Coldiretti Calabria: Scatta l’etichetta d’origine obbligatoria su frutta secca sgusciata o essiccata

Coldiretti Calabria ha reso noto che dal 1° gennaio 2025 è scattato l’obbligo dell’indicazione d’origine della frutta secca sgusciata, dalle nocciole alle mandorle, dai fichi secchi ai pistacchi, mettendo finalmente in trasparenza un settore che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita dei consumi.

Un obbligo dopo l’entrata in vigore del regolamento Ue che impone l’indicazione della provenienza che va a completare la norma già esistente per quella in guscio.

Un provvedimento importante, considerando che «in Calabria (dati Istat) ci sono 414 aziende con  338 ettari che producono mandorle, le nocciole 310 aziende con 293 ettari e per il pistacchio 7 aziende per una superficie di solo 6 ettari. Numeri in crescita – sottolinea Coldiretti – grazie anche ai finanziamenti del Psr per nuovi impianti soprattutto di nocciole».

La normativa prevede l’obbligo di etichettatura dell’origine per la frutta secca sgusciata o essiccata e i prodotti di IV gamma, compresi funghi non coltivati, zafferano e capperi. Le informazioni relative all’origine devono essere chiaramente visibili sull’imballaggio e/o sull’etichetta e l’indicazione del paese d’origine deve risaltare maggiormente rispetto all’indicazione del paese in cui è avvenuto l’imballaggio.

«Resta, al momento – ha rilevato Coldiretti – anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca usata nella preparazione dei dolci come, ad esempio, le creme di nocciole, anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero dei produttori che appongono volontariamente informazioni sull’origine. Il rischio è legato principalmente alle importazioni di prodotto estero che non rispetta le stesse regole in materia di usi di pesticidi vigenti nell’Ue e che presenta spesso alti livelli di residui di sostanze pericolose, dalle nocciole turche ai pistacchi iraniani».

L’etichettatura obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, con l’indicazione della provenienza che è stata estesa a circa i quattro quindi della spesa, anche se resta anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini.

«Una battaglia che Coldiretti ha portato dallo scorso anno anche in Europa – ha ricordato l’Associazione – con il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella Ue. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori».

«Solo così – ha concluso – sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime». (rcz)

Aceto (Coldiretti): Con Piano regionale per gestione cinghiali notevole passo avanti

Per Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, l’approvazione da parte della Regione, su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, del Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale è un «notevole passo avanti nel contenere la presenza dei cinghiali».

L’Associazione, infatti, «da tempo ha spinto molto sulla emergenza cinghiali. Un problema che andava risolto sia per gli agricoltori, ma anche per l’ambiente, per la sicurezza dei cittadini, delle città e comunità», ha ricordato Aceto.

«Era necessario e indispensabile – ha ribadito – la parte attiva della Regione. Lo abbiamo chiesto ripetutamente, in ultimo, con la manifestazioni del 18 giugno u.s. davanti alla sede della Regione. Su sollecitazione di Coldiretti Calabria era stata approvata una delibera propedeutica e abbiamo costantemente monitorato l’avanzamento dei lavori partecipando attivamente alla stesura del piano offrendo soluzioni tecniche».

«Nella delibera – ha continuato – veniva sancito l’impegno solenne della Regione di portare alla predisposizione del  “Piano Regionale Straordinario di Contenimento” che adesso prevede una serie di misure annunciate dall’assessore Gallo durante le nostre manifestazioni. Prelievi e abbattimento tutto l’anno e in numero maggiore, abbattimenti nelle aree protette, agricoltori che assumono la figura di bioregolatori. Potenziamento dell’ufficio caccia regionale, semplificazione domande di indennizzo, riduzione dei tempi di liquidazione per gli indennizzi dei danni da parte di ATC, Enti Parco e Regione».

«Potranno, quindi – ha spiegato – intervenire gli agricoltori dotati di porto d’armi e come associazione datoriale abbiamo ricevuto l’autorizzazione a formare un corpo di guardie venatorie giurate che potranno operare tutto l’anno sull’intero territorio calabrese a chiamata degli agricoltori utilizzando  un’apposita “app” già in uso ai cacciatori».

«Potranno, quindi – ha aggiunto – segnalare la presenza dei cinghiali e intervenire se hanno il porto d’armi o avvalersi delle guardie venatorie che hanno la qualifica di sele-controllori. Siamo riusciti ad avere un bando finanziato dall’Unione Europea per tramite della Regione per la difesa attiva  con la recinzione contro i cinghiali e sono state riviste anche le condizioni economiche con la possibilità di recintare non con filo spinato che è inutile bensì con filo elettrosaldato interrato di 50cm e 1,5 metri fuori suolo che è la soluzione veramente efficace».

«In ultimo ma non per ultimo – ha concluso –, dobbiamo mettere al riparo dal punto di vista di sanità veterinaria,, gli  oltre 5mila allevamenti, compresi quelli familiari, con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi Dop. Continueremo a lavorare a sviluppare azioni concrete, come abbiamo fatto in questa e in altre situazioni, a beneficio dell’agricoltura e degli agricoltori». (rcz)

Coldiretti: Bene sblocco credito d’imposta Mezzogiorno 2023

Coldiretti Calabria ha espresso soddisfazione per lo sblocco del credito d’imposta al 100% per gli investimenti nel settore agricolo effettuati nel Mezzogiorno nel 2023. Questo strumento, finalizzato ad incentivare lo sviluppo economico delle aree svantaggiate, ha rappresentato un’opportunità cruciale per molte aziende agricole calabresi, permettendo loro di recuperare integralmente gli importi investiti in innovazione e sostenibilità.

«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto e della possibilità per le aziende di reinvestire ulteriormente nelle attività – ha detto il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto –. Questi incentivi sono stati fondamentali per sostenere interventi quali l’installazione di sistemi di irrigazione più efficienti e il potenziamento delle strutture produttive, contribuendo ad aumentare la competitività delle imprese calabresi».

Aceto, inoltre, ha ricordato le difficoltà incontrate nel corso del processo, a causa del blocco iniziale della misura che aveva generato notevoli disagi agli imprenditori agricoli calabresi. Grazie a un lavoro congiunto tra Coldiretti Calabria, il capo area fiscale Attilio Salerno e la Confederazione Nazionale, le richieste del territorio sono state ascoltate e portate ai tavoli decisionali nazionali, sbloccando risorse che sembravano ormai perdute.

«È stato un percorso lungo e impegnativo – ha aggiunto Aceto – ma il risultato dimostra l’efficacia di una collaborazione istituzionale mirata a tutelare gli interessi degli agricoltori e a favorire la crescita del settore primario».

L’intervento ha consentito a molte aziende di consolidare la propria posizione sul mercato, creando al contempo un effetto positivo sull’economia locale e sull’occupazione. Coldiretti Calabria ribadisce l’importanza di continuare a promuovere politiche di sostegno come il credito d’imposta, indispensabili per il rilancio delle aree rurali del Mezzogiorno. (rcz)

Istituito in Calabria il corso di alta formazione per lo sviluppo turistico in ambiente agricolo e aree rurali

È stato presentato, al Dipartimento DiScAG dell’Unical, il nuovo corso di alta formazione in “ Marketing per lo Sviluppo Turistico in Ambiente Agricolo e Aree Rurali ”.

Si tratta di un progetto formativo che nasce dalla convenzione recentemente siglata tra il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (DiScAG) dell’Unical e Coldiretti Calabria, con l’obiettivo di valorizzare il turismo nelle aree rurali della regione, che vantano una forte vocazione agricola e agrituristica.

L’iniziativa, dunque, rappresenta una nuova opportunità di formazione nell’ambito del Turismo delle Radici, che punta a stimolare negli emigrati della nostra regione, la riscoperta delle proprie origini e il legame con la propria terra.

Il corso si propone di offrire a laureati, professionisti, titolari e manager di aziende agricole una formazione specifica in ambito turistico e agrituristico, che risponda alle nuove esigenze del mercato del lavoro e alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla sostenibilità. Attraverso un approccio innovativo al marketing e alla gestione del turismo, si punta a rendere le aree rurali calabresi luoghi di attrazione per un turismo che rispetti l’ambiente, le comunità locali e il territorio.

Pensato per offrire una preparazione completa sul marketing applicato al settore agrituristico, intende formare esperti capaci di valorizzare le peculiarità dei territori calabresi. È finalizzato alla formazione del management di aziende agricole e stakeholders del settore, oltre che di laureati, con prospettive di  specializzazione sempre più in linea con le attuali richieste del mercato del lavoro, a partire dai nuovi insegnamenti che nascono dall’interesse e dalle esigenze specifiche del  settore agricolo e agrituristico.

Secondo Franco Aceto, presidente Regionale di Coldiretti Calabria, «questo corso rappresenta un passo fondamentale per il futuro delle nostre aree rurali. Il turismo rurale, e in particolare il Turismo delle Radici, può diventare una risorsa straordinaria per il già forte appeal turistico della Calabria, purché venga sviluppato nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali».

«Lavorare insieme al mondo accademico – ha concluso – ci permette di formare nuove figure professionali, pronte a promuovere un turismo sostenibile che valorizzi i territori senza comprometterne l’integrità».

 «Dobbiamo rendere consapevole il mondo che ci osserva della centralità dell’agricoltura e delle aree rurali non solo in termini economici – ha sottolineato Dominga Cotarella, presidente Nazionale Terranostra –. Senza l’agricoltura saremmo un paese più povero anche in termini di bellezza. Siamo leader nel turismo enogastronomico, rurale ed esperienziale e lo dobbiamo all’agricoltura. Mi complimento con questo corso in una università prestigiosa e all’avanguardia. Sicuramente un’esperienza che farà scuola».

Per Vincenzo Abbruzzese, presidente Terranostra Calabria, «il cibo, che rappresenta un elemento sempre più significativo dell’esperienza turistica, assume una rilevanza ancora maggiore in questi casi».

«Poiché – ha aggiunto – l’emigrazione ha riguardato aree agricole e le tradizioni a tavola sono espressione più diretta del legame con la terra. Ben il 96% dei viaggiatori delle radici in Italia ha apprezzato la cucina locale e l’80% ha fatto acquisti di cibo o bevande».

«Sono felice che il protocollo d’intesa sottoscritto dal Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche, di cui sono la referente, e Coldiretti Calabria dia i primi risultati – ha detto Sonia Ferrari, professore di Marketing del Turismo e di Marketing Territoriale all’Unical –. Questo corso formazione sul ‘Marketing per lo sviluppo turistico in ambiente agricolo e in aree rurali’ può rappresentare un importante strumento di sviluppo per le aree rurali e interne calabresi, oltre che un supporto verso la diversificazione e la crescita per molte imprese del settore agricolo».

Il connubio fra turismo ed agricoltura non è importante solo per attrarre nuovi segmenti di mercato ma anche per promuovere la qualità in entrambi i settori. Spinge, infatti, l’agricoltura verso modelli di gestione più efficienti e mette in luce risorse del territorio di grande valore. Inoltre, va in direzione di una crescente sostenibilità turistica e favorisce la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale delle destinazioni. Ringrazio Coldiretti per la sensibilità mostrata nel voler realizzare un progetto di questo tipo. (rcs)

Coldiretti Calabria e Unical insieme per promuovere il Turismo delle Radici e la sostenibilità.

Mercoledì 20 novembre, all’Unical, alle 12, al Dipartimento DiScAG, sarà presentato il nuovo corso di alta formazione in “ Marketing per lo Sviluppo Turistico in Ambiente Agricolo e Aree Rurali”.

Si tratta di un progetto formativo che nasce dalla convenzione recentemente siglata tra il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (DiScAG) dell’Unical e Coldiretti Calabria, con l’obiettivo di valorizzare il turismo nelle aree rurali della regione, che vantano una forte vocazione agricola e agrituristica.

Intervengono Enrico Parisi Delegato Nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Franco Rubino –Direttore Dipartimento Scienze Aziendali e Giuridiche; Vincenzo Abbruzzese – Presidente Regionale Terranostra Calabria; Sonia Ferrari Docente Marketing del Turismo e di Marketing Territoriale; Tiziana Nicotera Docente a Contratto Unical; Carmelo Troccoli – Direttore Generale Fondazione Campagna Amica; Dominga Cotarella Presidente Nazionale Terranostra Coldiretti e Franco Aceto Presidente Regionale Coldiretti Calabria.

Nel pomeriggio alle 15.30, nella Sala Sport & Salute di Piazza Matteotti a Cosenza, ci sarà un incontro/confronto con le aziende agrituristiche calabresi per analizzare le criticità e le opportunità del settore.

«Sono felice che il protocollo d’intesa sottoscritto dal Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche, di cui sono la referente, e Coldiretti Calabria dia i primi risultati», ha detto la prof.ssa Ferrari.

«Questo corso formazione sul ‘Marketing per lo sviluppo turistico in ambiente agricolo e in aree rurali’ – ha concluso – può rappresentare un importante strumento di sviluppo per le aree rurali e interne calabresi, oltre che un supporto verso la diversificazione e la crescita per molte imprese del settore agricolo». (rcs)

CORIGLIANO ROSSANO – Domenica a giornata regionale del Ringraziamento di Coldiretti

Domenica 10 novembre, a Corigliano Rossano, alle 10.30, a Piazza Steri, si terrà la 74esima Giornata Regionale del Rigraziamento di Coldiretti Calabria.

La manifestazione, che ha per tema La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile prevede, dopo il raduno dei trattori a Piazza Steri, alle 11 la Santa Messa nella Cattedrale di Maria Santissima Achiropita celebrata da Mons. Maurizio Aloise, durante la quale saranno offerti all’altare del Signore i frutti della terra e del lavoro dell’uomo.

Al termine la benedizione dei partecipanti e dei mezzi agricoli. Il tema della Giornata apre al Giubileo che è alle porte.

«Stiamo vivendo – ha detto il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – un tempo importante di semina. Gli agricoltori offrono speranza e con questa giornata istituita nel 1951 lo vogliono testimoniare”. La semina – scrive Coldiretti – oggi può essere declinata in due modi: il primo è la salvaguardia del terreno, il secondo e il coinvolgimento delle giovani generazioni».

«I disastri recenti in Europa, in Italia e anche in Calabria – ha aggiunto – ci ricordano quanto sia importante porre fine al consumo di suolo, che ha ridotto la produzione alimentare e riduce la possibilità di assorbimento idrico. La cementificazione ha conosciuto, tra le conseguenze più rilevanti, l’aumento del rischio idrogeologico, che allarma sempre ed in questo contesto, c’è bisogno di salvaguardare l’ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare la biodiversità, come chiede l’art. 9 della Costituzione italiana». (rcs)

Coldiretti Calabria: Per il Ponte di Ognissanti attesi ottomila turisti

Sono circa 8 mila i turisti italiani e stranieri che hanno deciso di trascorrere il Ponte di Ognissanti in una delle oltre 500 strutture agrituristiche presenti in Calabria. Lo ha reso noto Coldiretti Calabria /Terranostra Campagna Amica, evidenziando l’appeal della campagna come meta di un turismo sempre più green e sostenibile.

Circa il 75% degli ospiti attesi per il pernottamento saranno italiani, con una durata media di due notti, anche se si conferma la presenza di uno zoccolo duro di stranieri richiamati anche dal turismo delle radici un fenomeno sempre di più in crescita.

«A trainare le visite nelle campagne sono soprattutto le esperienze offerte dagli per la stagione autunnale – sottolinea Coldiretti –, con la possibilità di partecipare alle attività di raccolta o di scoprire gusti e segreti di settori in crescita.

L’enoturismo è ormai una realtà consolidata, insieme all’oleoturismo, con i frantoi che offrono l’opportunità di visite e degustazioni. Coldiretti ricorda che in Calabria (dati Istat) ci sono 2050 aziende con almeno un’attività connessa che vanno dalle fattorie sociali, didattiche, artigianato, vendita diretta, trasformazione di prodotti, acquacoltura. Ma sempre più attenzione riscuotono anche il turismo della birra e quello dei formaggi, oltre alle numerose sagre che in questo periodo arricchiscono l’offerta soprattutto nelle zone interne, con le specialità autunnali grandi protagoniste, dai funghi, tartufi e castagne.

Negli ultimi anni è cresciuto anche il fenomeno delle eco-vacanze, con un italiano su quattro che (25%) pratica ormai il turismo sostenibile, secondo un’indagine Coldiretti/Noto Sondaggi, puntando sul km zero, sulla Dieta Mediterranea e sul biologico, ma anche scegliendo strutture ricettive “green”.

«Il Ponte di Ognissanti conferma il trend registrato questa estate di crescita del turismo esperienziale, del quale gli agriturismi rappresentano l’interprete più rappresentativo – ha sottolineato Vincenzo Abbruzzese, presidente di Terranostra Campagna Amica –. Ma il week end rappresenta anche il primo banco di prova in vista delle vacanze invernali». (rcz)

Coldiretti Calabria: Nel lametino ingenti danni all’agricoltura

Centinaia e centinaia gli ettari invasi dall’acqua e dal fango con danni alle produzioni . oliveti, agrumeti, serre,vivai, vigneti, ortaggi il tutto invaso dall’acqua, mezzi e attrezzature di produzione che galleggiavano e strade rurali franate. È il primo bilancio dei danni provocati dal maltempo emersi da un monitoraggio di Coldiretti Calabria che,  con il presidente Franco Aceto, il direttore Cosentini, insieme al presidente zonale Notarianni, il direttore Bozzo e il segretario di zona Meringolo hanno istituito una unità di crisi per seguire l’evolversi della situazione che è destinata ad aggravarsi.

 Gli eventi calamitosi hanno inferto un duro colpo al comparto agricolo lametino e hanno compromesso in modo irreparabile le campagne di raccolta e le conseguenti perdite di prodotto. Nella zona di Lamezia, si riscontrano danni agli oliveti e agrumeti con i campi invasi letteralmente dall’acqua, il livello è salito sino alla chioma degli agrumi, gli oliveti invece benché preservati dalle chiome alte ritarderanno la raccolta delle olive a causa dei terreni impantanati che non consentono la raccolta meccanizzata, poiché è letteralmente impossibile pensare di addentrarsi con i mezzi. La qualità e la quantità dell’olio ne risentirà notevolmente.

Le chiome delle agrumi sono immerse nell’acqua limitando la raccolta laddove era iniziata e alterando notevolmente la qualità del prodotto e aumentando le perdite. Nel settore serricolo si registrano danni alle strutture e alle coltivazioni ortive con perdite anche del 100% nelle zone di maggiore ristagno acquoso.

Ad aggravare la situazione anche gli smottamenti che si sono registrati nelle zone poco al di sopra della piana lametina colpendo particolarmente i vicini comuni di Pianopoli, Maida, e Nocera Terinese, San Pietro a Maida,Curinga e in queste zone è molto praticato il terrazzamento delle coltivazioni tra cui vigneti, oliveti. Lo straripamento del fiume Amato nel comune di Maida ha isolato diverse aziende agricole, che nonostante l’ incessante pioggia hanno affiancato con i mezzi propri i soccorsi della Protezione Civile, del Consorzio di Bonifica e altro enti preposti nelle operazioni di ripristino della viabilità.

«È evidente – ha sottolineato Aceto – che quello che è accaduto, è una priorità nel contesto di una emergenza regionale e abbiamo già rappresentato alle Istituzioni la gravità della situazione per avviare le prime misure di sostegno. Ancora una volta gli agricoltori devono fare i conti non solo con un mercato in piena evoluzione ma con un clima che mette a  dura prova il coraggio e la speranza di ricominciare». (rcz)

Intesa tra Coldiretti e Unical per Turismo delle radici e promozione delle aree rurali

Favorire lo sviluppo turistico in alcune aree rurali della regione, particolarmente vocate all’attività agricola e agrituristica. È questo l’obiettivo dell’accordo siglato tra Coldiretti Calabriae il Dipartimento di Scienze aziendali e Giuridiche dell’Unical.

Nei giorni scorsi, infatti, si è svolto un incontro fra il direttore regionale di Coldiretti Calabria, Francesco Cosentini, il presidente di Coldiretti Cosenza, Enrico Parisi e la professoressa Sonia Ferrari, docente di Marketing del Turismo e di Marketing Territoriale dell’Università della Calabria. Oggetto dell’incontro è stata la definizione delle future azioni da intraprendere nell’ambito della convenzione.

«L’accordo, siglato – ha spiegato Cosentini – rappresenta un passo importante per entrambe le istituzioni. Coldiretti Calabria, da sempre impegnata nella difesa e nella promozione dell’agricoltura e del Made in Italy e l’Unical, punto di riferimento accademico e di ricerca per il territorio, che insieme  metteranno in campo competenze e risorse per la valorizzazione del patrimonio rurale e di chi vi abita».

Si tratta di un progetto teso ad incentivare lo sviluppo turistico attraverso la valorizzazione delle risorse locali ‘autentiche’, legate in particolar modo alla produzione agricola e alla filiera agro-alimentare. Si tratta delle risorse su cui puntare per rivolgersi ai turisti del settore enogastronomico: un segmento di visitatori in grande crescita negli ultimi anni che in Calabria potrebbe divenire uno dei principali target turistici, oltre che uno strumento di sviluppo sostenibile per rivitalizzare piccoli comuni ed aree rurali, coinvolgendo l’intera comunità e, in primo luogo, le giovani generazioni.

Il progetto prevede una fase di formazione degli operatori turistici che include l’offerta di servizi di marketing per favorire le attività di promozione e di vendita di prodotti e servizi, anche all’estero; unite a un’ attività di ricerca per definire le attese e il livello di soddisfazione dei turisti, il gap dell’offerta turistica da colmare e altri aspetti riguardanti il miglioramento della qualità dei servizi erogati e per accrescere l’efficacia dell’intero progetto.

La convenzione prevede una serie di iniziative congiunte, tra cui: progetti di ricerca e innovazione: sviluppo di studi e ricerche per individuare nuove strategie di promozione del turismo agrituristico e delle eccellenze agroalimentari locali.

Formazione e sensibilizzazione: organizzazione di seminari, workshop e corsi di formazione rivolti a studenti, agricoltori e operatori del settore per migliorare le competenze e le conoscenze relative al turismo rurale e agrituristico.

Con il Turismo delle radici, infatti, si recuperano affetti familiari, a partire dai luoghi e dalle tradizioni del proprio passato. Un segmento turistico divenuto oggi un fattore attrattivo dei nostri territori sempre più rilevante. Gli italiani residenti all’estero, siano essi di prima generazione oppure discendenti di origini italiane, rappresentano un bacino di potenziali viaggiatori di ritorno in grado di generare un forte legame emotivo con i luoghi di appartenenza, che ha come effetto anche quello di amplificare la conoscenza e il richiamo del Made in Italy nel mondo.

«Il turismo delle radici” salva le bellezze e l’economia dei piccoli borghi, da dove è partita l’emigrazione, soprattutto nella nostra terra – ha detto Vincenzo Abbruzzese, presidente di Terranostra Calabria –. La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzata dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale anche per la nostra Calabria. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi e, a garantire l’ospitalità nei piccoli centri, c’è la rete di Campagna Amica con i nostri agriturismi». (rcs)

Coldiretti Calabria: Avviare campagna vaccinale contro lingua blu

È necessario «e tempestivo l’avvio immediato di una campagna vaccinale per salvare le aziende e formaggi pregiati  quali il pecorino crotonese e del Monte Poro a marchi Dop». È quanto ha chiesto Coldiretti Calabria Calabria, in merito all’emergenza lingua blu, «un problema molto serio che preoccupa molto gli allevatori della Regione».

«Siamo a più di cinquanta casi – ha rilevato l’Associazione – ma forse sottostimati, non più circoscritti alla sola provincia di Crotone che è quella più colpita. Per circoscrivere nel più breve tempo l’epizozia, oltre all’intervento delle autorità sanitarie preposte occorre denunciare subito il focolaio per attivare i protocolli di sicurezza predisposti dalla Regione d’intesa con i comuni. Secondo le stime di Coldiretti, sono qualche  migliaio gli animali morti a causa della malattia che sta dilagando».

Coldiretti da tempo ha lanciato un appello nel chiedere un impegno alle istituzioni per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, individuando anche  forme di risarcimento o comunque misure di sostegno e su questo c’è il massimo impegno.

«La lingua blu (blue tongue) – ha spiegato Coldiretti – è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto, un moscerino del genere Culicoides – spiega Coldiretti -. Non colpisce l’uomo e non infetta comunque il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale. Il diffondersi della malattia ha portato al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende».

«Per tutelare gli allevatori – ha spiegato l’Associazione – occorre sorvegliare e monitorare anche effettuando  controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti».

«Nel 2023 – ha avvertito Coldiretti – le importazioni in quantità di ovini e bovini vivi sono aumentate del 16%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat». (rcz)