STAITI (RC) – Le Muse consegnano libri per la Biblioteca Comunale

In occasione della Giornata delle Donne, l’Associazione Cultutale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio consegneranno dei libri alla Biblioteca comunale “Tommaso Campanella” di Staiti.

«Un appuntamento, questo, che ne risente delle restrizioni a causa del Covid ma che vuole essere segno e luce per la comunità intera» ha dichiarato il presidente Muse, Giuseppe Livoti.

L’Associazione, infatti, donerà libri, pubblicazioni di arte, poesia, musica, teatro, letteratura saranno donate affinché ne possano usufruire i ricercatori, gli studiosi e coloro i quali vorranno approfondire le loro conoscenze.

Il presidente Livoti ribadisce che si è pensato ad arricchire questa istituzione per rinnovare ed implementare il patrimonio librario così come è nelle priorità dell’amministrazione comunale di Staiti con l’attento sindaco avv. Giovanna Pellicanò.

Il protocollo che “Le Muse” firmeranno vedrà anche una presa di impegno con il comune affinché, con l’arrivo della bella stagione, con cadenze da concordare, il Laboratorio di Lettura e Teatro con la sua referente Clara Condello inviterà alla riflessione ed alla condivisione di testi, con la presenza di autori, per animare  momenti di lettura per la cittadinanza di Staiti e non solo, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni, anche con testi sulla letteratura calabrese.

Una giornata simbolica quella dedicata alla donna che è anche un momento di riflessione, di ricordo sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile così come verrà ribadito dal primo cittadino “donna” avv. Giovanna Pellicano’ in apertura dell’evento e dal presidente del Consiglio Comunale, prof. Leone Campanella, mentre la vice presidente Muse, dott.ssa Orsola Latella, si soffermerà sulla letteratura al femminile, e concluderà la dott.ssa Clara Condello su il suo approccio di donna scrittrice e poetessa. 

Un momento, dunque, per riflettere e pensare, uno scambio che sarà promosso anche da vari collegamenti sui media e che cercherà di sopperire alle difficoltà di incontrarsi per scambiare pareri, giudizi ed opinioni in un momento come questo per fare memoria anche dei numerosi femminicidi (le donne sono state uccise principalmente in ambito affettivo/familiare (90% nel primo semestre 2020) e da parte di partner o ex partner (61%). Tutti dati questi in continuo aumento e che attestano un degrado della società e della civiltà in cui viviamo. (rrc)

In copertina, Livoti, Pellicanò e Campanella

REGGIO – Celebrata da Le Muse la Giornata mondiale delle Malattie Rare

L’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria ha celebrato, alla Chiesa di San Giorgio alla Vittoria, la Giornata Mondiale delle Malattie Rare.

Una celebrazione, quella per la Giornata Mondiale delle Malattie Rare che ha trovato ospitalità, alla parrocchia di San Giorgio alla Vittoria, guidata da don Nuccio Cannizzaro, che con Le Muse ed i suoi soci ha instaurato, essendo “chiesa degli artisti” un rapporto di cooperazione e collaborazione.

«Una iniziativa questa – ha ribadito in apertura dei lavori il presidente Muse Livoti – che da continuità ai precedenti ampi dibattiti sul sociale, e sull’inserimento del singolo con una malattia rara nella rete di relazioni, idea nata a voluta per la città di Reggio Calabria della psicologa dott.ssa Rosaria Melissi».

L’incontro, organizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi Calabria, ha visto la premessa della Melissi che ha subito chiarito come il  titolo scelto per l’evento è Lo sguardo: diversità espressive dell’io, espressione evidente dell’importanza che il corpo esprime nel relazionarci con l’ Altro. Il corpo visibile di ognuno è corpo sociale, costantemente immerso nelle relazioni che influenza e ne viene influenzato ed il modo in cui la persona si vede e il modo in cui l’Altro lo vede, prospettive in costante dialettica tra loro, prospettive irriducibili una nell’altra.

Nella realtà delle malattie rare, diviene di fondamentale importanza educare alla conoscenza di cosa vuol dire malattia rara e moltiplicare le prospettive, affinché lo sguardo dell’altro faccia vivere alla persona con “malattia rara” l’esperienza di vedere il proprio essere nella sua complessità. La dirigente Orsola Latella, vicepresidente Muse, si è soffermata sullo sguardo come riflessione comune, lo sguardo considerato come totalità delle forme, in cui gli occhi, rappresentano appunto un linguaggio, linguaggio muto.

Lo sguardo è condivisione di se, è visione, espressione e dovrebbe condurre oltre le apparenze. Importante è avere uno – sguardo lungo -, prendendo le distanze dai modelli omologati per approdare così a quel superamento tra ragione e sentimento come dimostrato dalla “coraggiosa gioventù scolastica” molto rigida e severa nell’ambito dell’autoapprendimento.

Il dott. Vincenzo Nociti, direttore Unità Operativa Complessa Geriatria – Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli, ha iniziato il suo intervento partendo dal concetto di Primo Levi, ovvero che «la dignità e la sicurezza di sé che nascono dall’esercitare un’arte per cui si è preparati».

Oggi, il linguaggio del corpo passa dal mittente al ricevente e nel declino della nostra società odierna non è facile interagire con gli altri poiché ci vuole la capacità di capirsi. L’uomo vale per quello che è, ma la malattia rara a volte non ci fa relazionare come vorremmo. Ha proprio ragione Aristotele – ha concluso il noto professionista Nociti, ricordando  che l’anima è la struttura stessa del corpo e dirige il funzionamento dei suoi organi per mantenerlo in vita. Quando l’anima lascia il corpo, questo diventa un corpo senza vita.

Il presidente Muse Livoti in qualità di docente d’arte, si è soffermato sul ruolo dell’occhio nella sguardo mettendo in evidenza un artista del passato come Gericault che con alcuni ritratti ha rappresentato una grande novità nel panorama artistico contemporaneo, trattando tematiche nuove e uniche con la volontà di approfondire in modo analitico la diversità psicologica umana con raffigurazioni di malati mentali che assumono la stessa dignità che possono avere le rappresentazioni dei nobili o degli alti prelati ed ancora Magritte che porta l’osservatore a “immaginare” per dare un senso surreale ad inedite “prospettive visive”.

Importante la rielaborazione della tematica affidata agli artisti de Le Muse Cristina Benedetto,  Pierfilippo Bucca, Daniela Campicelli, Maria Teresa CeretoMimma Gorgone, Antonella Laganà, Silvia Laganà, Adele Leanza, Francesco Logoteta, Emanuela Lugarà, Angelo Meduri, Santina Milardi, Grazia Papalia, i quali hanno restituito con tecniche miste, l’iride di occhi ritrovati con la sensazione del tempo perduto che delinea nel nostro -volto- la geografia della vita. (rrc)

REGGIO – Le Muse celebrano la Giornata Mondiale delle Malattie Rare

L’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere celebra la GIornata Mondiale delle Malattie Rare con un evento in programma per domani, alle 18, alla Parrocchia di San Giorgio alla Vittoria di Reggio Calabria.

Con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi Calabria, si terrà, dunque, una celebrazione,  che prevede con una veste più introspettiva, ricordano gli organizzatori, la psicologa Rosaria Melissi ed il presidente Muse Giuseppe Livoti, che hanno voluto tale celebrazione per andare così a ricercare le diverse tracce che ognuno di noi porta nel proprio vissuto, attraverso lo sguardo dell’Altro.

Pensiero che prenderà forma con testimonianze tra psicologia e arte alla ricerca di quello sguardo che esprime le diversità espressive dell’Io”. La Giornata Mondiale delle Malattie Rare, così, punta all’“Essere Visti” con una prospettiva sia interpersonale, sia soggettiva e intrapersonale. E importanti le testimonianze di Don Nuccio Cannizzaro, parroco di San Giorgio della Vittoria – chiesa degli Artisti di Reggio Calabria, della dott.ssa Orsola Latella, vicepresidente ass. Le Muse e già dirigente scolastico, del prof. Giuseppe Livoti, presidente ass. culturale Le Muse e presidente Pinacoteca Area Grecanica di Bova Marina, della dott.ssa Rosaria Melissi, psicologa e del dott. Vincenzo Nociti, direttore Unità Operativa Complessa Geriatria – Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli.

Ed ancora, le attestazioni “virtuali” di artisti reggini quali Cristina Benedetto, Pierfilippo Bucca, Daniela Campicelli, Maria Teresa Cereto, Mimma Gorgone, Antonella Laganà, Silvia Laganà, Adele Leanza, Francesco Logoteta, Emanuela Lugarà, Angelo Meduri, Santina Milardi, Grazia Papalia, virtualità in cui l’occhio è protagonista di quella geografia dell’anima e della vita, segno tangibile del nostro essere. (rrc)

REGGIO – Le Muse ricordano Sergio Caristo

La sezione Dimore storiche dell’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria ha ricordato Sergio Caristo, proprietario della storica villa scomparso recentemente.

Il presidente Muse prof. Giuseppe Livoti, ha ricordato l’interesse e la finalità del sodalizio reggino per la promozione di residenze che rappresentano la storia architettonica della regione con particolare attenzione alla provincia di Reggio Calabria. Ed infatti Caristo, più volte, in qualità di proprietario dell’importante villa a Stignano, è stato presente in vari importanti eventi tra cui il “Progetto Casa Reale” promosso da Le Muse, Melito tv e dall’ing. Bruno Taverna che, nell’ultimo biennio, hanno realizzato una vera e propria schedatura virtuale di residenze dal grande valore storico-artistico.

Ed ancora, l’evento all’Archivio di Stato di Rc, diretto a suo tempo dalla dott.ssa Mirella Marra che per l’occasione presentò documenti attinenti l’importante edificio come la planimetria del fondo Scinà a Stignano,  con la pianta di Villa Caristo (a. 1908 atti Istruttori,  causa Minici-Caristo).

Livoti fa memoria anche della signorilità e disponibilità del noto professionista Sergio Caristo, volto alla divulgazione e promozione della struttura di proprietà della sua famiglia con l’unica presentazione a Reggio del volume che ricostruisce la storia dell’edificio che conserva, all’interno, affreschi con la raffigurazione di Pentidattilo, Placanica, San Luca e Chorio.

Villa Caristo è l’esempio più significativo dell’arte barocca in Calabria,  edificata sulle rovine di una villa di epoca romana appartenuta al patrizio romano Stenius da cui sarebbe poi derivato il nome dell’attuale Stignano. La costruzione sarebbe da attribuire ad epigoni del Vanvitelli o del Sanfelice o del Vaccaro, che la idearono, spronati dal fervore edilizio avvenuto nel napoletano durante il periodo borbonico. Ai piedi della scala di accesso vi è il gruppo marmoreo raffigurante Tancredi che battezza Clorinda morente (canto XII della Gerusalemme Liberata), unico in Italia e nel Mondo.

Il presidente Giuseppe Livoti e la prof.ssa Marinella Malgeri sono  vicini alla famiglia e annunciano, appena si potranno riprendere le attività, un evento per ricordare Sergio Caristo, mecenate di una residenza,  definita da Alfonso Frangipane, «la piu’ bella e la piu’ architettonica della regione, degna dei dintorni di Napoli, come di Torino settecentesca e di Catania barocca»(rrc)

REGGIO – Le Muse in ripartenza tra protocolli e collaborazioni

L’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria rilancia il nuovo anno sociale con nuove ed inedite attività, considerando la pandemia e le problematiche collegate agli assembramenti, che potrebbero accadere nello svolgersi di varie manifestazioni.

«Occorreva dunque non avendo potuto inaugurare ad ottobre – ha dichiarato il presidente Giuseppe Livoti – dare un segno di ripresa e di fiducia ai soci e simpatizzanti. E, così, in occasione dell’ Epifania insieme al Consiglio Direttivo ed alla vice presidente Orsola Latella, si è pensato di riunire tutti i soci per essere parte attiva di una celebrazione eucaristica solenne presso la Chiesa degli Artisti di San Giorgio alla Vittoria – tempio degli Artisti, accolti con entusiasmo da Don Nuccio Cannizzaro».

Le Muse, già invitate da Don Nuccio Cannizzaro al Tempio della Vittoria, al suo arrivo circa due anni fa, oggi,  non dimenticando l’accoglienza di mons. Giorgio Costantino, già parroco al Soccorso, approdano in quello che è il riferimento fisico delle associazioni culturali e service di Rc San Giorgio alla Vittoria, tempio degli artisti da Napoli in giù.

Una messa solenne è stata così celebrata, in cui don Nuccio, da buon liturgista e cerimoniere, ha accolto a braccia aperte, la nota associazione reggina che ha presentato ai presenti per la prima volta il nuovo Consiglio Direttivo.

«…È questo il luogo di ritrovo della città – ha ribadito più volte don Nuccio – e… questo tempio, rinato a nuova vita, a poco a poco restituito ad un nuovo splendore, vede oggi “Le Muse” animare il primo evento sacro dell’anno. Non a caso il giorno dell’Epifania, giorno che serve per contemplare i sentimenti, per ripensare il cammino dei magi, tradizione della Chiesa, della tradizione antica della Chiesa e Le Muse oggi ripartono in cammino per cercare di recuperare quel senso di fratellanza e fraternità perduto in questi mesi».

Il presidente Livoti, ha ricordato, anche, le adesioni all’evento: dal presidente di Nuovo Giangurgolo Oreste Arconte, alla presidente Adisco Franca Arena Tuccio, da Roberta Zehender, presidente Associazione Volontari Ospedalieri ai vari soci del Lions Area Grecanica, che hanno creato, tutti insieme, la suggestione nel rito sacro.

Livoti, a fine celebrazione, ha letto la preghiera degli artisti che richiama il mondo distratto, e che dovrebbe «mostrare o meglio dare forma» a qualcosa di Dio attraverso la propria individualità creativa. Presenti anche numerosi pittori, scultori, fotografi reggini, segno questo, per la vice presidente Muse Orsola Latella «del voler recuperare quel tempo della memoria che è andato perduto e che si ritrova nell’unione dei vari linguaggi».

Ai saluti finali, a Don Nuccio è stato consegnato il distintivo Muse in argento, creato per l’occasione dell’orafo Giovani Malavenda, ed è stato ricordato come nei prossimi giorni verrà presentato un importante protocollo di intesa con il comune di Staiti e vari eventi, sul rapporto dell’arte e della sua sacralità, proprio in sinergia con il tempio di San Giorgio creando dei veri e propri approfondimenti, utili alle nuove generazioni di artisti della città e provincia di Reggio Calabria. (rrc)

REGGIO – Le Muse ripartono con la celebrazione augurale alla Chiesa degli Artisti

«In occasione dell’Epifania, insieme al Consiglio Direttivo ed alla vicepresidente Orsola Latella, si è pensato di riunire tutti i soci per essere parte attiva di una celebrazione eucaristica solenne presso la Chiesa degli Artisti di San Giorgio alla Vittoria – tempio degli Artisti, accolti con entusiasmo da Don Nuccio Cannizzaro».

Lo ha reso noto Giuseppe Livoti, presidente dell’Associazione Culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere”, invitando gli artisti della città di Reggio a partecipare alla Santa Messa, che si concluderà con la Preghiera degli Artisti.

«L’Associazione Culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria – ha spiegato Livoti – dopo avere rinnovato il Consiglio Direttivo per riaprire con il nuovo Anno Sociale, ed esattamente il 21esimo con le sue attività, ha subìto, in questi mesi, una fase d’arresto a causa della pandemia.Un periodo lungo e difficile, perché il sodalizio è un vero e proprio punto di riferimento della città. Lo dimostrava la sua apertura settimanale con le varie attività, dal Laboratorio Teatrale al Coro delle Muse, dal Laboratorio di Poesia ai Videodibattiti. Questi eventi animavano la vita dei tantissimi soci, diversi per età e per interessi, ma tutti insieme riuniti per tracciare quel solco della diversità formativa che la cultura deve pretendere». 

«Un luogo libero, “Le Muse” – ha detto ancora Livoti – aperto a tutte le idee sociali, umane e politiche, mai volte al “pensiero unico”, perché crediamo che la diversità di opinione e formazione, sia il valore aggiunto del nostro tempo. In questi mesi, la virtualità dei mezzi di comunicazione e, le sporadiche occasioni di incontro hanno fatto emergere come l’essere umano sia rimasto –isolato – nel loro mondo, a volte nella loro tragedia: l’associazionismo è vita, vitalità, conoscenza». 

«Tra le tante affermazioni nei nostri continui contatti telefonici – ha proseguito il presidente del sodalizio reggino – è stato bello e utile sentire come, per alcuni, gli appuntamenti domenicali venivano definiti momenti –profani – dopo la santa messa. Ci si sentiva uniti nel rispetto di quel senso di familiarità che, ogni settimana, riusciva anche a riunire, presso presso la storica sede di via San Giuseppe, più di cento persone. Occorreva dunque con l’arrivo del nuovo anni creare un segno, un simbolo pur se di lenta ripresa». (rrc)

REGGIO – Le Muse ripartono con gli eventi culturali estivi

A Reggio, ripartono anche gli appuntamenti culturali organizzati dall’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere.

Quest’anno, «potrebbero denominarsi “pochi ma buoni”, gli appuntamenti dell’Estate 2020, finalizzati sempre alla cultura ed alla promozione» ha spiegato Giuseppe Livoti, presidente de Le Muse, e proprio domani, è in programma la cerimonia di apertura degli eventi estivi – ma solo per i soci – all’Hotel Excelsior, dove il presidente Livoti presenterà la nuova Sezione dedicata alle Dimore storiche ed al patrimonio.

«Tale rinnovamento – si legge in una nota – viene fatto, proprio in base agli ultimi interessi delle Muse, rivolte ad una vera e propria catalogazione nel Progetto Casa Reale insieme a Melito tv, che ha scoperto nel tempo un patrimonio di inestimabile valore.  La delegata per questo biennio è la prof.ssa Marinella Malgeri, imprenditrice ma conosciuta per avere recuperato in toto uno splendido Palazzo Liberty di famiglia a Bova Marina».

Nell’ambito della serata che vedrà la lettura di testi di Leonida Repaci con Clara Condello, referente Laboratorio Teatrale Muse e l’attrice Manuela Barbaro con la collaborazione dell’artista Adele Leanza, ci sarà la presentazione degli eventi che si alterneranno fino al mese di settembre e che già per domenica prossima prevedono un importante nome di un noto giornalista calabrese presso il Cortile delle Muse, mentre nelle prossime settimane si alterneranno momenti dedicati all’arte e alle tradizioni presso sedi e luoghi identitari. (rrc)

 

REGGIO – Le Muse presentano la “Scultura per rinascere” di Saglio

Si chiama Scultura per rinascere, l’opera della scultrice Marinetta Saglio presentata da Giuseppe Livoti, presidente de Le Muse di Reggio Calabria, nell’ambito di una serie di eventi divulgativi su arte, pittori, scultori e fotografi del panorama italiano.

Il presidente Giuseppe Livoti ricorda che, nonostante questo stop obbligato, che mortifica ed annulla gli innumerevoli sforzi in questi anni, i momenti già vissuti nel tempo, ricchi di convivialità e di crescita dei suoi numerosi soci, «non mancano gli stimoli culturali e, soprattutto, artistici, volti anche a porre l’attenzione di grandi personalità della cultura con i loro messaggi, sul periodo che stiamo vivendo. Interessante il simbolismo plastico di Marinetta Saglio  fotografa dei divi e scultrice di successo, che, proprio in queste settimane ha realizzato una Scultura per rinascere».

 

«Per noi delle Muse – ha ricordato Giuseppe Livoti – Marinetta Saglio appartiene anche alla nostra storia, storia recente, in quanto già premiata nello scorso mese di ottobre con il Premio Muse Ventennale che vede il sodalizio ormai da tanti anni, dare un riconoscimento a chi ha effettivamente lasciato una traccia indelebile nella storia umana, artistica, culturale, sociale, sportiva o nel mondo dello spettacolo».

Da critico d’arte Livoti, non poteva non amplificare il messaggio dell’inedita opera dell’artista Saglio. Un cuore ideale, costruito su un equilibrio di esili corpi è l’idea narrante della realizzazione, scultura, in cui esili corpi diventano, forza, coraggio e tensione armonica in un bronzeo “tutt’uno organico”. L’idea della continuità delle braccia, che non “trattengono” ma “sostengono” questo vuoto di forma, conserva per Livoti il senso che Marinetta Saglio ha voluto dare all’opera: un voler riprendere quella “sospesa danza della vita” che Matisse realizzò nel 1910.

Cuore che è forza ma, anche, centro della mente umana, sintesi di spiritualità e voglia di ricominciare. Una micro fusione che si si augura possa essere realizzata in una dimensione –urbana-, collocandola in un prossimo futuro, magari nelle piazze d’Italia per fare memoria dei numerosi decessi che il Covid ha generato.  “Mettevo le luci, mettevo in posa la persona, poi guardavo gli occhi e, nel momento in cui questi occhi mi parlavano, io scattavo”. In questo modo Marinetta Saglio Zaccaria, con le sue fotografie, ha catturato l’anima di personaggi del mondo della moda come Versace, Armani, Ferrè, Valentino, del mondo dello spettacolo come Fellini, Julia Roberts, Raffaella Carrà, Renato Zero, Ornella Vanoni, Eleonora Giorgi e tantissimi altri personaggi.

Vissuta e cresciuta a Napoli, città che ama moltissimo, Marinetta ha frequentato il Liceo Artistico e la Facoltà di Architettura, alla fotografia è approdata per caso. Trasferitasi a Roma dopo il matrimonio, il direttore di un piccolo giornale, amico di suo marito, le chiede di fare delle foto. Ha iniziato così a realizzare una serie di servizi fotografici. Fu mandata, un giorno, a Cinecittà per fotografare Fellini, si ritrovò in uno studio buio, dove in un angolo c’erano due lampade per il cinema, usò quel tipo di illuminazione anche in seguito per altri soggetti, in altri ambienti.

Mentre scatta fotografie e continua a dire a tutti che lei non è una fotografa e che vuole diventare un architetto, Marinetta incontra sul suo cammino Eleonora Giorgi, attrice, moglie di Angelo Rizzoli. La Giorgi, dopo il primo servizio, definito” il più bello della mia vita”,  non la lascia più e le apre le porte dei più importanti giornali italiani: Amica, il Corriere della Sera, tutti i giornali della Rizzoli, poi il campo si allarga all’Espresso, Gente, Oggi, etc. Ha fatto manifesti per spettacoli teatrali di Barbara De Rossi, di Massimo Ranieri. La copertina dell’ultimo disco di Ornella Vanoni.  (rrc)

 

GIOIOSA JONICA (RC) – Con Le Muse si riscopre il patrimonio artistico della città

Gli appuntamenti del Laboratorio delle Arti e delle Lettere – Le Muse di Reggio Calabria, proseguono con successo: questa volta, l’appuntamento si è spostato a Gioiosa Jonica, al Palazzo Comunale.

Lì, più di 50 soci de Le Muse si sono confrontati con il sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, l’assessore alla Cultura, Lidia Ritorto e i giovani della Pro Loco sul patrimonio storico-artistico della provincia di Reggio Calabria.

«Da vent’anni – ha dichiarato Giuseppe Livoti, presidente de Le Muse – nella programmazione dell’Associazione è parte integrante la conoscenza dei beni calabresi che, nel tempo, abbiamo cercato di scoprire o riscoprire cercando anche di valorizzare, promuovendoli, beni architettonici e culturali a volte sconosciuti».

Il sindaco Fuda, in apertura, ha messo in evidenza l’attuale suo operato, in interazione continua con il territorio così come testimoniano le numerose presenze in occasione anche del Fai con l’apertura di monumenti “poco visibili” ed ancora,  come tutto dall’enogastronomia alle attività quali il ricco mercato domenicale, animano una zona ionica in grande ripresa ed inserimento nei circuiti delle cittadine virtuose della Calabria. 

L’assessore alla cultura Lidia Ritorto, ringraziando Le Muse per il momento di scambio ed interazione, ha espresso la necessità di rendere la cittadina alla portata di turista: «stiamo operando in tale senso, e la visita dei soci Muse è anche occasione per fare circuito, proponendo un servizio guida che vede impegnati giovanissimi “obiettori di coscenza” nella qualità di guide esperte».

Suggestiva la visita partendo dalla storia sul nome di Gioiosa parola che pare sia quella che deriva dal greco Ghe (“terra”) e Eliose (“solatia”). Dunque “Geliosa” (o “Geoliosa”) vale a dire “terra solatia”, “città del sole” alla descrizione di Edward Lear, sul Diario di un viaggio a piedi nel 1847 la descriverà così: «Noi non abbiamo città al nostro paese così bellamente situate come Gioiosa. […] una grande e ben costruita città, sulla sponda ristretta del fiume…».

Ed ancora, la conoscenza di Palazzo Amaduri e della sua prestigiosa realtà museale con la parte archeologica greca direttamente dalla zona del Naniglio, la Pinacoteca con opere d’arte sacra in cui emerge tra le altre cose l’antico culto della Madonna di Polsi o la suggestiva sezione dedicata al mondo marino e floreale dello scultore Sacco.

Ricordato anche lo stile classico della chiesa dell’Addolorata, ed i suoi stucchi policromi opera dell’artista Francesco Gangemi di Cittanova e l’imponente artistico gruppo ligneo della Pietà (2,00 x 2,00) del 1862 dello scultore Giuseppe Cavaleri di Grotteria.

Aperta, per l’occasione, la settecentesca residenza del barone Macrì, oggi non più abitata ma, nell’attenzione dell’Amministrazione comunale viste le sue stanze riccamente decorate con pitture tardo ottocentesche e liberty e per l’assessore Ritorto fiore all’occhiello della Gioiosa “nobile ed imponente”.

Aperta anche per “Le Muse” la Villa romana del Naniglio, edificata verso la fine del I sec. a.C. che con gli scavi archeologici, condotti tra il 1981 e il 1986 da Alfonso de Franciscis, hanno posto all’attenzione  per l’eccezionale stato di conservazione, la grande cisterna ipogea a tre navate, alla quale si accedeva in antico dal livello superiore per mezzo di una scala a chiocciola.

La copertura della cisterna è costituita da un insieme di volte a crociera, sorrette da otto pilastri quadrati disposti in due file. Lo scambio del gonfalone tra il presidente Livoti ed il sindaco Fuda ha sancito dunque, la cooperazione tra le due realtà attestando la passione e l’interesse per promuovere il “bello storico” che è patrimonio attivo e fattivo che va protetto e diffuso. (rrc)

 

REGGIO – Premio Muse, consegnato il Premio “Sezione Personalità Calabresi”

Nella giornata di ieri, a Reggio, alla Chiesa di Santa Lucia, è stato consegnato il Premio Muse – Sezione Personalità Calabresi al Maestro Enza Cuzzola.

Il premio rientra nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione del Ventennale del Laboratorio delle Arti e delle Lettere – Le Muse, guidato da Giuseppe Livoti e, per questo evento, per i 20 anni del Coro Muse.

L’evento è cominciato con i saluti di don Mimmo Cartella, parroco della Chiesa di Santa Lucia, di Irene Calabrò, assessore alla Cultura Comune di Reggio Calabria, che si è soffermata  sull’importanza di «promuovere manifestazioni con le realtà che operano nel nostro territorio anche richiamando alla memoria, il lavoro, l’operato di associazioni che consegnano un momento fruitivo, poiché solo condividendo, la città può crescere, emergere e costruire cultura ed occorre dare onore al merito a chi lavora con sacrificio, gratuità e passione».  

Il presidente Muse, Giuseppe Livoti, ha ribadito che, «dopo avere istituito il Premio Muse, riconoscimento che da 20 anni viene assegnato a volti e personalità importanti del panorama nazionale e non solo e che ha avuto testimonial di eccellenza, si è pensato in questo nuovo anno sociale, di creare una Sezione dedicata alle personalità calabresi che, rimaste nei nostri territori operano e danno risalto alla nostra Calabria».

La scelta è ricaduta su Enza Cuccola, donna che vanta, per la sua attività, un ricco curriculum e che «ha ricercato e cerca nel suo lavoro l’armonia unendo intere generazioni e ruoli nel nome della musica anche, nella qualità di formatrice e docente e di direttrice del Coro Voci Bianche “Doremì” dell’I.C.S. De Amicis Bolani (classificato al San Carlo di Napoli come il migliore d’Italia, del Coro dell’Associazione Le Muse – Laboratorio di Arti e Lettere  di Reggio Calabria o con la co-direzione insieme alla sorella Maestro Marina Cuzzola del Coro Giovanile Laudamus di Reggio Calabria, e scrittrice di successo con “Limpido cielo blu” Poesie Acca Edizioni Roma 2015».

Ad arricchire l’evento, il Coro Giovanile Laudamus, il duo Dolci Melodie con i Maestri Mattia CampoAngela Vadalà, che hanno reso omaggio a Riz Ortolani e a Franco Zeffirelli.

Grande conclusione con il gruppo storico del Coro Muse che, accompagnato dall’abilità alla chitarra del Maestro  Francesco Ammendolia, hanno fatto viaggiare il pubblico nelle tradizioni popolari siciliane e calabresi in cui il –leitmotiv- è stato il tema della sacra famiglia, della maternità di Maria, annunciando la resurrezione e dunque la Pasqua. (rrc)