EMILIO E RRIGO, IL “NEMICO” CHE VUOLE
SALVARE CROTONE E LA CALABRIA

di SANTO STRATI – Quando il generale della Guardia di Finanza Emilio Errigo, che stava facendo ottimamente il lavoro di commissario all’Arpacal, mi disse che il Governo della Meloni gli chiedeva di andare a “bonificare” da commissario straordinario i tre Siti di Interesse Nazionale di Crotone, Cerchiara e Cassano allo Ionio, lo guardai con ammirazione e sincero apprezzamento, ma smontai subito il suo genuino entusiasmo di “uomo dello Stato”: «è un importantissimo riconoscimento alla sua capacità, ma, generale, non si aspetti riconoscenza. Anzi, conoscendo bene questa terra, le anticipo che con questo delicato incarico si farà molti nemici. Non sarà una passeggiata e si prepari a masticare amaro. Nulla, comunque, che possa sconvolgerla, generale, abituato com’è a ben altre e più pericolose sfide».

Mai profezia è stata più facile, c’è voluto un anno di fatica e impegno costante per diventare, Errigo, da “salvatore” dell’inquinamento da rifiuti tossici nei cosiddetti Sin a “nemico” da combattere a colpi di carta bollata. La diffida del Governatore Roberto Occhiuto contro la sua ordinanza che ordina di smaltire i rifiuti di Crotone a Crotone, nella discarica autorizzata di Columbra là dove arrivano ogni giorno rifiuti tossici da ogni parte d’Italia, è l’ultimo tassello di quella che si profila come una nuova indigesta “guerra” Stato-Regione. L’ordinanza di Errigo – che prevale sulla Regione e che rientra nei poteri del commissario straordinario del Governo – si basa su un ragionamento logico: visto che nell’area crotonese si smaltiscono (con adeguata sicurezza) i rifiuti tossici mandati da ogni parte del Paese, perché non possiamo far “lavorare” le scorie radioattive e gli altri rifiuti speciali dell’ex area industriale di Crotone?

Perché inviarli, con costi stratosferici, attraverso navi speciali ad altre discariche che trattano questo tipo di scorie? Siccome il nostro è un Paese che va sempre contro la logica e le soluzioni funzionali, com’era da aspettarselo, è successo il finimondo. Sindaco, Amministrazione Provinciale e, ora, il Presidente della Regione, tutti contro Errigo, diventato improvvisamente il “nemico” numero uno di Crotone. Il commissario “sgradito” da cui pretendere le dimissioni immediate a causa dell’ordinanza che vuole solo il bene del territorio. Ordinanza, che, peraltro, è un atto di Governo, non la “scellerata” trovata di un altissimo ufficiale della Finanza (generale a riposo) che ama visceralmente la sua terra e ha ha sempre rivelato un profondissimo senso dello Stato.

Il curriculum del generale Errigo, del resto, parla da solo: ha combattuto la mafia in Sicilia con Falcone, rischiando sempre in prima linea sul Mediterraneo quando era giovane ufficiale della Finanza, e i suoi gradi li ha conquistati tutti sul campo. Ovunque sia stato mandato a difendere e proteggere lo Stato per il quale ha prestato, tantissimi anni fa, giuramento sulla Costituzione e le leggi. Lo stesso Stato che più volte gli ha affidato missioni quasi “impossibili” (inclusa quest’ultima dei Sin calabresi) riconoscendogli capacità, competenza e assoluta fedeltà alla Repubblica. Un uomo tutto d’un pezzo, oggi giustamente amareggiato, che non viene mai a patti con nessuno, al di sopra o al di fuori della Legge.

E tutto quello che ha fatto lo certifica: conosce il mare come pochi in tutte le sue angolazioni, inclusa quella economica (è docente di Diritto del Mare all’Università della Tuscia) ed è abituato a svolgere con assoluta dedizione qualunque incarico gli sia stato affidato. Perché da uomo dello Stato sa deve difenderlo, proteggerlo, salvaguardarlo, per il bene comune e quello dei cittadini. Basti vedere l’ottimo lavoro svolto in qualche anno come commissario dell’Arpacal, l’Agenzia regionale per l’ambiente incarico assegnatogli con convinzione (e successiva e lusinghiera soddisfazione per i risultati raggiunti) dallo stesso Presidente Occhiuto che oggi, invece, lo “combatte”.

Crotone un tempo era la “Stalingrado” del Sud con i suoi stabilimenti industriali altamente inquinanti, autorizzati a produrre perché avevano portato lavoro e occupazione in una terra dimenticata da Dio e dagli uomini. Poi la crisi ha lasciato il deserto industriale con un micidiale deposito di scorie radioattive e tossiche da smaltire, di cui per anni ci si è bellamente dimenticati, ovvero la trascuratezza dei governanti ha avuto la meglio sui rischi per la salute degli abitanti di quel territorio.

I numeri relativi a malattie derivate dall’inquinamento industriale del Crotonese, sono impietosi e danno il senso di come, spesso, lo Stato si dimentichi del Sud o lo metta nelle ultime pagine della sua agenda. La nomina del commissario straordinario ai Sin di Crotone, Cerchiara e Cassano allo Ionio aveva interrotto questa “dimenticanza” e il generale Errigo, lasciata l’Arpacal – risanata e fatta ripartire con nuovi ed efficaci programmi e progetti di attività a salvaguardia dell’Ambiente calabrese – si è dedicato anima e corpo a studiare il problema e individuare le migliori soluzioni. Non dev’esser stato un lavoro facile dare ascolto a tutte le realtà del territorio coinvolte, valutare l’inefficienza di quanto fatto finora e scegliere un percorso ottimale di risanamento.

La verità è che il gen. Errigo è stato lasciato solo, a combattere donchisciottamente contro la burocrazia, la cecità amministrativa, l’insulso atteggiamento dei politici della zona. La sua scelta, possiamo dirlo, è stata coraggiosa e deriva dal suo essere uomo di azione e non di carte: lo ha spiegato chiaramente con un’accorata lettera ai cittadini di Crotone.

La politica, però, vuole il sopravvento, perché ogni soluzione – in Calabria, anzi, in tutto il Paese – deve rispondere a logiche partitiche o correntizie, dove qualunque pretesto è buono per attaccare l’avversario politico, in assenza di quella sana dialettica sempre auspicata e benedetta dal buon senso, ma mai applicata.

Lo Stato, attraverso il generale Errigo, ha individuato la soluzione più consona e più efficace per affrontare il problema delle tonnellate di scorie da smaltire. Se ne facciano una ragione gli amministratori locali, oppure facciano “guerra” allo Stato in nome di un ambientalismo che mostra troppe idealizzazioni e poco realismo.

Abbiamo fin troppi esempi cui riferirsi per capire che in questo caso la dilazione, i continui rinvii, l’indecisionismo, non fanno altro che aggravare una situazione già da troppo tempo insostenibile che rischia di divenire irreversibile.. E i cittadini di Crotone dovrebbero dire grazie al loro “salvatore”: Gen. Errigo non arretri, il tempo le darà ragione! (s)

Bonifica Sin, Tridico (M5S): Revocare l’ordinanza sui rifiuti

«Chiedo la revoca immediata dell’ordinanza in questione. Alla comunità di Crotone bisogna restituire la possibilità di autodeterminarsi e assicurare vera giustizia ambientale». È quanto ha chiesto l’europarlamentare del M5S, Pasquale Tridico, sottolineando come «è inaccettabile che i rifiuti del Sin di Crotone vadano nella discarica locale nonostante la contrarietà delle istituzioni cittadine, delle forze sociali e dei comitati civici».

«Siamo di fronte a una lesione del diritto dei cittadini a partecipare alle scelte sul proprio territorio, tanto grave da aver svegliato perfino il presidente della Regione Calabria, preoccupato di perdere voti», ha aggiunto Tridico, sottolineando come «ci sorprende la decisione dal Commissario straordinario, che invece aveva fatto ragionamenti ben diversi».

«Il provvedimento – ha proseguito Tridico – calpesta la Convenzione di Aarhus e l’articolo 9 della Costituzione italiana, che garantiscono il diritto alla partecipazione e a vivere in un ambiente sano. Continueremo a tutelare la comunità crotonese anche con atti parlamentari, tra cui una mia interrogazione alla Commissione Ue e una nuova, al Governo, della deputata M5S Vittoria Baldino».

«Il commissariamento – ha avvertito l’europarlamentare – non può degenerare in iniziative autoritarie che ignorano il territorio e impongono soluzioni contrarie al principio di precauzione e a ogni logica di trasparenza e condivisione». L’esponente M5S ribadisce «la necessità di avviare una vera bonifica del sito, con il coinvolgimento delle università e della comunità scientifica, nel rispetto del principio secondo cui “chi inquina paga”».

La Calabria – ha concluso Tridico – non può più essere trattata come una discarica». (rrm)

Il commissario Errigo firma l’ordinanza per sbloccare la bonifica del Sin di Crotone

Il  Commissario Straordinario di Governo per il Sito di Interesse Nazionale (Sin) di Crotone, Cassano e Cerchiara, prof. gen. B. (ris) Emilio Errigo, ha firmato l’Ordinanza per avviare immediatamente gli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale.

L’ordinanza è preceduta da una puntuale e rigorosa ricognizione dei presupposti giuridici e degli elementi di fatto e di diritto, richiamando i principi del diritto ambientale internazionale, europeo e nazionale e ordina a Eni Rewind S.p.A. e a tutti gli altri soggetti interessati a diverso titolo, ivi comprese le società Sovreco e Salvaguardia Ambientale, l’assunzione di ogni responsabilità e conseguenti oneri per l’esecuzione di ogni previsto adempimento per la bonifica delle aree contaminate.

Il provvedimento del Commissario è frutto di un lungo lavoro di analisi, studio e confronto tra amministrazioni pubbliche ad ogni livello e l’emissione dell’ordinanza è il risultato di un’attenta attività istituzionale, condotta in un contesto caratterizzato da forti divergenze interpretative tra tutti gli attori coinvolti nella gestione della bonifica. 

Nei mesi trascorsi, il Commissario Emilio Errigo ha operato con determinazione per superare le resistenze e i ritardi che hanno finora impedito di avviare in modo concreto, fattivo ed efficace le previste operazioni di bonifica i cui soggetti attuatori sono Eni Rewind S.p.A. e Edison S.p.A.

L’ordinanza si è resa necessaria per sbloccare una situazione di stallo tecnico-operativo che non ha consentito fino a oggi di dare seguito agli obblighi di bonifica con la dovuta tempestività. 

Il territorio crotonese è stato ed è esposto a un grave rischio ambientale e sanitario in danno della salute pubblica dei cittadini e altri rischi e pericoli ambientali.

In forza di questa ordinanza i soggetti obbligati devono ora procedere senza ulteriori ritardi all’attuazione di tutte le misure necessarie alla bonifica, alla messa in sicurezza e al risanamento ambientale delle aree inquinate.

L’Ordinanza n. 1/2025 è un provvedimento tecnico e giuridico adottato nella piena osservanza della normativa vigente per tutelare l’ambiente e la salute pubblica. 

Dopo un anno e mezzo di studio e confronto, il Commissario Errigo ha ritenuto doveroso intervenire con un atto chiaro, autoritativo vincolante per ordinare ai responsabili dell’inquinamento di farsi carico delle loro singole responsabilità. (rkr)

LE TERRE RARE DI CALABRIA MINIERE DI
OPPORTUNITÀ DI RICERCA SCIENTIFICA

di EMILIO ERRIGO – Sono in tanti coloro che vedono nelle attività di bonifica e recupero ambientale dei sedimenti marini, acque di falda, portuali e suoli contaminati da metalli pregiati, miniere di opportunità di studio e ricerca scientifica applicata.

Che le terre della Calabria siano notoriamente ricche di metalli pregiati, forse anche con possibilità di presenza di terre cosiddette rare, non è una invenzione. Le miniere pluri metallifere delle fiumare calabresi, non disgiunte dagli ex giacimenti sotterranei, di ogni bene che madre natura ha donato alla Calabria, (Antiche Miniere Reali di Mongiana, Stilo, Pazzano, Serre e Bivongi) sono storicamente realtà e verità, che oggi sono ritornate ad essere oggetto di studi e ricerche, anche scientifiche, da parte di coloro che mirano a valorizzare gli elementi metallici presenti in buona quantità nelle terre del Marchesato di Crotone e sedimenti di molte aree terrestri, dei fondi e sottofondi marini di Crotone e dintorni.

Non si dimentichino le miniere argentifere un tempo coltivate e sfruttate da Austriaci e Tedeschi, già a partire dal fine ‘700, per i loro contenuti pregiati, presenti in numerosi siti delle quattro province della Calabria.

Giunge notizia che alcuni Istituti di Ricerca Scientifica e Ambientale, siano da tempo impegnati anche sul territorio minerario della Calabria, per censire e catalogare geologicamente, il consistente patrimonio storico minerario ed ex industriale mettallifero e chimico.

L’attenzione crescente parrebbe interessare soprattutto le aree contaminate dai residui dei processi di produzione industriali, presenti storicamente in grande quantità, che dovranno essere bonificate dai metalli pesanti, tenorm, miscele di amianto, solfuri argentiferi e altri residui interessanti per fini di impiego industriali.

Nei mesi e giorni trascorsi, si sono visti a Crotone, studiosi di diverse università e del mondo accademico, dialogare su come valorizzare quelle minime o molte parti residuali delle sostanze metallurgiche e chimiche che potrebbero essere presenti nei suoli contaminati da bonificare e sedimenti sottomarini da caratterizzare e dragare.

Certo, se la scienza applicata alle realtà complesse di Crotone potesse rivelarsi interessante da parte dell’industria ci sarebbe da prendere sul serio come delle vere e proprie miniere di opportunità scientifiche ed economiche, sia per il territorio di Crotone e della Calabria.

In buona sostanza si potrebbe pensare, volendo essere clementi con i ricercatori e la scienza applicata, che se i residui dei processi di produzioni industriali metallurgici e chimici, di Pertusola, Agricoltura, Sasol e Fosfotec, si sono dimostrati contaminanti pericolosi per la salute dei lavoratori delle industrie e gli abitanti, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, marini e terrestre di Crotone e aree contermini, seguendo i ragionamenti degli studiosi e ricercatori scientifici del mondo universitario, gli stessi contaminanti industriali chimici e metallici, se estrapolati e valorizzati quali materie prime, sono loro stessi una vera opportunità economica e sociale per Crotone e la Calabria intera.

Interessi stranieri per le terre rare e pregiate della Calabria, volesse il buon Dio.
Se sarà così chi vivrà vedrà! (ee)

[Emilio Errigo è commissario straordinario per la Bonifica Sin Crotone-Cassano-Cerchiara]

Uiltec e Uil Calabria: Bonifica di Crotone, da questione di contrapposizione a questione di opportunità

«Non è più procrastinabile l’avvio della bonifica di un territorio che aspetta da tanto, troppo tempo. E’ necessaria, indispensabile e urgente, perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività». È quanto ha dichiarato Daniela Paris, segretaria nazionale della Uiltec Calabria, nel corso del Consiglio Regionale della Uiltec Calabria, svoltosi a Lamezia Terme, e al quale ha partecipato tutto il gruppo dirigenziale calabrese dell’organizzazione sindacale, tra cui il segretario regionale di Uiltec, Vincenzo Celi e la segretaria generale della Uil, Mariaelena Senese.

«È necessaria, indispensabile e urgente – ha sottolineato – perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività. Accogliamo in modo estremamente positivo la proposta del direttore generale del Dipartimento Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Luca Proietti, in occasione della sua recente visita in Calabria, che ha lanciato l’istituzione di un tavolo tecnico in Prefettura, a Crotone, con tutti i soggetti istituzionali, politica, associazioni datoriali e sindacati».

«Il risanamento ambientale, sociale e industriale di Crotone e della Calabria – ha ribadito – passano da una vera, leale e concreta bonifica anche del terreno del confronto politico ed istituzionale verso una strategia sinergica e di cooperazione che favorisca un approccio costruttivo al problema della bonifica di Crotone. L’ambiente, la salute dei cittadini di Crotone, non si curano con i vincoli, con gli atti che dimostrano una determinazione piuttosto che un’altra ma trovando soluzioni».

«Non interessa più a nessun crotonese, a nessun calabrese, chi ha detto no o si – ha concluso – la bonifica del SIN di Crotone deve partire».

Il segretario Celi, nel suo intervento, ha ribadito la volontà di «cambiare la narrazione che sta dentro l’interlocuzione tra le parti che guardano alla bonifica di Crotone, un’area industriale che è tra le grandi del Sud e non può non essere utilizzata e valorizzata».

«Occorre produrre idee e progettualità – ha sottolineato – altrimenti temiamo che la bonifica non si faccia più. Troppi vincoli posti e troppi ricorsi al Tar. Eni deve essere indotta ad investire, come avvenuto in altre parti di Italia, con, ad esempio, progetti di economia circolare, possibilità di rifiuti trasformati in biocarburanti. Vogliamo essere attori principali e non spettatori di questa straordinaria e complicata partita che guarda al destino della Calabria, ma non solo».

«Lo stesso generale Emilio Errigo, commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di Crotone, in una recente dichiarazione stampa – ha aggiunto – ha sostenuto che la bonifica dei siti di interesse nazionale, e quindi anche Crotone, sono una questione nazionale. Per noi, la bonifica di Crotone non è una questione di contrapposizione ma di opportunità».

«Si tratta di una pagina drammatica della nostra regione – ha sottolineato Maria Elena Senese –. Il Sin è stato istituito nel 2002. Siamo davanti ad un caso evidente di politica tardiva che è stata incapace di risanare un ecosistema ambientale, sociale, industriale ed occupazionale».

«Quello a cui stiamo assistendo è uno scontro istituzionale – ha concluso – che continua a discostarsi dal vero problema che caratterizza il Sin, ovvero la permanenza dei rifiuti e delle sostanze inquinanti a Crotone. Conosciamo bene i numeri elevati dei malati oncologici legati a questo territorio, moltissime persone sono morte. C’è una responsabilità da parte di tutti. Noi non abbasseremo la guardia e continueremo a far battaglia.

Errigo chiede l’intervento dell’Arpacal per la tutela del patrimonio ittico e risorse biologiche nel Sin di Crotone

Il Commissario Straordinario per la Bonifica del Sin di Crotone, Emilio Errigo, ha chiesto l’intervento urgente e necessario di “personale specializzato e qualificato dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal)” appartenente al Centro Regionale di Strategia Marina e al Centro Regionale Multirischi per la tutela del patrimonio ittico e delle risorse biologiche marine.

La Struttura Commissariale ha coinvolto questi specialisti che operano sul campo con apparecchiature ad alta tecnologia per cooperare, a fini istituzionali, con la Direzione Provinciale Arpacal di Crotone, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra – Snpa), la Società di Ingegneria Ambientale Sogesid S.p.A., il personale sanitario dell’ASP di Crotone, i militari del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera di Crotone e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Meridionale e Ionio Meridionale.

L’intervento richiesto ha come obiettivo la verifica dello stato di compromissione e conservazione delle risorse ittiche e biologiche marine, all’interno dei circa 1.448 ettari di mare interdetti alla pesca da oltre 12 anni (in base all’Ordinanza n. 70/2012 della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Crotone) e delle acque fluviali perimetrate in area Sin (Sito di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano – Cerchiara di Calabria). (rkr)

Il Commissario Errigo chiede un intervento in alcune delle ex aree del perimetro Sin

È necessario e urgente un intervento, nelle ex aree industriali ricadenti nel perimetro Sin, da parte delle componenti specializzate ambientali dei Comandi e Reparti dell’Arma dei Carabinieri e al personale di Ispra-Snpa, Arpacal, Sogesid S.p.a. e Asp Crotone. È quanto ha chiesto il commissario straordinario Emilio Errigo, specificando come «tale intervento dovrebbe svolgersi presso le aree perimetrate interne ed esterne dell’ex Sasol  S.p.A./Kroton Gres 2000».

L’intervento richiesto, come stabilito dal Dpcm 14 settembre 2023, mira ad una efficace realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel Sito contaminato di Interesse Nazionale (Sin), non potendo escludere che possano essere ancora presenti residui dei processi di produzione industriale contaminanti e inquinanti nei suoli, sottosuoli e nelle acque di falda nell’area; l’area oggetto dell’intervento è adiacente alle aree di proprietà di Eni Rewind S.p.A. ed Edison S.p.A., indicate nel progetto presentato e approvato con Decreto Mase n. 27 del 01 agosto 2024.

È convinzione del Commissario Straordinario «che l’urgenza degli interventi è giustificata dal sempre più crescente timore dei cittadini di Crotone per l’enorme quantità, qualità e pericolosità dei rifiuti presenti da molti decenni, in tutte le aree perimetrate del Sin e, non solo, per quelle situate fronte mare e alla foce del fiume Esaro».

«Questa percentuale di rifiuti, devono e (non possono) essere rimossi in sicurezza – ha spiegato – e conferiti presso idonei impianti di conferimento e trattamento autorizzati, esistenti sul territorio nazionale o, se consentito dalla legge, esportati e trasferiti in territorio estero nel rispetto della legislazione europea e internazionale. La messa in sicurezza dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, ovunque esistenti e presenti è un doveroso atto obbligatorio previsto dalla legge».

«Allo stato attuale, si ritengono sanabili – ha proseguito Errigo – le divergenze procedurali amministrative tra le pubbliche amministrazioni coinvolte che non permettono di proseguire celermente le già decretate attività realizzative degli interventi progettati e approvati con Decreti Direttoriali dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Queste divergenze, ad onor del vero, riguardano solo una determinata area (le cosiddette discariche fronte mare) e rappresentano soltanto la punta  di un iceberg; una piccola parte del lavoro di bonifica e riqualificazione che deve essere portato a termine a Crotone comprendente anche le aree CIC, le aree a mare, la zona archeologica».

«La salute pubblica, la protezione e difesa dell’ambiente – ha concluso – come espressamente previsto dagli articoli 9, 32, 41 e 117 della Costituzione della Repubblica Italiana, sono fondamentali diritti costituzionali e come tali, inviolabili e da difendere con ogni mezzo». (rkr)

PUNTI DI VISTA / Aurelio Misiti: Disinquinamento di Crotone

di FRANCESCO RAOLa bonifica e la rigenerazione dei siti contaminati sono estremamente legate alle possibilità di riutilizzo degli stessi. È importante, perciò, soffermarsi non soltanto sul disinquinamento ma anche sull’aspetto urbanistico affinché le due azioni, condotte nel rispetto delle leggi possano generare nel complesso, benefici sociali, economici e ambientali tesi a divenire quell’opportunità strutturale per la quale anche il patrimonio archeologico presente a Crotone possa nuovamente divenire baricentro mondiale, attraverso la valorizzazione della scuola Pitagorica e la promozione della pace, tema particolarmente caro al fondatore di una tra le più importanti scuole di pensiero dell’umanità. Grazie alla disponibilità del Prof. Aurelio Misiti, già Preside della Facoltà di Ingegneria presso la Sapienza di Roma, Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, viceministro alle infrastrutture e trasporti, abbiamo affrontato l’importantissimo tema del disinquinamento del sito di Crotone-Cassano-Cerchiara ottenendo anche alcune proposte tese a conferire alla scienza il complesso compito di risolvere i problemi.

-L’attività industriale presente a Crotone, da molti decenni, ha smesso la propria produzione. Per superare i ritardi del disinquinamento del sito quali strade potrebbero essere oggi percorse?

Gli attuali Sin (siti di interesse nazionale) non sono una invenzione dei recenti governi ma la sintesi di tutte quelle indicazioni provenienti nel tempo dall’Europa, a seguito del percorso avviato nel passato da quei settori industriali con un impatto ambientale fortemente inquinante. In tutta Italia ci sono siti di questo tipo e da anni si lavora per disinquinarli. Tant’è vero che nelle università, promotore Sapienza, è stato costituito un gruppo di ingegneria sanitaria-ambientale diffondendo il proprio operato attraverso la realizzazione di una rete universitaria che si occupa da sempre dello studio di siti contaminati. Attualmente, la coordinatrice del gruppo nazionale di università che raggruppa Catania, Brescia, Milano, Torino, Genova e Palermo è una docente della Facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma e tutti i componenti di questo gruppo di lavoro sono tutti di specialisti del disinquinamento industriale. Ogni due anni, il SiCon – acronimo di Siti contaminati – attraverso un Workshop, oltre a diffondere una copiosa letteratura scientifica, si apre al confronto, contribuendo notevolmente ai processi di disinquinamento dei singoli siti interessati.  

-Per il disinquinamento di Crotone è stata incaricata una società dell’Eni, Eni Rewind. Il governo ha nominato un Commissario ad acta e recentemente, sulle scelte messe in campo per affrancare l’area interessata. Sono sorte contraddizioni per le quali il Regione, Provincia e Comune di Crotone, hanno impugnato il Decreto del Ministro dell’Ambiente davanti al Tar. Tutto ciò rischia di compromettere il processo di disinquinamento avviato?  

Noi abbiamo la disponibilità dell’Eni che è una società specializzata e che lavora in tutto il mondo. Non c’è bisogno di inviare i rifiuti a Copenaghen o altrove. Inoltre, credo che la politica non possa competere con l’Eni in termini di competenza scientifica. Bisogna sottolineare che la società in questione, oltre ad aver maturato precedenti esperienze in questo settore dispone dei migliori ingegneri, molti dei quali sono stati allievi della Sapienza e oggi lavorano in contesti nazionali e internazionali di elevatissimo prestigio scientifico. Mentre l’Eni ha previsto che le procedure disinquinanti siano svolte in luogo, i partiti politici, la regione e il Sindaco del Comune di Crotone sostengono che i rifiuti inquinanti devono essere smaltiti fuori dalla Calabria. Va precisato a scanso di equivoci che il ricorso alla discarica diverrebbe la strada da seguire solo dopo l’avvenuta eliminazione dei veleni dalla massa di rifiuti interessati, attuando così il processo di disinquinamento e superando ogni pericolo presente e futuro per l’ecosistema. Frenare questa occasione, potrebbe significare il blocco del processo di disinquinamento chissà per quanto altro tempo. 

-Quale proposta intende condividere in merito per superare l’eventuale fase di stallo?

Il suggerimento che vorrei condividere, posto all’attenzione sia del Sindaco di Crotone Voce sia del  Commissario Errigo,  potrebbe essere quello di  valutare l’ipotesi di avanzare una richiesta formale a una delle università che si occupano di tali procedure finalizzata ad una eventuale sottoscrizione di una convenzione in modo tale da far dialogare sull’argomento Sin Crotone la scienza con l’Eni e con quanti si pongono oggi in contrapposizione alle scelte da compiere per raggiungere l’obiettivo agendo non secondo parere ma secondo assunti scientifici. Questa proposta è funzionale alla soluzione del problema. Allo stato attuale, nessuno parla in questi termini e perciò, andando avanti per approssimazione, i problemi continueranno ed essere irrisolti. Attraverso il metodo scientifico, quando si riterrà che l’Eni stia sbagliando nel fare qualcosa, si potrà affermare: l’Università ha affermato il contrario, sulla base di precisi dati ed Eni Rewind dovrà seguire quelle indicazioni. Diversamente, la condivisione delle scelte praticate, approvate dal mondo accademico, oltre a convalidarne il metodo diverranno la garanzia del raggiungimento del risultato, finalizzato principalmente a liberare Crotone e ovviamente tutti i siti nazionali sulla base di questo metodo scientifico. (fr)

 

Il commissario Errigo illustra al Consiglio regionale lo stato degli interventi di bonifica del Sin Crotone

Il Commissario straordinario, gen. Emilio Errigo, ha relazionato sullo stato di realizzazione degli interventi di bonifica  e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone – Cassano – Cerchiara di Calabria, nel corso della sua audizione alla IV Commissione Assetto e Utilizzazione del territorio, Protezione del’Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Pietro Raso.

Intervenendo in apertura dei lavori, il Presidente del consiglio Regionale, Filippo Mancuso, ha voluto manifestare, con la sua presenza, la vicinanza delle istituzioni al commissario ribadendo l’importanza della bonifica non solo per la città di Crotone ma per tutta la Calabria.

Presenti all’Audizione, i Consiglieri Regionali Giovanni Muraca, Amalia Bruni, Francesco De Nisi, Luciana De Francesco, Ernesto Francesco Alecci, Raffaele Mammoliti e la vice presidente Pasqualina Straface, che ha ben rappresentato le attività operative che hanno visto impegnata la struttura commissariale.

Il Commissario Errigo, in apertura della sua relazione, ha voluto ringraziare per il sostegno ricevuto, il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e il direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente ing. Salvatore Siviglia, oltre che Sogesid, Ispra e Arpacal per il prezioso contributo tecnico scientifico.

Nel corso della sua relazione illustrativa, il Commissario ha esposto cronologicamente, le azioni poste in essere dalla struttura commissariale analizzando i vari processi, informativi e operativi, finalizzati a superare la situazione di stallo relativa alla bonifica del danno ambientale presente nel sito di interesse nazionale di Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria.

Il Gen. Errigo, ha infine proposto, qualora non dovesse trovare riscontro la ricerca di una possibile destinazione finale, in Italia o all’estero, dei rifiuti pericolosi, la creazione in Calabria di una discarica pubblica, destinata unicamente ai rifiuti presenti nell’area Sin, costruita secondo i più moderni criteri di sicurezza e tecnologicamente all’avanguardia; tale discarica, con costi di costruzione totalmente a carico di Eni, sarebbe successivamente gestita direttamente dalla Regione Calabria sotto la supervisione e il controllo della Struttura Commissariale.

Nei successivi interventi, i Consiglieri regionali, apprezzando e valorizzando l’impegno del Commissario, hanno ribadito che nonostante le difficoltà oggettive dovute al problema dello spostamento dei rifiuti pericolosi presenti all’interno del SIN ci siano, ad oggi, tutte le condizioni per poter finalmente liberare la città dall’eredità industriale che ha ostacolato finora un vero sviluppo di Crotone e del suo unico patrimonio di natura, storia e cultura. (rrc)

Convenzione tra il Commissario Errigo e l’Ispra per la Bonifica del Sin di Crotone

Importante accordo è stato stipulato tra il commissario straordinario per la Bonifica del Sin di Crotone, gen. Emilio Errigo, e la dott.ssa Maria Siclari, direttore generale dell’Ispra,  per il coordinamento, accelerazione e promozione della realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone –  Cassano – Cerchiara.

Questo accordo fa seguito a quelli stipulati prima con la società Sogesid, struttura in house del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero  delle Infrastrutture e dei Trasporti, considerata oggi una realtà pubblica di eccellenza nel  panorama dell’Ingegneria ambientale italiana, poi con Arpacal.

La convenzione, dalla durata di 18 mesi e dal costo di 170 mila euro, vedrà l’Ispra fornire supporto tecnico per l’attuazione della caratterizzazione ambientale delle aree marino costiere incluse nell’area del Sin, ossia raccolta, sistematizzazione e valutazione dei da pregressi di caratterizzazione ambientale sulla base della documentazione tecnica disponibile; predisposizione del piano di indagini ambientali integrave delle aree marino costiere, finalizzate all’attualizzazione della caratterizzazione, eventualmente anche ai fini della deperimetrazione
dell’area ai sensi del D.D. 8 Giugno 2016, e predisposizione del relativo Protocollo di campionamento, analisi e restituzione dei dati.

E, ancora, supporto tecnico per la prosecuzione degli interventi nelle aree pubbliche a terra, ossia le aree Cic e nell’area archeologica; definizione dei valori di fondo nelle acque sotterranee nel Sin; esame e valutazione della documentazione tecnica prodotta dai soggetti pubblici e privati; riunioni tecniche e sopralluoghi. (rkr)