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Con l'Accademia Calabra si è parlato delle criticità del sistema giustizia

Con l’Accademia Calabra si è parlato delle criticità del sistema giustizia

Si è parlato delle criticità del sistema giustizia, nel corso del confronto organizzato dall’Accademia Calabra e svoltosi al Circolo Antico Tiro a Volo di Roma e a cui ha preso parte il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari.

Un sistema giustizia che «non funziona e che incute molte perplessità nei cittadini, che cominciano a non credere che i Magistrati siano al di sopra delle parti. Una palese mancanza di fiducia che non può essere superata da ulteriori e fredde regole, ma che, invece, deve essere seriamente affrontata con una riflessione interna e con un confronto sereno e costruttivo», ha spiegato Giacomo Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra che, aprendo i lavori, ha sintetizzato le ragioni della Tavola rotonda e la necessità di un dialogo sereno tra i protagonisti interessati al funzionamento della giustizia.

Vi è stata, poi, l’introduzione del delegato della Camera Penale di Roma, Domenico Naccari, che ha delineato una serie di disfunzioni che partendo dalle indagini, ove il diritto di difesa spesso viene violato, per arrivare alla pena che non è, certamente, rieducativa. A confrontarsi illustri relatori ed esperti che hanno evidenziato una preoccupazione per quello che sta accadendo ed hanno precisato: Silvia Romeo, giudice presso il Tribunale di Roma, ha illustrato la necessità di rendere i processi più celeri ed eliminare i tempi morti, garantendo maggiore tutela all’imputato, Francesco Neri, Giudice e Presidente Sezione Penale della Corte di Appello di Roma, ha affrontato il tema delle esistenti garanzie, ma che, però, non sono sufficienti per un giusto processo, evidenziando che spesso le impugnazioni si chiudono con la dichiarazione di prescrizione, Cristiano Cupelli, professore Ordinario di Diritto Penale Università Tor Vergata di Roma, ha commentato le conseguenze del processo mediatico che spesso rende colpevole chi dopo anni ottiene, invece, una assoluzione piena, con tutte le gravi conseguenze che i cittadini subiscono.

Mario Esposito, professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università del Salento, ha, invece, delineato le incongruenze tra i diritti fondamentali e l’inadeguatezza dell’attuale processo; Cesare Mirabelli, Emerito Presidente della Corte Costituzionale, ha introdotto il tema della necessità di un cambiamento delle modalità di legiferare per evitare che si possano violare i diritti di difesa nel processo garantiti dalla Costituzione ribadendo che sui provvedimenti importanti si torni alla costituzione del collegio.

Ha concluso la Tavola Rotonda, il Sottosegretario Ostellari, che ha delineato le difficoltà dell’attuale processo e che con la riforma in corso non solo vi sarà la separazione delle carriere, ma si interverrà sulla maggiore presenza di ulteriori garanzie con la formazione anche di collegi giudicanti. Nel mentre, sull’espiazione della pena ha evidenziato la necessità di dare maggiore adeguatezza alla detenzione per una possibile ed effettiva rieducazione del detenuto, precisando che quelli che hanno potuto svolgere un’attività lavorativa per il 95% non sono tornati più a delinquere.

Saccomanno ha poi concluso ribadendo la necessità di una più ampia e serena partecipazione degli attori del processo al fine di individuare assieme quali siano le migliori soluzioni che, però, devono essere condivise e non possono, invece, creare barriere insormontabili. Una considerazione che ha trovato quasi tutti d’accordo è la necessità di ritornare, possibilmente, al vecchio Giudice Istruttore che garantiva maggiore partecipazione. Dall’incontro è anche emersa la necessità di una maggiore formazione per tutti i protagonisti del processo. Un dibattito che ha confermato che per poter portare avanti delle riforme importanti è indispensabile una condivisione e una collaborazione piena. (rrm)