra i candidati a sindaco, in programma giovedì 23 maggio, alle 17.45, alla Biblioteca Comunale.

All’esito della discussione i candidati e la candidata alla carica di Sindaco, come anche quelli alla carica di Consigliere Comunale, le e i rappresentanti delle Associazioni, le singole cittadine e cittadini presenti potranno sottoscrivere il “Patto per la città”, il quale, nel caso di adesione da parte dei candidati e della candidata a Sindaco, diventerà parte integrante dei rispettivi programmi elettorali

La scelta della data non è casuale, ma in occasione del trentaduesimo anniversario della “Strage di Capaci”, la sottoscrizione del “Patto per la Città” vuole rappresentare una concreta assunzione di responsabilità di fronte alle storie di tutte le Vittime Innocenti delle mafie che hanno sacrificato la loro vita per la libertà di tutte e tutti noi.

In un momento storico caratterizzato da poca fiducia e credibilità nella politica e nelle istituzioni che si concretizza in un continuo aumento dell’astensionismo, c’è la necessità di un nuovo modo di intendere la gestione della cosa pubblica attraverso un patto e un’alleanza tra amministratrici/amministratori e cittadine/cittadini con impegni concreti e reciproci, di responsabilità e corresponsabilità per il bene della comunità. Infatti, il “Patto per la Città” si rivolge, anche, alle elettrici ed elettori chiamati ad una partecipazione attiva alla vita democratica attraverso la costituzione di una “Comunità monitorante”. (rvv)