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È nato il gruppo studio per valorizzare e tutelare la località "Tre Piani di Lauropoli"

È nato il gruppo studio per valorizzare e tutelare la località “Tre Piani di Lauropoli”

Mappare, recuperare, valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, paesaggistico, agricolo, forestale, pastorale e agrituristico della località Tre Piani di Lauropoli a Cassano allo Ionio è l’obiettivo del gruppo studio costituito nell’ambito del Centro di Ricerche e Studi Economici e Sociali per il Mezzogiorno, con sede a Lauropoli.

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente il geometra Franco Filardi ha chiarito alcuni aspetti per la valorizzazione della collina Tre Piani di Lauropoli.

La località è una delle più belle e panoramiche della piana di Sibari: si può spaziare da Corigliano Rossano fino a Trebisacce ed altre località marine dell’Alto Jonio cosentino. Al gruppo hanno aderito tecnici, agronomi, proprietari ed amanti del bello e della natura.

«L’intero comparto – ha spiegato Filardi – può essere fruito da tutti i cittadini residenti e non del comune di Cassano per ammirare il paesaggio sottostante, con vista mozzafiato sul Mare Jonio che brilla e si riflette nell’area, all’alba, e la fauna esistente che scorazza libera in un habitat ancora incontaminato e le flora mediterranea che nasce spontanea oltre all’esigua pineta con esemplari imponenti, alla mercé di autori di incendi dolosi».

 Per quanto riguarda la collina dei Tre Piani, che si sviluppa appunto su tre livelli, per Filardi può avere un futuro progettuale di rilevanza generale, «non solo per gli eventuali  proprietari ma per le numerose persone vedendo riqualificata un’area importante del proprio territorio ne saranno fieri e contenti, la comunità potrà godere delle bellezze paesaggistiche, col conseguente ripristino del Vallone di Francischiello e delle varie sorgive d’acqua che esistono e abbandonate da tempo».

«Sul primo livello la superficie, salendo dal vallone di Francischiello, ammonterebbe a circa  seicento e otto ettari, coltivati con colture specializzate e intensive, come agrumeti, pescheti, uliveti, seminativi; per il secondo livello la superficie ammonterebbe a circa 346 ettari, impiantati ad uliveti ed altri seminativi, mentre il terzo coprirebbe una superficie di circa 158ettari, impiantati con uliveti,  seminativi e pascoli», ha spiegato ancora.

«Il recupero dei terreni incolti e le poche abitazioni rurali presenti su tale territorio, bisognerebbe trasformarli in agriturismi, in veri e propri attrattori turistici, per gli appassionati della natura e del paesaggio incontaminato – ha evidenziato il geometra –. Per quanto concerne il paesaggio circostante, bisognerebbe riqualificare la pineta esistente da anni, incrementarla con nuova piantagione nella parte sud che si affaccia sulla Piana di Sibari ed essere tutelata e protetta con interventi di manutenzione continua da parte degli enti preposti alla salvaguardia del patrimonio boschivo: creare – ad esempio – una zona di sosta da destinare ad area pic-nin e sentieri naturalistici per essere fruiti non solo dall’intera comunità locale ma anche e -forse soprattutto- dagli amanti della media collina e degli escursionisti professionisti».

Per poter valorizzare e tutelare il comparto agricolo-forestale e agroturistico, le priorità sono: «in primis realizzare una strada decente, creare un bacino idrografico per la raccolta e distribuzione delle acque per irrigare e potenziare la produzione delle colture esistenti, promuovendo interesse e attrazione per giovani imprenditori e creare attività agrituristiche per un turismo sostenibile ed efficace per il sviluppo complessivo della collina».

Concludendo, le possibilità di uno sviluppo integrato e sostenibile che darebbe buoni risultati sia sul piano del recupero e della valorizzazione del sito, potrebbe essere un buon volano per lo sviluppo economico. (rcs)