In un’Italia dove il biologico sta prendendo sempre più piede, è la Calabria a vantare un invidiabile primato: è la prima regione per numero di aziende agricole impegnate nel biologico con 11.030 operatori coinvolti, mentre le superfici coltivate a biologico hanno raggiunto 208.292 ettari, con un +3,7% rispetto al 2018, e che la collocano in terza posizione, dopo Sicilia e Puglia.
Il biologico sta registrando un trend positivo che «negli ultimi 15 anni ha traghettato il comparto fiori dalla dimensione di nicchia delle origini per trasformarlo in uno stile di vita ampiamente diffuso e consolidato nelle abitudini alimentari delle famiglie italiane» si legge sul rapporto del 2019 di Ismea sui numeri del biologico in Italia. Quello del biologico, quindi, è un comparto che ha portato gli operatori a investire sempre più, permettendo, così, negli ultimi 10 anni, il raddoppiarsi delle aziende che tratta prodotti biologici. Anche le superfici destinate al bio sono cresciute del 60%, tanto che, a fine 2018, come riporta l’Ismea, «la superficie coltivata in Italia ad agricoltura biologica è di quasi 2 milioni di ettari, con un numero di operatori che arriva a sfiorare le 80.000 unità», e che le estensioni maggiori si trovano in Sicilia, Puglia, Calabria ed Emilia Romagna «che, da sole – si legge sul rapporto – rappresentano oltre la metà dell’intera superficie biologica nazionale».
Per gli orientamenti produttivi, ci sono: 71.007 ettari per l’olivo, 11.951 per i cereali, 35.822 colture foraggere, 11.733 agrumi, 3293 frutta, 3025 frutta in guscio, vite 3983, ortaggi 1821, altre colture da seminativi 2273, colture proteiche 1559.
È quanto è emerso dal rapporto Bio in Cifre 2020 presentato dall’Ismea all’incontro organizzato dalla Coldiretti per la presentazione del rapporto annuale del Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) che registra i principali numeri del settore in Italia: mercato, superfici, produzioni del biologico italiano con le tendenze.
«A proposito delle importazioni di biologico – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto – occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. È necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da Paesi extracomunitari anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue. L’immissione di prodotti biologici – ha sottolineato Aceto – sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici».
«L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare calabrese di qualità – ha dichiarato Francesco Cosentini, direttore della Coldiretti Calabria – a tal fine occorre materia prima calabrese 100% certificata e questo va ad incidere nella riduzione delle importazioni, con un ulteriore stimolo di crescita di questo speciale comparto».
«È necessario, altresì – ha proseguito Cosentini – che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori nel sottolineare che, dietro gli alimenti italiani e stranieri in vendita sugli scaffali, ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguardi l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore».
«La Calabria – ha ricordato Cosentini – nei Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche, a partire dal 2016, ha eliminato il “glifosate” e l’agricoltura calabrese si è qualificata ancor di più sui mercati con produzioni “glyphosate zero” e, confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare: questo ha inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni».
«Siamo altresì soddisfatti, che l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo – ha commentato il presidente Aceto – abbia posto come punto di forza dei distretti del cibo recentemente regolamentati dalla Regione proprio la scelta del “glifosate zero». (rrm)