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Ristorazione, Musolino: per ripartire servono 6 leve economiche e piano d’azione

Quello della ristorazione, è tra i settori più colpiti da questa pandemia di Coronavirus. Per Angelo Musolino, presidente nazionale della Confederazione Pasticceri Italiani, «le azioni di supporto e di stimolo all’economia messe in campo dal Governo vanno nella giusta direzione ma non sono sufficienti per far ripartire un comparto che dopo aver subito la chiusura forzata, oggi fa i conti con una riapertura vincolata pesantemente dalle norme anti contagio».

Il presidente Musolino, insieme ad altre 30 realtà Associative e e consortili rappresentative di oltre 100.000 operatori tra cuochi, ristoratori, pizzaioli, panificatori, pasticceri, cioccolatieri, gelatieri e responsabili di sala, riuniti nel progetto #FareRete, chiede l’adozione di misure economiche, indispensabili per sostenere concretamente la ripresa:

18 settimane di cassa integrazione, consecutive e non frammentate, con la possibilità di prolungamento fino al 31.12.2020 per un reintegro calmierato; il ristoro del 100% degli affitti per i mesi di chiusura forzata con credito trasferito per legge al locatore e l’applicazione della L.431/98 (affitto calmierato cedolare secca) anche per il commerciale; l’esenzione del pagamento Imu; il prolungamento biennale della concessione del suolo pubblico; il superamento della criticità legata alla responsabilità civile e penale in campo all’articolo 42 del Decreto Cura Italia; la detassazione sulle risorse umane per gli oneri contributivi e assistenziali e dei benefits sino al 30 giugno 2021 estesa anche alle nuove assunzioni.

«A una settimana dall’inizio della cosiddetta Fase 2 – si legge in una nota – #FareRete ribadisce con forza la necessità di un’azione coerente alle effettive esigenze del settore. Confermando la necessità di dialogare con le istituzioni per l’evidente capacità di fornire ad esse gli strumenti adeguati per la conoscenza del settore e delle proprie criticità, gli imprenditori della ristorazione presentano al Governo anche un piano a medio e lungo termine, per valorizzare e difendere non solo il comparto della ristorazione ma, in generale, tutto il sistema enogastronomico italiano mettendolo il più possibile al riparo da potenziali nuovi drammatici momenti di crisi come il Covid-19».

«A tale proposito – prosegue la nota – nel medio termine le realtà aderenti al progetto #FareRete chiedono di prevedere l’utilizzo della carta di credito come tutela del fenomeno del “no-show”; prevedere misure di finanziamento a fondo perduto, destinate specificatamente alla ristorazione e vincolata all’acquisto di prodotti alimentari italiani; attribuire un codice ateco più stringente e identificativo del settore ristorazione; istituire un registro unico dei controlli, approvando definitivamente la proposta di legge ancora pendente in Parlamento; istituire un tavolo permanente presso il Ministero delle Politiche Alimentari, Agricole e Forestali con le Associazioni di categoria nell’ottica di uno sviluppo integrato della filiera “dal campo alla tavola” presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo per pareri tecnici e punti di vista strategici anche nel settore turistico». (rrm)