IN CALABRIA È EMERGENZA ABITATIVA:
NECESSARIO UN PIANO PER RIDURRE IL GAP

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Migliaia di famiglie calabresi continuano a vivere in condizioni di disagio abitativo, senza una prospettiva concreta di miglioramento. È il desolante quadro emerso dal report sul disagio abitativo in Calabria, realizzato da Uil CalabriaUniat Calabria, che chiedono alla Regione un piano straordinario per affrontare  il disagio abitativo nella regione.

La Corte dei Conti, infatti, nella sua relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’evidenziare la lenta crescita della spesa a livello generale, ha rilevato come «si evidenziano ritardi per molti progetti, in particolare nei casi in cui la realizzazione risulta maggiormente complessa (ovvero, quando si tratta di opere pubbliche)».

«Prendendo a riferimento i progetti rientranti nel PINQuA – si legge – che rappresenta la misura del Piano più strettamente connessa alla questione abitativa, oltre un terzo di essi presenta dei ritardi rispetto alla rispettiva programmazione temporale; inoltre, circa l’80 per cento di tali ritardi si concentra nelle fasi precedenti l’avvio dei lavori».

Nonostante gli interventi di riqualificazione, manutenzione ed efficientamento consentano di ampliare gli alloggi disponibili, opportunamente recuperando quelli sfitti perché difficilmente
utilizzabili, per la Corte dei Conti “si è forse persa un’occasione per aumentare gli sforzi di edificazione di nuovi alloggi”.

Mentre in Italia sono 650 mila le famiglie che aspetta l’assegnazione di un alloggio pubblico, questo mentre l’edilizia residenziale pubblica è costretta a districarsi tra difficoltà burocratiche e pratiche, la Calabria, nel 2016, registrava 11.117 domande inevase, pari a un’incidenza di 13,8 domande ogni 1.000 nuclei familiari residenti. Questo dato evidenzia un significativo fabbisogno di alloggi sociali nella regione. L’incidenza è di 13,8 domande ogni 1.000 nuclei familiari residenti, una delle più alte in Italia. Questo indica una carenza strutturale di alloggi disponibili, non adeguata
a rispondere al fabbisogno abitativo della popolazione più vulnerabile.

Non risultano, poi progetti specifici in Calabria legati all’efficientamento energetico di immobili ERP finanziati con risorse del Pnrr. Questo suggerisce una carenza di interventi mirati nel miglioramento delle condizioni abitative pubbliche, considerando che molti immobili ERP sono datati e richiederebbero interventi di ristrutturazione e miglioramento energetico per ridurre i costi e aumentare la vivibilità.

Le abitazioni energivore gravano sulle famiglie a basso reddito. A livello nazionale, ancora, solo il 14% delle famiglie più povere ha accesso a questo tipo di abitazioni. Per la Calabria, non sono disponibili dati dettagliati sugli alloggi a canone calmierato, ma la regione soffre probabilmente di un’offerta limitata, come riflettono i dati generali sul Sud Italia. Solo una piccola percentuale delle famiglie calabresi riesce ad accedere ad alloggi a canone calmierato, a causa di una disponibilità limitata. Il problema è particolarmente grave nel contesto della povertà diffusa nella regione, con un numero elevato di famiglie che rientrano nelle fasce più basse di reddito.

«L’assenza di interventi significativi per la riqualificazione di edifici ERP nella regione conferma la necessità di politiche più incisive per affrontare il disagio abitativo e migliorare la qualità degli alloggi», viene sottolineato dal sindacato nel report, ricordando come servono «politiche che prevedono l’intervento sul territorio attraverso il Pnrr che si esplica nella progettazione dei cosiddetti PINQuA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare). Il Programma è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), nell’ambito della Missione 5 “Coesione e inclusione”, componente 2, investimento 2.3».

Approfondendo il dato relativo alla Calabria emerge che i 57 progetti presentati per il finanziamento attraverso il PINQuA sono concentrati in tre città: Corigliano-Rossano, che ne ha presentati 38 per un valore di 45 milioni di euro e una spesa ferma (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul portale Openpnrr) all’8,6%; Lamezia Terme, con 16 progetti per un valore di 118 milioni di euro e una spesa ferma al 7,9% (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul
portale Openpnrr) e Reggio Calabria, che ha presentato 3 progetti per un totale di 54 milioni di euro e una spesa ferma all’8,6% (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul portale Openpnrr).

Nel report vengono sottolineati i numeri relativi agli interventi del Pnrr a valere sull’Ecobonus. In Calabria sono stati presentati 1845 progetti che sono stati finanziati con 439 milioni di euro a valere sul Pnrr e con 483 milioni di euro di investimenti in totale.

Nella relazione della Corte dei conti manca completamente il dato riferito agli interventi a carico di immobili di Edilizia
residenziale pubblica.

«È importante sottolineare – si legge – che quando parliamo di finanziamento totale questo è il risultato dei finanziamenti del Pnrr, dei cofinanziamenti dello Stato, degli enti locali e dei
privati. Per quanto riguarda la riforma degli alloggi universitari in Calabria viene segnalato 1 solo progetto
per un finanziamento totale pari a 3,9 milioni di euro».

Sono, invece, 8 gli interventi del Pnrr finalizzati al potenziamento dell’Housing first (innanzitutto la
casa) e stazioni di posta per persone senza fissa dimora. L’investimento ha lo scopo di aiutare le persone senza dimora ad accedere facilmente all’alloggio temporaneo, in appartamenti o in case di accoglienza, e offrire loro servizi completi sia con il fine di promuoverne l’autonomia che per favorire una piena integrazione sociale. Il finanziamento a valere sul Pnrr ammonta a 6,8 milioni di euro.

Per quanto riguarda, infine, il Programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, approvato nell’ambito del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è finalizzato ad intervenire sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica
con l’obiettivo di migliorare l’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico degli edifici, nonché di implementare e migliorare le aree verdi nell’ambito urbano di pertinenza degli immobili, anche al fine di ridurre la segregazione ed esclusione sociale, oltre a situazioni di degrado ed obsolescenza, si segnalano 49 progetti, per un finanziamento a valere sul Piano nazionale complementare pari a 97,7 milioni di euro, con 75 gare bandite e 25 gare aggiudicate.

Non può essere trascurato, infine, il fatto che in Calabria sono 450 mila appartamenti vuoti o inutilizzati (circa il 40% del totale degli immobili), mentre in tutta Italia gli immobili inutilizzati sono 8,2 milioni.

Davanti a questo stato di cose, «la Uil Calabria e l’Uniat Calabria – si legge nella nota – hanno elaborato delle proposte che vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale. Per affrontare l’emergenza serve: un Piano straordinario per l’edilizia pubblica, che porti alla costruzione di nuovi alloggi e recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato».

«E, ancora – hanno proseguito – interventi mirati all’efficienza energetica degli immobili per ridurre i costi e migliorare la vivibilità e la creazione di un’Agenzia regionale per l’abitare: Un ente unico per gestire il patrimonio pubblico, coordinare le politiche abitative e sviluppare progetti di edilizia sociale».

«Il rafforzamento dei fondi per l’affitto – continua la nota – misure contro gli sfratti e incentivi per alloggi a canone calmierato per supportare i bisogni delle fasce più deboli della popolazione e la riqualificazione delle periferie e rilancio dei borghi per contrastare il degrado e favorire l’inclusione sociale».

«La casa è un diritto umano fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani – viene ribadito – che deve essere tutelato. In una regione come la Calabria, dove il 48,6% della popolazione vive in stato di deprivazione, è indispensabile considerare l’abitare come una politica di welfare prioritario per garantire inclusione e dignità sociale». (ams)

La Uil Calabria accoglie il Prefetto di CZ Castrese De Rosa 

La Uil Calabria ha accolto, nella sua sede regionale di Catanzaro, il Prefetto Castrese De Rosa.

La sua visita, infatti, è stato «un momento – ha detto il sindacato –  di grande rilevanza che conferma limportanza del dialogo tra le istituzioni e il mondo sindacale, soprattutto in una fase cruciale per il futuro del nostro territorio».

«La presenza del Prefetto De Rosa – continua la Uil – rappresenta unopportunità significativa per avviare un confronto sui temi centrali per la Calabria: il lavoro, lo sviluppo economico, il contrasto alla disoccupazione, la lotta alle disuguaglianze sociali e la tutela dei diritti dei lavoratori. Insieme, possiamo esplorare soluzioni concrete per affrontare le criticità che affliggono la nostra comunità, ponendo al centro lobiettivo di una crescita inclusiva e sostenibile».

«Durante l’incontro – ha proseguito – sono stati illustrati i punti cardine delle battaglie sindacali della Uil Calabria, con particolare attenzione alla necessità di rafforzare le infrastrutture, creare occupazione stabile e tutelare i servizi pubblici essenziali. È stata inoltre un’occasione per ribadire l’impegno della Uil nella promozione di un modello di sviluppo che valorizzi le risorse del territorio, combatta la precarietà e favorisca il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro di tutti i cittadini calabresi».

«Ringraziamo il Prefetto Castrese De Rosa – ha detto ancora il sindacato – per la sua sensibilità verso i temi del lavoro e del welfare, che rappresentano il cuore della nostra missione. Siamo convinti che la collaborazione tra il mondo istituzionale e quello sindacale sia il pilastro fondamentale per costruire una Calabria più giusta, moderna e solidale».

«La Uil Calabria – conclude la nota – rinnova il suo impegno a essere una voce autorevole e responsabile al fianco di lavoratori, pensionati e giovani, e si augura che questo incontro rappresenti un ulteriore passo verso un dialogo costruttivo e un’azione comune per il bene della collettività». (rcz)

Senese e Comi (Uil): Adeguare a livello nazionale legge per potenziare Osservatorio contro violenza di genere

Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria e Anna Comi, coordinatrice Cpo Uil Calabria, hanno sollecitato «un adeguamento nazionale che estenda quanto già disposto dalla Legge Regionale n.38 del 23 novembre 2016 e dalle successive modifiche del 2017».

«La legge istitutiva dell’Osservatorio, già potenziata con l’integrazione da 5 a 10 rappresentanti delle associazioni, rappresenta un importante presidio a livello regionale per il contrasto alla violenza di genere», hanno sottolineato, chiedendo al Consiglio regionale «di agire, con urgenza, per aggiornare la legge regionale e assicurare che anche le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative possano contribuire con il proprio supporto e le proprie competenze in seno all’Osservatorio».

Una richiesta fatta alla luce del decreto del 12 aprile 2022 (GU n.111 del 13/5/2022) emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, che stabilisce la presenza di tre rappresentanti sindacali tra gli organismi consultivi, è necessario che anche la normativa regionale venga allineata ai nuovi criteri nazionali. Tale decreto richiede che le leggi regionali adeguino entro 90 giorni le disposizioni esistenti, includendo le organizzazioni sindacali tra i membri dell’Osservatorio.

«Solo attraverso un’efficace sinergia tra istituzioni e parti sociali – hanno proseguito – si potrà rafforzare la lotta contro la violenza di genere, garantendo una rete di sostegno e prevenzione efficace su tutto il territorio».

In occasione degli Stati Generali sulla Violenza contro le Donne, tenutisi il 21 novembre e organizzati dall’Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere, la UIL Calabria, con il Coordinamento delle Pari Opportunità, ha firmato il Protocollo d’Intesa per il “coordinamento delle azioni a contrasto della violenza domestica e di genere”. Questo protocollo impegna i soggetti firmatari a promuovere iniziative concrete per contrastare la violenza, stimolando settori pubblici e privati a prendersi una chiara responsabilità su questo drammatico problema.

«La Uil Calabria e il Coordinamento per le Pari Opportunità hanno concluso Senese e Comi – ribadiscono il proprio impegno a supportare tutte le iniziative a tutela delle vittime di violenza e a promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza. Adeguare la legge regionale non è solo un atto formale, ma un passo fondamentale per offrire una risposta unitaria e concreta contro la violenza di genere. (rcz)

CATANZARO – Una Panchina rossa contro la violenza sulle donne

Domani mattina, a Catanzaro, alle 10.30, al piazzale automobilistico, sarà inaugurata una Panchina Rossa voluta da Ferrovie della Calabria, congiuntamente alla Uil Calabria e alla Uil Trasporti.

L’iniziativa è stata organizzata in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed è volta, anche, a sensibilizzare il personale l’utenza sul tema e diffondere il numero 1522, nato appositamente per denunciare violenze di genere.

All’inaugurazione della panchina rossa parteciperanno il presidente di Ferrovie della Calabria, Ernesto Ferraro; la Segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese, il Segretario generale della Uil Trasporti Catanzaro – Vibo Valentia, Benedetto Cassala e il Segretario provinciale Autoferrotranvieri della Uil Trasporti, Maria Rosaria Pisanelli.

Anche presso l’autostazione di Ferrovie della Calabria di Cosenza, sarà collocata una panchina rossa a testimoniare l’attenzione che Ferrovie della Calabria, Uil Calabria e Uil Trasporti rivolgono al tema della violenza contro le donne.

«Ancora molte donne – hanno scritto i promotori dell’iniziativa – sono vittime di discriminazioni o soprusi, bisogna quindi prendere coscienza e valorizzare il ruolo della donna nella vita quotidiana e specialmente nei luoghi di lavoro». (rcz)

AGGRESSIONI AL PERSONALE FERROVIARIO
IN CALABRIA È RECORD NEGATIVO: +57%

di ANTONIETTA MARIA STRATI – In Calabria le aggressioni denunciate dal personale ferroviario crescono, invece di diminuire. Sono 11, infatti, gli episodi di violenza denunciati, con un aumento del 57% rispetto al 2023, anno in cui i casi erano stati 7. Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale, che registra, invece, una diminuzione del 19% contro gli episodi di violenza e rilevato dal report realizzato da Uil CalabriaUil Trasporti Calabria.

«Questo aumento – si legge nel report – pone la Calabria in una posizione critica, evidenziando la necessità di interventi mirati per la sicurezza del personale ferroviario nella regione. Rispetto al dato nazionale, poi, è importante segnalare che la Calabria raggiunge la quota del 5,34% delle aggressioni denunciate in tutta Italia.

Il dato calabrese potrebbe essere attribuibile a una combinazione di fattori socioeconomici e infrastrutturali, tra cui: condizioni sociali e economiche: La Calabria è tra le regioni con maggiori difficoltà economiche e con alti tassi di disoccupazione.

Questi fattori possono generare tensioni sociali che si riflettono anche sul personale ferroviario, percepito come rappresentante di un servizio pubblico.

E ancora, infrastrutture e servizi. La qualità del servizio ferroviario in Calabria soffre di carenze strutturali rispetto ad altre regioni. Treni obsoleti, ritardi e insufficienza delle linee regionali potrebbero contribuire al malcontento dell’utenza, che a volte si manifesta in atteggiamenti aggressivi nei confronti del personale.

E, infine, mancanza di sicurezza sui treni e nelle stazioni. La Calabria presenta una minore presenza di agenti di sicurezza nelle stazioni e sui treni rispetto ad altre regioni. Questo ridotto presidio può facilitare episodi di violenza, poiché i potenziali aggressori sanno di avere un basso rischio di intervento immediato.

«Il trend crescente in Calabria – scrive la Uil – contrasta con la media nazionale in calo. Questo potrebbe indicare una particolare vulnerabilità del personale Trenitalia nella regione, forse legata a dinamiche sociali o a specifici problemi di sicurezza nelle stazioni o a bordo dei treni calabresi. La crescita del 57% delle aggressioni, si tratta uno dei coefficienti più alti in tutto nazione, fanno peggio il Lazio (109%) e le Marche (106%) è un dato preoccupante che richiede attenzione da parte delle autorità locali e nazionali».

Lo è anche alla luce del fatto, come si desume dal Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente, che in Calabria il numero dei viaggiatori è in calo ed è stimato attorno a 11 mila unità. Ma, soprattutto, se lo si legge in rapporto al numero delle corse giornaliere esercitate in Calabria che, sempre secondo i dati raccolti da Legambiente, sul trasporto regionale si attestato a 294 corse giornaliere (183 per Trenitalia e 111 per Ferrovie della Calabria), mentre in Lombardia, per fare un esempio da usare a metro di paragone, le corse registrate sono 2173. I dati dimostrano che la Calabria rappresenta un’area di criticità per quanto riguarda la sicurezza del personale Trenitalia.

«Per comprendere meglio la situazione della Calabria – si legge – è utile confrontarla con altre regioni che hanno registrato variazioni significative: Lazio: Un aumento del 109% (da 11 a 23 casi) indica una problematica simile a quella calabrese, forse legata all’elevato flusso di pendolari e ai conseguenti disservizi che generano tensioni. Liguria: Un calo drastico del 45% (da 33 a 18 casi) potrebbe essere il risultato di iniziative efficaci per aumentare la sicurezza, come la collaborazione con le forze dell’ordine e l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Marche: La regione ha visto un incremento del 160% (da 5 a 13 casi), il che suggerisce che problematiche legate a carenze nel servizio possano innescare situazioni analoghe a quelle calabresi».

Dati, quelli emersi dal report, che preoccupano la segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena SeneseNatale Spadaro, segretario generale di Uil Trasporti Calabria, sottolineando la necessità di «un intervento immediato e mirato per garantire la sicurezza del personale ferroviario, proponendo: l’aumento della presenza di forze di sicurezza nelle stazioni e a bordo dei treni, come già attuato in altre regioni con risultati positivi».

«E, ancora – hanno aggiunto – la formazione specifica per il personale per la gestione di situazioni di tensione, allo scopo di prevenire l’escalation di comportamenti aggressivi da parte dell’utenza, da abbinare al lancio, di campagne di sensibilizzazione per promuovere il rispetto verso il personale ferroviario e sensibilizzare i passeggeri sull’importanza del servizio offerto».

«Senza dimenticare – hanno sottolineato – l’importanza di dare corso ad investimenti nelle infrastrutture ferroviarie per migliorare la qualità del servizio, riducendo disservizi che generano frustrazione e aggressività».

Da qui, l’appello e il sollecito da parte di Senese e Spadaro, a tutte le autorità locali e nazionali «a intervenire prontamente, adottando le misure raccomandate per proteggere i lavoratori e migliorare l’esperienza dei passeggeri in Calabria. Solo attraverso un impegno congiunto e una risposta decisa sarà possibile ridurre il numero di aggressioni e creare un ambiente di lavoro sicuro per il personale ferroviario». (ams)

 

Uiltec e Uil Calabria: Bonifica di Crotone, da questione di contrapposizione a questione di opportunità

«Non è più procrastinabile l’avvio della bonifica di un territorio che aspetta da tanto, troppo tempo. E’ necessaria, indispensabile e urgente, perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività». È quanto ha dichiarato Daniela Paris, segretaria nazionale della Uiltec Calabria, nel corso del Consiglio Regionale della Uiltec Calabria, svoltosi a Lamezia Terme, e al quale ha partecipato tutto il gruppo dirigenziale calabrese dell’organizzazione sindacale, tra cui il segretario regionale di Uiltec, Vincenzo Celi e la segretaria generale della Uil, Mariaelena Senese.

«È necessaria, indispensabile e urgente – ha sottolineato – perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività. Accogliamo in modo estremamente positivo la proposta del direttore generale del Dipartimento Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Luca Proietti, in occasione della sua recente visita in Calabria, che ha lanciato l’istituzione di un tavolo tecnico in Prefettura, a Crotone, con tutti i soggetti istituzionali, politica, associazioni datoriali e sindacati».

«Il risanamento ambientale, sociale e industriale di Crotone e della Calabria – ha ribadito – passano da una vera, leale e concreta bonifica anche del terreno del confronto politico ed istituzionale verso una strategia sinergica e di cooperazione che favorisca un approccio costruttivo al problema della bonifica di Crotone. L’ambiente, la salute dei cittadini di Crotone, non si curano con i vincoli, con gli atti che dimostrano una determinazione piuttosto che un’altra ma trovando soluzioni».

«Non interessa più a nessun crotonese, a nessun calabrese, chi ha detto no o si – ha concluso – la bonifica del SIN di Crotone deve partire».

Il segretario Celi, nel suo intervento, ha ribadito la volontà di «cambiare la narrazione che sta dentro l’interlocuzione tra le parti che guardano alla bonifica di Crotone, un’area industriale che è tra le grandi del Sud e non può non essere utilizzata e valorizzata».

«Occorre produrre idee e progettualità – ha sottolineato – altrimenti temiamo che la bonifica non si faccia più. Troppi vincoli posti e troppi ricorsi al Tar. Eni deve essere indotta ad investire, come avvenuto in altre parti di Italia, con, ad esempio, progetti di economia circolare, possibilità di rifiuti trasformati in biocarburanti. Vogliamo essere attori principali e non spettatori di questa straordinaria e complicata partita che guarda al destino della Calabria, ma non solo».

«Lo stesso generale Emilio Errigo, commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di Crotone, in una recente dichiarazione stampa – ha aggiunto – ha sostenuto che la bonifica dei siti di interesse nazionale, e quindi anche Crotone, sono una questione nazionale. Per noi, la bonifica di Crotone non è una questione di contrapposizione ma di opportunità».

«Si tratta di una pagina drammatica della nostra regione – ha sottolineato Maria Elena Senese –. Il Sin è stato istituito nel 2002. Siamo davanti ad un caso evidente di politica tardiva che è stata incapace di risanare un ecosistema ambientale, sociale, industriale ed occupazionale».

«Quello a cui stiamo assistendo è uno scontro istituzionale – ha concluso – che continua a discostarsi dal vero problema che caratterizza il Sin, ovvero la permanenza dei rifiuti e delle sostanze inquinanti a Crotone. Conosciamo bene i numeri elevati dei malati oncologici legati a questo territorio, moltissime persone sono morte. C’è una responsabilità da parte di tutti. Noi non abbasseremo la guardia e continueremo a far battaglia.

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Governo garantisca ripristino fondi per AV SA-RC

di MARIAELENA SENESE – La Uil Calabria esprime una ferma opposizione ai tagli paventati dal governo ai fondi del Pnrr destinati alla realizzazione di alcuni lotti dell’alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. Questa decisione, rilanciata da organi di stampa nazionale, se confermata rischia di compromettere uno dei progetti infrastrutturali più importanti per il nostro territorio, è inaccettabile e deve essere rivista con urgenza.

Il collegamento ferroviario ad alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria rappresenta un’opportunità fondamentale per il rilancio economico della Calabria. Non solo contribuirà a ridurre i tempi di percorrenza e migliorare l’accessibilità, ma stimolerà anche lo sviluppo turistico e commerciale della regione. Tagliare i fondi per questo progetto significa negare al Sud Italia un diritto fondamentale alla mobilità e all’integrazione con il resto del Paese.

La realizzazione di questa infrastruttura è cruciale per attrarre investimenti e migliorare le condizioni di vita dei cittadini calabresi. La Uil Calabria è convinta che il taglio di questi fondi potrebbe portare a una stagnazione economica, aggravando la già precaria situazione occupazionale della nostra regione. Ogni euro investito in infrastrutture è un euro investito in occupazione e sviluppo, e ogni taglio rappresenta una perdita irreparabile di opportunità per i nostri giovani e per le generazioni future.

Il Pnrr è stato concepito per ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. I tagli ai fondi destinati all’alta velocità ferroviaria vanno in direzione opposta rispetto agli obiettivi di coesione e sviluppo stabiliti dalla Commissione Europea e dal governo italiano. È fondamentale che il governo mantenga gli impegni assunti e destini le risorse necessarie per completare questo progetto, non solo per la Calabria, ma per il futuro di tutta l’Italia.

Chiediamo pertanto al governo di rivedere immediatamente questa posizione e di garantire il ripristino dei fondi per il progetto di alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. È essenziale avviare un confronto serio con le parti sociali e le istituzioni locali per pianificare e rendere esecutivi i progetti infrastrutturali strategici per la Calabria.

La Uil Calabria è pronta a mobilitarsi per difendere il diritto alla mobilità e allo sviluppo del nostro territorio. Ci aspettiamo che il governo ascolti le voci dei lavoratori, delle associazioni e dei cittadini calabresi, riconoscendo l’importanza di investire in infrastrutture che possono realmente cambiare il volto della nostra regione. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

Uil Calabria e Uil Scuola lancia l’allarme per i tagli alla scuola

Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria e Andrea Codispoti, segretario generale Uil Scuola Calabria, hanno espresso preoccupazione per i tagli previsti dalla nuova Legge di Bilancio ai danni dei docenti e del personale Ata, che rappresentano una minaccia grave per il sistema scolastico calabrese e per il diritto allo studio degli studenti della regione.

«Sono tagli che colpiscono il cuore dell’educazione – hanno evidenziato –. Il piano del Governo di ridurre il numero di docenti e collaboratori scolastici appare come una vera e propria scure che si abbatte sulla scuola. Questi tagli non solo compromettono il normale funzionamento delle istituzioni educative, ma mettono a rischio l’intera struttura dell’offerta formativa, in particolare nelle aree interne della Calabria».

«Qui, le scuole non sono solo luoghi di istruzione – hanno proseguito – ma autentici presidi di legalità, centri di aggregazione sociale per le famiglie e un simbolo tangibile della presenza dello Stato in territori spesso afflitti da infiltrazioni mafiose».

«Si tratta di un rischio reale per le comunità locali – hanno ribadito –. Il taglio dei collaboratori scolastici rischia di portare alla chiusura di molti plessi scolastici nelle zone più remote della regione, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti. Questo non solo priverà le comunità locali del loro punto di riferimento educativo, ma avrà anche ripercussioni sul sistema dei trasporti pubblici e sulle infrastrutture stradali regionali, già in difficoltà. Il danno sarà duplice: da un lato la desertificazione scolastica, dall’altro un sovraccarico del sistema viario e dei trasporti».

«La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria sottolineano, con forza – hanno detto ancora – che questi tagli vanno a compromettere il diritto fondamentale allo studio, negando agli studenti calabresi l’accesso a un’istruzione di qualità. La scuola deve rimanere un presidio sul territorio, capace di garantire non solo l’apprendimento, ma anche la sicurezza e la coesione sociale».

«In qualità di rappresentanti dei lavoratori del settore scolastico – hanno concluso – chiediamo al Governo di rivedere queste decisioni, evitando che a pagare siano, come sempre, le fasce più vulnerabili della popolazione, e di riconoscere il ruolo centrale della scuola nella costruzione di un futuro più equo e solidale». (rcz)

L’OPINIONE / Mariaelena Senese e Francesco De Biase: La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata

di MARIAELENA SENESE E FRANCESCO DE BIASE – La Uil Calabria vuole portare all’attenzione delle istituzioni regionali una questione di fondamentale importanza: la condizione dei caregiver familiari. I caregiver, che si occupano quotidianamente dell’assistenza a familiari non autosufficienti, anziani, malati cronici o disabili, rappresentano una parte essenziale del nostro sistema di welfare.

La Calabria è una delle regioni con il più alto tasso di popolazione anziana, con una rete di servizi sociali e sanitari pubblici carente e una medicina del territorio che non decolla. In molte aree, i caregiver familiari sono l’unico vero sostegno per le persone non autosufficienti, supplendo a una carenza cronica di servizi pubblici. Nonostante il loro ruolo cruciale, i caregiver affrontano gravi difficoltà.

Intanto, in Calabria si avverte la necessità di dare concretezza alla regolamentazione specifica che, dopo il varo all’inizio del 2024, riconosce il lavoro dei caregiver familiari. Ci chiediamo se gli incentivi economici previsti dalla norma siamo già stati messi a disposizione dei 214 mila caregiver calabresi.

È importante ricordare, poi, che l’impegno del caregiver non è solo fisico, ma anche psicologico. Senza un sistema di supporto adeguato, i caregiver si trovano spesso ad affrontare situazioni di stress e isolamento.

Molti caregiver si trovano a dover gestire patologie complesse senza avere una preparazione adeguata o un supporto professionale. La formazione è scarsa, rendendo la gestione dell’assistenza ancora più difficile e rischiosa.

Alla luce di queste problematiche, vogliamo proporre alla Regione una serie di interventi urgenti volti a migliorare le condizioni di vita dei caregiver e a garantire un’assistenza adeguata alle persone non autosufficienti.

Come primo passo, dunque, la Regione Calabria dovrebbe attivarsi per un riconoscimento di contributi figurativi ai fini pensionistici, affinché il tempo dedicato alla cura non venga penalizzato nel calcolo della pensione futura, dopo aver riconosciuto formalmente il loro lavoro di donatori di cura.

Chiediamo, poi, la destinazione dei finanziamenti previsti dal Fondo per il sostegno del ruolo di cura ed assistenza del caregiver familiare che, sfruttando circa 850 mila euro messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, da destinare alla copertura di: sostegni economici diretti per le famiglie con anziani o disabili non autosufficienti e servizi di assistenza domiciliare per alleggerire il carico di lavoro dei caregiver, garantendo momenti di sollievo e permettendo loro di prendersi cura della propria salute.

La Regione deve investire nell’espansione e nel potenziamento dei servizi di Assistenza domiciliare integrata, garantendo: maggiore accesso a professionisti sanitari a domicilio, in modo da supportare i caregiver nella gestione di malattie croniche e nella somministrazione di terapie; servizi di sollievo, che prevedano l’intervento di assistenti sociali o operatori sociosanitari per alcune ore al giorno o alla settimana, in modo da permettere ai caregiver di avere del tempo libero per sé.

Chiediamo l’istituzione di un programma regionale di formazione gratuita per i caregiver, che possa fornire loro le competenze necessarie per affrontare con maggiore sicurezza e competenza la gestione quotidiana dell’assistenza. Questi corsi dovrebbero riguardare aspetti pratici, psicologici e sanitari, offrendo anche strumenti per gestire lo stress emotivo che spesso accompagna il lavoro di cura.

La Uil Calabria propone l’istituzione di centri di supporto psicologico per i caregiver, con la creazione di una rete di servizi di ascolto e di gruppi di auto-aiuto. È essenziale fornire supporto emotivo ai caregiver, che spesso affrontano situazioni di solitudine e stress cronico.

Infine, è importante che la Regione promuova accordi con le aziende per facilitare i caregiver che lavorano. Proponiamo l’introduzione di: orari di lavoro flessibili o forme di telelavoro per permettere ai caregiver di conciliare il lavoro con i compiti di assistenza e congedi retribuiti per i caregiver, in modo che possano affrontare periodi particolarmente difficili senza dover subire penalizzazioni economiche.

La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata. Questi cittadini svolgono un compito fondamentale, spesso in silenzio e con sacrifici personali enormi, ma non possono e non devono essere lasciati soli. La Uil Calabria si fa portavoce delle loro esigenze e chiede alla Regione di attuare misure concrete che migliorino la loro qualità della vita e che garantiscano un’assistenza dignitosa e adeguata alle persone non autosufficienti.

La riforma del welfare regionale deve passare anche da qui: dal riconoscimento e dal sostegno a chi si prende cura dei più fragili. La Uil Calabria continuerà a vigilare e a sostenere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei caregiver e delle loro famiglie. (ms e fdb)

[Mariaelena Senese e Francesco De Biase sono rispettivamente segretaria generale Uil Calabria e segretario generale Uil Pensionati Calabria]

A Cosenza inaugurato il Centro di ascolto mobbing & stalking

È stato inaugurato, a Cosenza, il Centro di Ascolto Mobbing e Stalking, promosso dalla Uil Calabria, dal Dipartimento nazionale Mobbing&Stalking della Uil e dal Coordinamento Pari Opportunità, con l’obiettivo di «fare rete insieme contro la violenza».

L’iniziativa è stata ufficializzata, alla presenza di Alessandra Menelao, Responsabile nazionale dei Centri di ascolto Uil Mobbing e stalking, presso gli uffici della Camera sindacale territoriale della Uil di Cosenza, guidata dal Segretario generale, Paolo Cretella.

All’inaugurazione dello sportello, che è stata impreziosita dalla firma di un protocollo d’intesa fra la Uil Calabria, rappresentata dalla Segretaria generale Mariaelena Senese, e il Centro anti violenza Roberta Lanzino, presieduto da Roberta Attanasio, era presente anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il vice questore aggiunto della polizia di Cosenza, Roberta Martire, e il luogotenente dei Carabinieri, Riccardo Lupinacci.

Fare rete insieme contro la violenza è l’obiettivo condiviso dal Coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria, guidato da Anna Comi, che ha raccolto l’invito del Dipartimento nazionale Mobbing&stalking ad aprire uno sportello di ascolto nel territorio di Cosenza.

«Quello che abbiamo inaugurato a Cosenza – ha detto la Coordinatrice delle Pari opportunità della Uil Calabria, Anna Comi — è uno spazio importante dedicato a coloro che vivono il dramma del mobbing, dello stalking e, tragicamente, della violenza contro le donne. Uno spazio importante non solo per le vittime ma anche per la nostra organizzazione che da oggi si approccerà alla questione con ancora più sensibilità e partecipazione. Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan, ma una chiamata all’azione per tutti noi, unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima».

L’iniziativa rappresenta un momento fondamentale per la promozione della lotta contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di fornire un punto di riferimento per le vittime di mobbing e stalking. Lo sportello offrirà supporto, consulenza e assistenza a tutte le persone che subiscono tali forme di violenza, con particolare attenzione alle donne, spesso le più vulnerabili in queste situazioni.

Ne è convinta anche Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di Ascolto Uil Mobbing e stalking della Uil, che durante il suo intervento ha messo in risalto il grande impegno messo in campo dal sindacato calabrese ed ha sostenuto la necessità di replicare quanto fatto a Cosenza in tutta la Calabria.

«È necessario – ha detto Alessandra Menelao – concentrarsi sulla prevenzione, anche con corsi di formazione, a partire dalla scuole primarie, per diffondere una vera cultura del rispetto di genere. È fondamentale, inoltre, che le vittime si rivolgano alle organizzazioni preposte e ai centri d’ascolto come quello che abbiamo appena inaugurato a Cosenza per trovare operatori che possano aiutarle ad affrontare questo percorso, spesso doloroso».

Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan per la Uil Calabria, ma una chiamata all’azione per tutta la comunità: unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima.

«Un punto di riferimento importante – ha dichiarato Senese – per tutte le donne che subiscono violenza e quando parliamo di violenza non è solo quella fisica ma ci sono forme di violenza più subdola che riguardano l’ambito domestico e lavorativo. Lo sportello che abbiamo aperto a Cosenza vuole essere un punto di riferimento per tutte quelle donne che vogliono denunciare, sarà un punto di riferimento per tutte quelle donne e dovrà essere capace di restituire a loro un poco di speranza, di fiducia e dignità. È il nostro modo di contribuire alla costruzione di una società più equa e meno discriminante».