La Casa di Comunità di Squillace sarà presto realtà: La consegna è per il 31 dicembre

Da pochi giorni hanno preso il via i lavori per la realizzazione della casa di Comunità di Squillace, la cui consegna è prevista per il 31 dicembre 2024.

Il finanziamento approvato dall’Asp di Catanzaro, per la realizzazione della Casa della comunità di Squillace, con delibera n. 988 del 11/08/2023, ammonta a € 2.272.472,15, L’impresa incaricata allo svolgimento dei lavori, la cui conclusione è stata fissata entro il 31 dicembre 2024, è il Consorzio Stabile Valore Assoluto con sede a Roma.  Le case della comunità rientrano nella nuova tipologia di servizi socio-sanitari territoriali, individuati dal Pnrr- Missione 6 Salute, come centrali dopo le criticità vissute dalle popolazioni mondiali durante il Covid.

La nuova ed importante struttura costituirà un vero punto di forza per la tutela della salute dei cittadini squillacesi e dei paesi del comprensorio. Nella nuova sede verranno infatti concentrati tutti i servizi erogati dal polo sanitario, finora ubicato in un’angusta sede sita in via Damiano Assanti, a cui si aggiungeranno altre tipologie di servizi quali gli studi dei medici di medicina generale dei pediatri, nonché tutti gli specialisti ambulatoriali ed i servizi di riabilitazione, oggi ubicati in una struttura fuori dal centro abitato. Nella casa di comunità troveranno, altresì, spazio anche i servizi sociali pubblici e le associazioni del territorio impegnate nel settore della salute, in modo da offrire ai cittadini, in un’unica struttura, tutto ciò di cui necessitano per la loro salute e per quella dei loro familiari.

«Quello del potenziamento dei servizi di cura della salute dei cittadini – ha precisato l’assessore alla programmazione e turismo, il sociologo Franco Caccia, impegnato a curare i rapporti inter-istituzionali inerenti la nascita di questa struttura polifunzionale – ha rappresentato un obiettivo perseguito con costanza e determinazione da parte dell’amministrazione comunale. Grazie alla disponibilità manifestata dal management dell’Asp d Catanzaro, in particolare del commissario straordinario generale Antonio Battistini e dal responsabile dell’ufficio tecnico, ing. Maurizio Benvenuto, Squillace sarà centro pilota del processo di riorganizzazione dei servizi territoriali e ciò avverrà utilizzando uno stabile pubblico, da decenni inutilizzato, collocato in una posizione particolarmente agevole per l’accesso dei cittadini, anche dei paesi limitrofi».

La struttura, al contrario di quella dove è attualmente ubicato il polo sanitario territoriale, è dotata di una vasta area parcheggio, di stanze ampie e luminose ed in cui sarà possibile programmare anche futuri ampliamenti dell’offerta dei servizi per la salute.

«Con la Casa di Comunità – ha concluso l’assessore Franco Caccia – Squillace avrà un ruolo di primo piano nel processo di riorganizzazione ed innovazione dei servizi territoriali in Calabria, chiamati a mettere in atto politiche di salute in cui si investe sull’umanizzazione delle cure, sulla prevenzione delle malattie, sul potenziamento della domiciliarietà e si riducono gli accessi impropri al pronto soccorso. La salute è un bene comune primario e da questo bene, tutti, possiamo trarre benefici per una vita sana e serena all’interno della nostra comunità».(rcz)

Il consigliere Cirillo: Approvato progetto definito della Casa di Comunità di Caulonia

È stato approvato il progetto definitivo della Casa di Comunità di Caulonia. Grande soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale Salvatore Cirillo, che ha sottolineato come «avere una sanità degna di tale nome, intesa come servizio che potesse essere fruibile dai Cittadini senza dover fare viaggi della speranza, è stato uno tra primi impegni assunti per affrancare il territorio dell’area jonica da una condizione che più volte era divenuta anche oggetto di campagne mediatiche nazionali, tra l’altro poco edificanti anche per i medici, da sempre pronti a superare mille difficoltà pur di praticare il loro lavoro per curare i pazienti».

«Subito dopo la proclamazione e una volta insediatomi in Consiglio regionale – ha detto Cirillo – ho iniziato a lavorare in tal senso, in modo particolare guardando l’area riconducibile alla Vallata dello Stilaro, posizionata in modo decentrato rispetto dall’Ospedale di Locri e per certi versi distante per numerosi Cittadini. Caulonia, avendo una infrastruttura utilizzabile, seppur abbandonata da tempo, poteva essere la soluzione da considerare per superare quel vuoto che, per moltissime persone, in modo particolare per gli anziani, sarebbe potuta divenire il centro di riferimento per l’erogazione di visite polispecialistiche e cure ambulatoriali. Ricordo che abbiamo avuto momenti interlocutori con alcuni amministratori del territorio e, grazie alla nomina del Presidente Occhiuto quale Commissario straordinario di governo per la Sanità, non esitai a prospettare le necessità di questo territorio, elencando non solo alcune criticità di natura socioeconomiche, ma anche quelle afferenti alla sanità pubblica».

«L’opportunità di valorizzare l’Ospedaletto (così riconosciuto dai cauloniesi nda), immobile sito proprio a Caulonia – ha proseguito Cirillo – è divenuta oggi una opportunità concreta perché il lavoro a suo tempo svolto ha reso possibile l’inserimento della stessa tra le opere finanziate dal Pnrr, Misura 6 – Sanità – per realizzare una Casa della Salute proprio a Caulonia. Nello specifico, i fondi ottenuti dal Pnrr e destinati per tale opera ammontano a € 1.500.000,00, successivamente, con apposita Delibera di Giunta regionale, con l’utilizzo di fondi relativi al Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Calabria, sono stati aggiunti ulteriori risorse economiche pari a € 139.317,24».

«Il 22 dicembre del 2021, con un mio comunicato stampa, condividevo l’importante risultato raggiunto, giusto a distanza di pochi mesi dalle Elezioni regionali e nel corso del tempo ho costantemente monitorato le varie procedure, sincerandomi di volta in volta con l’avanzamento delle pratiche amministrative. Oggi, con viva soddisfazione – ha detto – condivido il risultato cristallizzato grazie alla conclusione della procedura che ha determinato l’approvazione definitiva del progetto. Il prossimo passaggio, come da cronoprogramma, sarà l’assegnazione dell’opera alla ditta che si aggiudicherà la realizzazione dei lavori per portare a termine la progettazione divenuta esecutiva».

«Sicuramente, prima della conclusione della Legislatura– ha aggiunto – l’opera sarà consegnata ed i Cittadini avranno la possibilità di essere curati, senza doversi spostare eccessivamente e potendo contare su quella normalità che vorremmo potesse divenire un nuovo punto di partenza dal quale i servizi sanitari dovranno essere erogati anche in tempi più congrui, consentendo alle persone non solo la possibilità di praticare le cure in tempi congrui ma anche l’opportunità di eseguire protocolli preventivi».

«Questo importantissimo risultato – ha concluso Cirillo –, oltre a ripagare il costante lavoro svolto, rende evidente l’impegno la concretezza di un lavoro reso possibile solo grazie ad un quotidiano impegno. C’è ancora tanto da fare per il nostro territorio. In tal senso, con entusiasmo e passione, sono certo che non mancheranno altri ed importantissimi risultati». (rrc)  

 

A Filadelfia al via i lavori per la prima Casa di Comunità nel Vibonese

Sono stati consegnati i lavori per la costruzione della Casa di Comunità di Filadelfia. Erano presenti il commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia Antonio Battistini, il sindaco di Filadelfia Anna Bartucca, il consigliere regionale Francesco De Nisi, il presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici e degli Odontoiatri di Vibo Valentia, Antonino Maglia e di tutti gli amministratori del Comune di Filadelfia.

Il generale Battistini ha espresso grande soddisfazione per l’avvio dei lavori della prima casa di Comunità della provincia di Vibo Valentia ed una delle prime in tutta la Calabria.  Ha assicurato «il massimo impegno per un prossimo avvio di tutti i sei interventi programmati in provincia di Vibo.

Quello di Filadelfia è un  progetto ambizioso: consta di due lotti per un investimento complessivo di oltre 2.5 milioni di euro.

La Casa della Comunità prevede un modello di intervento multidisciplinare: vi opereranno équipe multi – professionali composte da medici di Medicina Generale, pediatri di Libera Scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri e psicologi.

Garantita, inoltre, la presenza medica per 24 ore sette giorni su sette, anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale e la presenza infermieristica per 12 ore, sette giorni su sette.

Stando al cronoprogramma, la conclusione dei lavori è prevista entro la metà del 2025. Poi la struttura verrà equipaggiata con le attrezzature medicali e di diagnostica per inserirla nel Sistema Sanitario Provinciale. Sarà al servizio dei cittadini del comprensorio per come previsto dal  Decreto Ministeriale 77 del 23 maggio 2022.  Particolare soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale De Nisi per il primo traguardo raggiunto con l’avvio dei lavori. De Nisi ha garantito totale impegnando e vigilanza affinché i lavori proseguano senza intoppi.

Il consigliere regionale ha ringraziato il commissario straordinario Battistini «per il grande ed efficace lavoro di riorganizzazione dell’intera Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia» e il presedente della Regione Calabria Roberto Occhiuto «che con celerità  e senza indugio ha destinato importanti risorse per i servizi sanitari dell’intero comprensorio Angitolano». (rvv)

Lo Schiavo: Rendere struttura sanitaria di Pizzo a Casa di Comunità

Il consigliere regionale del Gruppo Misto, Liberamente progressisti, Antonio Lo Schiavo, ha dato pieno sostegno alla mozione del consiglio comunale di Pizzo di destinare a Casa di comunità la locale struttura sanitaria, allo stato designata quale futura Centrale operativa territoriale.

Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio comunale ha approvato una mozione con cui si chiede alla Regione di rivedere la scelta di destinare a Centrale operativa territoriale la struttura sanitaria cittadina per istituire in sua vece una Casa di comunità. Una richiesta che, per il consigliere regionale, «riporta d’attualità la necessità di garantire servizi sanitari adeguati ad una realtà che riveste un’importanza strategica dal punto di vista territoriale, sociale, economico e turistico».

«Destinare a Casa di comunità la struttura esistente – ha rimarcato Lo Schiavo –, come  messo in evidenza nella mozione approvata dal Consiglio comunale, consentirebbe al secondo centro più popoloso della provincia di Vibo Valentia e alla vasta porzione di territorio che gli fa da corollario, di usufruire di servizi forniti da equipe multiprofessionali composte da medici di medicina generale e di continuità assistenziale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri, psicologi ed altre figure sanitarie. Si garantirebbe inoltre la presenza medica sette giorni su sette nonché servizi di cure primarie, assistenza domiciliare, specialistica ambulatoriale, punto prelievi, servizi infermieristici, integrazione con i servizi sociali, continuità assistenziale, servizi di prenotazione collegati al Cup, servizi diagnostici di base».

«Senza tralasciare che nelle Case di comunità – ha continuato – possono essere istituiti servizi di salute mentale, attività consultoriali, profilassi vaccinale, medicina dello sport, servizi per le dipendenze patologiche e di neuropsichiatria infantile. È dunque da considerare con attenzione l’istanza che proviene dal Comune di Pizzo, sposata dall’unanimità dell’assemblea cittadina, per non mortificare le legittime e fondate aspettative al diritto alla salute di un vasto territorio che soffre, come e più di altri, la carenza di servizi primari».

«La Giunta regionale e il presidente-commissario alla sanità, Roberto Occhiuto – ha concluso il consigliere regionale Lo Schiavo –, raccolgano questa istanza e intervengano per rimediare ad un vulnus che rappresenterebbe una grave umiliazione per questa città e per il suo comprensorio». (rvv)

 

CON IL CIS SANITÀ NASCONO IN CALABRIA
LA CASA E L’OSPEDALE DELLA COMUNITÀ

di FILIPPO VELTRI – Anche la Regione Calabria ha di recente stipulato con lo Stato il Cis (Contratto Istituzionale di Sviluppo) per la realizzazione del piano sanitario predisposto dal presidente della regione nonché commissario ad acta, Roberto Occhiuto.

Sulla base delle prescrizioni dettate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono previste Case della Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali (C.O.T.).

Si recepisce un caposaldo essenziale indicato dall’Europa. E cioè, il passaggio da un concetto “ospedalocentrico” dell’assistenza sanitaria ad una nuova filosofia che vede al centro il paziente, soprattutto quello fragile, anziano e con malattie croniche.

La Casa della Comunità (CdC) è il luogo fisico di riferimento per la comunità nella quale la stessa si colloca. Un luogo di prossimità e di facile individuazione dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria al fine di trovare risposta ad un proprio bisogno di salute. La CdC introduce un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso un’équipe multiprofessionale territoriale.

«Costituisce la sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione di interventi sanitari, tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali, nel pieno rispetto del principio di prossimità».

Alle Case della Comunità sono ricomprese tutte le aggregazioni dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, avendone in esse la sede fisica oppure a queste collegate funzionalmente; alle Case della Comunità accederanno anche gli specialisti ambulatoriali.

Standard di personale per una Casa della Comunità: 7-11 Infermieri, 1 assistente sociale, 5-8 unità di Personale di Supporto, (Sociosanitario, Amministrativo).
La Centrale Operativa Territoriale (COT) è un modello organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza.

L’Ospedale di Comunità (OdC) è una struttura sanitaria di ricovero che afferisce alla rete di offerta dell’Assistenza Territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio.
Più specificamente, l’OdC assolve ai bisogni assistenziali dei pazienti: – anziani a rischio di non autosufficienza o temporaneamente non autosufficienti; – affetti da patologie croniche ad alto fabbisogno assistenziale, durante i periodi di riacutizzazione o nelle fasi post-acute; – oncologici e terminali (non affetti da immunodeficienza acquisita); – non sostenuti o con scarso supporto familiare, in alternativa all’assistenza domiciliare integrata; – in fase di pre-ospedalizzazione o di recupero successivo al momento acuto ospedaliero.
Sono garantiti gli esami diagnostici ed i supporti terapeutici di non elevata complessità tecnologica. L’attività di ricovero è svolta in regime h24 e h12.

L’OdC eroga prestazioni assistenziali avvalendosi dei medici di medicina generale, degli specialisti, del personale infermieristico, dei tecnici della riabilitazione e dei medici del Distretto socio-sanitario.
L’accesso è programmato ed avviene mediante specifica richiesta di ricovero formulata dal medico di medicina generale o dal medico ospedaliero, la quale deve essere rivolta al medico responsabile della struttura.

Standard di personale per 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto: 9 Infermieri, 6 Operatori Sociosanitari, almeno 1-2 unità di altro personale sanitario e un Medico per almeno 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.
Come si vede, le strutture sanitarie di prossimità modificheranno radicalmente l’approccio verso il paziente, privilegiando la prevenzione delle malattie, soprattutto quelle croniche, ed evitando che gli ospedali sede di pronto soccorso siano congestionati con ricoveri impropri.

Un rapporto familiare tra la struttura di prossimità ed il paziente, ed innovazioni come la telemedicina favoriranno servizi sanitari immediati, la risoluzione di problemi con interventi a bassa intensità clinica e degenze non lunghe. Tutto questo farà sì che il personale della rete ospedaliera (hub, spoke, etc.) possa pianificare ed attuare gli interventi più complessi e difficili con maggiore tranquillità e raziocinio. (fv)