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Per la Locride è tempo di osare

Per la Locride è tempo di osare

di ARISTIDE BAVA – «La Locride deve partire da quello che ha, che non è poco, ma l’elemento essenziale dev’essere la programmazione di progetti condivisi e l’abbandono dei campanilismi». Questa affermazione, a pochi giorni dal Congresso Distrettuale Lions che avrà come filo conduttore La Valorizzazione del territorio della Locride,  arriva da Antonio Crinò, ingegnere di Bianco, ben noto nella Locride per il suo impegno ventennale a favore della valorizzazione della Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana ma anche per la passione indirizzata alla valorizzazione dei borghi antichi che – dice giustamente – bisogna attivare con le giuste competenze e con una seria e capillare organizzazione.

E, secondo Crinò, malgrado il “sogno” di Locride Capitale della Cultura si sia infranto  con la mancata qualificazione del territorio nella top della dieci finaliste, ci sono adesso, più di prima le condizioni, malgrado le grandi e oggettive difficoltà che esistono nella Locride,  le condizioni di “osare”, ovvero di puntare al suo effettivo rilancio. 

«La Locride non è la terra più bella del mondo – dice Antonio Crinò – ma è certamente unica. E sia chiaro che a questa terra  non serve emulare nessuno, anche perché il divario con altre parti del Sud Italia è oggettivamente incolmabile. La Puglia è stupenda (Otranto, Ostuni ecc.ecc…), basti pensare, poi, che è la prima regione in Europa per quanto attiene la spesa dei fondi europei;  la Sicilia è meravigliosa… non facciamo, quindi, paragoni che non servono a nulla. La Locride deve, invece, partire da quello che ha, che non è poco, ma l’elemento essenziale dev’essere la programmazione di progetti condivisi e l’abbandono dei campanilismi».

Considerazioni del tutto condivisibili che sono, tra l’altro, alla base dell’ipotesi progettuale che era stata presentata per la candidatura della Locride a Capitale Italiana della cultura per il 2025. Una ipotesi progettuale che non bisogna certo accantonare e che invece deve fare da canovaccio per tutte le iniziative che si accompagneranno ad un auspicato sviluppo del territorio.

«I borghi, la resilienza (va di moda…), la “restanza” (è più da intellettuali…), le case a un euro (che sanno solo di slogan), l’enorme patrimonio edilizio abbandonato (questo si da riutilizzare in ogni modo), il mare, l’Aspromonte, le aree archeologiche, le chiese, la cucina, il turismo del vino, il turismo dell’olio, i prodotti agricoli di eccellenza e tutto il resto – dice Crinò – sono cose sulle quali appuntare l’attenzione ma – precisa – saranno solo delle enunciazioni se non si hanno le giuste competenze e se non ci si organizza in modo serio ai vari livelli».

«Nella sostanza – dice Crinò – non è in gioco solo il Pnrr, ma il futuro della nostra terra».

Significativa la sua sintesi: «occorre conoscere il territorio, avere competenza e… perché no? Essere visionari».

Forse quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare. Quando è stata presentata la candidatura della Locride a Capitale della cultura, i soliti “criticoni” hanno subito storto il naso e qualcuno si è anche preso la briga di enunciare i soliti episodi negativi che certamente, negli anni pregressi, hanno fatto da freno allo sviluppo del territorio ma che non possono costituire “a vita” il pretesto per far rimanere la Locride, che pure vanta alcuni borghi inseriti tra i più belli d’Italia, nel limbo dell’arretratezza e della sottocultura.

In definitiva, sul piatto della bilancia è necessario mettere anche le “cose” positive del territorio e, semmai, costruire le basi per offuscare il dannoso clichè che, sin qui,  ha tarpato le ali, anche dal punto turistico al rilancio del territorio. L’occasione ci viene data proprio dal “movimento”, quello positivo, che la candidatura ha provocato cancellando, peraltro, i vecchi rigurgiti di un campanilismo che non ha più motivo di esistere perchè tutti hanno capito che, o si cresce insieme o non si cresce per nulla. 

E allora riteniamo che abbia ragione l’ing. Crinò e tutti quelli – e sono molti – che la pensano come lui. È tempo di “osare” sperando che, finalmente, si possa prendere uno di quei tanti treni che sono passati sempre troppo in fretta in un territorio come questo della Locride che ha  bisogno, anche e soprattutto,  di essere scoperto dal grande pubblico  per quello che realmente è, ovvero una terra ricca di “tesori” e di potenzialità che potrebbe dare grande spinta alla Calabria e al Mezzogiorno.

Come si diceva la valorizzazione del territorio è tema portante del Congresso Intermedio Lions che avrà luogo il 17 e 18 febbraio presso le location dell’ Hotel Parco dei Principi e dell’Auditorium di Roccella.

L’assise presieduta dal Governatore Franco Scarpino, ospiterà molti Lions che arrivano dalla Calabria, dalla Campania e dalla Basilicata e sarà occasione per far accendere i riflettori nazionali sul territorio della Locride.  (ab)

In copertina, Antonio Crinò presso la Villa Romana di Casignana