Il consigliere Lo Schiavo: Creare un Polo d’eccellenza per i tumori

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, ha rilanciato la proposta del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone, di istituire un Polo d’eccellenza per i tumori, «che possa attrarre professionisti medici anche attraverso incentivi economici e di carriera, in modo da richiamare le nostre migliori professionalità».

Per Lo Schiavo, infatti, «la preoccupazione espressa nei giorni scorsi dal presidente Bellantone, rispetto all’incidenza dei tumori alla mammella e al colon retto nella nostra regione, va tenuta in estrema considerazione e niente affatto sottovalutata. Il presidente dell’Iss pone l’accento su quelle patologie tumorali per le quali la prevenzione è fondamentale».

«E rileva come, dai dati elaborati dal gruppo di lavoro che monitora l’andamento della mortalità legata ai tumori nelle regioni italiane – ha evidenziato – in Calabria si ha un innalzamento di oltre il 20 per cento per il cancro alla mammella (a fronte di una riduzione a livello nazionale di circa il 20 per cento della mortalità), mentre per il retto, a fronte di una riduzione nazionale di circa il 20 per cento della mortalità, in Calabria ci fermiamo appena al 5 per cento».

«Ho recentemente sollevato, anche attraverso un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta e commissario alla sanità Roberto Occhiuto, la necessità di potenziare le Breast unit – ha ricordato –; di dare piena attuazione agli screening oncologici collo-utero, mammella e colon retto; di accelerare l’attuazione dei Molecolar Tumor Board e dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) nonché l’istituzione di un numero verde usufruibile da pazienti, medici di medicina generale e strutture sanitarie. In particolare, come rileva Bellantone, è necessario insistere sulla prevenzione e sugli screening che in Calabria ancora sono molto residuali se si pensa che solo una donna su dieci partecipa agli screening regionali».

«Il tumore alla mammella – ha aggiunto – oggi ha una sopravvivenza che raggiunge anche il 90 per cento nei casi presi in tempo, ricorda Bellantone. Dunque emerge come la prevenzione sia un elemento decisivo e inderogabile per aumentare le possibilità di sopravvivenza».

«La situazione sanitaria calabrese, nella sua estrema gravità – ha concluso – richiede sforzi e iniziative fuori dall’ordinario. Invito il presidente Occhiuto a riflettere seriamente su questa sollecitazione che proviene dalla massima espressione delle istituzioni sanitarie del nostro Paese che, peraltro, è un nostro conterraneo e dunque conosce estremamente bene il contesto e le sue ormai inderogabili necessità». (rrc)

Il calabrese Rocco Bellantone nuovo Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità

di PINO NANOAncora un figlio di Calabria ai vertici delle massime istituzioni del Paese. Sarà Rocco Bellantone, professore ordinario di Chirurgia Generale e per lunghi anni Preside della Facoltà di Medicina all’Università Cattolica, già membro del Consiglio Superiore di Sanità, a subentrare a Silvio Brusaferro alla guida dell’Istituto superiore di sanità. Un incarico di grande prestigio nazionale ma anche di grande responsabilità professionale. 

Ma chi è in realtà Rocco Bellantone?

Lo slogan che lui più ama quando gli chiedi di raccontarti la sua vita è questo: “Per essere bravi medici, bisogna prima essere brave persone”. Poi viene il resto. 

E quest’uomo ha fatto della semplicità il karma della sua vita. 

La sua è una storia molto speciale, di un ragazzo come tanti, nato 70 anni fa in Calabria a Villa San Giovanni, e diventato poi un grande ricercatore, un grande clinico, un grande chirurgo, un maestro vero e proprio della medicina moderna. Un uomo, insomma, di cui la storia della sanità pubblica in Italia rimarrà profondamente segnata per gli anni che verranno. Uno scienziato, che il mondo internazionale della ricerca considera oggi punto di riferimento assoluto della storia della medicina.

Ieri il professore ha lasciato per sempre quella che è stata la sua vera casa nel corso di questi ultimi 40 anni, il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, per una nuova avventura professionale che lo vedrà già dai prossimi mesi alla guida dell’Istituto Nazionale di Sanità. 

Nessuno meglio di lui. Nessuno più di lui. Nessuno al di sopra di lui. Questa è la verità.

Professore, come racconterebbe la sua storia?

«Mi chiamo Rocco Bellantone, sono un medico, un chirurgo endocrino. Ho sempre indirizzato la mia carriera professionale, e la mia vita personale, alla cura delle patologie endocrino metaboliche, con particolare rilievo alla: tiroide; paratiroidi; surrene. Negli ultimi dieci anni la mia attività chirurgica, didattica e di ricerca si è focalizzata, in particolare, nel campo della Chirurgia Endocrina».

Il vecchio professore ha un record che non è per niente comune e che i trattati di medicina racconteranno anche dopo la sua morte. Riguarda il numero dei suoi interventi chirurgici.  20.000 interventi di media e alta chirurgia, alcuni dei quali eseguiti per la prima volta al mondo.

«Ho avuto la responsabilità diretta di 40.000 degenti di reparto presso il Policlinico Gemelli, e sono stato tra i primi in Italia a dare ampio spazio alle moderne tecniche di Endocrinochirurgia mini-invasiva. Sono l’ideatore della Mivat, una nuova tecnica di chirurgia endocrina minivasiva – con approccio video-assistito – che mi ha consentito, oltre che di onorarmi del vasto riconoscimento internazionale, di essere invitato nelle più prestigiose università del mondo a tenere lezioni e dimostrazioni pratiche di tecnica operatoria».

Parliamo di Campus universitari come quelli della Brown University School of Medicine (Rhode Island Hospital); il Mount Sinai Hospital (New York);The Argentine Academy of Surgery, Buenos Aires;l’Harvard Medical School  (Boston, MA);l’International School of Endocrine & ENT Surgery di San Pietroburgo (Russia);l’Instituto del Càncer Solca Cuenca (Ecuador).Il massimo possibile.

«Tutto questo con il fine ultimo di ogni medico: migliorare la qualità di vita dei propri pazienti».

Professore ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma dal 2003, è stato editor e autore di oltre 300 capitoli di trattati di Chirurgia Generale, autore di circa 600 lavori scientifici su argomenti di interesse sperimentale e clinico, e ha un H-Index di 50 (Scopus 2023). Gli esperti di queste cose sanno di cosa si parla. Di più, ha un Impact Factor complessivo di 405.901, calcolato esclusivamente sui lavori in extenso, su riviste recensite dal Journal Citation Report (edizione 2015), segno di una qualità professionale elevatissima e degna da Premio Nobel.

Di lui ho un ricordo personale molto forte.

Il 24 gennaio del 2022 si celebrava al Gemelli l’Inaugurazione dell’Anno Accademico della Università Cattolica di Roma e in quella occasione il prof. Rocco Bellantone teneva la sua ultima lectio magistralis come Preside della Facoltà di Medicina. 

Quella mattina io ero in aula con tutti loro, e ho di quel giorno un ricordo indelebile, soprattutto conservo di quella mattina l’immagine fiera anche se affaticata e a tratti stressata di un uomo in camicie bianco che salutava per sempre i suoi allievi e i suoi professori, i suoi assistenti e i suoi infermieri, ma con un senso d’orgoglio e di appartenenza così forti e così palesi da far tremare l’aula. 

Commovente, austero, passionale e a tratti intimo il racconto che il vecchio medico calabrese ci fece della sua vita e del suo lungo percorso al Policlinico Gemelli di Roma.

Esordì in questo modo quella mattina.

«Godiamoci questo Gemelli che Newsweek indica come il migliore ospedale italiano e tra i 40 migliori del mondo, che ha brillantemente conseguito la certificazione della Joint Commission. Godiamoci un’eccellenza che ci viene testimoniata ogni giorno da richieste di prestazioni che ci stanno letteralmente travolgendo. È un Gemelli dove non esiste malattia, sia pure la più rara, che non trovi i migliori specialisti a curarla.  È un Gemelli perfettamente integrato nel sistema Lazio in un rapporto di reciproca stima con apparati regionali tecnici e politici di grande spessore e trasparenza. È un Gemelli che, anche nel dramma del Covid, ha saputo dimostrare la forza e la passione dei suoi operatori sanitari creando, nel giro di poche settimane, un ospedale nell’ospedale, dove operatori sanitari e tecnici stremati hanno compiuto veri e propri atti di eroismo dando eccellenza e carità. Ciò senza dimenticare l’abnegazione e lo spirito di sacrificio di quanti nei laboratori hanno retto un carico inimmaginabile fornendo numeri incredibili e qualità eccelsa. A tutti loro, a quanti hanno sofferto o ci hanno lasciati il grande abbraccio della nostra comunità ed il grazie per aver segnato un’altra luminosa tappa della vita del Gemelli».

In sala il silenzio più assoluto. In cattedra c’è ancora lui, il grande medico calabrese, che trova la forza di riconoscere quanto bella ed entusiasmante sia stata la sua vita e la sua carriera alla guida dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

«L’abbraccio che dò a tutti voi – ripete con le lacrime agli occhi – è grato ancora una volta per questa meravigliosa esperienza che mi avete concesso. Sono sicuro che continuerete a coltivare quel grande, immenso amore per l’istituzione che ha alimentato la nostra passione, sono sicuro che manterrete quell’unione ferrea e solidale che è stata la nostra inattaccabile corazza».

Ma non soddisfatto di questa sua dichiarazione d’amore al grande popolo del Gemelli il Rocco Bellantone riscopre la sua passione per le letture sacre e cita San Paolo. 

«San Paolo diceva: “E l’occhio non può dire alla mano: «Io non ho bisogno di te»; né parimenti il capo può dire ai piedi: «Io non ho bisogno di voi». E se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme”.  È questo il messaggio e la raccomandazione più forte che lascio al prossimo Preside, di cercare sempre ed a tutti i costi un noi quanto più ampio e convinto possibile. Sono sicuro che con queste premesse sarete accanto a chi vi rappresenterà continuando nella via del merito, dell’eccellenza, della passione che assieme abbiamo tracciato unico modo per mantenere grande questa istituzione e per difenderla dai mille pericoli che continuano ad incombere».

Poi si avvia verso il saluto finale, citando questa volta Papa Francesco con cui in questi anni ha legato un rapporto quasi familiare, e dedicando il suo saluto finale al suo “popolo”.

«Sono grato al Signore e dobbiamo esserlo tutti per averci fatto vivere questa splendida esperienza, questo lavoro sublime. Grazie a voi per questa bandiera che mi avete fatto portare e che avete riempito di amore, passione, competenza. Grazie per la forza ed il coraggio che mi avete dato nei momenti terribili e per il meraviglioso entusiasmo con cui abbiamo condiviso i traguardi raggiunti. Grazie al Signore per avermi insegnato come nulla si può realizzare senza il Suo amore e per tutte le volte che mi fatto capire la differenza tra un io sterile ed autoreferenziale e quel noi che ho sempre cercato con tenacia ed umiltà.Sono e sarò sempre uno del Gemelli come tutti voi.E ci saremo sempre: guardando con commozione un allievo che cresce in sapienza e carità, esultando con gioia di fronte ai risultati di una brillante ricerca, trasformando una smorfia di dolore in un sereno sorriso, abbracciando una donna o un uomo in una meravigliosa condivisione di speranza, ci saremo sempre noi del Gemelli».

Dio mio professore…, quanta commozione quel giorno, e soprattutto quanta spiritualità calabrese nelle sue parole. 

È stato un onore essere quel giorno uno dei suoi. (pn)

Il Policlinico Gemelli di Roma è il migliore ospedale d’Italia. Dietro c’è l’anima ‘calabrese’ di Rocco Bellantone

di PINO NANOIl World’s Best Hospitals 2022 del magazine americano Newsweek con Statista Inc., appena pubblicato, vede di nuovo il Policlinico Agostino Gemelli di Roma al primo posto tra gli ospedali italiani e 37esimo al mondo guadagnando otto posizioni. Solo sei sono gli ospedali italiani nella top 100 mondiale, sedici nella top 250.

«È un risultato tanto più importante e in grado di rafforzare il senso di appartenenza di tutta la nostra numerosissima squadra – dichiara il professor Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – in una fase storica dove tutti stiamo risentendo dell’impegno prolungato nel contrasto al Covid che, purtroppo, salvo brevi tregue, ci ha visto impegnati 7 giorni su 7 negli ultimi 2 anni». 

La classifica di Newsweek quest’anno ha preso in esame 2.200 ospedali in 27 nazioni; il ranking tiene conto di una serie di Key Performance Indicators (KPI), dei risultati di decine di migliaia di interviste a medici e professionisti sanitari e di questionari di client satisfaction sull’ospedale compilati da pazienti. Obiettivo di questo studio è fornire il miglior confronto tra ospedali, in termini di performance e reputation, basato su dati.

«La grande sfida della pandemia – commenta il professor Rocco Bellantone, Direttore del Governo Clinico di Fondazione Policlinico Gemelli e Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica – ha richiesto enormi capacità di adattamento per affrontare, imparando spesso sul campo, problematiche inedite sul piano organizzativo e assistenziale. Chiudere interi reparti per far posto ai malati Covid, continuando nel frattempo ad assistere al meglio tutti i pazienti non Covid».

«Inoltre – prosegue – abbiamo continuato a fare ricerca di ottimo livello come è nella nostra identità di IRCCS, arrivando tra l’altro ad essere tra i primi tre in Italia, nell’arco di soli tre anni dal riconoscimento di IRCCS. Sono queste solo alcune delle componenti di uno straordinario sforzo collettivo, protratto per tanti mesi, che ha impegnato giorno dopo giorno ogni singola figura dell’ospedale».

«Al primato riportato da Newsweek – conclude Bellantone – hanno insomma dato tutti il loro contributo. Ed è dunque ad ogni singolo protagonista di questa impresa che va il nostro plauso e il nostro ringraziamento e ci sprona a fare sempre meglio».

Per il secondo anno consecutivo il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS è dunque il ‘migliore ospedale del Paese’, secondo la classifica stilata annualmente dal magazine statunitense Newsweek. E non solo. Rispetto allo scorso anno, quando figurava al 45° posto nel ranking mondiale, quest’anno il Gemelli guadagna ben otto posizioni, salendo al 37° di questa prestigiosa classifica dei migliori ospedali al mondo.

«Questo riconoscimento – aggiunge il professor Marco Elefanti – per il secondo anno consecutivo conferma la validità delle scelte di fondo assunte e del sistema di governo volto a coniugare l’attività didattica e di ricerca con quella assistenziale di un Policlinico Universitario. L’analisi di Newsweek si basa su requisiti ben documentati che mirano a fondere e bilanciare l’aspetto gestionale con quello clinico, ampiamente apprezzati dal riconoscimento ottenuto lo scorso anno con l’accreditamento della Joint Commission International (JCI)».

«I conoscitori del mondo dell’assistenza – aggiunge – per acuti in ambito ospedaliero attribuiscono a questo schema di accreditamento un vero benchmark mondiale dei sistemi di verifica e attestazione dei sistemi di miglioramento continuo della qualità professionale verso l’eccellenza. In quella occasione il team di valutatori internazionali riconobbe a tutti noi, collaboratori del Policlinico riuniti e collegati, di ‘aver conosciuto un Ospedale straordinario del quale essere orgogliosi come collaboratori che operano al suo interno, come cittadini di Roma e come occasione di orgoglio per l’intero Paese»

Per il Prof. Marco Elefanti, quello appena trascorso è stato un altro anno difficile per il perdurare dell’emergenza pandemica che ha frenato e imposto un ridimensionamento di tanti nostri progetti.

«Questo non ci ha impedito – aggiunge – di guardare avanti e di disegnare un futuro popolato di iniziative e progetti di rilievo internazionale, come il nuovo centro ‘CUORE’ che sorgerà nei prossimi anni, accanto al centro ‘Brain’ per le patologie neurologiche e al ‘Cancer Center’. Resta il rammarico di essere stati esclusi in quanto privati dalle misure del PNRR rivolte al settore della sanità. Cionondimeno la nostra azione non è stata arrendevole ma volta a rilanciare capacità progettuale nonostante talune scelte di indirizzo politico che francamente riteniamo non meritate».

Gli ospedali di tutto il mondo, compresi quelli top elencati nella classifica dei ‘best 250’ di Newsweek, negli ultimi due anni si sono trovati a fronteggiare un enorme carico di lavoro, legato all’emergenza pandemica, che ha comportato anche ingenti spese (come quelle per la gestione di decine di nuovi posti di terapia intensiva, l’acquisto di nuovi ventilatori, di macchine per ECMO, ecc.), che hanno spesso mandato in rosso i loro budget. Ma quello che ha permesso ai ‘best hospital’ di entrare a far parte di questo ranking – commentano gli esperti che hanno stilato la classifica di Newsweek – è stata la loro capacità, nonostante tutto, di erogare un’assistenza sanitaria di livello superiore e di continuare a fare ricerca e innovazione, anche in mezzo a scenari drammatici.

Quelli elencati nella classifica di Newsweek – e tra questi il Gemelli, al 37° posto del ranking mondiale – sono gli ospedali che hanno davvero fatto la differenza in questa crisi globale. Per il preside Rocco Bellantone è una sfida vinta, ma da vecchio romantico e uomo del Sud, il cattedratico calabrese ripete “Siamo ancora all’inizio”. (pn)

ORGOGLIO CALABRESE ALLA “CATTOLICA”
DUE GRANDI PROF A FIANCO DI GENTILONI

di PINO NANOPer la Calabria, e per la storia dei calabresi sarà dunque una giornata davvero memorabile. Lunedì 24 gennaio 2022 infatti il Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni interverrà all’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2021/2022 presso la sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che avrà luogo, con inizio alle ore 10.30, nell’Auditorium dell’Ateneo, e a rendergli gli onori di casa ci saranno per conto della Università Cattolica due dei più grandi medici italiani, che sono di origine calabrese, nati in Calabria, cresciuti in Calabria e poi dopo l’università diventati punto di riferimento della storia della nostra medicina.

Parliamo del Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica, il prof. Rocco Bellantone, reggino dalla testa ai piedi e del professor Stanislao Rizzo, ordinario di Malattie dell’apparato visivo e conosciuto in tutto il mondo per essere  lui il padre spirituale dell’occhio bionico grazie al quale, proprio il mese scorso, ha permesso ad un cieco di percepire di nuovo la magia delle ombre e della luce.

La cerimonia inaugurale sarà preceduta, alle ore 9.00, dalla celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, presso la Chiesa Centrale della Sede. Mentre alle ore 10.30, nell’Auditorium, il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli pronuncerà il discorso inaugurale. Seguiranno quindi le relazione ufficiali del Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone,e la prolusione del professori Stanislao Rizzo, ordinario di Malattie dell’apparato visivo (“Artificial Vision: dream or reality?”). Insieme a loro interverrà anche un altro grande cattedratico italiano, il prof. Franco Locatelli, ordinario di Pediatria (“Terapia genica e genome editing nelle emoglobinopatie: modelli di medicina di precisione”). L’evento sarà trasmesso in diretta streaming al seguente link: https://roma.unicatt.it e sui canali social @unicatt.

Prof. Rocco Bellantone

Rocco Bellantone, nato a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) nel 1953, si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica nell’anno accademico 1976-77 e ha conseguito presso la stessa Università le specializzazioni in urologia e in chirurgia generale. È Direttore del Master Universitario in Chirurgia Bariatrica e Metabolica e Direttore Scientifico del Master Universitario in Endocrinochirurgia e Senologia dell’Università Cattolica.

Quanto all’attività clinica e assistenziale, il Professor Bellantone è Direttore del Governo Clinico nonché Direttore dell’UOC di Chirurgia Endocrina e Metabolica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.Ha condotto come primo operatore oltre 10mila interventi di media e alta chirurgia.

Accanto a quelli accademici e assistenziali, prestigiosi sono i suoi incarichi istituzionali e scientifici: è membro confermato del Consiglio Superiore di Sanità, massimo organo consultivo tecnico-scientifico nazionale del Ministero della Salute per le tematiche inerenti la salute pubblica, e Presidente della I sezione del Consiglio stesso.

Presiede il club delle UEC (Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia italiane), già Segretario generale della Società Italiana di Chirurgia e già Vicepresidente della Association Francophone d’Endocrinochirurgie (AFCE). È stato Vicepresidente della Società Italiana di Chirurgia Oncologica (SICO). È membro fondatore dell’European Society of Endocrine Surgery (ESE). È membro dell’International Association of Endocrine Surgery (IAES) e dell’American Association of Endocrine Surgeons (AAES).

Bellantone è stato fra i primi in Italia a dare ampio spazio alle moderne tecniche di Endocrinochirurgia mini-invasiva. In questo ambito, è stato tra gli ideatori di una nuova tecnica di chirurgia tiroidea video assistita (Mi-vat), che gli ha valso riconoscimento a livello internazionale, come dimostrato dalle numerose lezioni e dimostrazioni di tecnica operatoria su invito tra le quali quelle tenute presso la Brown University School of Medicine (Rhode Island Hospital), il Mount Sinai Hospital (New York), The Argentine Academy of Surgery, Buenos Aires, l’Harvard Medical School  (Boston, MA), l’International School of Endocrine & ENT Surgery di San Pietroburgo (Russia), l’Instituto del Càncer SOLCA Cuenca (Ecuador). Dal 2001 svolge funzione di referee per la rivista internazionale World Journal of Surgery, Langenbeck’s Archives of Surgery, Journal of Endocrinological Investigation. È stato editor e autore di alcuni trattati di Chirurgia generale e di oltre 80 capitoli di trattato.È autore di circa 600 lavori scientifici su argomenti di interesse sperimentale e clinico e ha un H-Index di 41.

Il professor Rocco Bellantone il 4 luglio del 2018 è stato eletto per la terza volta consecutiva Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica per il quadriennio 2019-2022. In quella occasione il Rettore dell’Università Cattolica, professor Franco Anelli, a nome dell’intera comunità universitaria, si è congratulato con lui per la rielezione a Preside di Medicina e chirurgia “che conferma il valore dell’impegno fin qui profuso, e formula gli auguri di buon lavoro per il prossimo quadriennio”.

Prof. Stanislao Rizzo

Stanislao Rizzo, è direttore della UOC Oculistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Professore Ordinario di Clinica Oculistica all’Università Cattolica Campus di Roma. Già in passato, quando lavorava all’Ospedale Careggi di Firenze, era considerato uno dei numeri-uno al mondo per le patologie più gravi dell’occhio.

È stato un vero pioniere negli impianti di retina artificiale, e nel 2011 fu addirittura il primo a impiegare l’Argus, la prima protesi retinica utilizzata in un paziente non vedente. Erano gli anni in cui il famoso oculista vantava a suo modo un record del tutto personale, che era quello di oltre tre mila interventi all’anno su pazienti per niente semplici, tanto è vero che il giorno in cui a Firenze si venne a sapere che il loro “oculista calabrese” aveva vinto il concorso all’Ospedale Gemelli di Roma ci fu una vera e propria sollevazione generale. L’antica città di Dante non voleva perdere il suo tesoro.

Stanislao Rizzo è Medaglia al “Merito della Sanità pubblica”. Gli è stata conferita con il massimo degli onori scientifici nel 2016.  Ma la sua carriera lo porta a insegnare nelle Università di mezzo mondo: Visiting Professor alla NAGOYA CITY University – JAPAN,  Visiting Professor per l’Artificial Vision Project (Argus 2) al The Karlsruhe Ophtalmology Department –GERMANY, Visiting Professor for the Artificial Retina (Argus 2) al The King Khaled Eye Hospital – Rijadh- SAUDI ARABIA,–Visiting Professor alla Tel Aviv University – ISRAEL, Visiting Professor al The Research Institute of Ophthalmology – EGYPT, Collaborator with Bascom Palmer Eye Institute – Miami – USA,e Professore Associato alla ricerca dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, sede di Pisa

Dopo la maturità classica al Liceo Telesio di Cosenza Stanislao parte, dunque, per l’Università e va a Firenze. Qui si laurea con il massimo dei voti e la lode. Da qui poi da qui il grande viaggio per il mondo, che lo porterà a conoscere e a collaborare con le Università e i Centri di Ricerca oculistica più famosi della terra.

Un successo dietro l’altro. Una conquista dopo l’altra. Ma tutto questo lo allontana sempre di più dalla sua terra natale e dai suoi vecchi amici del Telesio. Negli anni frequenta il Vitreoretinal Department of Wills Eye Hospital di Philadelphia (direttore Prof. W. Tasman), il Vitreoretinal Department of the Rotterdam Eye Clinic (direttore Prof. R. Zivojnovic), il Vitreoretinal Department of the Rotterdam Eye Clinic (direttore Prof. R. Zivojnovic), il Vitreoretinal Department of Moorfields Eye Hospital di Londra (direttore Prof. P. Leaver),il Vitreoretinal Department of the A.Z. Middelheim di Anversa (direttore Prof. R. Zivojnovic), il Vitreoretinal Department dell’Augen Klinik di Francoforte (direttore Prof. K. Eckardt), il Reparto di Chirurgia Vitreoretinica dell’Istituto di Microchirurgia Oculare di Barcellona (direttore Prof. B. Corcostegui. Come dire? Il Top della ricerca e della scienza oculistica nel mondo. Storie di successo che fanno onore all’Italia e alla grande tradizione della medicina europea. (pn)