Il Procuratore Gratteri: Calabria può competere a livello nazionale con agricoltura bio e beni culturali

Sono due gli “ingredienti” che, per il Procuratore Nicola Gratteri, possono permettere alla Calabria di «riposizionarsi e competere finalmente su scala nazionale ed internazionale». Si tratta dell’agricoltura biologica la cui «qualità dell’esperienza agroalimentare ed enogastronomica sulla quale siamo difficilmente imitabili» e i suoi beni culturali, architettonici, archeologici, identitari e distintivi «che questa terra eredita ma che molto spesso sono abbandonati, sconosciuti o, peggio, imbruttiti dai pessimi restauri intervenuti».

Non ci sono dubbi per Gratteri, intervistato nei giorni scorsi ad Altomonte dal comunicatore Lenin Montesanto nell’ambito della Gran Festa del Pane promossa dall’Amministrazione Comunale insieme all’Agrichef Enzo Barbieri: «questa è la strada, altrimenti non si cresce».

«Cosa serve per far fare questo giro di boa alla capacità naturale di promuoversi diversamente ad un turismo più intelligente? – ha chiesto –. Di sicuro non servono ben tre Facoltà di Giurisprudenza che sfornano soltanto patenti mensili di emigrazione di cervelli e reddito altrove. Serve semmai qui una Facoltà di Turismo in cui insegnare ai nostri giovani aspiranti imprenditori non a chiudere battenti a fine agosto, ma la professione dell’accoglienza 365 giorni l’anno, valorizzando strategicamente la propria identità».

«Perché è soltanto così e non con i prezzi che ci si può distinguere – ha sottolineato – né sprecando risorse pubbliche senza alcuna misurazione in costosissime iniziative spot o di solo intrattenimento. Lo dico da esperto agricoltore infiltrato in magistratura: non possiamo non fare agricoltura biologica così come non possiamo non rispettare i cicli della natura non frenando l’invecchiamento del Pianeta, perché sarebbe come non rispettare l’altro. Ed in questa direzione in Calabria c’è ancora molto, ma molto da fare, non siamo neppure a metà del percorso».

Insieme allo chef Barbieri sono intervenuti anche il Vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio Francesco Savino, Don Francesco Faillace (Responsabile Cappellani Case circondariali della Calabria), il sindaco Giampiero Coppola, e il Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella.

«Purtroppo – è stato questo il ragionamento proseguito dal Procuratore incalzato da Montesanto che ha ricordato contenuti e temi rilanciati proprio con la partecipazione pionieristica 16 anni fa dello stesso Gratteri ai Caffè Filosofici itineranti di Otto Torri sullo Jonio – questa visione, questa prospettiva e questa capacità di programmazione, anche ma non soltanto nel turismo, è spesso assente perché nella pubblica amministrazione si annida tantissimo analfabetismo che la impantana».

Come arginare la fuga dei cervelli?

«Serve in Calabria sicuramente maggiore offerta formativa – ha sottolineato Gratteri – altrimenti i laureati di questa terra non si inseriranno mai ed al loro posto prevarranno sempre figli della ‘ndrangheta, della massoneria deviata o del malaffare. I decenni passati non sono trascorsi invano».

«La Calabria – ha scandito – è cambiata molto e sempre per restare nel campo dello sviluppo agricolo è nata una filiera della trasformazione agricola prima del tutto assente. Resta forse la rabbia perché si poteva fare di più. Tuttavia abbiamo liberato tanti spazi e non basta – ha ribadito più volte il Procuratore parlando ai giovani – essere solo cittadini onesti, bisogna occupare e saper occupare quegli spazi».

Prima dell’intervista che per oltre un’ora ha tenuto inchiodato il pubblico seduto ed in piedi, accolto da una partecipazione straordinaria e da numerose scuole in Piazza Tommaso Campanella ai piedi della Chiesa di Santa Maria della Consolazione, evento clou dell’intera tre giorni dedicata al pane il Procuratore Gratteri, è stato accompagnato nei vicoli del borgo di Altomonte dal sindaco Coppola e dall’Agrichef Barbieri ad impastare e ad infornare i Pani della Legalità insieme ad un gruppo di ristretti della Casa Circondariale di Castrovillari, in collaborazione con gli allievi dell’Istituto Superiore Filangieri di Trebisacce.

«Anche io all’età di 6 anni – ha ricordato poi il Procuratore nel corso della sua conversazione con Lenin Montesanto, elogiando l’iniziativa dei Pani della Legalità e ringraziando Enzo Barbieri per lo speciale invito – impastavo con i miei e ricordo benissimo – ha sottolineato, invitando a riflettere su questa chiave di lettura di quella che è la vera emergenza culturale, pedagogica, sanitaria ed economica delle nostre società occidentali – che quel pane, che mangiavamo anche con la muffa, durava quasi un mese, mentre i panini di oggi, dopo 24 ore, sono altra cosa».

Dalla Regione 60 milioni per il prossimo triennio per sostenere l’agricoltura biologica

Sono 60 milioni di euro la cifra che la Regione Calabria investirà per il prossimo triennio per sostenere lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Calabria.

Inoltre, è stata pubblicata la graduatoria provvisoria del nuovo bando della misura 11 “agricoltura biologica”, intervento 11.02.01 – “pagamenti per il mantenimento di metodi e pratiche di produzione biologica” del Psr Calabria 2014/2020, dato che quello precedente, risalente all’aprile 2019, era stato revocato nel maggio 2020, a seguito dei rilievi mossi dalla Commissione europea. In quella occasione, la Regione aveva assunto l’impegno di procedere ad una riprogrammazione in tempi rapidi, eliminando le anomalie riscontrate e puntando ad un incremento delle risorse a disposizione, per moltiplicare investimenti e competitività.

«Quell’obiettivo – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – può dirsi raggiunto. Nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia, la Regione ha rispettato gli impegni presi. Col bando pubblicato il 29 maggio abbiamo semplificato le procedure e favorito, anche con l’ausilio di tagli lineari, l’allargamento della platea dei beneficiari. Inoltre, in meno di 5 mesi è stata già definita la graduatoria provvisoria, che riconosce 4.664 domande ammissibili e finanziabili, per una spesa pari a 20 milioni di euro l’anno per le annualità 2020, 2021 e 2022».

In totale, 60 milioni nel triennio, mentre il bando datato 2019 ne prevedeva 5 l’anno, nell’arco di un quinquennio.

«Aver seguito questa strada – ha proseguito l’assessore Gallo – consentirà di raggiungere anche un altro risultato: allineare, a partire dal 2023, in coincidenza con la scadenza del bando settennale promosso nel 2016, tutte le misure dedicate al biologico, con indubbi vantaggi dal punto di vista della programmazione. Siamo di fronte ad un’azione amministrativa degna di nota: i funzionari del dipartimento Agricoltura sono riusciti a portare a compimento in tempi celeri un lavoro complesso, a dimostrazione del fatto che la Calabria può e deve puntare sulle potenzialità del territorio e sulla forza della propria gente».

«La Calabria – ha aggiunto – può contare su 85.000 ettari di superfici coltivate con pratiche biologiche. L’obiettivo è difendere e far crescere questo patrimonio, come del resto era nelle intenzioni e nei programmi del presidente Santelli, convinta che il biologico potesse rappresentare, anche sotto il profilo dell’immagine, un’eccezionale biglietto da visita per la nostra terra».

Da qui un ulteriore impegno: «Per tutelare ed anzi elevare il grado di qualità delle produzioni bio calabresi – ha specificato Gallo – stipuleremo un’intesa con i Carabinieri Forestali, affinché sia costantemente monitorato il rispetto dei criteri qualitativi legati alla concessione del beneficio».

Intanto, con riferimento alla graduatoria di cui al bando in questione, sarà possibile presentare (entro 15 giorni) eventuale istanza di riesame esclusivamente attraverso posta certificata, secondo le modalità indicate sul sito www.calabriapsr.it, al quale è possibile attingere anche per consultare ogni atto utile e reperire maggiori informazioni. (pa)

BIOLOGICO, IL PRIMATO DELLA CALABRIA:
È LA PRIMA REGIONE IN ITALIA PER AZIENDE

In un’Italia dove il biologico sta prendendo sempre più piede, è la Calabria a vantare un invidiabile primato: è la prima regione per numero di aziende agricole impegnate nel biologico con 11.030 operatori coinvolti, mentre le superfici coltivate a biologico hanno raggiunto 208.292 ettari, con un +3,7% rispetto al 2018, e che la collocano in terza posizione, dopo Sicilia e Puglia.

Il biologico sta registrando un trend positivo che «negli ultimi 15 anni ha traghettato il comparto fiori dalla dimensione di nicchia delle origini per trasformarlo in uno stile di vita ampiamente diffuso e consolidato nelle abitudini alimentari delle famiglie italiane» si legge sul rapporto del 2019 di Ismea sui numeri del biologico in Italia. Quello del biologico, quindi, è un comparto che ha portato gli operatori a investire sempre più, permettendo, così, negli ultimi 10 anni, il raddoppiarsi delle aziende che tratta prodotti biologici. Anche le superfici destinate al bio sono cresciute del 60%, tanto che, a fine 2018, come riporta l’Ismea, «la superficie coltivata in Italia ad agricoltura biologica è di quasi 2 milioni di ettari, con un numero di operatori che arriva a sfiorare le 80.000 unità», e che le estensioni maggiori si trovano in Sicilia, Puglia, Calabria ed Emilia Romagna «che, da sole – si legge sul rapporto – rappresentano oltre la metà dell’intera superficie biologica nazionale».

Per gli orientamenti produttivi, ci sono: 71.007 ettari per l’olivo, 11.951 per i cereali,  35.822 colture foraggere, 11.733 agrumi, 3293 frutta, 3025 frutta in guscio, vite 3983, ortaggi 1821, altre colture da seminativi 2273, colture proteiche 1559.

È quanto è emerso dal rapporto Bio in Cifre 2020 presentato dall’Ismea all’incontro organizzato  dalla Coldiretti per la presentazione del rapporto annuale del Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) che registra i principali numeri del settore in Italia: mercato, superfici, produzioni del biologico italiano con le tendenze.

Franco Aceto
Franco Aceto, Presidente Coldiretti Calabria

«A proposito delle importazioni di biologico – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto – occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. È necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da Paesi extracomunitari anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue. L’immissione di prodotti biologici – ha sottolineato Aceto – sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici».

«L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare calabrese di qualità – ha dichiarato Francesco Cosentini, direttore della Coldiretti Calabria – a tal fine occorre materia prima calabrese 100% certificata e questo va ad incidere nella riduzione delle importazioni, con un ulteriore stimolo di crescita di questo speciale comparto».

«È necessario, altresì – ha proseguito Cosentini – che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori nel sottolineare che, dietro gli alimenti italiani e stranieri in vendita sugli scaffali, ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguardi l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore».

«La Calabria – ha ricordato Cosentini – nei Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche, a partire dal 2016, ha eliminato il “glifosate” e l’agricoltura calabrese si è qualificata ancor di più sui mercati con produzioni “glyphosate zero” e, confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare: questo ha inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni».

«Siamo altresì soddisfatti, che l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo – ha commentato il presidente Aceto – abbia posto come punto di forza dei distretti del cibo recentemente regolamentati dalla Regione proprio la scelta del “glifosate zero». (rrm)