Diritti, violenza di genere e tutela dei minori, “bon’t worry” ne parla a Cosenza e Catanzaro

Diritti, violenza di genere e tutela dei minori, “bon’t worry” ne parla oggi e domani a Cosenza e Catanzaro. La Calabria è una terra in cui ha tanto significato investire in cultura, formazione e progetti di sviluppo sociale». Lo afferma, in una nota, Bo Guerreschi, presidente di “bon’t worry”, l’organizzazione non governativa internazionale che oggi e domani, sabato 6 aprile, terrà a Cosenza e a Catanzaro due iniziative pubbliche di elevato spessore, dedicate rispettivamente ai diritti fondamentali della persona e alla giustizia riparativa in ambito minorile.

Oggi, dalle ore 10 nella Sala degli specchi della Provincia di Cosenza, sulla tutela dei diritti si confronteranno, oltre a docenti universitari e altri esperti, la sottosegretaria Wanda Ferro, il sindaco della città, Franz Caruso, la presidente della stessa Provincia, Rosaria Succurro, il prefetto del territorio, Vittoria Ciaramella, il questore Giuseppe Cannizzaro, il comandante provinciale dei carabinieri, Agatino Saverio Spoto, la deputata Elisa Scutellà, il parlamentare europeo Fulvio Martusciello e Massimo Grimaldi, consigliere regionale della Campania.

«La diversità – anticipa Guerreschi – è sempre motivo di ricchezza. Allora faremo insieme il punto anche sulla lotta civile alla violenza di genere, che contrastiamo in maniera interdisciplinare, unendo le forze e puntando sulla prevenzione a partire dalle scuole primarie».

Oltre a giuristi e ad altri specialisti, sul tema della giustizia riparativa per i minori, dalle ore 10 di sabato 6 aprile, nell’auditorium del Centro di giustizia minorile di Catanzaro interverranno il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, il presidente della Provincia catanzarese, Amedeo Mormile, il Garante regionale dei detenuti, Luca Muglia, la deputata Catia Polidori, l’ex senatrice Silvia Vono e Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, che concluderà i lavori.

«La sensibilizzazione sui diritti e l’impegno quotidiano per la loro tutela – evidenzia la presidente Guerreschi – sono obiettivi comuni, che non hanno colore politico e che, soprattutto oggi, devono trovare la massima convergenza per costruire una società più sicura e migliore». (rcs)

Caso Marian Jamali, Bo Guerreschi chiede l’intervento del Garante Marziale e dei parlamentari calabresi

Bo Guerreschi,  presidente dell’Ong internazionale “bon’t worry”, che a titolo gratuito fornisce tutela legale e assistenza psicologica alle vittime di violenza, ha chiesto l’intervento del Garante regionale dell’infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, di intervenire in merito al bambino tolto alla madre, Marjan Jamali e affidato a una famiglia afghana dimorante nel territorio calabrese».

Jamali, infatti, è rinchiusa nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto per essersi opposta, da quanto si apprende, a un tentativo di violenza sessuale e, secondo Guerreschi, «nessuno è disposto a credere che una mamma come Marjan Jamali sia stata una scafista, atteso che insieme al figlio di otto anni viaggiava su un barcone poi approdato a Roccella Ionica».

Da qui l’appello ai parlamentari eletti in Calabria, compresa la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, «di verificare le condizioni del piccolo e le ragioni per cui non sia stato o non possa essere collocato – ha concluso Guerreschi – insieme alla madre in un ambiente adeguato alle sue esigenze, tutelate dall’ordinamento internazionale». (rrm)

Violenza sulle donne, Bo Guerreschi denuncia violenza sessuale in una struttura psichiatrica

Bo Guerreschi, presidente dell’Ong internazionale “bon’t worry”, denuncia un fatto di cronaca gravissimo: la violenza sessuale di una paziente in una struttura del cosentino.

«Non può rimanere nell’ombra una violenza sessuale avvenuta di recente in una struttura di riabilitazione psichiatrica del Cosentino, a danno di una paziente che era lì ricoverata. Nonostante la nostra segnalazione con un’informativa immediata e il pronto intervento dei carabinieri, sempre solerti, specie davanti a situazioni di tale delicatezza, purtroppo la vittima non è stata ancora ascoltata, a distanza di oltre un mese dall’episodio», dice la presidente di “bon’t worry” che assiste e tutela i diritti fondamentali e la dignità delle persone colpite da abusi e violazioni di legge.

«A seguito del fatto, sono sensibilmente peggiorate – precisa la presidente di “bon’t worry” – le condizioni di salute mentale della vittima, la quale doveva essere sentita entro tre giorni, come previsto dalla normativa vigente. Il tempo continua a passare in un immobilismo inquietante, che ci ha spinto a informare l’opinione pubblica a mezzo stampa. Peraltro, è scandaloso – sottolinea Guerreschi – che in una struttura preposta al recupero di pazienti psichiatrici e finanziata dal Servizio sanitario, quindi dai contribuenti, possano avvenire vicende del genere, per di più a fronte di precedenti comunicazioni formali di uno stato di pericolo, del tutto ignorate dalla struttura in argomento, e in una regione come la Calabria, che con impegno e fatica sta tentando di uscire da un lungo disastro nell’ambito della sanità».

«Confidiamo che questa nostra denuncia pubblica consenta di fare luce sulla vicenda, di gravità inaudita, che era giusto portare all’attenzione nazionale e si aggiunge ai troppi casi denunciati che finiscono in silenzi assordanti e attese imperdonabili. La giustizia, unico mezzo per la tutela del cittadino, troppe volte manca. È un problema enorme, che – conclude Guerreschi – non può continuare ad esistere». (rcs)