Museo Civico di Taverna: Virgilio Piccari nominato presidente

Importante traguardo per il Museo Civico di Taverna, che ha ottenuto l’accreditamento al Sistema museale nazionale, rete tra i luoghi di cultura più importanti d’Italia.

L’importante riconoscimento è stato raggiunto attraverso un periodo di alta formazione patrocinato dalla Regione Calabria ed espletato in seno alla Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali della competente Direzione Generale Mibact.

Inoltre, il Consiglio comunale, presieduto dal sindaco Sebastiano Tarantino, ha provveduto al rinnovo degli organi istituzionali del Museo Civico. A guidare il Cda del museo sarà Virgilio Piccari, già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, ciò al fine di creare una proficua sinergia tra le due istituzioni calabresi e implementare maggiormente i progetti aventi come obiettivo la cultura mediterranea e l’arte contemporanea.

Saranno consiglieri dell’organo amministrativo Giuseppe Pascuzzi (Consigliere di maggioranza); Eugenio Canino (Consigliere di minoranza); Antonella Amelio; Sebastiano Angotti; Salvatore Conte; Walter D’Aquino; Maria Frustaci; Elisabetta Lombardo; Maria Madia e Carmine Sanzi.

«Con l’intento – si legge in una nota – di consolidare la valenza istituzionale del museo e la sua apertura extraterritoriale, sono stati altresì nominati quali membri del Comitato Scientifico: Giovanna Capitelli dell’Università Roma Tre; Giuseppe Porzio dell’Università degli Studi L’Orientale di Napoli e Keith Sciberras dell’Università di Malta. Anche in questo caso, oltre ai predetti rappresentanti dei prestigiosi atenei, collaboreranno fattivamente alla programmazione scientifica dell’organo presieduto dal direttore Giuseppe Valentino, il dott. Bruno Bevacqua e il Sac. Don Salvatore Scalise. L’attività generale dell’Istituto sarà coadiuvata da Clementina Amelio, assessore alla Cultura del Comune di Taverna». (rcz)

TAVERNA (CZ) – La mostra “Recuperando il filo della storia”

Si può visitare, fino al 30 novembre, nella sala espositiva del Museo Civico di Taverna, la mostra Recuperando il filo della storia – Tracce documentali e manufatti del patrimonio museale dal secolo XVII ai giorni nostri a cura della Direzione del Museo.

Esposti, dunque, una serie di pregevoli manufatti di arte tessile, databili dal secolo XVII al secolo XIX, passati al patrimonio demaniale a seguito delle leggi governative del 1867, tra questi: una serie di paramenti sacri di varia manifattura e provenienza; un raffinato paliotto, facente parte verosimilmente dell’originario altare della Madonna della Provvidenza, progettato e realizzato da Gregorio Preti negli anni trenta del Seicento; un piccolo arazzo raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù, spedito a Don Giuseppe Antonio Preti, Parroco in Taverna.

In mostra anche il manoscritto della Cronica di Taverna nelle cui pagine è riportata la fiorente attività delle due Prefetture della Seta e dei Panni per le cui fabbriche furono intrapresi, fin dal secolo XII, proficui rapporti commerciali con la Repubblica di Venezia.

Come segno di continuità tra la poco conosciuta tradizione tessile della patria di Mattia Preti e la sua contemporaneità culturale, una speciale sezione della mostra è dedicata alle opere d’arte di Achille Pace, Marta Pederzoli, Calogero Barba e Rosa Spina, le cui materie tessili, pittoriche e scultoree, propongono inusitate comparazioni creative.

 

TAVERNA (CZ) – Al Museo di Taverna le mostre diventano virtuali

Il Museo di Taverna ha aderito al progetto nazionale del Mibact, La cultura non si ferma, e le sue mostre diventano virtuali.

Con questa iniziativa, infatti, il Museo ha ideato una programmazione divulgativa di una serie di mostre virtuali, attingendo prevalentemente agli archivi e/o in collaborazione con gli artisti in essi documentati. La prima mostra, costituita dalla selezione di dieci immagini, è dedicata alle opere di Mattia Preti, esposte nel museo; l’iniziativa è patrocinata dal Comune di Taverna.

Di Preti, si possono ammirare Jaele che uccide Sisara (Gregorio Preti e Mattia Preti, olio su tela, cm.87×111, 1650 ca.); San Pietro e san Paolo (olio su tela, cm.74×54, 1651); San Sebastiano (olio su tela, cm.77×41, 1653-1660); Apoteosi di san Pietro Celestino (matita nera su carta, mm.247×190, 1653-1660);  Santo in estasi e San Luca evangelista (sanguigna su carta, verso e recto, mm.285×183,1653-1660); Madonna con il Bambino (Madonna degli Angeli) con san Michele arcangelo e san Francesco d’Assisi (olio su tela, cm.269×192, anni Ottanta del Seicento); San Girolamo (Olio su tela, cm.165×122, anni Novanta del Seicento).

A corredo delle sette raffigurazioni prima elencate, si aggiungono le due stampe tratte rispettivamente dal noto Autoritratto della Galleria degli Uffizi (Gian Domenico Campiglia e Carlo Gregori, acquaforte e bulino, mm.277×184, 1750-1762) e dal dipinto raffigurante la Liberazione di san Pietro (Giovan Battista Internari e Pietro Campana, acquaforte e bulino, mm.395×429, 1753).

La seconda mostra, invece, realizzata con la formula 10X è dedicata a Ercole Drei (Faenza 1886 – Roma 1973) scultore considerato tra i più importanti maestri del Novecento Italiano.