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Una tre giorni di studio sul Bosco di Bivongi e Pazzano

BIVONGI – Una tre giorni di studio sul Bosco di Bivongi e Pazzano

Prendono il via domani, a Bivongi, la tre giorni di studio e formazione incentrare sul bosco di Bivongi e Pazzano e sulle enormi potenzialità di questo ecosistema come luogo di biodiversità, di fonti di energia rinnovabili, di benessere, organizzato dal Gal Terre Locridee e dai Comuni di Bivongi e Pazzano.

A Bivongi, infatti, è stato realizzato dal Gal Terre Locridee in partenariato con Gal Area Grecanica e Gal Batir, con l’ideazione e direzione scientifica di Manlio Vendittelli, il primo grande progetto per la riqualificazione degli ecosistemi e l’autonomia energetica, promosso dall’Atelier dell’Abitare l’Ecosistema.

Sono in programma, da giovedì 14, sopralluoghi nei boschi che saranno alla base della progettazione che sarà approfondita e illustrata venerdì 15 e sabato 16 marzo, a partire dalle 17, nelle sale del Rural Center della Locride, a Bivongi, negli incontri aperti al pubblico, sul tema Il progetto sistemico come strumento organizzatore dello sviluppo locale e della riqualificazione degli ecosistemi.

Un incontro che registra la partecipazione dei sindaci Vincenzo Valenti di Bivongi e Alessandro Valenti di Pazzano e gli interventi dei relatori: prof. Manlio Vendittelli, il giornalista Giorgio Metastasio, il direttore del Gal Area Grecanica Piero Polimeni, il direttore del Gal Terre Locridee, Guido Mignolli. Coordina e conclude  il presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì.

«Siamo di fronte a un patrimonio, che varrà tanto più per l’Uomo quanto più varrà per se stesso – ha spiegato Manlio Vendittelli –. Quando un bosco entra nel circuito economico, la vera stella polare per mantenere le reciproche convenienze tra bosco e uomo è rappresentata dai principi dell’economia circolare. Il bosco è biodiversità, è luogo in cui in un susseguirsi di dare-avere si risolvono catene alimentari vegetali e animali, processi di fotosintesi, e molto altro».

«È un luogo in cui tutti i cicli biologici servono a creare ricchezza; esempi sono il concime derivato dalle deiezioni dei mammiferi, i lombrichi che nascono dalle lettiere, l’incendio che rilascia carbonio e permette la ripresa del ciclo di vita iniziando dalle specie pioniere fino al bosco maturo, e ancora la putrescenza di foglie, residui vegetali e carcasse animali – ha proseguito –.  Nella costruzione dello sviluppo locale incentrato sull’autonomia energetica da fonti rinnovabili prodotte localmente, il bosco è un concentrato di energie possibili, a condizione che rimanga non solo il sistema complesso e ricco che è oggi, ma anzi dobbiamo migliorarlo con interventi di qualificazione e compensazione».

«Il futuro avrà altre facce e altre culture – ha detto ancora – trarrà le sue diversità e le sue particolarità dai luoghi nei quali si realizzerà, che disegnerà gerarchie e priorità, tendenze e multiculturalità. Il futuro si esprimerà nei suoi molti modi di vivere e di abitare gli ecosistemi. È a questo assioma che candidiamo il nostro Atelier a Bivongi. È per partecipare a questo futuro che dobbiamo studiare, formare e realizzare, proporre e sperimentare un nuovo rapporto tra ecologia ed economia, nuovi modelli e strumenti di comunità, di sviluppo locale, di partecipazione».

«È su questo che dobbiamo costruire una cultura dell’abitare – ha concluso – così come richiesto dalle modificazioni ambientali, climatiche e demografiche che viviamo». (rrc)